La tecnica del sasso grigio
02/12/2023Il segno Largo Di Lettere
12/12/2023Il trauma bonding nasce nelle relazioni tossiche.
I legami basati su manipolazioni, ricatti e paure producono dei traumi psicologici che vengono chiamati traumi bonding e sono basati su un intreccio talmente intricato di emozioni e schemi tossici che per chi li vive è davvero difficile uscirne.
Traumatic bonding
Quando si parla di relazioni tossiche o manipolatorie molto spesso c’è di mezzo anche il traumatic bonding, che tradotto letteralmente è un “legame traumatico”.
Dall’esterno questo tipo di legame non è difficile da individuare. Quando vediamo o sentiamo storie di persone che non riescono a troncare una relazione nonostante siano chiaramente delle vittime di manipolazione ci viene da chiederci come sia possibile, perché la vittima non lascia il suopersecutore.
Ma dall’interno la prospettiva è decisamente diversa. Chi è invischiato in rapporto malato e tossico fatica ad avere questa lucidità perché soprattutto vittima di un trauma bonding, cioè di un legame basato su ricatti, paure, traumi e manipolazioni, e per questo motivo fatica a vedere con occhi oggettivi la realtà.
I traumatic bonding, detti anche trauma bonding, in estrema sintesi sono delle relazioni insane, distruttive e decisamente pericolose. Si tratta, infatti, di legami affettivi che non si basano su sentimenti, emozioni e atteggiamenti positivi, come l’amore, il rispetto e la stima reciproci, la fiducia nell’altro, la voglia di stare insieme.
Al contrario, poggiano su basi alquanto insidiose e ad alto tasso di cadute rovinose. A tenere insieme i due partner in questo caso sono i ricatti emotivi, morali e fisici, le paure, le manipolazioni, gli abusi, le punizioni e le ricompense.
Tipicamente, in questi rapporti, c’è un partner narcisista che diventa il carnefice. Un partner narcisista che mette se stesso e i suoi bisogni al centro della relazione, ignorando e addirittura disprezzando la persona che ha al suo fianco, e che ha un costante bisogno di ammirazione e di riconoscimento da parte dell’altro.
La vittima, invece, spesso è una persona fragile, con una dipendenza affettiva, che finisce con il diventare dipendente dall’altro (perché anche il narcisista ha la sua dipendenza).
In realtà, il trauma bonding non riguarda solo le relazioni romantiche, ma può innescarsi in qualsiasi legame fra adulti, per esempio in quelli fra colleghi, fra capo e subordinato, fra professore e studente, fra genitore a figlio, fra rapitori e prigionieri. Il trauma bonding più comune, però, è proprio quello che riguarda la coppia.
Come si crea
In genere, tutto inizia con una fase di esaltazione e di eccitazione, che possono essere totalizzanti, la cosiddetta fase del love bombing. La vittima è affascinata dall’atteggiamento spavaldo e sicuro di sé del carnefice ed è attratta dal suo magnetismo, sentendosi orgogliosa per averlo conquistato, ed estremamente fortunata.
Quest’onda travolgente, però, finisce presto e a quel punto iniziano i problemi, la fase della svalutazione, del distacco e dello scarto. Il narcisista mette in atto una serie di comportamenti ripetitivi, come manipolazioni, ricatti, incastri, dando origine a un ciclo di abuso che si sviluppa in 3 fasi cicliche e sempre ripetitive.
Si sviluppa così un legame di attaccamento tossico, che purtroppo si autoalimenta in un circolo vizioso: a ogni nuovo misfatto, il rapporto malato si rafforza.
Nella maggior parte dei casi, tutto accade molto velocemente: la sequenza degli eventi è talmente veloce e travolgente che la vittima non si rende conto di essere in mezzo a un vero e proprio tsunami.
Perché non è amore
In un traumatic bonding non c’è nulla di romantico o di bello. All’inizio, la vittima potrebbe anche sentirsi amata, pensare che quella che sta nascendo è una favola d’amore, che dà sicurezza e felicità, ma non è così. Con il tempo, il manipolatore eserciterà manipolazioni e abusi fisici, emotivi e/o mentali sempre più forti e intrappolanti.
Il partner di un narcisista finisce quasi sempre con l’essere bloccato e intrappolato in relazioni distruttive, senza nemmeno esserne consapevole. Gli schemi tossici, infatti, diventano così ripetitivi e “normali” che egli si abitua a questo tipo di normalità, finendo con il confondere trauma e amore.
Le ferite subite, invece di allontanare, avvicinano ancora di più. Il narcisista mette in atto uno schema di punizioni e ricompense costruendo una sudditanza e dipendenza sempre più forti, che creano dubbi e paure nella vittima, che così ha sempre più bisogno dell’approvazione dal manipolatore.
Questo spiega perché ciò che sembra così lampante dall’esterno non sia affatto “visibile” all’interno e perché la vittima non riesca a troncare. La persona invischiata in un traumatic bonding perde la lucidità, il contatto con la realtà, non sa più che cosa le fa bene e che cosa le nuoce, trova sempre delle ragioni per giustificare ciò che fa l’altro.
Rinforzo intermittente
Le relazioni a base di trauma bonding sono relazioni tossiche che portano a forme di abuso vere e proprie, un abuso che viene usato dal narcisista patologico per legare a sé il partner, mettendo in atto rinforzi intermittenti attraverso un sistema di punizioni e ricompense.
Le relazioni di questo tipo non sono basate su dei sentimenti reali, ma sul desiderio di controllo e di possesso del narcisista da una parte, e di fragilità e dipendenza dall’altra.
I traumatic bonding, infatti, sono relazioni che si avvalgono del rinforzo intermittente, uno strumento pericoloso, soprattutto quando è nelle mani di un narcisista manipolatore.
Il legame traumatico, infatti, è ciò che consente al soggetto patologico di legare a sé la vittima, che incapace di liberarsi, accetterà il graduale aumento delle vessazioni.
Il narcisista, infatti, con il suo comportamento manipolatorio fatto di punizioni e ricompense, non fa altro che sfruttare l’inclinazione alla dipendenza della vittima, che, come i tossicodipendenti, è sempre alla ricerca di una “dose” di dopamina, con cui alleviare la propria angoscia.
Non è un caso, infatti, che i soggetti che più spesso si ritrovano invischiati nel trauma bonding siano quelli cresciuti all’interno di famiglie disfunzionali, di cui hanno appreso le dinamiche.
Il rinforzo intermittente funziona esattamente come una droga: quando il narcisista premia la sua vittima, questa si sente appagata, felice, euforica e pensa che tutto sia ritornato come all’inizio, o almeno è quello che spera di rivedere.
Nel momento in cui inizia la fase di abuso, la vittima è portata a fare di tutto affinché possa avvalersi di un’altra “dose” di gentilezza, di attenzioni, in definitiva di amore. Ecco perché chi è vittima del Trauma Bonding, non riesce a fuggire: perché, in fondo, ne ha bisogno.
Come reagire
Uscire da un traumatic bonding è sicuramente difficile, ma non impossibile. La vittima deve lavorare su se stessa, spostando il focus della relazione e dal manipolatore alla propria vita. Ecco qualche consiglio utile.
- Adottare la tattica dell’indifferenza: un narcisista ha bisogno di continue rassicurazioni e di infiniti elogi. Se viene ignorato entra in crisi.
- Attuare la tecnica del sasso grigio: il narcisista ha bisogno di attenzione, se non la riceve si stanca e si allontana.
- Rompere in modo definitivo col No Contact: non rispondere alle telefonate, ignorare i messaggi, cestinare le email. Se non si vuole ricadere nei vecchi schemi, non bisogna più aver alcun contatto.
- Chiedere aiuto e sostegno emotivo: spiegare alle persone vicine la situazione e chiedere loro di intervenire al minimo segnale di pericolo, oppure chiedere aiuto ad un professionista delle relazioni.
- Vivere nel momento presente il più possibile, senza avere rimpianti e senza cadere nell’errore di pensare “e se”, “ma se”.
- Lavorare sul miglioramento dell’autostima e della fiducia in se stessi.
Se vuoi rimanere aggiornato seguimi sulla mia pagina Facebook: Conoscere il narcisismo.