Il love bombing del narcisista
15/04/2019Ruolo del grafologo CTP e CTU
28/01/2020Il senso di colpa può essere logorante come un tormento.
Tutti noi, in quanto esseri umani, siamo vittime del senso di colpa. Anche se ognuno commette errori e si pente di determinate azioni che ha commesso, il senso di colpa viene spesso demonizzato e in certi casi può arrivare a causare tumulti emotivi e fisici che portano a conseguenze anche gravi.
Il ruolo della colpa
I sentimenti di colpa arrivano quando i nostri pensieri o il nostro comportamento non sono allineati con l’altezza dei nostri ideali. Hanno spesso origine nell’infanzia, nel rapporto con i nostri genitori e familiari ed sono influenzati dalla immaturità cognitiva ed emotiva del bambino, dalla sua visione parziale del mondo, che deriva dalla mancanza di esperienza e dalla tendenza a fare inferenze causali scorrette.
I bambini iniziano a interpretare il mondo attraverso processi imitativi degli adulti che si occupano di loro, immaginandoli come “verità assolute”, non relativizzandoli sulla realtà e questo, di fatto, li rende vulnerabili a sviluppare costruzioni di “credenze” disfunzionali e relativi sensi di responsabilità e di colpa irrazionali.
Ad esempio, un bambino che interagisce con un genitore depresso che farà fatica a rispondere alle sue richieste di interazioni perché considerate troppo onerose, potrà determinare nel figlio la convinzione che la sua vitalità sia causa di sofferenza e rabbia negli altri e che, per non suscitarla, deve inibirla o evitarla.
Oppure il bambino potrebbe sentirsi responsabile del malessere del genitore, creando un nesso di causalità tra lo stato d’animo del genitore e il proprio comportamento; diversamente potrebbe anche identificarsi con il genitore sentendosi sempre arrabbiato o triste. Pertanto si potrebbe radicare in lui la convinzione che i comportamenti vitali e l’espressione dei propri bisogni sono richieste di attenzioni sbagliate, sono colpe.
Gli essere umani sono geneticamente predisposti ad empatizzare con gli altri, quindi ciò che proviamo e sentiamo è, fin da subito, influenzato fortemente dalle persone con le quali interagiamo; quindi empatia, senso di responsabilità e altruismo sono elementi che di per sé ci appartengono e non sono negativi, bensì adattivi, ma se li associamo a errati pensieri associativi possono contribuire alla formazione di comportamenti disadattivi e ad emozioni e pensieri che portano sofferenza psichica profonda.
La colpa ha spesso un legame profondo con l’aggressività e la rabbia verso se stessi: “mi sento in colpa anche se non ho fatto nulla di male e se mi sento così ho l’impressione di non poter far nulla di costruttivo e quindi mi arrabbio, questo potrebbe farmi sentire ulteriormente in colpa”, quindi l’aggressività potrebbe essere adattiva ad una situazione che si percepisce come pericolosa.
Senso di colpa e colpa
Sembra importante sottolineare la differenza tra senso di colpa e colpa. Il primo si riferisce in modo specifico a quando pensiamo in modo “anticipato” a come vorremmo che le cose andassero quando ancora non abbiamo la certezza di come possa concludersi; mentre la colpa si manifesta a cose avvenute, dove non c’è possibilità di agire sull’accaduto e in questo stato c’è una emozione negativa che pervade tutto.
Per colpa si intende il continuo ripensare a come sarebbe potuta andare una situazione, diversamente da come si è svolta. Quindi, è un continuo riportare il passato nel presente tramite immagini e pensieri legati all’evento. Tutto questo ruminare porta a staccarsi dalla realtà e a non riuscire a godere pienamente del presente.
Inconscio e consapevole
Possiamo distinguere un senso di colpa consapevole e uno inconsapevole o “inconscio.” Il primo fa riferimento ai nostri sistemi educativi, alla cultura di appartenenza, alla società che abitiamo e a ciò che si ritiene quindi giusto o sbagliato in base a questi elementi.
Il senso di colpa inconscio invece, ci pervade in modo persistente e costantemente quando viviamo le relazioni interpersonali, una sorta di “ansia di sbagliare continua”, percezione ancorata anche a idee illogiche ma che si accompagnano a delle sensazioni emotive pesanti e negative che proviamo ad evitare, spesso senza successo.
Questo atteggiamento mentale viene innescato dalla manipolazione, tecnica tipica delle relazioni narcisistiche e tossiche , frutto della violenza psicologica.
Questo stato è spesso legato alla paura costante e irrazionale di danneggiare le persone care, ma il punto fondamentale è che le persone non ne sono consapevoli e quindi si ritrovano “improvvisamente” a bloccarsi dal prendere decisioni importanti, dall’adoperarsi per rispondere a bisogni fondamentali, si trovano impossibilitate a godere delle cose positive che gli capitano.
Dove nasce
La letteratura scientifica delinea diverse situazioni ricorrenti nelle quali il senso di colpa si sviluppa:
- Legato alla separazione: “se mi allontano dalle persone a me care li posso far soffrire e arrecherò loro un gran male”; la separazione può intendersi anche come distanza ma anche come differenza, quindi si farà fatica ad avere idee, posizioni politiche o gusti o desideri diverse dai propri cari, in qualche modo si sente di essere “sleali” se non si aderisce a quello che si pensa gli altri possano aspettarsi da noi; questo sentimento è spesso indotto dal ricatto affettivo attuato da certi genitori;
- Legato al successo: “se riesco a raggiungere obiettivi migliori degli altri è ingiusto”, come se si togliesse a qualcuno qualcosa e questa tipologia di senso di colpa potrebbe portare a un boicottaggio costante nel raggiungimento dei propri traguardi personali ;
- Legato alle responsabilità: è la convinzione di avere il potere e il dovere di prendersi cura delle persone care in difficoltà; la persona è persuasa dalla credenza che senza il suo impegno le cose andranno male e ne sarà colpevole. Questo senso di colpa porta spesso le persone a non riuscire a dire mai di no alle richieste degli altri, ad aver bisogno di avere tutto sotto controllo e dare voce ai propri bisogni viene visto come spregevole ed egoista.
- Legato all’odio di sé: questo senso di colpa è molto grave e si riferisce alla colpa che si prova per come si è, alla sensazione di essere intrinsecamente sbagliati, inadeguati, con la conseguenza di pensare di non meritare accettazione, protezione, affetto. Questo tipo di colpa viene correlato a rapporti familiari nei quali si è vissuti in condizioni maltrattanti. Spesso è correlato anche a sentimenti di vergogna cronica che può essere una forma di autopunizione poiché si sono incarnati atteggiamenti o comportamenti abusanti e trascuranti i familiari potevano avere, oppure ci si può vergognare per l’identificazione con i familiari dei quali ci si vergogna, in ogni situazione non si può abbandonare la vergogna perché ci si sentirebbe in colpa per essersi differenziati dalla famiglia.
Se il senso di colpa si cronicizza, diventa pervasivo nei nostri pensieri e osserviamo come invada la nostra vita quotidiana nelle relazioni con noi stessi e gli altri, è importante poter cercare di contenerlo.
Liberarsi dai sensi di colpa
Ci si può liberare dai sensi di colpa ma bisogna seguire un percorso interiore. Ecco alcune fasi che rientrano in questo percorso e che devono essere rispettate per raggiungere l’obiettivo.
Esplorare i motivi
La prima cosa da fare è quella di approfondire i sentimenti di colpa percepiti e gli eventi che li hanno causati. È fondamentale capire le emozioni provate e quale significato hanno nella propria vita. Bisogna chiedersi quali sono le cause che le hanno provocate, che effetti hanno sulla propria esistenza e sulle persone che stanno intorno e se è giusto sentirsi in colpa.
Spesso questo sentimento è generato da un’eccessiva autocritica o dalla bassa autostima, per cui ci si assume la responsabilità di un qualcosa anche se non esiste o vi è in forma limitata.
Non si può tornare indietro
Accettare la realtà è un modo per liberarsi dei sensi di colpa. Bisogna convincersi che le cose non possono essere cambiate, il passato è passato e non si può tornare indietro per agire in modo diverso.
Se ci sono stati degli errori bisogna prendersi le proprie responsabilità e accettare di sentirsi colpevoli. Non vale la pena negare l’evidenza o resistere. Piuttosto, bisogna essere onesti con se stessi e capire quali sono i propri sentimenti.
Se c’è qualcosa che si può fare per rimediare occorre attivarsi in tal senso, riparare ad un danno da sempre sollievo, come chiedere scusa se si è in torto, altrimenti conviene passare oltre.
Ampliare i propri orizzonti
Per uscire dal senso di colpa profondo è essenziale guardare oltre e ampliare i propri orizzonti. Non ci può essere un futuro costruttivo se le nostre spalle sono zavorrate.
Bisogna cercare di capire come sarebbe diversa la vita senza la sensazione spiacevole di aver fatto degli errori e riflettere su nuove alternative per andare avanti con maggiore serenità. Vedere le cose da una diversa prospettiva aiuta ad instaurare un rapporto meno complicato con le sensazioni provate.
Non dimentichiamo poi che errare è umano e che si impara più dagli errori e dall’assunzione delle responsabilità che queste comportano che facendo sempre la cosa giusta.
Perdonare se stessi
Nessuno è infallibile, siamo essere umani e tutti commettiamo degli errori. Per questo bisogna perdonare se stessi, perché non sempre è possibile fare le cose giuste o prendere le decisioni corrette. Gli errori fanno parte della crescita di una persona e da essi si può imparare tanto.
Ecco perché bisogna accettare di averli commessi, perché solo così si può riavere la stima della propria persona. E la stima di se stessi, anche quando si sbaglia, è la cosa più importante.
Mettere a nudo le emozioni
Parlare di ciò che si prova quando i sensi di colpa attanagliano la mente e il corpo è una delle soluzioni più efficaci per aiutare a sradicarle. Confidarsi con qualcuno che sappia ascoltare e che non esprima giudizi aiuta a liberare il peso di qualcosa che, magari involontariamente, si è fatto ad altri.
I sentimenti di colpa a volte nascondono dei traumi e parlarne con un esperto può rivelarsi decisivo per elaborare il proprio vissuto e guardarlo da un’altra prospettiva. Quello che conta, alla fine del percorso, è rafforzare la propria autostima e la propria personalità.
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8 Comments
volevo chiedere: quando una persona, in un’amicizia, ti dice “per te faccio già questo”, “per te vengo già al mare” o quello che è… può essere un modo per far sentir in colpa noi o per farcelo pesare? Contando che tu non hai chiesto niente loro, ma avrebbero deciso di loro sponte di farlo… Grazie.
Un’amicizia vera è un dare spontaneo, di sostegno, aiuto, condivisionesenza rinfacciare nulla e senza farlo pesare…
se una persona ti rinfaccia o ti conteggia ogni cosa che fa non è un’amica ma solo una persona che si sta approfittando di te e che prima o poi ti presenterà il conto.
Meglio evitarle o comunque non farle entrare del tutto nella nostra sfera privata, perché ciò che apprendono in confidenza anziché mantenere il riserbo potrebbero usarlo per denigrare o per diffamare alle spalle.
Ecco perché gli amici veri sono una cosa rara e li riconosci dal fatto che ti aiutano anche quando non lo chiedi, ti stanno vicino anche quando non li chiami e ti saranno sempre amici non tradendo mai la tua fiducia.
Tutti gli altri sono dei mentitori, dei venditori di fumo, dei millanatori che abusano della parola “amicizia”.
Marilena
Entro in questa situazione di disagio quando parenti fanno leva sui miei sensi di colpa o di dovere per partecipare ad eventi graditi solo a loro. Cioè loro decidono quando è giusto che tutta la famiglia si riunisca e nessuno ha mai pensato quante mancanze io abbia subito senza alzare voce o pretese anche quando ero veramente a terra. Che adesso loro facciano i sensibili o permalosi xche io non soddisfo le loro richieste mi sembra profondamente egoistico. Il problema nasce in me quando non riesco a difendermi!
A parte la pretenziosità dei parenti, esattamente come dice lei il problema è suo perché non riesce a farsi rispettare sentendosi in colpa nel dover invece soddisfarli come loro desiderano, dimendicandosi o non ascoltando le sue di esigenze che mette sempre da parte.
Ma nonostante questa sua generosità nessuno le riconosce i meriti e nessuno le dice grazie come se tutto fosse dovuto.
Deve vincere questa sua debolezza o tutti, anche fuori della parentela, si approfitteranno di lei e della sua troppa disponibiità e bontà.
Cosa ne dice di fare anche un breve percorso in counselling con la possibilità di imparare a dare più valore a se stessa cercando di cancellare i sensi di colpa e mettendoci invece della soddisfazione?
Nel caso fosse interessata provi a visitare la mia pagina dei servizi, dove in fondo, tra le promozioni, trova tutte le modalità del counseling online, cioè via mail o telefonico, scelga il metodo, col tempo ed il costo che più gradisce,sono sicura che in poco tempo riuscirò a farle cambiare prospettiva di vista, avviando anche un cambiamento della sua vita.
Quando avrà deciso mi contatti via mail: info@marilenacremaschini.it
A presto spero
Marilena
mi capita di sentirmi in colpa per un evento che non ho determinato né avrei potuto evitare ( è morto, abbandonato al suo destino dai genitori adottivi, un ragazzo finito a vivere in strada. Conosco la famiglia anche se non ci frequentiamo e mi rammarica pensare che avrebbero potuto – per condizioni economiche e sociali – fare in modo che non accadesse).
Come ne vengo fuori?
Ci sarebbe da capire perché ti senti tu in colpa di un evento che non potevi evitare e cosa ti ricorda….
in tali casi consiglio sempre di fare un breve percorso in counseling per cercare di scoprire tali motivazioni e trovare una soluzione.
Mi permetto, se vorrai provare, di lasciarti il link alla pagina dei servizi, se vai fini in fondo trovi tutte le informazioni su modalità, via mail o telefoniche, tempi e costi: https://www.marilenacremaschini.it/servizi/.
Se decidi di provare contattami via mail: info@marilenacremaschini.it
Vedrai che un modo di capire l’origine del tuo malessere la troviamo
Marilena
Ho fatto un torto grave a una mia amica lo fatta litigare con l uomo che amava in quel momento non so cosa sia successo e l ha bloccata e non vuole più vederla. Ho fatto un gesto bruttissimo lo so lo fatta soffrire e ancora sta soffrendo io sto cercando da 9 mesi di recuperare pagandogli i danni morali oltre a fare di tutto per riappaccificarsi ma purtroppo lei non pensa al mio gesto mi butta sempre la colpa a me è tutti i giorni mi attacca dicendo che lei prima era felice ora per colpa mia ora sta male è vuole sempre di più dell’ aiuto che posso darli mi tratta uno schifo mi dà la colpa maledizione il giorno che mi ha incontrato io non vivo più sto malissimo cosa devo fare? Cosa ne pensate sono una persona schifosa come dice? Mi merito ciò? Grazie.
Mi chiedo invece se non avesse ragione del suo consiglio e di parlare alla sua amica in quel modo del ragazza che stava frequentando e che guardacaso dopo non si è più fatto vedere.
CApisco che la reazione di rabbia sia eccessiva, la sua amica non volendo fare una critica ai suoi consigli ha preferito incolparla e basta
Lei a sua autocritica l’ha fatta, ora dovrebbe essere la sua amica a valutare razionalmente il comportamento dell’ex.
Marilena