Le scritture analoghe
09/01/2018Il simbolismo spaziale
30/01/2018Il riccio della sessualità è il segno che rivela il rapporto col sesso.
Come tutti i ricci che rimandano alle nostre predisposizioni istintive, anche quello della sessualità è una segno che si forma nell’area sotto il rigo di base, la zona che per il significato del simbolismo spaziale rimanda a tutte le inclinazioni istintive e materiali del nostro carattere.
Il segno della sessualità
I ricci grafici sono quelle costruzioni, quei vezzi, apportate ad una lettera che vanno oltre la forma scolastica del grafema e che costituiscono un prolungamento di una parte della lettera o, come nel nostro caso, la creazione di un occhiello dove non dovrebbe esserci.
I ricci rappresentano quei meccanismi difensivi che l’Io ha assunto nel tempo per proteggere e tutelare la persona da emozioni negative, da paure, da esperienze frustranti, dalle questioni che intimoriscono, spaventano o verso le quali manifestiamo rifiuto.
Sono segni che esulano dalla morfologia della lettera, sono aggiunti dallo scrivente inconsapevolmente, sono messaggi che rimandano all’inconscio e alle esperienze così come state elaborate o non del tutto elaborate. Ogni segno o tratto che viene aggiunto alla lettera deve essere interpretato secondo il simbolismo spaziale e orizzontale.
Nel caso del riccio della sessualità la formazione del segno richiede due componenti che lo caratterizzano:
- si crea nell’area sotto il rigo di base, così come esistente od immaginato se manca;
- è formato da un occhiello o comunque da una forma che racchiude anche se aperta in una qualche direzione.
Quando si forma è segno che la componente sessuale è importante per lo scrivente e che la sessualità viene vissuta in modo sano e consapevole; se formato in modo eccessivo può significare che l’aspetto sessuale rasenta l’ossessione, la maniacalità; quando manca invece rappresenta una forma inibitoria, castrante, difficoltà con cui viene vissuta la sessualità.
La lettera G
Per poter misurare il riccio della sessualità occorre considerare come vengono costruite le asole inferiori, più precisamente come viene formato l’occhiello inferiore della lettera G.
La lettera che per eccellenza esprime il senso della sessualità è la lettera “G”, ma lo si può trovare anche negli altri grafemi che sono composti da un rigonfiamento od occhiello sottostante come la “F” o in certe lettere “P”, oppure in tutte quelle lettere che per creatività dello scrivente formano un’asola o un occhietto al di sotto del rigo, come per esempio avviene per la lettera “S” o per la lettera “Z”, una lettera molto eclettica per le modalità con cui spesso è formata.
La lettera “G” si presta bene a rappresentare la predisposizione alla sessualità perché il grafema è formato da due occhielli per eccellenza: uno che si adagia sul rigo di base, che rappresenta l’Io personale, e l’altro che si gonfia sotto il rigo, che rappresenta l’area degli istinti e della materialità ed il rapporto con essi.
Il primo occhiello, quello che viene formato sul rigo, può essere completamente diverso da quello effettuato in basso per il diverso significato psicologico che rappresentano: quello costruito sul rigo esprime come lo scrivente percepisce se stesso, quello eseguito sotto esprime come il soggetto vive e percepisce la sua sessualità.
La scrittura sopra ne è un classico esempio: la lettera G nel cerchietto rosso è formata da un primo occhiello quasi del tutto inesistente rispetto a quello esagerato di sotto.
Il sesso appartiene alla sfera istintiva, quindi il rapporto con esso viene evidenziato nelle lettere che si sviluppano al di sotto del rigo di base, la linea che segna anche psicologicamente la distinzione tra un sopra ed un sotto: maggiore sarà l’ampiezza della parte sottostante con più importanza verrà data a tale aspetto. Se la parte sottostante è rappresentata da un occhiello l’ampiezza, o l’inesistenza di tale parte, descrive il rapporto che lo scrivente ha con la sfera sessuale.
Altre lettere sono predisposte a formare questa asola inferiore, come la “F”, che non tutti però fanno con un rigonfiamento, ecco perché la lettera “G” resta il grafema che per eccellenza usato per misurare tale predisposizione.
In base a come viene formato questa asola sottostante, sempre che venga eseguita (in alcune scritture è del tutto assente) si comprende il tipo di rapporto che lo scrivente ha con la sua sessualità.
Se queste asole sono formate con un occhiello piccolo, rattrappito, redatto in maniera accennata, di evidenza pacata e discreta, sono dei ricci che esprimono una sessualità desiderata, ambita in certi casi, ma frenata da disinibizioni costrette da un’educazione troppo rigida e formale, da convinzioni religiose restrittive o semplicemente una inibizione autoindotta dal soggetto scrivente che ha un rapporto difficile e inibito con la sua sessualità.
Nel caso siano creati degli occhielli sottostanti il rigo ma nella scrittura in generale le lettere naturalmente composte da occhielli inferiori sono invece atrofizzati significa che la persona da priorità agli aspetti materiali e basici della vita ma non quello sessuale.
Un esempio di tale condizione lo si riscontra ad esempio nella grafia che segue dove le Z sono rappresentate con un grosso occhiello inferiore mentre risulta atrofizzato nelle lettere G.
Se eccessivamente ampie tale asole denotano invece l’eccessiva importanza alla sessualità nella vita dello scrivente, l’aspetto in tali casi può essere tanto invalidante da comportare seri problemi relazionali. La quantità e qualità delle asole create sotto il rigo di base determinerà anche l’incidenza del desiderio e dell’impulso sessuale sull’aspetto delle relazioni e dell’esistenza.
I ricci della lussuria
Ci sono scritture in cui gli occhielli inferiori sono talmente ingigantiti ed abnormi, rispetto al resto della scrittura e degli occhielli in particolare, che il segno prende il nome di Riccio della Lussuria.
Quando i ricci della lussuria sono formati in maniera eccessiva ed esagerata, con forme che, rispetto all’intero contesto scritto, appaiono ingigantite a dismisura, vuol dire che il rapporto con la sessualità è portato all’estremo e vissuto in maniera ossessiva se non addirittura maniacale.
Un esempio di riccio della lussuria lo possiamo trovare nella scrittura di Boris Zubane dove ad essere ingigantite non sono solo gli occhielli inferiori delle lettere G ma anche delle lettere Z naturalmente prive di asola inferiore.
Come si può notare, nella scrittura di Boris Zubine gli occhielli inferiori sono talmente grandi da invadere addirittura 2 righe sottostanti.
Zubine è stato condannato due volte per reati passionali: dopo aver scontato una condanna di 17 anni per l’omicidio della convivente (tra i suoi precedenti anche un tentato omicidio e sequestro di persona) nel 2005 uccide e fa a pezzi la madre, nascondendola in cantina avvolta in sacchi di plastica, colpevole di non andare d’accordo con l’allora fidanzata convivente.
Un’altra scrittura molto simile a quella precedente è quella del serial killer e noto predatore sessuale Ted Bundy. Anche in questa scrittura gli occhielli inferiori risultano sproporzionati tanto da coprire le lettere sottostanti.
Bundy è stato un sadico e necrofilo serial killer che ha ucciso e seviziato oltre 30 donne tutte assomiglianti alla fidanzata che lo aveva lasciato, la sofferenza e la rabbia che provò fu tale che dovette ricostruire quel rapporto finito male per poi distruggerlo nella maniera più crudele ogni volta che notava una ragazza simile alla sua ex..
Lo stesso riccio della lussuria lo si nota molto evidente anche nella scrittura del Marchese de Sade, eletto padre del sadismo e delle perversioni in genere, morto in carcere a causa del suo vissuto orgiastico e maniacale.
Non si può non notare i tanti prolungamenti eccedenti la zona inferiore, sintomo dell’ossessione maniacale che il marchese aveva per ogni questione erotica.
Questi prolungamenti sono realizzati non solo eseguendo la G ma anche, in modo molto creativo, nelle lettere Q formate come a realizzare una vasca di contenimento con l’apertura verso l’alto, segno di una fantasia molto ricettiva verso idee e pensieri che al marchese non mancavano di certo.
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