L’arma del narcisista
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07/11/2023Il narcisismo maligno è un mix estremo di narcisismo e elevata crudeltà.
Oltre al comportamento antisociale lo caratterizzano l’aggressività e il sadismo. Il narcisista maligno è chiamato anche “narcisista perverso” o “manipolatore perverso” proprio per l’alto grado di distruttività relazionale. Seduttore, grandioso, e sempre pronto ad aumentare i livelli di ostilità mina ogni rapporto che instaura e “disumanizza” le persone con cui entra in relazione.
Il narcisista maligno
Il narcisista maligno ha caratteristiche che lo pongono in un’area ibrida tra narcisismo e disturbo antisociale di personalità. Alcune caratteristiche tipiche del narcisismo raggiungono nel narcisista maligno il massimo grado di espressione: grandiosità, mancanza di sentimenti, perdita di contatto con il sé e il corpo, mancanza di contatto con la realtà, senso di onnipotenza, diffidenza verso gli altri, rabbia espressa, sadismo (anche verso se stesso) e crudeltà.
Solitamente il narcisista maligno, soprattutto quando è grave, è stato vittima di una forte aggressività da parte dei genitori nella prima infanzia. Ha avuto spesso un genitore (di solito il padre) fortemente sadico e punitivo e gradualmente si è identificato con lui.
In età adulta il suo mantra diventa: ‘Posso fare quello che voglio’, ‘Nessuno mi può ferire’, in una visione dicotomica e scissa della vita (vista come una giungla) e degli altri, visti o come completamente buoni (quindi deboli e da sottomettere) o completamente cattivi (da attaccare o da cui fuggire in base alla forza percepita).
Lo sviluppo più drammatico del disturbo quindi si osserva quando la grandiosità del paziente si combina con una forte quota di aggressività.
Il narcisista maligno è un manipolatore perverso che utilizza l’inganno e il raggiro come strumento per relazionarsi con gli altri, sono il pane quotidiano di tutti coloro che fanno della manipolazione un’arte, uno stile di vita avente come fine ultimo quello di annientare l’altro. Si tratta di ragni che tessono bene la loro tela, in attesa della prossima vittima.
Doctor Jekyll e mister Hyde, dolce al cospetto degli altri, ma vendicativo e subdolo alla spalle. Il narcisista cattivo è maligno, e come lo chiama Otto Kernberg, il più patologico dei narcisisti.
I narcisisti maligni sono bugiardi, ipocriti e manipolatori affettivi. Hanno un’alta considerazione di loro stessi, esagerano le proprie capacità, appaiono spesso presuntuosi, credono di essere speciali, superiori, di dover essere soddisfatti in ogni loro bisogno e pretendono di avere diritto ad un trattamento particolare.
Ma questo non basta, altrimenti avremmo a che fare con un “normale” narcisista. Il tutto risulta condito dal comportamento maligno che porta tale soggetto ad avere anche tratti borderline, antisociali e paranoici.
Il loro obbiettivo
I manipolatori perversi hanno come obiettivo quello di agire attraverso la manipolazione e il raggiro per far compiere al proprio interlocutore delle azioni che tornano ad esclusivo vantaggio personale, si approfittano dell’amore altrui a scopo egoistico.
I manipolatori non provano senso di colpa per quello che fanno poiché tutto è finalizzato a soddisfare il proprio ego smisurato. Manipolano la vittima amorosa con falsa tenerezza, e dopo averla conquistata se ne nutrono in maniera avara.
Le vittime sono minate e fiaccate nei loro punti deboli e, di conseguenza, piombano in una spirale negativa dalla quale non escono senza traumi. Ogni relazione deve soddisfare solo le regole e richieste rigidamente imposte da loro.
Non è possibile costruire un rapporto sano con loro perché il forte senso autodistruttivo mina ogni relazione rendendola tossica e disfunzionale. Non hanno nessuna intenzione di costruire un rapporto sano e duraturo, il loro unico fine è quello di distruggere l’altro per alimentare il loro ego malsano.
Identikit del maligno
L’indizio che ci fa capire se abbiamo a che fare con un manipolatore perverso è la sensazione di soffocamento, la presenza costante di critiche, insinuazioni, sarcasmo che hanno come scopo finale quello di distruggere l’autostima dell’altro fino all’incapacità di vivere.
Il narcisista maligno gode dell’umiliazione altrui e non vorrà mai mettersi in discussione, non accettano alcuna critica. Preferiscono criticare e accusare piuttosto che confrontarsi in modo adulto e maturo con l’altro. Impossibile quindi avere un confronto quantomeno costruttivo.
I manipolatori fanno finta di amare, ma non provano alcun sentimento anzi tendono a maltrattare: l’altro è solo lo specchio in cui il narcisista maligno si riflette.
Si tratta di persone altamente danneggiate, che a loro volta hanno subito traumi, maltrattamenti, abusi comportamentali ed emotivi verificatisi in tempi molto precoci e a causa di questo perpetuano il trauma traumatizzando a loro volta.
La manipolazione costituisce il fulcro di ogni relazione e la perseverazione nella stessa la connota di perversione, ed è l’unica modalità che conoscono per entrare in contatto con l’altro.
Il narcisista maligno è un manipolatore perverso, una persona che manipola gli altri per i propri scopi con diverse modalità relazionali, non ha empatia verso gli altri, non sa amare ma cerca di sottomettere la partner e renderla dipendente, sfrutta e getta chi non gli serve più o lo smaschera, è molto distruttivo sia verso gli altri che verso sé stesso.
Per il narcisista maligno la relazione affettiva è solo una questione di “potere e controllo” anziché di “amore e rispetto”. Aggancia il bersaglio con il “love bombing”, cioè esagerate dimostrazioni di attenzione, interesse, regali, fornisce al bersaglio ciò di cui ha bisogno, in maniera sia seducente sia paterna, vende illusioni, conquista la fiducia della sua vittima per poi nel tempo perpetrare l’annientamento psicologico con diverse tecniche manipolative fino all’abbandono improvviso e ingiustificato.
Nel caso si tratti di una donna, questa è solita usare la sensualità e la sessualità per agganciare il suo bersaglio uomo.
Il narcisista di questo tipo all’inizio idealizza il bersaglio (che non è più una semplice vittima), lo vede come perfetto ma conclusa questa prima fase, non riesce ad accedere ad una fase più matura del rapporto in cui emergono sfaccettature che aumentano la complessità di ciascuno.
Il narcisista maligno non è in grado di integrare i vari aspetti della persona e vederla nella sua interezza e unicità, come non sa farlo con sé stesso. Non è in grado di amare e di stare in intimità con qualcun altro.
E quando la partner inizia a cogliere le sue incongruenze e a rimandargliele, cioè quando la donna-oggetto usata come “specchio” non riflette l’immagine perfetta di cui il narcisista ha bisogno, quando fa presenti i propri bisogni e richieste o pone dei limiti dicendo di no al controllo, cioè si ribella anziché sottomettersi, il narcisista maligno tira fuori tutta la crudeltà di cui è capace.
Il narcisista maligno deve avere il potere nella relazione, per cui passa presto alla svalutazione, all’abbandono e ad un nuovo bersaglio per vendicarsi.
Strumenti della manipolazione
Gli strumenti di manipolazione che il narcisista maligno utilizza sono:
1) il ricatto affettivo e le minacce: l’affettività diventa una merce di scambio, il ricatto è sottile a volte impercettibile, ma alla lunga si ha l’impressione di essere imprigionati in una modalità di relazione che non da libertà di scelta poiché ogni gesto viene valutato e misurato in funzione del tornaconto personale.
2) la colpevolizzazione: la causa dei propri problemi è sempre attribuita all’altro e se si trova rimedio si è sottoposti a minacce di vario tipo che confluiscono spesso nell’interruzione della relazione.
3) le bugie e le lusinghe: quando arrivano complimenti e apprezzamenti in quantità e limitati nel tempo molto probabilmente il vostro interlocutore vuole ottenere qualcosa da voi. È fondamentale ricordare la differenza tra affetto e gentilezza, il primo è un sentimento profondo la seconda invece è un comportamento che non coincide necessariamente con un sentimento genuino.
4) la denigrazione: è un processo continuo e minuzioso, mirato a denigrare il partner, a minarne l’autostima attraverso la restituzione di una immagine negativa di sé che con il tempo finirà per fare propria.
5) l’invadenza: consiste nel mettersi sempre al posto dell’altro e di intromettersi nelle sue scelte e decisioni senza prendere in considerazione il suo punto di vista.
6) le spalle al muro: è la tecnica che chiude il dialogo mettendo in evidenza le contraddizioni dei ragionamenti, manipolandoli in modo tale così da far passare l’altro come una persona incoerente e dalle idee poco chiare.
7) la dipendenza indotta: comprende sia la dipendenza affettiva che materiale, entrambe hanno come obiettivo di depotenziare e minare l’autonomia e l’indipendenza del partner mettendone in luce le debolezze e gli errori.
Senza via di scampo
La perversione del narcisista maligno sta nello studio che fa delle persone per poterle meglio raggirare indossando maschere ad hoc per le specifiche situazioni. Infatti è molto abile nel travestirsi a seconda delle situazioni e degli obiettivi che persegue.
Possiamo trovarlo nelle vesti del “simpatico”: l’attenzione all’altro, la sua estroversione, il suo sorriso, perché queste doti non impediscono la manipolazione, anzi, la favoriscono, in quanto dissimulano perfettamente il suo gioco.
O ancora, possiamo trovarlo sotto la maschera del “seduttore”: il suo fisico attraente, lo charme, i complimenti che dispensa gratuitamente ma ai quali non crede, sono per lui un’eccellente arma di potere, espedienti per affascinare e piacere agli altri.
Poi ancora c’è il manipolatore “altruista”, quello che dà senza che gli venga chiesto: ad esempio vi presta dei soldi senza che lo chiediate o fa regali improvvisi, così si sentirà legittimato, quando vorrà lui (secondo i suoi tempi ed i suoi modi) a chiedervi il doppio. E siccome vi ha aiutato quando eravate nel bisogno, ora come potreste dirgli di no? La trappola della gentilezza serve a creare dipendenza.
Poi ancora potremmo incappare nel manipolatore “colto”, quello che dà l’impressione di una grande cultura, diventando sottilmente sprezzante verso chi non possiede altrettanta (presunta) competenza.
Questi sono solo alcuni dei modi in cui il manipolatore si camuffa. Difficile vedere cosa c’è dietro le maschere, ma è importante capire che in alcune persone l’abito non fa il monaco e quando sentiamo che nella relazione qualcosa non va, dovremmo avere la lucidità di osservare le intenzioni ed i piccoli gesti dell’altro, senza lasciarci impressionare dalle apparenze.
Le vittime dei manipolatori molto spesso non si accorgono di essere manipolate se non attraverso dei segnali interni (disagi psicologici o fisici) che però non riescono quasi mai ad interpretare correttamente e collegarli alla relazione nociva che vivono.
Se ne accorgono spesso con l’aiuto di altre persone, quando è tardi e sono già entrate in una spirale negativa, talvolta traumatizzante.
In genere, il vissuto che i pazienti riportano è del tipo: “Mi sento privo di energia!”, “Questa persona mi logora”, “Mi fa impazzire”, “Ogni volta che lo sento sto male!” e vari segnali indicano che potrebbe esserci una disfunzione all’interno della relazione.
Infatti, le relazioni nocive perpetrate nel tempo, generano sensi di colpa, aggressività, ansia, paura o tristezza. Ma anche conseguenze fisiche come mal di testa, disturbi digestivi, nodo in gola, tensioni muscolari o disturbi del sonno.
Come difendersi
Occorre innanzitutto capire che cambiare un qualunque narcisista è già di per se un’impresa ardua, se non impossibile, perché un narcisista non vuole cambiare le sue abitudini distruttiva, semmai lavora per cambiare gli altri.
Nel caso del narcisista maligno l’impresa è sicuramente ancora più difficile per la componente di crudeltà e sadismo che si nasconde dietro a questo tipo di persone.
Il primo passo per difendersi da un narcisista di questo tipo è attraverso la consapevolezza di essere all’interno di una relazione con un narcisista maligno. Per ritrovare la serenità è necessario uscire dalle dinamiche malsane del legame con un narcisista maligno e rinunciare ad inseguire chi ci fa soffrire, restando in attesa del suo amore e protezione.
Fondamentale è riconoscere il proprio valore personale. Occorre passare dalla dipendenza all’indipendenza al fine di costruire futuri rapporti basati sulla reciprocità, autenticità e rispetto lontani da questo tipo di persone.
Come riteneva Erich Fromm, il narcisismo maligno è la quintessenza della malvagità umana. Non consiglio a nessuno di avere a che fare con questo genere di persone.
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