Spazio bianco e margini
20/01/2017La scrittura angolosa
20/02/2017Il calibro è la dimensione del carattere valutato nel corpo centrale della lettera.
Per calcolare l’ampiezza del calibro occorre valutare la dimensione degli occhielli e delle lettere che sono formate da un corpo centrale che si adagia sul rigo.
Qui sotto il calibro evidenziato in una scrittura con il segno grande.
E qui una scrittura con il segno del calibro molto piccolo.
Cosa dice il calibro
Il calibro esprime l’idea che l’individuo ha di se stesso, del proprio Sè interno e del proprio valore, un giudizio che nasce internamente ed intimamente e che inconsciamente viene espresso sul foglio.
Tale giudizio è il metro di risposta a due forze contrastanti che sono l’una il desiderio di auto affermazione, l’altra è l’esigenza dominante dell’ambiente esterno in cui viviamo, limitante e condizionante per sua stessa natura.
La risposta a queste due forze, cioè il valore che diamo a noi stessi rispetto alla forza invadente e preminente dell’ambiente sociale esterno, è espresso nel calibro, nella dimensione che diamo alle lettere della scrittura mentre scriviamo.
Essendo il prodotto di due realtà che tendono a prevalere l’una sull’altra, non sempre con lo stesso risultato, possiamo notare la nostra personale risposta a queste due forze che cozzano dentro di noi, così come la nostra psiche suggerisce a seconda del momento storico e del vissuto, fissata nel preciso momento in cui scriviamo.
La nostra stima e la nostra auto-considerazione possono variare negli anni, a seguito delle nostre esperienze personali, degli eventi esterni, della nostra personalità che si adatta al vissuto.
Se non intervengono fattori condizionanti, una volta adulti, e con una personalità ormai formata, la nostra grafia mantiene un certo calibro che rimane una costante affermativa.
Va precisato che il calibro della scrittura del testo non deve essere confusa con il calibro della firma.
Testo e firma rappresentano due aspetti completamente diversi: il testo è l’identità personale, palesa la nostra parte interiore, quella intima, personale e nascosta; la firma è l’identità sociale, rappresenta l’aspetto sociale di un individuo, la parte esposta al pubblico ed offerta in visione.
Per tale motivo il calibro del testo e della firma possono anche non coincidere.
Le diverse dimensioni del calibro riconosciute in grafologia sono tre: il calibro grande, medio e piccolo.
Calibro grande
La scrittura con un calibro grande o medio grande delle lettere esprime un valore del Sé molto elevato, l’Io interno viene espresso con energia e con un sentimento di auto affermazione che prevale nell’ambiente, nello spazio e quindi sul foglio.
È segno di una consapevolezza matura e vissuta, una dichiarazione di esistenza che non consente ai giudizi esteriori di essere intaccata o sminuita.
Se da una parte corrisponde ad un auto affermazione piena e decisa, esigente, dall’altro canto potrebbe patire la mancanza di sensibilità verso il mondo esterno.
Il sentimento dell’Io prevale sugli altri spesso a scapito di questi ultimi che passano in secondo piano.
Il soggetto è dominato dalla necessità di emergere, dal desiderio di espressione e di valorizzazione della propria individualità.
L’auto affermazione che nasce da una reale consapevolezza è segno di identità, di stima e di valore, ma quando è eccessivo denota più un bisogno di conferme esterne che un concreto giudizio critico.
L’espansione denota un bisogno di affermazione che non ha basi solide intime perciò si espande nell’ambiente alla ricerca di una riposta positiva che deve derivare dall’esterno.
Quando il calibro diventa molto grande denota anche un egocentrismo imperante, bisognoso di gratificazioni e riconoscimenti, un indice di megalomania, una tendenza all’esagerazione di doti personali che non dichiarano una stima forte di Sé ma la necessità di un riconoscimento esteriore.
Come si può notare l’equilibrio non sfoga mai nell’eccesso, affermarsi non vuol dire invadere lo spazio degli altri, quando questo avviene è proprio per la mancanza di un equilibrato sentimento di Sé.
Il calibro grande è tipico delle persone la cui immagine esteriore rappresenta un elemento fondamentale della propria esistenza, sono persone che temono fortemente il giudizio esterno e solitamente non sono capaci di analizzare le proprie azioni con criterio, auto-critica e razionalità.
Si fanno dominare più dai sentimenti interni e dalle proprie animosità che dalle ragioni concrete e tendono a concedere agli altri lo spazio che meriterebbero, cercando di coartare l’attenzione costantemente verso di sé.
Calibro piccolo
Il calibro piccolo è la dimensione del privato, dell’intimo che deve rimanere tale e che chiede una propria conservazione e una distanza emotiva.
L’ambiente circostante è percepito come invadente, si crea pertanto il bisogno della riservatezza, del controllo mentale su ciò che è personale e che riguarda la propria persona.
Chi scrive con un calibro piccolo o molto piccolo tende a farsi dominare dai pensieri, da un atteggiamento ipercritico e censore, le risposte richieste dall’esterno sono percepite come elevate e quindi ogni cosa deve essere ragionata, valutata ed analizzata.
Il rischio delle persone che hanno una scrittura molto piccola è quello di essere limitati da un senso ipercritico verso se stessi, elevato ed invalidante, con la paura costante del giudizio esterno che è percepito sempre negativamente.
A differenza di coloro che hanno un calibro grande, chi ha una scrittura minuta preferisce non esporsi, privilegia il privato e la riservatezza dei personali ambienti che le condivisioni, hanno la tendenza ad isolarsi e ritagliarsi degli spazi soltanto per sé, non per un senso di dominazione ma per un sentimento di riservatezza e di intimità che non deve essere invaso dagli altri.
Calibro medio
Il calibro medio attesta un certo equilibrio tra le forze intime e personali e quelle esteriori, a cui non si da troppa importanza.
C’è il riconoscimento dei propri bisogni e delle personali mete, ambizioni che richiedono spazio, attenzione e disponibilità.
Riconoscono l’importanza dell’ambiente circostante e delle esigenze esterne, ma sanno anche che questo non deve andare a scapito della propria individualità e della propria persona.
Il giudizio degli altri non è un fattore castrante, anzi spesso è sdegnato; semmai sono i rapporti concreti a dominare, vivono l’ambiente adattandolo nei limiti del possibile a quelle che sono le loro caratteristiche e predisposizioni interiori.
Hanno un buon rapporto col prossimo e sanno riconoscere agli altri il loro spazio, ma la delimitazione è netta perché il privato non deve mai diventare una questione pubblica.
Il calibro non è l’unico segno che esprime il sentimento dell’Io, altri indizi aiutano a completare l’identificazione della personalità, per tale motivo la scrittura deve essere valutata nella sua interezza e completezza, coi segni che emergono in prevalenza ma anche quelli secondari che definiscono i dettagli di una personalità, come quella dell’uomo, che ha mille sfaccettature e risvolti.
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4 Comments
Gent.le Dott.ssa,
ho letto con molto interesse il Suo Studio in merito alla lettera “a”.
Da anni sono cultore della “Scienza Grafologica”, specialmente per la sua connessiine con il mondo delle neuroscienze.
I recenti studi della Washington University di Saint Louis, susseguenti a quelli della University di Berkeley, hanno dimostrato l’esistenza di una “onda lenta” che si propaga dalla nuca alla fronte, ogni pochi secondi.
Questa onda, chiamata in precedenza: onda “theta”, serve a trasmettere informazioni.
Ho individuato, dopo parecchi miei studi grafologici che le scritture esaminate, esprimevano intense variazioni di stesura della lettera “o” (chiamata da me-in questo contesto- :”lettera propulsiva”, a seconda delle situazioni ambientali nelle quali venivano redatte.
La ringrazio per l’attenzione e le porgo un sentito saluto.
Dott. Giorgio Vigliada
Sono io che ringrazio lei dott. Vigliada e per la curiosità che mi ha messo nel voler conoscere i suoi studi.
Spero che sia occasione un giorno di incontrarci e discorrere di grafologia e delle sue mille applicazioni ed utilità.
Marilena
Quando il calibro cambia dimensioni Durante l’atto dello scrivere?
Buongiorno Anna,
il calibro può cambiare in riferimento al pensiero che chi scrive collega alle parole, oppure perchè la persona o è un po’ lunatica o ha degli atteggiamenti che si contrastano un po’ a seconda delle emozioni o situazioni.
La scrittura va comunque letta e compresa sempre guardandola nella sua interezza, perché il contesto dei segni e della modalità dello scrivere può confermare o meno quanto scritto sopra.
Farsi analizzare la propria scrittura è il modo di conoscere se stessi anche negli aspetti più profondi ed inpensabili, nel caso fosse interessata a tale profonda conoscenza di sè mi contatti privatamente via mail: info@marilenacremaschini.it
Sono sicura che anche nel costo dell’esame della scrittura potrò soddisfare le sue esigenze
saluti
Marilena