Il riccio del soggettivismo
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04/10/2017Il riccio dell’orgoglio è un allungamento superiore delle aste.
Lo si riscontra prevalentemente nelle lettere “P” quando l’asta oltrepassa la parte centrale del corpo delle lettere per iniziare nella zona superiore, solitamente tale prolungamento arriva persino a superare gli allunghi superiori della scrittura.
L’orgoglio della “P”
La lettera dell’alfabeto in cui maggiormente si evidenzia il riccio dell’orgoglio, chiamato anche riccio dell’indipendenza, è la lettera “p” fatta in corsivo perchè consente di realizzare un’asta dritta che solitamente dovrebbe occupare la parte sottostante il rigo, ma che nei casi in cui si evidenzia il riccio invece invade la parte superiore originando un segmento che parte dall’alto scendendo verso il basso.
Il riccio dell’orgoglio può essere realizzato anche in altre lettere formate da un’asta e da un filetto come le lettere D, G, T ed F. Nell’immagine che segue notiamo il riccio fatto ad esempio con un filetto della lettera G.
Quello che determina la creazione del riccio dell’orgoglio è che il tratto ecceda le dimensioni del costrutto del grafema con due modalità: in lunghezza ed ispessimento del tratto, che marca in maniera rilevante il foglio sia in pressione che nell’ingrossamento del tratto.
Il tratto, in pratica, disegna sul foglio il sentimento dell’orgoglio, della tenacia, della determinazione di chi scrive, non per nulla le P dell’orgoglio vengono anche chiamate “p imperiose”.
Inoltre, si riscontra tale riccio solo nei tratti discendenti: il materialismo, dimostrato con l’occupazione della zona bassa, è determinante per chi è orgoglioso, come di seguito meglio evidenziato.
In tale segno si proietta la massima espressione del sé, della fierezza della persona e del desiderio di conoscere e comprendere ogni cosa per poter scegliere anziché subire passivamente.
Le persone con tali caratteristiche amano lavori che garantiscano la possibilità di agire nella massima autonomia, quindi tenderanno a privilegiare lavori in proprio e professioni da cui non devono dipendere da superiori o da altre forme autoritarie, che di fatto mal sopporterebbero.
Per coloro che seguono la scuola morettiana il segno dell’orgoglio va ricercato prevalentemente nel Segno denominato Intozzata 1° modo.
L’ Intozzata I° Modo è quel segno in cui i tratti discendenti delle lettere sono più marcati di quelli ascendenti, in questo modo lo scorrere dell’energia passa continuamente da momenti di contrazione a momenti di distensione.
Nei cerchietti dell’immagine sopra sono indicati i tratti più spessi delle aste, le parti che dall’alto scendono verso il basso per le lettere superiori, e viceversa per quelle che sono inferiori al rigo di base, mentre sono più lievi a tratti evanescenti i trafiletti che sono contrapposte alle aste e ripercorrono il senso inverso.
La mano si carica di energia durante il movimento ascendente (abbiamo in questo caso la Pressione leggera), per scaricarla durante la discesa con Pressione forte.
Significato del segno
Il basso rappresenta la zona della materialità ed è un aspetto che l’orgoglioso ricerca: il riscontro materiale è infatti il premio più gratificante per una persona che è orgogliosa.
Possiamo dire che chi ha questo tipo di riccio ha la capacità di gestire la propria energia in modo produttivo, capacità che gli permette di auto-affermarsi in ogni aspetto della sua vita. Il senso di autodeterminazione all’affermazione lo aiuta a lottare per conquistare quello che desidera affrontando gli ostacoli senza perdersi d’animo.
Dal punto di vista psicologico, è espressione di energia reale e volontà di affermazione, per la capacità di auto-inibirsi e di affrontare anche duri sacrifici per raggiungere gli scopi.
Sia graficamente che psicologicamente c’è una costante tensione e, nei gradi elevati, anche irritabilità; se di intensità equilibrata questo segno esprime invece capacità di indipendenza e di autonomia in tutto.
Mano a mano che si sale di intensità del segno l’individuo manifesta tutta l’ambizione di comandare, il desiderio di imporsi agli altri, fino alla prepotenza, alla crudeltà in certi casi (se associata con una scrittura molto parallela) e al sadismo se il segno è altissimo in grado di rilevanza e nella sua misurazione.
E’ un segno che mostra in modo concreto e fattivo la vitalità della persona, ma un conto è non piegarsi alle imposizioni altrui, altro è non concedere autonomia e indipendenza agli altri per il puro gusto di vederli sottomessi e pretendere onori e obbedienza.
Spesso questo intimo desiderio di comandare rende l’individuo cieco nei confronti di chi lo circonda e di conseguenza diventa anche facilmente vittima delle adulazioni, ma guai se se ne accorge.
É in pratica un segno grafico della ipertonicità, iperattiva evidenziata specialmente dal tratto discendente e orizzontale. Questo segno è indice anche di ambizione, sotto qualunque forma essa si manifesti.
Il sentimento dell’orgoglio
Alcune moderne teorie in ambito psicoanalitico considerano l’orgoglio un vissuto strettamente associato al narcisismo inteso non necessariamente come psicopatologia, ma come tratto di personalità che, a seconda del grado di maturazione psichica, può sostenere un senso di sé e del proprio valore maturo e adeguato oppure un’insicurezza di base che necessita di continue conferme grandiose dagli altri senza tollerare la minima critica, vissuta come un attacco al proprio valore personale (detta appunto “ferita” narcisistica).
L’orgoglio è allora un sentimento fortemente ambivalente poiché inscindibilmente connesso da un lato con le aspettative e norme sociali interiorizzate e dall’altro col grado di maturità affettiva e cognitiva e, quindi, con la propria personale autostima.
Un’adeguata sicurezza in sé stessi, infatti, consente non soltanto di riconoscere e far leva sui propri aspetti positivi, ma anche di assumersi consapevolmente la responsabilità delle proprie scelte e dei risultati dei propri comportamenti senza che da questo dipenda il proprio valore come persona.
Proprio come questo sentimento la persona traccia sul foglio una linea fatta di decisione, determinazione, cocciutaggine, insistenza e caparbietà. Tutti sentimenti che trovano nella forza e nella decisione il loro punto di forza.
E come tutti gli altri sentimenti, questa modalità di percepire se stessi viene disegnata mentre scriviamo.
La scrittura come test
La scrittura rappresenta una proiezione grafica sul foglio della personalità di chi scrive. Al pari dei disegni, che sono dei costrutti grafici usabili come test cognitivi, anche la scrittura è lo strumento principale per esaminare l’interiorità della persona.
Le forme dei grafemi si realizzano come un disegno, proiettando nelle sue forme quello che passa nella mente e nell’animo dello scrivente.
La scrittura rappresenta un’attività costruttiva, un’espressione artistica a contatto con l’inconscio, e al contempo una forma di espressione e di comunicazione. Tra le altre cose, ha la funzione di soddisfare i bisogni lucidi, affettivi ed emotivi.
Ma non solo, essa è utile anche per capire quei sentimenti che spesso vengono celati anche da chi li prova, per vergogna o per negazione.
La creatività della rappresentazione grafica permette a chiunque di comunicare all’esterno ciò che vive nel suo mondo, di concretare una rappresentazione interna con concetti spontanei.
Analizzare la scrittura, come i disegni, è possibile:
- avere delle informazioni sulle caratteristiche individuali e comportamentali
- avere una visione complessiva dei suoi stati emotivi
- cogliere dei segnali che la persona sta lanciando
- comprendere dei momenti di disagio che sta vivendo
- fornire i dettagli del suo costrutto psicologico.
Quando si forma una scrittura o, meglio ancora, di una lettera, la sua rappresentazione grafica prende forma da un’immagine visiva, che non è necessariamente la riproduzione fedele di un oggetto, di un modello percepito, che nel nostro caso sono i grafemi appresi a scuola, ma è una ricostruzione originale, un oggetto interiorizzato, ricostruito all’interno, e questa ricostruzione interna dà origine a quello che viene definito il «modello interno» che la persona ha di sè.
Perciò, qualunque sarà il risultato grafico obiettivo, è fondamentalmente realistico, laddove, per realismo, intendiamo qualsiasi elaborazione personale della realtà percepita, ed è realistico perché ha la funzione di rappresentare sempre qualcosa.
Esempi di scrittura
Di seguito alcune grafie con il riccio evidenziato da un cerchietto rosso.
Come si può notare oltre alla vistosa presenza del riccio tutte le scritture presentano dei tratti discendenti più spessi di quelli che salgono, come precisato all’inizio tale fattore rafforza la presenza delle caratteristiche tipiche del segno.
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