La neurofisiologia del gesto grafico
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03/03/2017La rieducazione serve a correggere una disgrafia.
Correggere una disgrafia è un percorso lungo e non facile, ma una volta appreso non si scorda più.
Certo, richiede molta costanza, dedizione, tenacia senza mai perdersi d’animo, ma la forza della rieducazione sta proprio in questo: nel rendere divertente il compito odiato, temuto o ritenuto noioso, qualcosa di divertente, prendere una difficoltà e trasformarla in una capacità.
Superato lo scoglio iniziale della diffidenza il bambino, l’adolescente e l’adulto imparano molto di più che una scrittura fluida e comprensibile, imparano ad avere fiducia in se stessi, nelle proprie qualità e capacità, a non lasciarsi intimorire dalla prime difficoltà, ad affrontare i problemi anziché frenarsi e trasformarli in limiti personali, infine in tal modo si aumenta anche la stima, il valore e la considerazione di se stessi.
Obiettivi della rieducazione
La rieducazione mediante grafoterapia tende a fare abbandonare gli automatismi “scorretti”, le abitudini posturali sbagliate, le impugnature scorrette che contraggono le spalle e la schiena nel modo sbagliando, procurando dolori ma anche forme di scogliosi e posture errate, contratture, crampi ed impossibilità di scrivere in maniera adeguata.
La rieducazione è anche riprogrammazione della funzione visuo-spaziale che comporta la corretta correzione della funzionalità visiva correlata con quella programmatica sul campo spaziale ove deve essere impressa.
Scrivere su un piano limitato, come quello del foglio o di una pagina, prevede un’organizzazione mentale sia del senso della vista che quello psichico dell’elaborazione del tracciato, prima ancora che questo sia eseguito sul foglio.
Fasi della rieducazione
Le tecniche utilizzate nella rieducazione si articolano in determinate fasi.
C’è una prima fase necessaria e preparatoria di rilassamento, mentale ed emotivo, affinché il compito venga eseguito senza ansia e preoccupazione, i primi lavori saranno semplici operazioni di creazione di forme grafiche prevalentemente circolari molto grandi che permettono l’ampio gesto del braccio e della spalla senza mai staccare la mano e la matita dal foglio o dal piano di lavoro.
Una volta acquisita la praticità a tale gesto, senza avvertire nessun tipo di dolore o contrazione, e senza tensione emotiva fuorviante, si può passare alla fase successiva, che è quello della tecnica manuale per imparare a scrivere correttamente.
Prima si inizierà con attività di pregrafismo per poi arrivare alla scrittura vera e propria.
Il principale obiettivo della rieducazione è infatti restituire il piacere di scrivere eliminando il pessimo rapporto con la scrittura che il bambino o l’adulto di solito interiorizzano quando si rendono conto di scrivere male.
La rieducazione della scrittura in senso stretto, come processo creativo e individualizzato volto a ristabilire i principali presupposti essenziali ad un corretto sviluppo del gesto grafico, per poter agire in questa direzione, consta di una doppia direzione di intervento:
- di decondizionamento prima, per far disimparare i gesti grafici scorretti e poco funzionali, spesso legati anche a posture e prensioni inadeguate,
- di condizionamento poi, con la finalità di far acquisire nuovi apprendimenti, basati sulla consapevole gestione dei propri movimenti nello spazio grafico.
La riprogrammazione
Le sedute di riprogrammazione sono diversificate in base alle esigenze ed alle necessità del bambino, dell’adolescente o dell’adulto, in quanto la difficoltà può essere espressa in maniera differente da individuo a individuo, così come deve essere soggettivo il programma di rieducazione e rimodulazione dei gesti scrittori.
Nei bambini, data la necessità di mantenere la loro attenzione su un lavoro che può essere anche noioso, la riprogrammazione prevede delle forme di insegnamento molto giocose e divertenti, utili per mantenere la concentrazione su gesti che sono ripetitivi.
Si utilizzano coi bambini le tecniche pittografiche, di pittura e di disegno, col doppio vantaggio di far acquisire una certa manualità del gesto ma anche esprimere la sua creatività e l’elaborazione dei disagi emotivi negativi o castranti.
I grandi fogli, i gessetti, i pennarelli e le matite colorate sono uno strumento importantissimo per imparare la gestualità della scrittura.
Esistono poi altri strumenti, molto semplici, che aiutano la prensione della mano sulla matita e permettere una corretta impugnazione, si tratta di gommini colorati e sagomati che guidano le dita alla giusta impugnatura, legacci che impediscono alla matita di cadere in una direzione sbagliata e non consona, e penne o matite già presagomate.
Disegnando e divertendosi, mentre impara a scrivere, il bambino e l’adulto esorcizzano le proprie parure ed angosce, superandole senza partire dei disagi ulteriori.
Alle tecniche pittografiche seguono le tecniche scrittografiche dove vengono insegnati i rudimenti della scrittura partendo dalle forme più semplici sino a quelle più complicate o composite.
L’attività di pre-scrittura
Vengono chiamate forme di pre-scrittura quei tratti che formati da linee e da curve sono preparatori all’elaborazione dei grafici specifici delle varie lettere dell’alfabeto.
Per chi ha difficoltà a comporre una parola intera, frammentarla in tanti segmenti che poi piano piano vengono uniti per creare la forma grafica richiesta permette di acquisire il gesto senza la tensione di doverlo eseguire correttamente da subito, perché tale aspetto viene affrontato soltanto quando c’è sicurezza nei gesti precedenti che sono prodromici alla parola stessa e preliminari alla sua composizione.
Attraverso la sistematicità e la gradualità di attività di pregrafismo sempre più complesse e precise, viene stimolata una corretta postura e prensione della matita, la coordinazione occhio-mano, per condurre il movimento grafico in modo finalizzato e controllato armonicamente, mantenendo però separata la forma dal significato.
Al fine di migliorare ancora la tonicità, il senso della proporzioni, il ritmo del gesto, vengono proposti esercizi sull’alternanza e sulla gradualità crescente e decrescente di pressione, grandezza delle forme e rapidità esecutiva, associando i movimenti ad una respirazione ritmata.
Quando nel bambino o nell’adulto sono stati acquisiti e assimilati gesti grafici sciolti, simili a quelli della scrittura, le forme pre-scrittorie sfociano in singole lettere o gruppi letterali affini per movimento spontaneamente, senza alcuna difficoltà perché la paura di non riuscire è stata superata coi giochi ed il disegno o la pittura che precedono la scrittura vera e propria.
Scrivere deve essere per tutti un piacere ed una passione, ovvio che, se il compito non riesce per delle difficoltà meccaniche od emotive, sono queste che devono essere corrette e superate per poter imparare a scrivere con serenità.
Per questo motivo si considera la rieducazione della scrittura come una rieducazione ad riacquistare l’autostima della persona che si sente inadeguata e non all’altezza del compito e che deve imparare ad avere fiducia in se stessa.
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18 Comments
e’ giusto correggere in rosso tutti gli errori di un bimbo disortografico? c’è qualche normativa, delibera, o altro che ne parla e indirizza i professori?
Buongiorno Cristina
legalmente non esiste una indicazione, per norme o indicazioni ministeriali, alla pratica della matita rossa per evidenziare gli errori nei bambini con deficit, tra l’latro usata per evidenziare bene gli errori facendoli risaltare in una grafia che sarà organicamente anche disorganizzata e poco chiara, anche se il deficit riguarda soltanto l’ortografia.
La penna rossa da il grosso vantaggio di mettere subito in risalto i punti da correggere, perciò nel senso meramente pratico è molto utile ed efficace, emotivamente per il bambino deficitario che si ritrova il compito con molti segni rossi è sicuramente avvilente e demoralizzante.
Io opterei per questo sistema: coinvolgendo il bambino o ragazzo gli chiederei come preferisce che vengano segnati gli errori che fa facendogli scelgiere il colore della matita “rivelatrice” dell’errore, in questo modo riesce a mantenere una intrusione nel suo scritto per le sue osservazioni, ma rendendolo partecipe in questa scelta lo scolaro deficitario sarebbe meno a disagio in quanto si sente coinvolto e decisivo in qualcosa che già fatica a controllare.
In questo modo ottiene la possibilità di poter continuare a fare il suo lavoro senza pregiudicare l’autostima, già comunque compromessa, del suo aunno.
Spero di esserle stata utile.
A presto
Marilena
È giusto usare il tablet con la dettatura vocale per eseguire un racconto e poi il bambino copiare sul quaderno?
Non precisa cara Patrizia quale sia il probelma del bambino, ogni deficit o difficoltà deve essere trattata in maniera diversa , sempre rispettando le particolarità e la specificità della personalità e delle capacità del bambino in questione, pertanto senza maggiori dettagli.
Se si tratta di un esercizio comune, senza che vi siano deficit, io sono più propensa all’aiuto dei compiti col genitore che con la moderna tecnologia, nulla è paragonabile alla vicinanza del genitore che aiuta nello svolgimento di un compito o di una semplice esercitazione.
Il bambino ha soprattutto bisogno del contatto e della vicinanza dei suoi cari, pertanto so che sarà un problema coi suoi mille impegni, ma si prenda 10 minuti da dedicare esclusivamente al suo bambino, imparerà più velocemente.
Spero di esserle stata d’aiuto
Marilena
Mi scusi Dottoressa, non sono stata precisa. Mia figlia è disortografica e frequenta la 3a. elementare. La seguo con i compiti a casa, quando facciamo insieme a lei un racconto di italiano, e lei fa degli errori( che sono frequenti), si mette a piangere dicendo che non è capace. La incoraggio tutto il tempo, ma si stanca e vuole smettere.
Ora ho capito, mi scusi
In effetti fare degli errori di ortografia è proprio il suo problema, che si risolverà col tempo e con tanta pazienza, dipende dal grado di gravità del deficit.
Quando si stanca provi a staccare e fare degli altri giochi che tilizzano le lettere in modo da distrarla e spezzare il lavoro da fare, infatti l’ideale sarebbe fare un 10 minuti di lavoro / compito e poi spezzare con qualcosa di divetente ma che sia comunque istruttivo.
Sicuramente troverà in internet delle schede o delle modalità di gioco per disortografici, provi a scarcarne qualcuno e giorcarci insieme con la figlia, in modo da rendere meno pesante e più divertente quello che è un impegno non solo difficile ma anche odioso.
La piccola sa benissimo che quello è il suo tallone d’Achille e fare continuamente le stesse cose la stressa più del dovuto, i giochi istruttivi possono essere una bella soluzioni, inoltre li trova navigando in rete completamente gratuiti.
Mi faccia sapere se la cosa funziona e riesce a farla fre i compiti con meno complicazioni.
A presto
Marilena
SONO LEGATA E GRATA A ROBERT OLIVAUX ED ALLA MOGLIE M.ME PAULE, COMPAGNA DI UNA VITA E PREZIOSA CONSIGLIERA. AD ENTRAMBI DEVO TANTISSIMO, PROFESSIONALMENTE ED UMANAMENTE.
Lei è davvero fortunata a conoscere persone che hanno fatto la differenza nella rieducazione e nel trattamento dei bambini con problemi.
Grazie del suo commento e della sua testimonianza.
Marilena
Salve sono la mamma di una bambina di 7 anno che ha iniziato appena la 3 elemntare già in seconda notavo dei problemi ortografici sotto dettatura e nell autoproduzione… Del tipo confondere la c con la g , le doppie che normalmente sono errori cbe ci stanno in 2 elemntare adesso ho notato ancje che divide le parole come in _ sieme… Oppure in_ trepido…. E capita anche che non scrive la n in parole come entrando entrado…. Oppure maestra maesta.
In 2 sono ancora ammissibili ma adesso siamo in terza e continua a farli.
Devo pensare che possa avere problemi di disortografia? E quindibportarla da un logopedista? O magari semplicemente maggiore esercitazione?
Non so come comportarmi…
Ah dimenticavo che mia figlia è anticipataria è entrata a. Scuola a 5 anni e mezzo.
Grazie
Non sempre anticipare la scuola è favorevole per il bambino, i sei anni sono una tappa fondamentale in quanto il suo intelletto e la sua maturità sono pronti ad affrontare il difficile lavoro della scuola, forse tale difficoltà per sua figlia non è stata superata dal tutto.
Sicuramente un sostegno a casa l’aiuterebbe molto, esercitando il suo italiano con delle lezioni private.
Non è necessario l’intervento di una logopedista, ma di una brava insegnante di ripetizione che l’aiuti con un po’ di pazienza a recuperare e a portarsi al livello degli altri, in modo da non creare problemi col rendmento scolastico.
Marilena
Buongiorno Dottoressa, mio figlio ha 10 anni e frequenta la 4′ elementare. È certificato per disgrafia e disortografia, ma attualmente non ha nessun percorso diversificato a scuola. In tempi di didattica a distanza, ho notato che scrivendo con il computer (molto lentamente) si corregge da solo. Il problema è che non riesce a scrivere testi. Ossia ha problemi di sintassi e di coniugazione dei verbi. Come posso aiutarlo? Vorrei non dover cancellare tutto quello che scrive riformulando io le frasi per dargli un senso compiuto,è frustrante per me e per lui.Grazie
Sarebbe il caso di far seguire suo figlio da una rieducatrice della scrittura munita di skipe, non posso che consigliarle una mia stimata collega, bravissima nel rieducare e munita di skipe per le lezioni a distanza.
Approfitti di questo momento per non perdere quello che suo figlio ha già imparato e tenga conto che il lavoro di rieducazione del gesto, anche ortografico, deve essere costante per dare dei risultati, che diversamente con l’andare del tempo diventeranno sempre più difficili da correggere.
In caso di bisogno mi ricontatti via mail: info@marilenacremaschini.it
Marilena
Buongiorno, sono un’ insegnante di scuola primaria. Un mio alunno effettua diversi errori di ortografia sia nella produzione scritta autonoma che in quella copiata dalla lavagna o da un testo. E’ un bambino intelligente che frequenta la classe seconda e non ha mostrato nessuna difficoltà nell’apprendimento della letto- scrittura. La madre è preoccupata e chiede strategie per aiutare il figlio a scrivere correttamente. Cosa poso consigliare? Adriana
Buongiorno Adriana, credo che abbia perfettamente ragione, si tratta quasi sicuramente di disortografia correggibile con una rieducazione che comprenda anche l’aspetto linguistico.
In tali casi è consigliabile prima un colloquio coi genitori e poi una visione del ragazzo mentre scrive e come scrive, cosa che si può tranquillamente fare con un sistema di videochiamata come Skipe.
In questo momento il mio l’ho disattivato per motivi di protezione della privacy contro possibili hakeraggi, dato che seguo persone con diversi problemi estremamente delicati online, ma mi può eventualmente contattare via mail: info@marilenacremaschini.it
Buona giornata
Marilena
Salve sono la mamma di un bimbo di sette anni che ha appena concluso la prima elementare ( ovviamente a distanza). Pochi giorni fa siamo stati dal foniatria per una visita di controllo, poiché lui fa logopedia avendo avuto un ritardo nel linguaggio. Il foniatria ha fatto dei test per misurare l’intelligenza, che sono andati molto bene,( PMC oltre il 95 per cento) però ha notato che fa errori nella scrittura mancando le doppie, a volte sbaglia lettere, inverte i fonemi, anche se è perfettamente in grado di autocorreggeresi.
Secondo il foniatra, potrebbe essere i primi sintomi di disgrafia/ disortografia anche se è troppo presto per diagnosticare.
Ma, considerando che praticamente i bimbi hanno fatto sei mesi di scuola e poi basta non possono essere anche i sintomi di “cattiva”prima elementare?
Volevo un suo parere
Saluti
Direi che il disturbo di suo figlio sia la disortografia e basta, almeno nell’ambito dei DSA, la disgrafia si ha quando manca la scruttura dei fomeni, cioè la grafia è illeggibile per mancanza di chiarezza e per l’irregolarità della completezza delle lettere scritte, come da insegnamento.
E condivido la sua opinione che abbia svolto, come purtroppo succede sempre più spesso, un pessimo primo anno scolastico, dove non ha acquisito l’ABC della scrittura.
E questo si verifica a causa di pessimi insegnanti e di una scuola poco attenta ai bisogni dei bambini e più attenta a raggiugere dei risultati come da programma disinteressandosi dal seguire la formazione dei bambini….. tanto non viene più bocciato nessuno, ed anche quelli che non sono formati passano con una sufficienza più che regalata.
Tutto il sistema scolastico italiano andrebbe rivisitato, e suo figlio ne è solo un esempio fra tanti di un sistema fallace.
Marilena
Salve Dott.ssa ho un figlio di 12 anni che frequenta il secondo anno di scuola secondaria di primo grado con diagnosi di disortografia e disgrafia, e aiutarlo a fare i compiti di scrittura della lingua inglese è un vero incubo, quali tipi di strumenti compensativi o strategie potrei utilizzare.
grazie
Avendo suo figlio ricevuto due diagnisi così complicate le consiglio di rivolgersi ad un esperto della rieducazione del gesto grafico.
Ogni bambino va analizzato come un caso a sè stante in quanto sono molti gli aspetti che differiscono da singoo a singolo.
Se non abita troppo lontano potrei occuparmene io
Mi ricontatti via mail se è interessata: info@marilenacremaschini.it
Marilena