Imitazione, alterazione e contraffazione
03/03/2017La violenza psicologica
21/05/2017I figli dei genitori narcisisti hanno una vita compromessa.
Il narcisista ama mettere sul piedistallo le persone, fin che gli fa comodo, così come ama buttarle giù: essere su quel piedistallo è la sorte anche dei loro figli. Essere idolatrati dai propri genitori narcisisti potrebbe sembrare estremamente positivo, ma nasconde una trappola: il genitore, che fa sentire il proprio figlio così tanto pieno di valore, diventa colui che questo valore può controllare, avendo il potere di decidere quando dargli luce e quando invece farlo sprofondare nel buio.
L’amore come arma
Si parla spesso del narcisismo generalmente associato a relazioni sentimentali tossiche. Tuttavia, esiste una forma di narcisismo meno riconosciuta ma altrettanto dannosa, da cui è praticamente impossibile fuggire: il narcisismo genitoriale. Un genitore narcisista può trasformare l’amore in un campo minato, rendendo la vita dei propri figli una prigione invisibile, un percorso difficile di autodifesa e sopravvivenza.
Il genitore narcisista è innanzitutto una persona egoista. Non vede nel figlio un individuo autonomo, un essere umano con i suoi diritti, sentimenti e bisogni, ma come uno specchio, un riflesso di sé stesso, un oggetto da sfruttare quando gli fa comodo.
Non può riconoscerne le caratteristiche identitarie a meno che non siano allineate con la visione idealizzata di sé. Questo implica che tutte le qualità, i talenti o le aspirazioni del figlio che non si adeguano alla sua immagine narcisistica vengono ignorate, minimizzate o addirittura represse.
Inoltre, agisce basandosi su un meccanismo di “debito emotivo”: il suo amore non è incondizionato, al contrario, agisce come se non debba nulla ai propri figli. Quando dimostra affetto o gentilezza, si aspetta sempre qualcosa in cambio.
Il bambino cresciuto in queste condizioni sviluppa rapidamente un intuito speciale per cogliere le reazioni del genitore. Impara a gestire gli umori mutevoli cercando di soddisfare i suoi bisogni per ottenere un po’ di tranquillità o affetto. Tutto questo lo costringe a mostrare un’eccessiva gratitudine anche per un minimo gesto, pur di placare i conflitti.
Genitori narcisisti
Di solito i genitori narcisisti utilizzano tattiche sottili e subdole, indossando costantemente la maschera della vittima per manipolare a suo piacimento i membri della famiglia. Questo comportamento provoca degli effetti emotivi e cicatrici che si sviluppano nel corso del tempo.
Prima di tutto, il danno all’autostima è una delle conseguenze più frequenti e persistenti di una relazione con un genitore narcisista, che mostra invidia e competizione nei confronti dei figli.
Invece di sostenerli nel percorso di crescita, alcuni genitori possono sabotare i loro sforzi o sminuirne il valore. Questo comportamento può avere un impatto profondo sulla vittima, facendola dubitare di sé e delle proprie capacità.
C’è poi la ferita della non esistenza, una dinamica di potere in cui il figlio è semplicemente un prodotto da plasmare, un oggetto che ha l’obbligo di seguire senza discutere il “copione” che il genitore ha scritto per lui.
E se dovesse opporsi, cercando anche solo di esprimere una sua volontà, potrebbero iniziare comportamenti manipolatori come il “trattamento del silenzio punitivo“, commenti sarcastici, atteggiamenti denigratori e addirittura la negazione di cure o supporto, facendolo sentire ingrato perché, alla fine, tutte le decisioni sono prese “per il suo bene“.
Il genitore narcisista è ipercritico. Per quanto un figlio possa sforzarsi, non sarà mai all’altezza delle sue aspettative. Dosa critiche e complimenti recitati con maestria, in quanto gli servono da esca affinché la vittima non si allontani mai da lui.
Inoltre, manca di amore verso chiunque, è concentrato solo su sé stesso e sulle sue necessità. Finge una sorta di empatia, ma è totalmente incapace di dimostrare affetto. Non offre abbracci o coccole, ma solo critiche e giudizi.
Trappola della solitudine
I genitori narcisisti sono bravissimi nel realizzare un ambiente familiare che sembra più un gioco di strategia che una famiglia vera e propria. Potrebbero cercare di creare tensioni tra te e i tuoi fratelli o sorelle, o conflitti con l’altro genitore, che spesso è solo un’altra vittima di manipolazione e abuso.
Questo tipo di tattica, conosciuta come “gaslighting”, fa dubitare la vittima della propria verità, manipolando gli eventi. Ad esempio, i genitori narcisisti potrebbero negare o distorcere gli avvenimenti, rendendo difficile per il figlio fidarsi della propria percezione e creando dinamiche che possono essere sottili e difficili da riconoscere.
Trovarsi in una relazione familiare tossica è estremamente problematico da un punto di vista emotivo e psicologico. È un’esperienza profondamente traumatica e destabilizzante quando la persona da cui ci aspettiamo amore e supporto illimitati si trasforma, invece, in qualcuno che ci provoca ansia e paura. Pertanto, è fondamentale stabilire dei confini per proteggere il proprio benessere mentale ed emotivo.
Inoltre, rendersi conto di vivere con dei genitori narcisisti non è così scontato. Al contrario, è molto complicato sia da comprendere e sia da accettare. Solitamente amici e conoscenti faticano a concepire appieno tale realtà, poiché la società ha un’immagine idealizzata dei genitori, inoltre il genitore narcisista in pubblico cerca sempre di dare di sé un’immagine perfetta, che non corrisponde alla realtà.
Come riconoscerli
Il genitore narcisista è un genitore manipolatore e può essere riconosciuto perché mette in pratica alcuni comportamenti che sono il suo solito modus operandi:
- Utilizza il figlio come una fonte di conferma. In primo luogo, il genitore narcisista utilizza il figlio come fonte di conferma del proprio valore. Non si fa forte dei successi del figlio perché prova verso di lui reale ammirazione, bensì per farsi grande agli occhi degli altri senza provare interesse per il bambino. Potrebbe per esempio disprezzare il contatto fisico o emotivo con il figlio, tranne poi cambiare atteggiamento quando si trova in pubblico.
- Mancanza di empatia. Il genitore narcisista non riesce a sperimentare vera empatia. Al contrario dello psicopatico, comprende le emozioni del figlio, solo che queste emozioni non gli suscitano un reale interesse e quindi immedesimazione. Al contrario, il genitore narcisista può provare imbarazzo nel vedere le emozioni degli altri: per esempio se un figlio comincia a piangere. Spesso, i genitori narcisisti gridano o esprimono attraverso l’utilizzo della rabbia i propri sentimenti. Quando le loro aspettative vengono deluse, e viene messa a rischio l’immagine grandiosa che hanno di sé, possono addirittura arrivare alla violenza fisica.
- Si mette al primo posto ed è invadente. Il genitore narcisista fa tutto il possibile per sé stesso e neanche il necessario per il prossimo. Poco importano i reali bisogni del bambino; il suo bisogno è più importante e per soddisfarlo metterà in secondo piano il benessere di quelli che lo circondano. Inoltre, il genitore narcisista è invadente. Non rispetta gli spazi altrui perché non considera il figlio un soggetto autonomo, ma un’estensione di sé che esiste solo per fornirgli soddisfazione.
- Colpevolizza e manipola. Due tipici comportamenti dei genitori narcisisti sono la colpevolizzazione e la manipolazione. Se l’immagine del genitore narcisista è messa in pericolo, tenderà ad accusare il figlio con parole talvolta crudeli. Per esempio, potrebbe accusare il bambino di non aver potuto raggiungere i propri obiettivi a causa della sua nascita. Il bambino tenderà ad introiettare queste informazioni, che nel lungo periodo porteranno a problematiche serie da non sottovalutare.
Cosa si può fare
L’unico modo per gestire dei genitori narcisisti è mettere distanza, non solo fisica ma soprattutto emotiva in modo che non possano più esercitare il loro amato controllo. Ma questo è possibile solo quando il figlio ha acquisito una certa indipendenza economica.
Inutile cercare di discutere con loro: non ammetteranno mai i loro torti o mancanze. I narcisisti non possiedono le abilità comunicative e relazionali necessarie per comunicare su un piano emotivo/affettivo e anche a livello cognitivo perché distorcono qualsiasi realtà a loro favore. Queste persone non ascoltano veramente e abusano del loro potere psicologico e materiale: inutile pensare di poter cambiare la situazione cercando di convincerli.
Il consiglio è quindi quello di rifarsi una vita abbastanza lontano da questi genitori in modo da non essere più manipolati, se questo non è possibile si possono seguire alcuni accorgimenti:
- Conosci il tuo “nemico”: una volta individuati quali sono le caratteristiche dei genitori narcisisti, e i tratti comuni del narcisismo, ci sentiremo meno responsabili, meno in colpa e quindi meno manipolabili. Non è colpa mia: questa è una frase che devi ripetere spesso.
- Gestisci la rabbia: è facile che la consapevolezza faccia emergere rabbia e rancore. Vendetta e rivalsa servono solo a mantenere vive le dinamiche narcisistiche, non servono a nessuno, nemmeno a te. Questi genitori hanno anch’essi un problema affettivo, “non è colpa loro” diciamo, anche se comprendere non vuol dire giustificare, ma spesso per uscirne occorre comprendere tale dinamica.
- Focalizzati sempre sulle emozioni che provi, dai loro credibilità e mai sulle parole dette o sui fatti: questo perché nel narcisismo avviene un processo definito gaslighting e cioè una svalutazione e negazione dei sentimenti dell’altro con l’obiettivo di confonderlo e quindi gestirlo o controllarlo più facilmente, spesso con tranelli, intrighi psichici o trappole emotive.
- Metti dei confini: resistendo alle sue provocazioni (stop! agli attacchi psichici) gli toglierete la scusa per abusare di voi emotivamente o per controllarvi. Ecco perché dovete lasciar decadere qualsiasi polemica ed essere chiari nella comunicazione, assertivi e mai polemici o arrabbiati o reattivi, perché a quel punto la dinamica parte. A volte è proprio necessario allontanarsi fisicamente dal genitore finché la dinamica non si auto estingue.
I genitori narcisisti sono difficili da cambiare anzi non cambiano, ma senza una platea si sgretola la loro ridicola maschera, che cela vergogna insicurezza, paura e scarsa autostima, tutte caratteristiche che proiettano sugli altri.
Spesso si tratta di persone che a loro volta sono state abusate psicologicamente o fisicamente e quindi è importante maturare l’adeguata consapevolezza, un senso di perdono, la compassione, ma anche un sano distacco, questo perché odio e vendetta distruggono in parte anche noi stessi e questo non ha senso perché proseguirebbe la catena del dolore.
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312 Comments
Grazie Dott.ssa Cremaschini, sono figlia di una madre con disturbo narcisistico di personalità. Il suo articolo è davvero ben strutturato, chiaro e approfondito. E’ uno dei migliori articoli in italiano che abbia mai letto a riguardo. Ciò che sento, dopo una vita di sacrifici orientati a risultati non miei, è la sensazione di esser stata rapita. La mia anima è stata rapita e costretta ad una vita non sua. Due importanti depressioni, espressioni di profondo disagio psicologico e desiderio di fuga, hanno permesso in seguito la comprensione di un disegno subdolo e nascosto ai miei danni.
Gentile lettrice,
comprendo perfettamente la sua situazione e la sensazione di vuoto che rimane quando nell’età matura le cose si comprendono inevitabilmnete, dove si tirano le somme della vita e si smette di avere la sensazione di essere colpevoli per tutto ciò che non è mai dipeso da noi, e ci si rende conto di come stanno realmente le cose, che non potremo mai cambiare visto che ci abbiamo dedicato una vita senza risultato.
Tantovale passaree oltre e cercare di essere sereni e felici, da soli.
Ho vissuto la medesima situazione anche se per problemi diversi, ma il risultato è stao il medesimo.
Poi ho preso la decisione di riprendermi la mia vita allontanandomi da tutto ciò che era malato, patologico e poteva farmi soltanto star male e farmi del male e piano piano sono rinata.
E’ stato un lavoro lungo, doloroso, faticoso ma mi ha riportato la serenità, condizione impagabile e sopratutto l’unica che di permette di costruire finalmente la vita come la volevo.
Cosa che puoi fare benissimo anche tu.
Se vorrai parlarmane ancora ti lascio la mail, che è il mezzo più discreto e discorsivo che conosca: info@marilenacremaschini.it.
Ora che vedi le cose così come sono realmente hai già compiuto il passo più grosso, ti rimane solo quello di decidere cosa vuoi fare della tua vita, perché soltanto questo conta.
A presto
Marilena
Buonasera Dott.ssa,
ho letto il suo articolo e mi è piaciuto molto. Credo proprio di essere figlia di una madre narcisista, perché ha scritto tutto ciò ce ho sempre provato e pensato, ma non ho mai avuto il coraggio di dirlo e raccontarlo. Anche ora mi è difficile! Quello che lei dice, un po’ mi ha sollevata, un po’ mi ha atterrata. Mi ha sollevato per diversi aspetti, perché mi sento meno sbagliata e incapace, perché altri hanno vissuto la mia esperienza e possono capire. Il suo articolo allo stesso tempo ha reso reali i miei dubbi e le mie paure. Dubbi e paure che quando emergevano mettevo in un angolo e lasciavo emergere la speranza che invece mi stessi sbagliando …
Buongiorno, a questo commento ho risposto privatamente per motivi di privacy
Marilena Cremaschini
Cara Dottoressa, La voglio ringraziare per l’oblatività che mostra in questo sito. Io sono figlia di una madre narcisista che mi ha distrutto la vita e ho una sorella che non si vuol rendere conto che mia madre ha distrutto me e così si è salvata lei e ora mi chiude la porta in faccia . A me e a mia figlia che essendo figlia unica ed entrata in depressione per ogni genere di bullismo (anche verticale, c’è gente indagata) avrebbe disperato bisogno dei cugini con cui è cresciuta e che ora (influenzati dalla madre) da quando sta male le esprimono una freddezza che le distrugge quella poca autostima che le è rimasta. Io e mio marito (cardiopatico) stiamo cedendo nella salute. Per la sua generosità anche se non so se è credente Le assicuro una preghiera e un voto di bene per Lei. C’è sempre una soluzione? A volte umanamente si è arrivati troppo in là fino a consumare la salute e a non avere più le forze di ricostruirsi. Per questo ci vorrebbe un piccolo miracolo, se Dio vuole. Le auguro il meglio.
Potremmo cercarl insieme questa soluzione, cosa ne dice?
mi chiami al 329 3043 027 solo nel pomeriggio, o mi contatti via mail: info@marilenacremaschini.it
troveremo insieme un modo per aiutarla
Marilena
Gentile Dottoressa, la prima volta che ho letto il suo articolo ho pianto a dirotto. È stato come dare finalmente un nome al macigno che mi porto dentro. Il meccanismo di controllo-senso di colpa esercitato da mia madre riguarda ogni minimo dettaglio della mia vita: il lavoro, la casa, la cura di mio figlio, il matrimonio, la mia persona. Da un po’ di anni a questa parte anche mio marito è continuamente oggetto di insulti da parte sua per avermi separato, a suo dire, dalla mia famiglia di origine ( abitiamo al piano di sotto dei miei genitori). In tutto questo mio padre è completamente soggiogato da mia madre e non osa controbatterla mai. Mia sorella di 40 anni sta casa sua solo a dormire e per il resto vive ancora con i miei genitori: pranzi e cene da loro tutti i giorni, tempo libero e vacanze sempre insieme. Non ha amici e non frequenta nessuno se non i colleghi in orario di lavoro. Vive come un’anziana in totale solitudine appresso a loro, come se avesse deciso di rinunciare a vivere. Con me hanno provato a fare lo stesso anche tramite
la manipolazione economica: hanno venduto la casa di proprietà in cui mi ero appena trasferita costringendomi a fare 2 traslochi:il primo con la pancia di 7 mesi e il secondo con mio figlio appena nato pur che occupassi l’appartamento sotto casa loro che si era appena liberato. Hanno fatto si che mi licenziassi e che aprissi un’attività finanziata da loro per poi potermi avere a disposizione anche durante il giorno e potermi ricattare dal punto di vista economico. Da quando è nato il bambino è anche peggio: un giorno in pieno delirio di onnipotenza mia madre è arrivata a minacciarmimi di togliermi il bambino qualora non mi fossi dimostrata essere una buona madre. Mi ritrovo a sgattaiolare fuori dalla porta di casa per non farmi sentire da
loro se vado a mangiare una pizza. Mi sento in colpa a prenotare le vacanze estive e non sto mai più di un settimana. È da mesi che non passo un fine settimana con mio figlio e mio marito senza che si debba correre a casa da loro. Il tempo che io passo con la mia famiglia o gli amici sono tempo e
dedizione che tolgo a loro. E mi devo vergognare perché sono una stronza e un’ingrata ed è colpa mia e dei dispiaceri che le ho causato se a mia madre venuto un tumore (parole sue). Non la reggo più questa pressione, Dottoressa. È troppo, troppo. Sono paralizzata, annichilita. Aspetto un attacco di panico da un momento all’altro. Ho cominciato ad andare da un terapista ma non mi dice nulla, mi lascia parlare e basta. Io invece ho bisogno di risposte e di strategie per agire. Perché al momento sogno solo la fuga.
Data la delicatezza di questa sua toccante lettera cara Silvia le ripondo privatamente.
E non si scoraggi, perché c’è sempre una soluzione per tutto anche se spesso non è la più semplice e meno dolorosa.
A presto
Marilena
vorrei parlare con questa ragazza perché ha i miei stessi problemi. È possibile?
Non specifica con quale ragazza vorrebbe parlare ed a che titolo, quindi non saprei darle un risposta precisa.
Posso solo dirle che questo non è un forum pubblico e solitamente non consento suggerimenti esterni perché non vorrei che il senso dell’avere un mio consiglio o una risposta ad un problema venisse travisato e travalicato.
Io mi offro generosamente coi miei consigli ma sono esperta della materia, preferirei che chi si rivolge a me avesse sempre una riposta professionale, competente e valida, so che lo fa esclusivamente a fin di bene cara Laura, ma questo suo intervento qui è fuori luogo, questo non è un gruppo social ma il blog di una professionista che lavora anche attraverso dei consigli gratuiti.
Spero di non averla urtata con questa mia risposta ma l’impostazione del blog rimane legata al mio lavoro e non a dei collegamenti esterni
Spero che capisca
Marilena
Ti capisco, il tempo non è mai sufficiente e quando si è via il pensiero va sempre li, come una calamita e con senso di colpa..
Infatti sono più lecatene mentali a frenare e complicare la vita, le cotrizioni fsiche si vincono più facilmente, con coraggio e caparbetà, ma la mente ci inganna perché non dice cosa è vero e cosa no, siamo noi a doverlo stabilire e questo le persone manipolate non sono in grado di farlo e si affidano al giudizio del loro aguzzino di turno.
Per questo motivo il lavoro di consapevolezza e di superamento va fatto sempre su se stessi ma voleerlo dagli altri, sarebbe una richiesta inutile e sempre inevasa.
Marilena
Salve dottoressa, io appartengo alla prima categoria dei figli.
Quella che si è sempre affermata con tutte le sue forze e che si è sempre opposta.
Ho un padre che vorrebbe che io a tutti i costi facessi il suo stesso lavoro , ma non solo, vorrebbe che lasciassi l’università e il mio lavoro e fare quello che vuole lui.
Vivendo nella stessa casa è un incubo.
Ma giuro che mai in 22 anni ho pensato di darglirla vinta. Soltanto che tutta questa oppressione mi fa fastidio perché non mi fa vivere con la gioia tutte le cose che ho scelto di fare con amore.
Il mio fidanzato lavora con mio padre ma non guadagna a sufficienza da poterci creare e un futuro autonomo insieme , quindi mi sento doppiamente sua prigioniera .
Non vedo l’ora di scappare via e prendere le distanze.
Mio fratello invece è il suo riflesso, non ha progetti e ha sempre adottato l’accettazione …
Spero di poter vivere libera un giorno…
Lo è già, con la mente libera, cara Marina, perché sta scelgliendo la sua strada, anche se è difficile portarla avanti nonostante le resistenze, e dovrà resistere fino a che avrà terminato il suo percoso di studio che le darà modo di fare e di essere quello che desidera, se siferma prima è come se tutto quello che ha subito non fosse servito a nulla.
Suo padre se ne farà una ragione.
Lei però non molli, faccia piuttosto qualche lavoretto stagionale, in questo periodo estivo è l’ideale trovarli, per poter mantenere il suo programma di studio, ma non molli, per nessuna ragione, o passerà la vita a sentirsi fallita e insoddisfatta.
Lei non è come suo fratello, ha personalità ha coraggio, vuole essere indipendente, non si lasci fregare da qualche manovra economica, non si lasci abbindolare, e vada avanti per la sua strada come ha fatto sino ad ora.
Ed un giorno sarà più libera perché avrà il suo lavoro che le permetterà anche di andare fuori di casa, ma stia attenta che più sia llontana più le manovre subdole e meschine, di tipo ricattatorio sopratutto economico aumenteranno, e la colpiranno nei momenti difficili che tutti abbiamo all’inizio di carriera, anche allora dovrà fre affidamento sulla sua forte personalità.
Ma non arretri mai di un passo, se arretra è come una resa, allora incalzerà perché ha trovato il suo punto fragile, se non arretra impareranno prima e con minor tempo ad accettare tale sua scelta.
Se ha bisogno del mio aiuto sono a sua disposizione, mi contatti pure via mail.
In bocca al lupo per tutto.
Marilena
Salve volevo chiederle se è possibile che ci siano alcuni tratti narcisisti, ad esempio dei punti qua sopra quello che ritrovo è il Controllo con senso di colpa.
Ed altre svalutazioni e giudizi improvvisi che reputo esagerati fuori luogo.. magari capita più quando si hannoha un po’ di ore libere dal lavoro e ci si trova magari un po’ in casa la mattina (raramente) e non si ha da far molto (relax) e questo spesso noto che provoca reazioni verso di me
poi ad esempio a tavola.. se su un mio fratello passa tutto bene e tutto liscio, io appena dico qualcosa innesco questa cosa, vengo messa in questa posizione…come dovessi essere una persona irriconoscente nullafacente e quindi ‘difettoso’ rispetto agli altri….
(Questa la mia sensazione)
Più che descrivere un narcisista cara L. mi sembra di leggere di una persona che ha sicuramente un disturbo di personalità collegato ad una aggressività manifesta e la tendenza a manipolare i componenti della familgia più deboli.
Non si possono fare valutazioni con poche righe, come è altrettanto impossibile dare consigli adeguati con così poco materiale da valutare a disposizione.
Se ha bisogno di chiarimenti, di comprendere meglio la sua situazione personale e di risolvere determinate problematiche le consiglio di chiedere un consulto, magari valutando a priori le varie modalità con ciu viene fornita l’assistenza del counseling ed anche gli eventuali costi.
Nel caso decidesse di procedere mi contatti via mail: info@marilenacremaschini.it.
A presto
Marilena
Gentilissima dottoressa grazie per le sue dettagliate descrizioni che però mi hanno suscitato tantissime preoccupazioni per i miei figli. Ho sposato un narcisista e non lo sapevo e adesso mi trovo a gestire le sue continue urla violenze psicologiche minacce svalutazioni e critiche di ogni tipo davanti ai miei figli 8 e 4 anni. “Mamma è nervosa è cattiva vi maltratta vi vuole dividere da me”vi fa piangere sempre”. Questo lo urla a loro. A me invece sempre urlando “mi devi chiedere scusa per i tuoi toni tutti sanno che sei pazza nervosa figlia di un padre aggressivo e tu aggressiva come lui. Mi devi chiedere scusa e dire facendoti sentire da tutti che hai problemi mentali e hai bisogno di uno pschiatra ” Alessio mamma deve dire questo altrimenti non gli rivolgo più la parola.”e tanto altro fallita incapace….per fortuna la tua stima è forte ma non sempre riesco a farcela…mi sono rivolta a psicologi e preti ma non è mai cambiato nulla. Lui è un ufficiale militare che mandereste in galera tutti con la sua brillante dialettica e preparazione con cui esprime un delirio di onnipotenza inconfutabile. Non credo sia una persona malvagia ma credo sia una persona con tanti problemi che vorrei aiutare ma che penso adesso sia prioritario salvare i miei figli. Lo amano per fortuna ma non so più che fare e come comportarmi con lui quando ha questi picchi di umore. Grazie in anticipo dottoressa per la sua disponibilità
Grazie Dottoressa, il suo articolo è davvero molto chiaro, e mi ha dato delle risposte, perché solo da qualche mese ho realizzato i motivi del mio malessere e non ho ancora capito bene come allontanarmi da tutto questo male, ma so che devo farlo per il mio benessere. Mi spaventa molto l’idea di “non essere” in tempo a salvarmi e di diventare come mia madre, anche perché ho scoperto da pochissimo che aspetto un figlio e l’esigenza di sfuggire a certi meccanismi ora è ancora più forte. Ovviamente appena ho fatto un passo indietro nei suoi confronti è scattata immediatamente la reazione e sto vivendo in questi giorni una sua crisi tipica. Cocktail di farmaci e “fatemi morire” nessuno mi ama voi per primi! In passato oltre che a soffrire e fare di tutto per assecondarla ho sempre ricevuto rimproveri da chi “realmente” la salvava dai suoi guai, i medici con le medicine, gli avvocati per le cause che si inventa contro “quelli che ce l’hanno con me”, gli amici che manipola fino a che non la salutano e ci lasciano ancora una volta a gestirla, i parenti che sanno com’è, ma… di mamma ce n’è una sola mi dicevano! Io rispondevo meno male! Ora ho cambiato idea, di mamma ce n’è una sola… è vero, è una frase che non dovrebbero dire solo i figli, ma di cui dovrebbero essere consapevoli i genitori per primi. Io non voglio essere come lei, lo so già da ora che il mio bimbo è ancora un fagiolino dentro di me.
Grazie Emma del suo commento.
Per motivi di privacy le ho risposto privatamente
Marilena
Buongiorno dott.sa, leggiamo il suo articolo a bocca aperta e speranzosi di superare questo momento di crisi, crisi positiva perché siamo una giovane coppia e siamo stati “colpiti” da una madre narcisista (mamma di mio marito). Dopo dieci anni di fidanzamento io e Pierluigi ci spostiamo e al tempo stesso apriamo una nostra attività, da lì tutto è cambiato. Giorno dopo giorno per due anni: controllo, stress psicologico nei nostri confronti, la non possibilità di fare o dire ciò che volevamo, e ancora tante cose. La soluzione? Siamo letteralmente scappati, una notte con le valigie. Abbiamo lasciato la casa di famiglia che stavamo sistemando e abbiamo cambiato paese. Il mio non vuole essere uno sfogo da vittima, vorrei solo portare la mia esperienza da moglie di un figlio narcisista. Grazie per questo articolo, grazie di cuore. Alice e Pierluigi
Cari Alice e Pierluigi,
sono io a ringraziare voi della vostra testimonianza e del fatto che davanti a situazioni che non migliorano avete avuto il coraggio e la forza di fare l’unica scelta possibile: quella di andarsene per rifarsi una nuova esistenza lontano, da soli, senza più intrusioni moleste. Approvo la vostra scelta perché è quella giusta, l’unica via, purtroppo, ma datevi un po’ di tempo e vedrete che le cose cambieranno completamente, ci vorrà del tempo per dimenticare certe situazioni ma presto cominceranno ad essere solo un brutto ricordo.
Per qualsiasi cosa o consiglio sono a vostra disposizione.
Un in bocca al lupo e tanti auguri di serenità e tranquillità
Marilena
Salve , leggendo il suo articolo sono sempre più convinta che i miei sospetti sono fondati. La persona in questione è mia cognata, sposata con mio fratello da 9 anni. I primi mesi era un angelo timida brava quasi sottomessa, poi ha sottomesso un intera famiglia, siamo stati vittime delle sue prepotenze, se dimenticavamo di fare gli auguri era una tragedia ma lei poteva dimenticare di farli a noi. Se la offendevamo senza ovviamente motivi rilevanti, dovevamo chiedere scusa .Dovevamo sentire mio fratello in sua presenza altrimenti di nascosto e vederlo di nascosto .Poi sono nate le bambine le mie meravigliose nipoti (che ormai le vedrò in un’ altra vita) che hai fornito un arma micidiale nelle sue mani : il ricatto morale per mio fratello (se non fai quello che dico vado dall’avocato e non vedi più le bambine, se tua madre o tua sorella non chiedono scusa le bambine se le scordano. Ormai è passato un anno da quando non sento mio fratello telefonicamente( mentre non vedo lui e le bambine da quattro anni perchè siamo a 1000 km di distanza) : lo ha costretto a denunciare i mie genitori e me ai carabinieri, motivo? dopo ennesimi sms di insulti reciproci mi arriva un messaggio vocale di mia nipote di 3 anni che mi dice che sono cattiva e la nonna è strega, non ci ho visto più e ho minacciato di chiamare l’assistente sociale. Può immaginare il dolore e la delusione per i miei genitori. Io non odio mio fratello anzi lo amo e vorrei aiutarlo so che ci ha denunciati perchè è stato costretto considerando che qualche giorno prima mi ha chiesto aiuto. cosa posso fare legalmente per lui ? e le mie nipotine cosa rischiano?
Cara Chiara,
capisco il suo disagio ma se non è suo fratello a comprendere quanto è manipolato e come gli è stata tolta la famiglia lei in verità ha ben poco da fare. C’è una denuncia ma se le ingiurie erano reciproche si conclude con un nulla di fatto per reciprocità, se poi esistono altri reati occorre verificare che non siano già stati depenalizzati con le ultime disposizioni, leggi assurde del nuovo Governo.
Per quando riguarda le nipotine purtroppo lei è soltanto la zia e la questione della gestione famigliare ed accudimento dei figli sono cose di spettanza ai genitori, a meno che sia provata una malattia evidente, ma la manipolazione non è una malattia psichica e non è così facile da dimostrare in più la cognata avrà sempre l’appoggio del marito suo fratello succube che contrasterà ogni vostra azione, quindi inutile intraprendere delle azioni legali che vi dissanguerebbero, sia economicamente che emotivamente, con un nulla di fatto.
Se i genitori non hanno problemi tra loro e sono d’accordo sull’educazione dei figli, il resto della famiglia non può intromettersi.
Le auguro soltanto che suo fratello si accorga presto che persona ha sposato, sicuramente gli avrà tagliato ogni tipo di comunicazione sia con la famiglia che con amici ed altro, e fatto altre cose per manipolarlo, ma se non è lui a reagire e comprendere non potete fare una guerra al posto suo che non vi compete.
Se ha modo di vederlo cerchi piuttosto di convincerlo che tipo di donna si ritrova in casa e di non temere il divorzio o l’affidamento delle figlie perché in tal caso sarete dalla sua parte e lo aiuterete, forse col tempo prenderà il coraggio di fare quello che ora non ha, e che ancora non è convinto ve lo ha dimostrato in mille modi, andando persino ad abitare a 1000 km di distanza.
Mi dispiace non poterle dare delle speranze, ma intromettersi in una famiglia dove non ci sono situazioni a rischio (es: bambini maltrattati o malattia psichica di un genitore di tipo grave) diventerebbe un vostro problema passibile di altre denunce.
Spero comunque di averle dato un aiuto
Marilena Cremaschini
Anche io ho la sua stessa situazione con mio fratello, da circa 1anno… Dottoressa, grazie per l’articolo… Spero si risolva il problema quanto prima.
La auguro di risolvere tale situaizone al più presto, comunque mi permetto di scriverle in privato per poterla aiutare se me lo consente.
A presto
Marilena
Buongiorno dottoressa, ho letto e riletto il suo articolo e, benché fossi già in parte consapevole della mia esperienza, sono rimasta colpita e ho faticato a dormire. Lei descrive in modo chiaro e perfettamente corrispondente la mia esperienza ed il mio stato d’animo. Ho vissuto la mia vita come un prolungamento della vita di mia madre, che mi ha sempre costretta a vestirmi con abiti costosi per mettermi in mostra, che mi ha fatto fare sport a livello agonistico pretendendo da me che fossi la migliore sia nello sport che a scuola, perché noi dovevamo essere i migliori, la famiglia di spicco, i più ricchi, i più belli. Mi ha fatto capire che bisogna essere “amici” di persone ricche ed importanti e mi ha spinto, raggirandomi con un sacco di bugie, a studiare e fare una professione che non ho mai sentito mia. Mi sono sentita a disagio tutta la vita, in quei vestiti e con tutte le persone che mi dicevano quanto fossi fortunata ad avere una madre così. Nessuno avrebbe mai creduto se gli avessi raccontato che una volta ha messo una pentola con il manico a sbalzo sul piano della cucina perché io ci sbattessi la testa dopo aver buttato qualcosa nella spazzatura, per poi mettersi a ridere davanti a me; nessuno mi avrebbe mai creduto se avessi detto che a una festa mi ha detto “adesso tu vai via, non vedi che qui nessuno ti vuole, che tutti ti evitano e nessuno vuole parlare con te?” e potrei andare avanti per ore. Non è mai stata felice di tutti i successi che ho avuto, diplomata col massimo dei voti, laureata con il massimo dei voti, un lavoro al top in una delle prima aziende in Italia e al mondo nel mio campo, madre di quattro figli. Ancora oggi mi sento che non valgo niente, che alle persone non interessa niente di me, che nessuno si ricorda di me, e quando rimango da sola con qualcuno tremo dalla paura, ho paura del giudizio di tutti e di deludere le aspettative di qualsiasi persona che mi trovo davanti. Per fortuna ho sposato una persona che sono riuscita a scegliere in autonomia (perché mia madre ha cercato anche di farmi sposare con un ricchissimo giovane, manipolandomi ed invitandolo di nascosto a casa, facendosi invitare a cena a casa sua con il solo scopo di vedersi parte di quella famiglia). Per mia fortuna, mio marito è una persona estremamente intelligente e attenta, che ha capito le cose sbagliate nella mia vita, e me le ha fatte vedere; piano piano ho capito che io non sono sbagliata, che valgo e ho fatto ben più di quello che ha fatto mia madre nella sua vita, anche se continuo a sentirmi inferiore e ad avere paura di lei. Ma il motivo per cui le scrivo e per cui ho bisogno del suo consiglio è che io, ora che sono riuscita a prendere le distanze da mia madre (non ci sentiamo più al telefono, non le racconto più nulla, cerco di non trovarmi mai da sola con lei e di non farle capire mai come mi sento), io vorrei due cose: non avere più paura delle persone e riuscire ad avere una amicizia vera, perché io non riesco ad avere un amico, mi tengo sempre a distanza; capire se mi manca l’empatia che hanno le persone che non hanno questo trauma alle spalle. Infatti temo a volte di essere come mia madre, di non rendermi conto dei sentimenti delle persone, ed è per questo che non riesco ad avere un amico vero; temo tantissimo anche che questo mi porti problemi nei rapporti con i miei quattro bambini, perché a volte quando li sgrido, è capitato che mio marito mi dicesse “ma non ti accorgi che ci rimane male se gli dici così?”. Non voglio fare gli stessi errori, ma soprattutto VOGLIO VIVERE BENE E FAR VIVERE BENE LE PERSONE INTORNO A ME. La ringrazio. Benedetta
Grazie Benedetta del suo sfogo e della speranza lasciata a chi può leggere che una possibilità per rifarsi una vita è possibile.
Le rispondo per i dettagli in privato
Intanto le auguro uno splendido Natale e delle Feste felici.
Mailena
Ho trovato il suo articolo illuminante e avrei bisogno di chiederle una cosa. Io ho preso consapevolezza che il mio ex marito era figlio di una narcisista e che ha sviluppato nella sua infanzia una personalità contro-dipendente. Infatti ha dedicato tutta la sua vita allo scopo del raggiungimento del successo che ha elevato al massimo La visione di se stesso di onnipotenza ed egocentrismo. Io sono riuscita ad uscire dalla sua manipolazione affettiva ma Ora però sono molto preoccupata per mia figlia di 14 anni che sta iniziando a mostrare le tipiche caratteristiche del narcisista manipolatore. Come madre cosa posso fare? Più mi impunto a contrastare questi atteggiamenti più ottengo una reazione aggressiva nei miei confronti. Le chiedo un consiglio sulla linea che devo adottare. È possibile anche ereditare certe caratteristiche?
Buongiorno Luisa,
data la delicatezza dell’argomento le ho risposto privatamente.
Buon Natale e grazie per la richiesta.
Marilena Cremaschini
Gentilissima Dott.ssa Cremaschini,
è da anni che cerco di inquadrare certe dinamiche che nella mia famiglia si ripetono in continuazione, che conosco da piccola. Da quanto scritto sopra riesco a vedere descritte molte situazioni che ho vissuto, ho cercato di uscirne e purtroppo ancora oggi vivo. Non so più che fare, ho provato a parlare con ”professionisti” di più di un settore, psichiatrico, psicologico, medico e legale. Sono figlia di almeno un genitore narcisista, mia sorella è persino ‘sparita’ da ben 16 anni, tanto è pesante vivere così, e purtroppo siamo state messe una contro l’altra. Tutto questo è troppo brutto.
Roberta
Cara Roberta,
per la delicatezza dell’argomento le rispondo in privato
a presto
Marilena Cremaschini
Gentile dottoressa,
Ho trovato il suo articolo mentre cercavo informazioni per capire meglio me stessa e la mia situazione. Sono figlia di un padre narcisista, io ero la figlia- capro espiatorio mentre mia sorella maggiore era la goden child. Con mia sorella il rapporto è sempre stato conflittuale in quanto lui le ha inculcato che io ero la cocca di mamma. Quando mia madre lo lasciò le cose peggiorarono: lui esplose in uno tsunami di rabbia e vendetta. Io scappai e da allora vivo lontana. Lui con gli anni e, forse, la vecchiaia e la paura della solitudine, è migliorato molto…ma l’essenza è ancora quella. Io l’ho perdonato e non provo più rabbia e rancore: un narcisista non è un mostro cattivo, è semplicemente malato.
Il problema è che oggi ho un figlio piccolo e sto affrontando una separazione. Sono qui perché non capisco più chi sono e chi era il mio compagno. A volte ho paura che il padre di mio figlio sia un narcisista, altre volte mi assale il terrore di esserlo io. O ancora: e se lo fossimo entrambi? Voglio interrompere questo circolo vizioso, voglio salvarmi fino in fondo e salvare mio figlio. Sono in terapia da anni ma il mio terapeuta fino ad ora mi ha fatto lavorare sempre sulle mie insicurezze e sulla “bambina ferita”. Come posso capire? La ringrazio in anticipo.
Gentile Federica,
le ho risposto in privato per la delicatezza della questione, pertanto ci sentiamo via mail.
Le auguro una buona giornata
Marilena Cremaschini
Gentile dottoressa,
Ho letto il suo articolo con molto interesse.
Sono consapevole del narcisimo di mio padre da un po, dopo aver analizzato tutte le mie relazioni disastrose, in ultimo un marito narcisista dal quale sono fuggita. Già a 18 anni fuggii da quella casa degli orrori, piena di sofferenza, schiavitù, imposizioni e controllo. Ovviamente anche mia madre è stata plasmata in questo delirio. Nonostante sia lontana da loro da circa 24 anni, solo adesso sto cercando di risistemare la mia vita ma ovviamente in lontananza qualunque mia prospettiva futura viene accolta con grida e minacce. Mi è stata sempre tolta la facoltà di parlare e di vivere come la mia anima veramente vuole essere. A volte penso che solo con la loro morte mi sentirò libera veramente e non le nascondo che questo sta diventando un mio desiderio. È brutto scriverlo, ma quanto mi abbiano rovinato la vita e continuano ad additarmi per i miei sbagli, purtroppo dovuti da loro, è molto frustrante. Vorrei sparire e non sentirli più, ma non ne ho il coraggio. Almeno ho raccolto le mie disavventure come delle grandi lezioni per la mia persona.
La più grande illusione che si è frantumata, nella quale ho sempre desiderato da bambina esser stata adottata, è quella di non aver trovato fuori in questo mondo ciò che una famiglia può dare e che non esistono i miei genitori adottivi.
Vado avanti sola nella vita, senza un bastone di appoggio, anzi con un forte vento che tenta di buttarmi per terra.
Mai nessun ascolto della mia emotività, solo botte e rimproveri, punizioni e umiliazioni.
Anche oggi mi sento sola e non posso parlare con molti, mi sento sola perché non ho una famiglia.
La famiglia sono io e i miei due gatti che non parlano, mi amano e questo può bastare.
La ringrazio per aver ascoltato il mio sfogo.
Grazie della sua testimonianza teresa,
quando vorrà parlarne di persona sono a sua piena disposizione
a volte basta anche solo essere ascoltata e rassicurata da qualuno per avere del giovamento
saluti
Marilena
Grazie della sua testimonianza teresa,
quando vorrà parlarne di persona sono a sua piena disposizione
a volte basta anche solo essere ascoltata e rassicurata da qualuno per avere del giovamento
saluti
Marilena
Gentile dottoressa Cremaschini,
non ho parole per descrivere le sensazioni di paura e sorpresa che il suo articolo mi ha provocato. È stata illuminante!
Da anni ormai sono consapevole di essere figlia di un padre narcisista e di una madre totalmente sottomessa a lui, ho provato in ogni modo a sottolineare alcuni suoi errori nella spetanza dibun miglioramento anche lieve ma è stato sempre tutto inutile.
Ad oggi vivo una viva apparentemente perfetta ma che in realtà è fatta di vuoti e solitudine. Vivo per accontentare i miei genitori e per ottenere approvazione sociale in ogni campo.
Il mio problema più grave è dovuto al fatto di essere inteappolata in una relazione “perfetta” da 14 anni. Lui è stato il mio unico e solo ragazzo per cui provo un bene immenso ma che purtroppo non amo più. Tuttavia non riesco a lasciarlo perché questo significherebbe non solo infrangere l’idea di prfezione che la mia famiglia si racconta, ma soprattutto lasciare mio padre nella più desolante solitudine, infatti a causa del suo ego narcisista non ha più alcun amico con cui condividete del tempo, il mio ragazzo è l’unica persona con cui può ancora passare del tempo libero e io mi sento male al pensiero di togliergli questo svago.
Vivo in una gabbia d’oro e sono morta dentro.
Mi scuso per la lunghezza dello sfogo e Grazie!
Cara Eleonora,
per delicatezza della questione e per tutelare la sua privacy le rispondo in privato, le arriverà presto una mia mail
Marilena
Gentile Dottoressa,
La ringrazio infinitamente per il Suo prezioso articolo.
Il problema principale per chi come me ha avuto tutti e due i genitori narcisisti è credere che quello che si sta vivendo sia del tutto normale. Ci sono voluti venticinque anni per capire che forse qualcosa non andava e altri quindici per dargli un nome.
Ora che finalmente posso pensare a me stessa e ai miei figli, iniziando un percorso che ci faccia uscire tutti da queste dimamiche malate, vorrei tagliare i contatti con i miei genitori, almeno finché non mi sentirò pronta a gestire i loro attacchi.
Purtoppo anche a detta di mio marito, sembra che per convenzione sociale non sia possibile e di questo ho tanta paura. Secondo Lei è possibile iniziare un percorso di rinascita e contemporaneamente gestire questo rapporto castrante?
Grazie in anticipo!
Grazie Camilla per il suo complimento,
per quanto riguarda i problemi che ha sollevato le rispondo privatamente.
A presto
Marilena Cremaschini
Gentile Dottoressa,
è sempre al contempo esaltante e straziante vedere come poche righe così precise riescano a riassumere un’intera vita dalle dinamiche così confuse e drammatiche. Per me, che sono stato figlio di un narcisista, è stato ancora tutto più difficile quando sulla soglia della maturità e quindi della comprensione di questi meccanismi e delle conseguenze che hanno avuto sulla mia vita, mio padre è morto. Non ci sentivamo da 6 anni (decisione sua dopo un forte litigio ma io no l’ho più cercato) ed è morto dopo una lunga malattia di cui non ha avvertito nessun familiare. Il fatto che non mi abbia lasciato nemmeno una lettera ha riportato in superficie tutte le ferite…
Vorrei sapere se secondo lei c’è un modo di superare un problema simile anche se si è rimasti soli a dialogare.
Grazie.
Gentile Martino, le ho risposto privatamente mandandole una mail che le sarà sicuramente d’aiuto.
La ringrazio del suo commento, anche se doloroso.
A presto
Marilena
Dottoressa la ringrazio per il bellissimo articolo. Purtroppo sono figlia unica di madre narcisista. I miei si sono separati quando ero piccola quindi sono cresciuta sotto le grinfie di mia madre che ha sempre cercato di isolarmi e non farmi coltivare amicizie. Mi ha anche allontanata da mio padre, con il quale ho recuperato il rapporto da un paio d’anni grazie a mio marito e lei di questo non sa nulla. Faccio un lavoro che non mi piace e con l’appoggio di mio marito sto inseguendo il mio sogno. Mi ha rovinato i momenti più belli della mia vita, laurea, matrimonio, postparto. Spero di uscirne totalmente e non soffrire piu, soprattutto per i miei due bimbi.
Carissima Francesca, per motivi di privacy e di rispetto per la sua storia le ho risposto privatamente.
GRazie di avermi contattato
a presto
Marilena
Buongiorno,
Ho vissuto 30 anni in casa dei miei genitori :mio padre narcisista, mia madre complice. Inutile dire che ho dovuto lavorare molto su di me x conquistare un po’ di autostima e coraggio ad affrontare la vita.
Negli ultimi anni, mio padre è peggiorato anche a detta di psicologi.. È diventato cattivo. Ora dopo l ultima lite, scatenata x un qualcosa che si è inventato non vuole più vedermi.. E così ha rinunciato a me e ai suoi nipoti. Io anche su consiglio di uno psicologo sto prendendo le distanze da loro.. E mi sento meglio. Purtroppo mia madre non molla e non perde occasione di farmi sentire in colpa perché secondo lei, io devo assecondarlo in quanto malato… Io nn ho più intenzione di cedere. Ma con i genitori non è semplice mantenere le distanze e nn so come fare, mi dia dei consigli
Cara Elena, mi dispiace per la sua situazione, ma vista la delicatezza dell’argomento le rispondo in privato.
A presto
Marilena
Stessa situazione… Entrambi i genitori narcisisti (mia madre interpreta la vittima, ma lo è pure lei) e io (50 anni) e mia sorella più grande(60) : devastate!! Io vivo nella loro stessa casa da sola e devo tenere lontani da loro amiche/i e ogni mio fidanzato…. Ora mio padre minaccia sempre più spesso di fare una strage di famiglia (cosa che ha sempre detto anche da giovane ridendo) …quindi è un pensiero ricorrente sempre più presente… ha armi di ogni genere, rifiuta ogni terapia e si sta indementendo a vista d’occhio… sinceramente ho molta paura. Questa situazione di potenziale pericolosità familiare è molto sottovalutata a livello assistenziale..i segnali ci sono, anche a livello neurologico e psichiatrico…ma nessuno può fare niente. Io non posso lasciare mia madre da sola con lui e non ho neppure la possibilità economica di cambiare abitazione… sinceramente non so cosa fare se non somministrargli l’unica terapia insapore a sua insaputa…. cosa pericolosissima… ho attivato i servizi sociali… vedremo cosa riusciranno a fare ma non gli potranno cambiare i pensieri… Cara Dottoressa cosa mi consiglia?
Cara Valeria, la prima cosa da fare è segnalare con una denuncia ai Carabinieri del luogo che suo padre, instabile mentalmente ha già ripetutamnte minacciato di usare le armi in suo possesso e chieda che vengano sequestrate e chieda al medico curante del padre di fare un trattamento sanitario obbbligatorio, il cui certificato allegherà alla denuncia, in questo modo il padre riceverà le cure di cui ha bisogno e voi ritrovereteun minimo di sicurezza e serenità che vi spetta.
Se ha altri dubbi mi contatti in via privata.
A presto e tanti auguri
Marilena
Gentilissima dottoressa, con la tristezza nel cuore ho la consapevolezza di essere figlia di una madre narcisista. Sono figlia di separati, mio padre ci lasciò e io credi con lei finché non andai via di casa. Mi faceva credere di essere pazza, malata, sbagliata quando facevo le mie ragioni stanca dopo anni di critiche, svalutazioni disprezzo, parolacce, mancanza di attenzioni, se stavo male anche molto male, minimizzava sempre. Persino quando ero incinta mi ha maltrattata psicologicamente, con le sue violenze che ho sempre capito ma alle quali lei negava, buttandomi addosso la colpa di tutto, persino della sua vita. Parole orribili che stanno riemergendo e fanno male.. Ora ho un figlio di quattro anni e sto lavorando su me stessa per guarire affinché non ripeta inconsciamente lo stesso abuso che a volte, mi sorprendo a reiterare come se ” non fossi in me”soprattutto parole o momenti di rabbia, che mi sono stati inflitti.. Mi auguro che possa la consapevolezza seppur carica di dolore, possa la mano del cielo aiutarmi a guarire ed essere una madre piena d’amore autentico, serena, attenta.. E non asfissuante, controllante, che ti vorrebbe come una sua proprietà ancora a trent’anni suonati.. Ho praticato il distacco parziale, se sento che mi invade mi allontano, ma a volte anche brevi incontri mi spaventano ancora, mi terrorizza una sua reazione se qualcosa non va come lei si attende, o se dico le mie ragioni.. Grazie al cielo vivo da sola da anni.. Buon dio aiutami ad essere una madre migliore. Mamma, ti perdono per il male che mi hai fatto, comprendo il tuo stesso dolore di bambina, ma ti prego lasciami in pace, anche se ci vediamo poco e spesso sei tranquilla, perché viviamo separate, fai tanto per me è te ne sono grata ma mi hai segnato profondamente.. Ora lasciaci liberi e non ferire nemmeno mio figlio, ti prego.. Non è una tua estensione lui, io nemmeno mamma. Accettalo.
Purtroppo la fortuna non sempre ci assiste nell’affidarci genitori sereni, normali e che ci amano per quello che siamo, ha fatto bene ad allontanarsi da questa famigli distruttiva e disfunzionale nei rapporti e cercare di rifarsi una vita, non aveva altra scelta ed ha preso la decisione migliore l’unica che poteva fare.
Vedrà che sarà sicuramente una buona madre anche se i ricordi di quelle dimaniche acquisite ed imparate da anni di convivenza negativa si dimenticano col tempo e con tanta pazienza, quando sente di avere delle reazioni o pensieri sbagliati, si prenda una pausa per analizzare i motivi e le conseguenze di queste abitudini comportamentali e come andrebbero cambiate.
Ogni volta che sente di reagire provi a fermarsi e valutare, l’aiuterà a controllare le sue reazioni e rendere più adatte, nel caso abbia bisogno di un aiuto più concreto non esiti contattarmi.
TAnti auguri cara Viola
Marilena
Salve Dottoressa,
purtroppo non so da dove iniziare a raccontare perché la situazione che vivo è molto complicata quanto dolorosa, mi si blocca persino la mia normale capacità di narrazione… ma vorrei riuscire ugualmente ad avere il suo prezioso aiuto per venir fuori da una condizione al limite della sopportazione e della sopravvivenza mentale e purtroppo anche fisica. Sono arrivata al suo sito cercando “esperienze” simili alle mie e persone/professionisti che conoscono il problema. Ho letto il suo scritto e quello di chi ha raccontato e ho avuto piena conferma di ciò che avevo concluso negli anni ma soprattutto negli ultimi che mi vedono malata e costretta a dover dipendere da loro, da i miei aguzzini, i miei genitori. Ho trovato il coraggio di cercare aiuto perché stanno cercando di far passare me per la “violenta” e causa dei loro “mali”, anche con le istituzioni, con chi potrebbe supportarmi e sostenermi in un percorso di denuncia e rinascita, togliendomi ogni possibilità di guarigione e ripresa. Ho la netta, terrificante sensazione di avere solo terra bruciata intorno a me a causa del sostegno reciproco che i miei genitori si danno per convenienza perché comunque tra di loro non c’è un buon rapporto (anzi…) anche se vivono pressoché un rapporto di dipendenza reciproca. Ho paura di non avere altra scelta che soccombere e non riesco a farmene una ragione: ho solo 36 anni, nella vita ho fatto alcuni errori che hanno portato la famiglia a vivere in una condizione economica sfavorevole ma niente di tanto grave da giustificare il fatto che stiano cercando di annientarmi.
Le ho risposto via mail, per garantirle la privacy e per farle alcune domande sulla sua situazione, domande che mi permetterebbero di formulare meglio dei consigli.
A presto
Marilena
Buonasera,
leggo ora questo articolo e purtroppo dopo anni di sofferenze riesco a individuare le cause del mio dolore.
Sono figlia di un padre narcisista, manipolatore, che mi ha sempre instillato perfezionismo etc. la sua tattica e sempre stata farmi sentire in colpa se facevo cose che non approva.
Sono andata in depressione e in quel periodo ho conosciuto un ragazzo che mi ha aiutato molto, con il quale ho cercato di costruire una relazione seria, finita da un mese dopo 8 anni perché ahimè, nella necessità avevo incontrato un eterno Peter pan mammone. ho deciso di chiudere questa relazione, ma sono tornata sotto le grinfie di mio padre che ha subito ricominciato a manipolarmi. ora sono più consapevole ma e comunque pesante la situazione. ho passato da poco l esame di avvocato e sto cercando lavoro spero FI trovarlo presto ho paura di andare di nuovo in depressione.
faccio presente che le reazioni degli altri familiari a mio padre sono state quella di mia sorella minore che ha cercato di laurearsi in fretta e distaccarsi come luogo e fortunatamente ha incontrato un uomo ora suo marito in gamba con cui sta progettando il futuro; e mia mamma a cui invece e venuta una depressione bestiale che ci ha messo tutt in ginocchio, che ora sembrerebbe essere rientrata.
ho tanta paura in questa fase in cui sono senza compagno e in cerca di lavoro di stare di nuovo male.
Cara Daria, per motivi di privacy le ho risposto privatamente.
a presto
Marilena
Sono stata sposata fon un individuo narcisista manipolatore per 13 anni.Ho messo tutto il mio patrimonio nelle sue mani,casa e risparmi,ed ho avuto una figlia con lui.Dopo una mia grave malattia,cancro ai linfonodi e tre trapianti di midollo,sono invalida per le cure subite.Lui ha cercato di farmi levare le figlie,anche la primogenita,avuta dal precedente marito.Mi ha minacciato di buttarmi fuori casa,ed alla fine ha chiesto la separazione,per poter rubare altri soldi dai nostri conti,in segreto,e comprarsi un’altra casa.Ora sta facendo alla figlia quello che per anni ha fatto a me,svalutarla,imporre,ecc.Ma la legge esiste,per fortuna.Io avevo gia’fatto una querela nel 2016.Ora sono seguita dal centro antiviolenza di Perugia,ed ho contattato Tel.Azzurro,per mia figlia.Ma non è facile,perché non si viene credute,quando si ha a che fare con certe persone distruttive.Il problema è che nelle separazioni si dovrebbe sempre avere un consulente del Giudice preparato,in questo campo,se la situazione lo richiede.Il diritto di visita non può essere lo stesso,se il padre è un narcisista perverso e manipolatore.
Ha perfettamente ragione Anna Maria, oltre a combattere col mostro ed i sopprusi bisogna combattere anche per essere credute, è una doppia offesa!
Purtroppo la Giustizia ha delle forti carenze che derivano sopratutto dal menefreghismo ed una preparazione inadeguata delle persone che se ne occupano (i concorsi pubblici vinti solo per meriti non esistono ancora), ma lei non deve mollare e lotti per le sue figlie.
Il diritto di visita del padre può essere escluso solo se si riesce a dimostrate, anche con richieste di perizie mediche, che è persona inadeguata per problemi patologici, altrimenti ha il diritto condiviso di visite allo stesso modo della madre.
In bocca al lupo cara Anna e se ha bisogno di un consiglio o sostegno sono a sua diposizione
Marilena
Buongiorno,
a dicembre 2016 , a 36 anni compiuti, ho finalmente realizzato che mio padre è un narciso patologico. Me lo ha detto mia sorella gemella, mi ha detto di esserci arrivata dopo più di 10 anni di psicoterapia e me lo ha comunicato dopo che io le raccontai di una litigata feroce con mio padre (mia madre spettatrice) perchè io e il mio compagno avevamo deciso di comprare una casa insieme a Bologna. Dimenticavo, sono madre di una bambina di 8 anni. Fino a fine 2014 ho vissuto in una cittadina del centro Italia, la stessa dei miei genitori per poi trasferirmi con la bambina a Bologna per lavoro. Il mio compagno a causa del suo lavoro è sempre stato lontano durante la settimana e abbiamo sempre avuto una vita di relazione da pendolari.
Dopo l’input ricevuto da mia sorella, ho passato il 2017 ha fare auto-introspezione (si dice ?) a provare a ricordare (ricordo pochissimo del mio passato, anche recente, tendo a cancellare tutto) a confrontarmi con questo input che mi aveva dato mia sorella, ho letto qualcosa qua e la e mi sono fatta tante domande… ho passato un anno infernale. Non ho sdoganato tutto, ma ora ho capito che se vedo i miei genitori sto male, se non li vedo sto meglio. Ho ascoltato un TEDx della Dott.ssa Lucangeli che spiegava che la risposta emotiva di una persona è ON_OFF: sto bene(ricerco la stessa emozione) , sto male (scappo da quella situazione). Sto ascoltando la mia risposta emotiva e sto provando ad assecondarla. Vediamo cosa succede.
Mio padre e mia madre a vederli da fuori sembrano perfetti: laureati, lui un professionista lei un’insegnante. Io e mia sorella siamo state psicologicamente violentate fin da bambine. Io ho vissuto fino a 36 anni, e in parte continuo anche ora, avendo paura , in primis paura a dire quello che penso. Ho trascorso la mia adolescenza accusata di avere un pessimo carattere, di essere ingestibile, che loro si sentivano male perchè con loro non parlavo. Ora so che non è come dicevano: non ho un pessimo carattere, ho solo reagito per difendermi; ho passato la vita a difendere la mia persona da loro e purtroppo non sempre ce l’ho fatta. Ora faccio i conti con le conseguenze. Faccio i conti con la paura, l’insicurezza, con la lacrima facile al minimo gesto di tenerezza. Faccio i conti con una vita che ho costruito a pezzi, scendendo a compromessi tra la mia volontà e il disegno dei miei genitori. Ho combattuto con le unghie e con i denti quando ho veramente voluto qualcosa, sono stata tranchant alla litigata relativa all’acquisto della casa perchè mio padre con mia figlia presente ha sminuito ad alta voce la mia famiglia, chiamando il mio compagno “quello li” (quando sono di persona fa molte moine), esplicitando che non crede nella nostra famiglia, ” che roba è che te stai qua e lui sta la”. Io e il mio compagno stiamo insieme da 10 anni e la bambina è felice.
Nonostante combatta quotidianamente con i miei fantasmi, da quando la consapevolezza ha inziato a fare il suo lavoro, qualcosa in me è cambiato. Ho la sensazione di aver interrotto questa dipendenza che avevo dai miei genitori. Ma sono ancora, da quel dic 2016 ancora molto arrabbiata con loro, sto ancora elaborando quello che è stato, quello che ho dovuto accettare ed autoinculcarmi perché erano i miei genitori, dicevano e facevano il giusto e io ero una ingrata (il Fil Rouge della mia vita).
In questo momento, non voglio avere niente a che fare con i miei genitori. Li voglio lontani. Mio padre si è operato ad una cataratta agli occhi, io non ho sentito la spinta a chiedere come stava. Sarà un male, ma la spinta non c’era. Non era così prima e non è così verso altri. E’ così verso di loro. Sono certa che se mi dicessero di essere seriamente malati avrei i miei classici attacchi d’ansia e mi muoverei come ho sempre fatto. Ma non mi muovo per meno.
Mio padre a tutt’oggi continua a provare ad agganciarmi mandandomi messaggi allusivi sulla sua disponibilità ad aiutarmi a comprare casa, ma dietro c’è il ricatto: “ ci sarebbero questi soldi, ma sai noi vorremo venire a vedere la bambina, vedi tu. E’ tutto nelle tue mani.. decidi tu”. Ha sempre mandato messaggi allusivi ed equivoci, specialmente sulla disponibilità ad un sostegno economico per motivi che non rientravano nel suo piano specifico. Ovviamente non ho mai visto un soldo. Mia madre fintanto che non ho avuto uno stipendio mio, non mi ha mai permesso neanche di comprarmi un paio di mutande senza di lei.
Non gli vieto di vedere la bambina e non ne parlo male. La bambina ha dei nonni e sono convinta che se la frequentazione è nella giusta dose mia figlia riuscirà a prendere il buono che c’è.
Io ho deciso che faccio a meno di loro e del loro aiuto, ma i messaggi di cui sopra riescono ancora a muovere qualcosa dentro che fa male, che mi offende e mi frustra che mi ricorda che lui con l’accondiscendenza di lei si è preso la mia infanzia, la mia adolescenza, ne ha abusato e mi diceva, attraverso mia madre, che ero sbagliata se provavo a difendermi. Che ero una brutta persona.
Mi perdoni il flusso di coscienza.
Avevo bisogno di scriverlo forse a una persona che oltre a mia sorella può capire. Le mie amiche non possono. Difficile capire che dietro quella facciata di famiglia perfetta agghindata in stile borghese si nasconda un fare manipolatorio e tanta tristezza.
Le dico un’ultima cosa: finché ho vissuto con i miei, entravo in casa e provavo disagio. Quando, all’università mi trasferii a Bologna, realizzai quanto era bello stare a casa. Fino a quel momento non capivo come alle persone piacesse stare in casa a non fare nulla. Io a casa non ho potuto mai guardare la TV sul divano (nemmeno seduta), fino ad una cera età era addirittura vietato entrare in sala, non mi sono mai potuta chiudere in camera mia a fare le mie cose, perché non andava bene, non potevo sdraiarmi sul letto perché il piumone si schiacciava ed era poi brutto.. sono piccole cose fra il mare a cui ho pensato ieri sera.
Ora la mia paura più grande è questa: posso essere io come mio padre e infliggere questa tortura alla mia bambina? Può la consapevolezza aiutarmi a mitigare il rischio?
Sono un ingegnere meccanico, come mio padre, non ho mai lavorato con lui (è stato un inferno farlo accettare ai miei genitori) ma sono riuscita a raggiungere un ruolo in azienda di rilievo che mi fa tornare a casa tardi. La bimba è accudita da una baby sitter con cui si trova bene, a mio modo provo ad essere presente anche quando non ci sono. Per ora, tutte le persone che stanno con la bimba dicono che è una bimba serena e tranquilla.
Giulia
Capisco cara Giulia le sue sofferenze e le sue preoccupazioni, che sono di ogni madre ma che aumentano quando si è vittime di una famiglia disfunzionale.
Non smetta mai di credere in se stessa e nelle sue capacità e nella forza di riuscire a separarsi dalla sua fammiglia e dalle persone negative quel tanto che basta per non farsi avvelenare nel rapporto e nella gestione della quotidianità.
Se ha bisogno di un sostengo, di un consiglio o anche soltanto di essere ascoltata mi scriva in privato e sarò a sua disposizione.
Spero di sentirla presto, nel frattempo le auguro una serena giornata.
Marilena
Cara Giulia,
ho letto ora la tua testimonianza ed è come se fossi stata io a scriverla. Rendersi conto che il proprio padre, tanto perfetto agli occhi altrui, è un narcisista, è un dolore profondo, ma giungere alla conclusione che la sua condotta è sempre stata avallata da una moglie complice, raddoppia il dolore. E la rabbia.
Questa consapevolezza è stata per me la più grande delle scoperte dopo vent’ anni! Quando ( la terapeuta) ha definito NARCISISTA mio padre, si è accesa FINALMENTE una lampadina. Ho ricollegato, come un puzzle in frantumi che improvvisamente si ricomponeva, decine di episodi, di giustificazioni materne alla sua incontrollata ira e alle sue continue offese.
È una grande sofferenza, ma anche una fantastica liberazione!
Ti abbraccio. Sara
Concordo con Sara,
il dolore per essere superato deve essere affrontato ed ascoltato, la sua consapevolezza è la chiave di quella liberazione che apre le porte alla serenità.
Marilena
All’eta’ di 18 anni mia mamma decide di separarsi.Mio Padre e’ gay.Mi piomba il mondo addosso.Tu sei come tuo Padre.A distanza di 15anni ancora a volte ho angoscia.Mi iscrivo a Giurisprudenza.Nn mi piace.Arrivano sputi e offese di ogni genere.Mio Padre mi tratta come una persona in accordo cn mia mamma ai suoi danni e inizia a trattarmi malissimo come trattava la moglie riducendo la mia vita alla laurea in Giurisprudenza.A questo punto mia mamma dopo aver tentato di farsi una nuova storia di amore decide di delirare e dal 2009 ho subito di tutto.Mi mancano 3 esami ad una laurea che odio a 36anni.Nel frattempo vado in analisi e funziona.Muore il Terapeuta e scelgo un Gestaltista.Questa persona mi accusa di tutto sostenendo mia Mamma che aveva un delirio accertato paranoide dall’Asl.A questo punto perdo le mie forze accuso ansia derealizzazione e depersonalizzazione e mando a quel paese il Gestaltista.Lo psichiatra mi parla di abuso narcisistico e mi da del cipralex.Oggi so che mia mamma e’ un bipolare e mio padre e’ un narcisista.La mia situazione e’ curiosa.Ho il terrore di scappare ma so che il.mio ambiente e’ insano.Queste persone nel pubblico erano impeccabili.Spero di farcela.Complimenti per il testo.Molto chiaro e scritto benissimo.
Mi ha molto commosso questo tuo commento soprattutto per la forza di reagire che non ti fa arrendere nonostante tutto e tutti e sono sicura che il tuo coraggio prima o poi ti porterà a vincere le situazioni che oggi ti affliggono.
Se mi permetti vorrei risponderti in privato.
Marilena
Certo che puoi.Ti ringrazio per l’emozionalita’ condivisa.Puoi.Grazie a Te per la tua risposta emotiva.L’umanita` e’ l’esperienza piu’ carina che esista.Nn riuscendo ad aprire l’indirizzo(era vecchiotto),ti do questo qui.Grazie ancora.
Grazie a te, e per quanlunque cosa puoi anche contattarmi privatamente sulla mail, così possiamo palare con più riservatezza.
L’umanità, la vita, le emozioni, gli affetti, sono tutte cose che vale la pena di essere vissute, non sempre ci è dato il meglio per ogni situazione ma abbiamo sempre la facoltà di gestire la nostra vita e cambiare il nostro percorso per renderlo più adatto a noi.
Ti auguro di riuscirci presto
Marilena
Non è possibile risolvere il problema senza creare rotture….ci vuole il taglio netto. Io non riuscendo più a sostenere i continui conflitti con mio padre e mia madre ho pensato di assecondarli….ho pensato e va bene faccio come dite voi cosi poi la piantate e mi lasciate in pace…ma mi sono accorta di avere sbagliato mi sono trovata a subire le loro scelte e più che mai mi sento privata della mia personalità. Stiamo facendo una terapia di famiglia e spero che questa ci aiuti a stabilire dei confini tra me e loro. Che aiuti me soprattutto….a venir fuori da questo circolo vizioso…
So che può essere un passo difficile e spesso complicato anche dalle disponibilità economiche di potersi permettere una vera dipendenza, ma come hai ben detto tu non ci si libera dalle catene sia fisiche che mentali se non troncandole, solo così l’autonomia in tutto permette anche la scoperta di noi stessi, di quello che vogliamo e desideriamo fare.
L’indipendenza è importante e segna anche una maturità persona che sia i figli che i genitori devono accettare.
Spero che la terapia famigliare si risolva bene ed al più presto, diversamente cara Laura mi può contattare in qualunque momento, via mail è il modo più consono, anche durante il weekend, per qualunque motivo, anche solo per sfogarsi.
In bocca al lupo
Marilena
Salve signora marilena sono una ragazza di 23 anni scusate l’ora ma ho bisogno del vostro aiuto io sto da 4 anni cn il mio ragazzo sono success dai casini cn la mia famiglia xke Alla MIA famiglia non piace il mio ragazzo ma noi ci amiamo e mio padre mi dice di vederlo due volte a settimana e di tornare a casa alle 10 ma io nn sono piu una bambina mi aiuti cosa posso fare per far si che mio padre mi lasci la liberta di vivere la mia vita con il mio ragazzo e farsi che lo vedo tt I giorni aiutamemi signora cosa posso fare?
Cara Ilaria, le ho già risposto privatamente via mail, in modo da garantirle un po’ di privacy.
A presto
Marilena
Buonasera, questa mail è ancora attiva? Sono una ragazza di 29 anni e avrei necessità di confrontarmi con un professionista per chiedere consiglio.
Se ha bisogno di un consiglio o di un aiuto mi contatti via mail:
info@marilenacremaschini.it
saluti
Marilena
Grazie per l’appoggio morale…di sfogarmi ho davvero bisogno…
Per qualunque cosa sono a disposizione anche nelle festività, perciò se avessi bisogno di parlare possiamo sentirci quando vuoi, via mail, nei weekend e Pasqua compresa.
Nel frattempo ti auguro che piano piano questi tuoi pesi diventino sempre più leggeri.
A presto
Marilena
Ciao sono Ilaria ho 23 anni ho un problema con la mia famiglia gliene posso parlare
Certamente cara Ilaria, ma fallo privatamente attraverso la mail: info@marilenacremaschini.it.
In tal modo la tua privacy è garantita al massimo.
A presto
Marilena
Gentile dottoressa,
sono molto felice di aver trovato un articolo sull’argomento in italiano. Ho capito solo recentemente, e per un altro motivo, di essere stata cresciuta da un padre narcisista. La sera che l’ho realizzato, spulciando articoli e video, ho pianto e poi ancora la mattina, poi finalmente ho cominciato a ripetere ‘non è colpa mia’. Me lo sono ripetuta anche davanti a un specchio e mi sono sentita euforica. Mio padre ha controllato la mia vita da quando ho iniziato le superiori, mettendomi contro compagni di classe per gareggiare per voti più alti, non interessandosi alle cose che avevo da dire o a quelle che mi piacevano. Oltretutto, alla violenza psicologica si univa la minaccia di quella fisica, riferita sia a me che alle mie cose. Questo mi ha portato a piangere e piangere a dirotto per anni. Ho scelto di frequentare l’università fuori sede per allontanarmi da casa, ma la storia è continuata anche lì: mio padre mi ha costretto a iscrivermi a una facoltà che non mi piaceva, manipolandomi sulle cose che secondo lui mi piacevano da matti, quando invece non era vero. Io, giovane e spaventata, mi sono sentita senza alternative. Quando sono cominciati gli attacchi di panico e sono stata male, mi ha trattato come uno straccio ‘queste sono stupidate, alzati e vai a lezione’. Allora sono andata in terapia e mi ha aiutato tanto, ma non ho mai detto a mio padre che ci andavo, perchè tanto sapevo che non avrebbe capito e che mi avrebbe trattato male. Adesso vivo in un altro stato da più di un anno, non ho superato tutto,ma ci sto lavorando, anche se adesso sono di nuovo in piena depressione. Continuo a dipendere economicamente dai miei, purtroppo, ovviamente sto cercando lavoro (ero studente fino a poco fa), ma a volte mi sembra di sabotarmi. Devo dire che questi mesi passati lontani mi hanno aiutato non poco: sento ancora la voce di mio padre che mi denigra, ma meno, e almeno non ce l’ho costantemente vicino. Ho avuto la fortuna di avere accanto una persona positiva e supportiva, ma mi sono accorta di dipendere troppo da lui. Vorrei solo riuscire a scrollarmi di dosso tutti gli effetti del comportamento di mio padre e essere la persona che è rimasta nascosta per tutti questi anni. E’ stato bello sfogarsi un po’, grazie ancora per l’articolo.
Cara Nene, le ho riposto rpivatamente.
e snon si scoraggi l’indipendenza da un genitori così dominante e controllante si conquista piano piano, ma con decisione, ed è essenziale riuscire e divenirne indipendente, in questo posso aiutarla, come scritto nella mail che leho mandato può contattarmi quando vuole.
a presto ed in bocca al lupo per la sua lotta, lei è un leone non si faccia scoraggiare
A presto
Marilena
Gentile dott.ssa ho apprezzato molto il suo articolo ed il coraggio con il quale non ha esitato ad usare la sua esperienza personale a mò di esempio. Figlio di madre narcisista combatto le mie battaglie tra alti e bassi e cerco la mia strada tra la voglia di capire cosa è successo e la paura di non riuscire a scoprire chi sarei diventato crescendo libero. Gli strumenti che utilizzo per vivere non possono che essere gli stessi che mi sono stati dati direttamente o indirettamente da mia madre per in seguire il suo amore , ma la creatività che ci metto non può che essere mia. Mi sforzo di coltivarla senza aspettative, senza pretese, senza applausi. Ogni tanto sento ancora le radici di mia madre che mi prendono i pensieri, provano a condizionarmi come in una morsa senza uscita ma sono sempre più bravo a riconoscere ciò che in me non è mio. Certo non senza aiuto. In tutta la letteratura del disturbo narcisistico però ancora non trovo qualcosa che mi giustifichi la rabbia. Tutta la rabbia gratuita, feroce e insaziabile di cui solo un narcisista è capace e di cui da figlio anche se adulto, ancora è difficile trovare giustificazione. Certo molto si è scritto sulla rabbia, ma il meccanismo per il quale la perdita del controllo faccia scattare la rabbia (e non la depressione ad esempio o qualsiasi altro stato emotivo) a me ancora mi sfugge. Mi spiace se possa sembrare una mera curiosità accademica, non lo è affatto. L’unico modo che ho per recuperare qualcosa di mia madre è capire.
Se vuole caro Emiliano ne possiamo parlare in privato via mail, affrontare a due teste l’argomento aiuta sicuramente a risalire ai perché, motivi e porta spesso alle conclusioni, se desidera la risponderò molto volentieri.
A presto
Marilena
L’ articolo e’ molto interessante e mi consola vedere quante persone sono afflitte da questo problema. Credo anche io di essere figlia di una narcisista bugiarda che mette zizzania e sospetti, odio e invidia tra fratelli da sempre, passando pure per la madre amorevole e vittima. Mi ha sempre sminuito, fatto sentire inadeguata e criticato come pazza per tutta la vita. Ha cercato di rovinarmi amicizie e relazioni in modo subdolo e meschino. Non mi sono mai sentita amata e il vuoto nel cuore e’ incolmabile. Glii abusi e la mancanza di rispetto si protraggono all’infinito. Ne sto’ prendendo consapevolezza ma e’ dura riuscire a staccarsi mentalmente e uscire da questo vortice.. spero di essere una buona madre .. sarebbe la soddisfazione piu’ grande.
GRazie Marta per il commeno e la sua testimonianza su una circostanza negativa che vivono molte persone e che non hanno il coraggio di affrontare e reagire.
Le ho risposto in privato comunque per motivi di privacy
A presto
Marilane
Buongiorno, io ho fatto l’errore più grande della mia vita continuando ad abitare con i miei fino ad oggi (ho 48 anni). Mi rendevo già conto che non era una cosa normale, anche quando loro erano sani, fino a 3 anni fa. Ma all’improvviso mia madre si è ammalata di demenza e mio padre ha iniziato a trattarmi come una vera e propria badante a tempo pieno, solo manie, fissazioni e pretese, la mia vita privata completamente annullata. Stiamo vendendo la casa indipendente dove stiamo vivendo tuttora ed entro l’estate ho comunicato loro (soprattutto a mio padre con cui non sono mai andata d’accordo perché troppo appiccicoso e invadente in ogni mia scelta e con la sadica tendenza a farmi sentire sempre un’incapace) che saremmo andati a vivere in due appartamenti separati anche se molto vicini, questo perché non li voglio certamente abbandonare adesso che non sono più in forma come prima che si ammalasse mamma, ma i loro ritmi di vita mi fanno impazzire… Lui non l’ha ancora mandata giù e credo che non lo farà mai ma a questo punto, mi sono detta o adesso o mai più. L’amore che mio padre dice di provare per me somiglia troppo ad un egoismo smisurato di tenersi la figlia unica-badante a vita e a me proprio la cosa non sembra giusta, anzi mi pare patologica. Quindi alla soglia dei 49 anni riparto da me che da 3 anni non ho più una vita.
Purtroppo le situazioni ci costringono a delle scelte drastiche per salvarci dal baratro in cui si finirebbe.
Ha fatto bene, appoggio la sua decisione anche se la farà sentire in colpa, che non ha, e se ha bisogno di aiuto o di un sostegno sono a sua disposizione, mi contatti in qualunque momento anche ni weekend, tanto io lavoro sempre.
a presto ed in bocca al lupo perché la sua ripresa sia la più serena possibile
Marilena Cremaschini
Posso capirti…sono anch’io senza vita sociale…è bruttissimo….è angosciante….sei fortunata ad avere una cagnolina….tienila da conto…gli animali sono sinceri. Certo le esigenze di una donna son ben altre, ma dato che avere a che fare con i genitori invadenti mina la propria autostima, come sta capitando a me, sapere che qualcuno ti vuole bene, (non sarà un uomo ma è pur sempre un essere vivente senziente) dovrebbe aiutarti ad alleviare la tua solitudine.
Ti ringrazio per il tuo commento Laura,
per quando riguarda la capacità di socializzare è una condizione che si può migliorare, così come si può migliorare l’autostima per diventare più sicuri e più indipendenti, il tutto per arrivare ad essere sereni ed appagati della propria vita, qualunque essa sia.
Il mio lavoro consite anche in questo, aiutare le persone a miglirarsi e ad essere più felici e a vivere meglio.
Nel caso avessi bisogno di un consiglio o di un aiuto sono a disposizione.
A presto e buona domenica
Marilena
A dire il vero non mi sento in colpa perché ho fatto, sto facendo e farò tutto per cercare di farli vivere al meglio. Ma alla mia età, senza neanche un compagno con cui consultarmi nei momenti più neri e difficili, non potevo neanche pensare di spostarmi a vivere ancora con loro due in un piccolissimo appartamento che va bene per 1 max 2 persone, anche se mio padre era convinto che l’avrebbe spuntata di nuovo lui. Non se l’aspettava proprio che stavolta gli avrei detto categoricamente di no.
La mia psicologa (certo, perché ho avuto bisogno anche di sedute di psicoterapia dopo che mio padre ha fatto l’impossibile per minare la mia autostima e la fiducia in me stessa) mi ha detto che, visto che tutta la gestione pratica della famiglia è nelle mie mani, devo tutelare la mia salute mentale per poter continuare ad essere lucida per aiutare loro due perché, diversamente facendo, ci vorrebbe tra non molto qualcuno che si prenda cura anche di me, nel caso andassi fuori di testa. Mi ha detto che non ci si può prendere cura di qualcuno se si sta male a propria volta, e ha ragione.
Vivendo con loro, anche se la casa è molto grande, mi accorgo che accampo qualsiasi scusa per scappare fuori con la mia cagnolina. Stiamo fuori ore. Mi sento completamente sbandata e questa situazione deve finire perché non posso stare così, non mi fa bene. Sa quante volte mi sono trovata in lacrime in qualsiasi posto mi trovassi negli ultimi mesi? Troppe volte e non va bene.
Cara Roberta, come già nella precedente mail che in privato ti ho inviato sono disposta a darti tutto l’aiuto possibile affinché tu possa raggiungere quella serenità e sicurezza interiore senza bisogno di nessun altro.
Non hai bisogno di un uomo per sentirti completa, un uomo ed un amore servono semmai per comletare e dare qualcosa in più ad una persona che sa comunque vivere da sola e che non deve dipendere dagli altri, altrimenti finiresti per fassare da un tipo di dipendenza, quella dei tuoi genitori, ad un’altra, quella dell’uomo che desideri.
Se vuoi il mio sostegno contattami in privato anche per tutelare la tua privacy.
A presto
Marilena
Grazie, ti ho mandato una mail in privato.
L’ho ricevuta ed ho risposto.
ci sentiamo presto, non preocccuparti.
Marilena
Sono dovuta tornare a casa dai miei con i miei due figli dopo che il mio compagno divenuto tossicodipendente ha rotto tutti gli equilibri famigliari compresi quelli con i miei genitori.
Entrambi figli unici e il mio compagno senza genitori il mio nucleo famigliare allargato per noi sono sempre stati i miei genitori che x colpa nostra hanno assunto un ruolo prevalente anche nell’educazione dei ns figli perché avevamo turni di lavoro incompatibili con la gestione familiare e nella gestione dei ritmi della ns vita familiare
Oggi sto facendo il mio percorso di indipendenza che avrei dovuto fare in età adolescenziale e il ruolo della brava bambina l’ho scontato a 42 anni il mio compagno sta facendo il suo percorso di disintossicazione ho dovuto affrontare emergenze indescrivibili (giudiziarie, di salute, lavorative, etc) ma l’ho fatto da sola senza il loro aiuto e x la prima volta li ho tenuti fuori dalla mia vita ho continue recriminazioni x questo continui ricatti morali da parte loro minacce di disconoscimento etc, anche di fronte ai nipoti, sto cercando un abitazione voglio vivere da sola con i miei figli e se il padre si riabilitera’ vorrei ricostruire la mia famiglia ne perdero’ forse un pezzo un pezzo importante ma ho bisogno di assaporare la mia vita giusta o sbagliata che sia senza piu’ condizionamenti
Complimenti per la tua forza e capacità di affrontare delle decisioni e delle scelte così difficili, sempre da sola e con la voglia di costruire un futuro a tua misura e quello della tua famiglia. Ce la farai sicuramente, se hai bisogno del mio siuto sono a tua disposizione.
Ho deciso comunque di risponderti privatamente per sentirmi più libera di “commentare” la tua situazione senza invadere la tua privacy.
Per qualunque cosa: a presto
Marilena
Buonasera Dottoressa, le vorrei prima di tutto porgere i miei complimenti sull’articolo in questione prima di raccontarvi la situazione famigliare in cui vivo. Grazie al suo articolo ho potuto avere delle conferme in relazione ai miei genitori, premettendo che il problema principale di natura narcisistica ruota intorno a mia madre, persona molto egoista che rispecchia tutti i punti descritti nel vostro articolo e che ahimè ha totalmente trasformato mio padre a sua immagine e somiglianza. Sono 27 anni che vivo con loro, avendo dall’età di 6 anni una problematica famigliare difficile da portare avanti, ma con amore e dedizione cerco sempre di farcela visto che ho una sorella disabile che ha bisogno H24 di essere assistita, coccolata e tenuta d’occhio etc; nonostante la difficile situazione presente che comunque ci porta a essere una famiglia diversa rispetto a quelle comuni, ho sempre cercato di dare il massimo nella vita e lo sto ancora facendo nonostante non riceva da parte dei miei genitori apprezzamenti che non richiedo o pretendo ma un minimo di gratificazione ogni tanto sarebbe bello riceverla; mi hanno sempre trattata in secondo piano, come se il concetto di “famiglia” non esistesse proprio, infatti questo porta loro a fare quello che vogliono come uscire in qualunque momento della giornata, lasciando a me l’impegno di assistere mia sorella cosa che faccio con tutto il cuore nonostante sia impegnata con gli esami universitari e loro lo sanno benissimo e se ne fregano altamente; hanno deciso di acquistare l’ennesima casa senza prendermi più di tanto in considerazione e questo porterà a un ulteriore travaglio date le conseguenze che ne derivano da un cambio casa associata poi a una decisione di prendere casa in affitto, visto che l’attuale casa sarà venduta, durante l’attesa di costruzione della nuova e voglio ulteriormente sottolineare che la casa in cui viviamo attualmente è stata interamente progettata per venire incontro alle esigenze di mia sorella quindi la decisione di acquistarne un’altra non ha una finalità vera e propria visto che in giro giustificano quest’acquisto per venire incontro allo stile di vita di mia sorella, cosa non vera perché sono persone che hanno da ridire su tutti e su tutto tanto da litigare con qualunque condomino presente nello stabile per delle regioni che possono avere anche una giustificazione a loro favore ma purtroppo nella vita non possiamo aspettarci di avere giustizia su tutto, ma ogni tanto bisogna anche sorvolare; le spiego tutto questo perché vorrei capire come comportarmi di fronte a dei gesti che non merito di subire e soprattutto ho deciso di volermi mettere in contatto con un’esperto in materia perché questa situazione non riesco più a gestirla, come pagare giornate intere chiusa in una stanza senza essere considerata sotto ogni punto di vista compresa la preoccupazione di porsi in qualità di genitori se sono viva o morta. Mi dica lei Dottoressa come comportarmi di fronte a tali cattiverie perché sono stanca di riceverle e vorrei in qualche modo trovare una strada. Ho cercato anche in passato di instaurare un rapporto più che pacifico ma nel tempo sono peggiorati sempre di più. Mi dica lei cosa fare al livello pratico perché psicologicamente non riesco più a portare avanti tutto ciò. Spero di ricevere un vostro aiuto concreto e la ringrazio anticipatamente.
GRazie Lucia per il complimento,
per quanto riguarda la tua situazione personale ti ho già risposto privatamente.
A presto
Marilena
Ho iniziato da poco a dubitare di mia madre..sembra brutto dirlo ma è così.Fino a 3 mesi fa mi sembrava uno psicopatico mio padre.Inutile dire che in tutto ciò c’e andata di mezzo la mia personalità…quasi narcisista patologica..e dico quasi perché riesco ad avere un minimo di coscienza sana a volte.Tutta colpa loro..mi hanno rovinata..e sto cercando di portare ai ripari almeno mia sorella che è ancora piccola..certo,essendo quasi completamente narcisista non sono di molto aiuto..e sinceramente non so manco perché la sto aiutando…ma è l’unica persona che non ho mai odiato.Ho poi come l’impressione che mia madre stia peggiorando ultimamente..nel senso che ultimamente mostra più atteggiamenti arroganti o pretenziosi..forse perché sto cercando di staccarmi da lei…anche se ho ancora 16 anni non vedo l’ora di poter andarmene via da questa prigione.
Capisco il suo disagio e la voglia di scappare, ma a 16 anni è un po’ presto per pensare di potersi arrangiare in tutto da sole.
Una situazione può essere trovata, e la si trova dentro se stessi cambiando il modo di pensare e di porsi algi altri, anche rimanedo sotto lo stesso tetto.
Ti ho scritto in privato cara Chiara per offrirti il mio aiuto e per poter eventualmente parlare con tutta la privacy possibile.
a presto
Marilena
Gentile dottoressa,
i miei complimenti per l’articolo davvero esplicativo ed illuminante per chi vive sulla propria pelle (e soprattutto su quella dei figli!) una relazione con un narcisista. Sto cercando a fatica di orientarmi in questo oceano tempestoso: dopo 15 anni di relazione con mio marito, la sua natura di narcisista mi si è “svelata” da circa 8 mesi come conseguenza delle problematiche e difficoltà emotive di nostra figlia, magistralmente descritte nel punto 2 del suo articolo!
Bambina di 8 anni estremamente sensibile ma assolutamente insicura, pervasa dal senso di inadeguatezza e di non essere capace. Mi rendo conto che il passato non si può cancellare, ma lei ritiene che ci possa essere il modo per farle superare questo fardello ed acquisire coscienza del suo valore come individuo?
La ringrazio per l’attenzione
Cristina
Grazie Cristina per il suo intervento e per i suoi complimenti.
Le ho risposto privatamente per questione di privacy proponendole il mio aiuto nel caso sia interessata
A presto e buona giornata
Marilena Cremaschini
Salve dottoressa sono una cinquantenne e da circa un anno sto leggendo articoli che riguardano il narcisismo.
Mia madre ha le tipiche caratteristiche del genitore controllante, io, possiamo dire, che sono la figlia che è stata più trascurata dalle sue attenzioni.
Da piccola questo mi faceva sentire quella meno amata, ma adesso mi rendo conto di essere la figlia che si è salvata.
Le mie sorelle, purtroppo, portano i segni del narcisismo di mia madre.
Una di loro, in particolare, che per il suo carattere debole, ha trovato un marito psicopatico, che la maltratta sia fisicamente, che psicologicamente.
L’altra sorella vive tutti i giorni l’assillo delle telefonate continue e denigratorie di mia madre.
Io ho imparato a controllare i suoi tentativi di provocarmi, non rispondendo e mantenendo la calma durante le nostre telefonate giornaliere.
Evito di raccontarle le mie cose, anche per evitare i suoi giudizi.
Purtroppo solo oggi mi rendo conto di quanto la nostra vita è stata condizionata dal suo carattere forte e prepotente, ma indietro non si torna, e sto cercando di migliorare almeno il mio futuro.
Vorrei tanto essere di aiuto alle mie sorelle, ma non so come far capire loro che devono evitare certi discorsi e che non devono dipendere economicamente da lei.
Grazie dell’articolo è illuminante
Grazie per i complimenti Gioia e per aver raccontato la sua esperienza, utile per chiunque la legga.
Non si perda d’animo e continui a star vicino alle sorelle e a far notare loro quello che si ostinano a non vedere, arriverà il momento in cui non potrenno più tenere gli occhi chiusi ed allora avranno bisogno di lei, che già è diventata più indipendente da questo sistema che alimenta e distrugge al tempo stesso.
Se ha bisogno di aiuto sono a sua diposizione, come precisato privatamente.
Marilena
Buongiorno Dottoressa, Le volevo innanzitutto fare i complimenti per il suo articolo.
Oggi ho 38 anni e la mia vita è un continuo ” incontro” con narcisisti…primo fra tutti, mio padre! Purtroppo, non ho dei ricordi nitidi di quando ero bambina…fatico a ricordare, ogni tanto ci riesco ma, sono frammenti di vita ai quali non so dar posizione: non so se si tratta di sogni ( incubi per l’esattezza) o di vita reale ma, da ciò che sono diventata oggi ( una persona insicura e con bassa autostima) posso solo confermare ciò che riesco a ricordare; mi spiace ammetterlo dato che parlo di una persona che oggi non c’è più ma, mio papà era un narcisista: insultava e penso che picchiasse mia mamma e, oltre ad essere spettatori di queste immagini, sia io che mio fratello all’epoca piccolissimi, ne eravamo anche vittime. Pian pianinino siamo cresciuti, mio fratello è riuscito a rinforzarsi io con molta più difficoltà sicchè, alle medie e durante i primi anni di superiori, sono stata vittima di bullismo. A 13 anni, ho perso mia mamma e mio papà, si mise in terapia: penso che fosse sconfortato, probabilmente faticava a perdonarsi degli accaduti verificatosi negli anni! A 20 anni me ne andai via da casa: stanca dei continui insulti, minacce e violenze psicologiche. Ho sempre cercato di capire e perdonare ciò che era successo negli anni ma, mi rendo conto solo oggi che, più do amore alle persone che mi circondano, più ricevo “sberle”! Mi sono sposata a 30 anni con l’uomo che pensavo potesse essere quello giusto: mi ha umiliata per anni, incolpata, tradita. Io in tutto ciò, ho sempre cercato di capirlo, accettarlo, perdonatelo fino a quando, qualcosa si è rotto ed ho trovato il coraggio di lasciarlo…ha cercato 1000 modi per riconquistarmi con insuccesso: per troppi anni mi ha fatto sentire inadeguata! Ad oggi sono divorziata da lui e convivo con un’altra persona che però, da qualche mese a questa parte, sta iniziando ad avere i primi segni di narcisismo con me, dandomi sempre la colpa del suo modo di comportarsi e, conoscendo il mio passato, fa anche leva su di esso. Io mi sento delusa, arrabbiata, soprattutto dal fatto che io ho investito molto in questo rapporto a partire dalla fiducia (tradita in passato da un altro uomo), all’amore (gli e lo dimostro in qualsiasi modo ma per lui sembra che non sia mai abbastanza). A questo punto la mia domanda è: dove sbaglio? Perché tutti si comportano con me allo stesso modo?
La ringrazio per l’attenzione
Sonia
Senza rendercene conto noi ripetiamo quei comportamenti appresi durante l’infanzia e non avendo altri riferimenti li riproponiamo anche da adulti.
Ad un certo punto ci rendiamo conto di quanto questi siano dannosi, molti non volgiono comunque cambiare, lei invece sta facendo il passo più difficile ma risolutivo che è quello di giudicare: valutare la sua vita e giudicare gli uomini della sua vita, le manca solo il passo successivo, quello di liberarsi da questo sistema che la danneggia e che le fa incontrare solo persone sbagliate (che inconsapevolmente ricerca).
Non perda la speranza di riuscirci e se vuole sono a sua disposizione, per motivi di privacy le ho risposto privatamente
… e grazie del complimento
A presto
Marilena
Buongiorno,
ho letto con interesse il suo articolo e le faccio i miei complimenti.
Fino a un anno fa non sapevo niente di narcisismo perverso, maligno… ma fino a un anno fa pensavo di essere figlia di un padre con un gran brutto carattere. Sia lodato internet!
Sono figlia unica e sin da piccola ho iniziato a odiare mio padre. Fino all’età di 4 anni sono stata in collegio e i pochi ricordi che ho di quel luogo sono bellissimi. Poi é iniziato il calvario. Ormai ho 50 anni e i ricordi sono frammentati e praticamente tutti negativi. Ricordo lui che mi obbligava a fare cose che non mi andavano, a rispondere solo se interpellata, a “rigar dritto”. I veri problemi sono iniziati con la crescita. Io non volevo piegarmi e volevo avere diritto di risposta e questo per lui era motivo per picchiarmi. Mi picchiava con la cinghia. Chiedeva a mia madre (completamente succube di lui) di andare a prenderla. Forse voleva coinvolgere qualcun’altro in questo sporco metodo per raddrizzarmi e sentirsi meno colpevole. Chissà? So solo che ho tanto sofferto con un padre del genere. A mia madre, credo, é andata peggio. Lei la umiliava appena ne aveva l’occasione, ma il tutto era cammuffato da gioco goliardico dove gli altri erano spettatori divertiti.
Quando andavo alle elementari ero talmente sopraffatta che pensavo che tutti i padri picchiassero i loro figli e lo scoprire, poi, che non era così è stato doloroso. Ma non è stato doloroso scoprirlo quando ero bambina. Lo è stato l’anno scorso quando, dopo un’altra lite con lui per cose apparentemente stupide, mi sono messa ad indagare in rete. Lì c’era il nome per la patologia di mio padre. Mi si è aperto un mondo terribile e al tempo stesso consolante. E’ orribile leggere di figli trattati come bestie ma, nello stesso tempo, non ti senti sola. Le persone che ho conosciuto durante la mia vita non avevano di questi problemi con i loro genitori, anzi. Me ne sono sempre guardata bene dal parlarne. Mi vergognavo e mi sentivo un’outsider. Una sfigata che non ha avuto dei genitori fantastici come li hanno avuti altri. Ogni volta che mi chiedevano dei miei in realtà parlavo di mio padre perchè mia madre era una donna buona ma inesistente, succube di mio padre. Non ricordo che mi abbia mai difesa o che sia venuta a consolarmi dopo che lui mi aveva picchiato. Anzi mi diceva “perchè l’hai fatto arrabbiare?”, “tu non sei capace a prenderti con tuo padre”. Ma era anche lei una vittima e questo l’ho capito tanti anni dopo. Ogni volta mi convincevo che ero io sbagliata e con un carattere di m**da (come mi si é sempre fatto credere e continuava a ripetermi) e andavo a chiedergli scusa, mi dava la possibilità di dargli un bacio sulla guancia, come fosse stato un premio. Non ricordo lui lo abbia mai fatto. Ho iniziato ben presto a raccontare bugie e tenergli nascoste le cose che facevo. Vien da sé che a volte mi sono anche messa nei guai, senza la figura di guida ma con la figura del controllore/padrone ben presente. Le rare volte in cui gli chiedevo qualcosa lo vedevo gongolare, godere. Io non sapevo ancora che mi avrebbe detto di no ma lui lo sapeva. Non argomentava mai i suoi no, era così e basta. Oppure trovava un pretesto stupidissimo per dirmi di no.
Ho un tentativo di suicidio mascherato da una voglia immensa di trasgredire. Mi ricordo che mi fece il terzo grado: “perchè l’hai fatto? Non ti abbiamo fatto mai mancare niente” e così via. Ho dovuto dirgli che volevo sballarmi e che non mi ero resa conto di quello che stavo facendo. In gran parte era anche vero. Poi mi sono messa il cuore in pace ed ho aspettato il giorno in cui avrei avuto 18 anni per andarmene di casa. Eh, purtroppo ho poi scoperto che l’unico modo per uscire di casa era sposarmi. A 18 anni ho conosciuto un bravo ragazzo e a 19 anni l’ho presentato ai miei. Ero terrorizzata al pensiero. E ne avevo ben donde perchè mio padre ha iniziato a dare fuori di matto, voleva ritornare al paesello (eravamo emigrati all’estero) e così farmi sposare uno di là. Poi si vede che al lavoro tutti quanti devono avergli detto cose del tipo “ma basta che sia un bravo ragazzo e che le voglia bene” e lui ha poi acconsentito ad incontrarlo. La seconda o terza volta che lo portai in casa mi ero assentata un momento per andare in bagno e quando sono uscita sento mio padre che gli diceva “Guarda, non m’importa se te la chiavi…”. Io sono rimasta senza respiro, avrei voluto sprofondare. Ma questi ricordi orribili sono arrivati tutti l’anno scorso. E’ come se un fiume in piena di ricordi mi avesse investita. Avevo relegato tutti questi ricordi chiusi a doppia mandata dentro un cassetto della mia memoria.
Una volta sposata é iniziata la mia libertà e la notizia più bella in assoluto é quando lui mi ha detto “ora che sei sposata noi ritorniamo al paese”. Non ci potevo credere!! Libera del tutto. Più o meno. Le ferie bisognava passarle da loro. In nove anni che sono stata sposata siamo andati solo due volte in un’altra località che non fosse il paesello perchè era dovuto, era ovvio andare da loro.
I problemi veri sono ritornati quando io ho divorziato e ho incontrato il mio attuale marito e che lui non ha mai potuto vedere. In questi anni ha sempre avuto nomignoli che lui trovava divertenti ma a me faceva andare il sangue alla testa. Quando mia figlia aveva pochi mesi siamo andati a trovarli per fare conoscere la nipote ed io non so, forse complice il clima disteso, creato anche dalla presenza della nipotina, forse ero io che pensavo di essere finalmente cresciuta e indipendente… non so… ho affrontato il discorso con lui delle botte che mi dava e la sua risposta mi ha completamente spiazzata: “Io non ti ho mai picchiata”. La rabbia e l’incredulità hanno iniziato a farsi strada e quando lui ha usato ancora il suo nomignolo preferito nei confronti di mio marito gli ho detto “Ma vaffanculo!” . Mancavano due giorni alla partenza, ricordo. Lui per questi due giorni non si faceva mai vedere, solo a pranzo e a cena, senza parlare. Usciva in macchina e stava fuori tutto il giorno oppure stava in giardino pur di non incontrarci. Il giorno della partenza non é neanche venuto a salutarci. Mia madre continuava a chiederci “ma andate da lui, parlategli”. Ci faceva sentire in colpa e ci é anche riuscita. Per quasi due anni non l’ho sentito. Sentivo mia madre che mi ripeteva sempre la stessa cosa “ma perchè non gli chiedi scusa?”.
Il senso di colpa era enorme, mi faceva stare tanto male così, alla nascita del mio secondo figlio, dall’ospedale l’ho chiamato per dirgli che era nato il suo nipote e così abbiamo riallacciato i rapporti.
In questi anni i nonni non sono mai stati presenti nelle nostre vite a parte mia madre che era la più interessata ma… qualche telefonata e via. A Natale e per i compleanni c’erano regali per loro ma solo perchè glieli facevamo noi genitori e dicevamo loro che erano da parte dei nonni. Poi mia madre si é ammalata e mio padre ha dovuto prenderla a carico. La situazione attuale al momento é che mio padre si é fatto, in tutti questi anni, il vuoto intorno. Ha litigato con tutte le sue sorelle, ha litigato e fatto litigare mia madre con i suoi fratelli. Sono soli. A me dispiace per mia madre che si sarebbe meritata una vita piena d’amore e di rispetto. Ora é giusto che con tutto quello che lui le ha fatto passare faccia il badante. E’ più di un anno che non lo sento e sento terrore e rabbia al solo pensiero. All’inizio ci scriveva email piene di disprezzo verso mio marito, a suo dire l’unico colpevole della discussione avuta (in realtà ha fatto di tutto per parlare e spiegarsi e fare da paciere). I sensi di colpa sono sempre meno perchè ho realizzato che io ho sempre fatto di tutto per andargli incontro mentre lui mi ha rovinato la vita. Quest’uomo é stato un mostro. Per fortuna che sono una persona equilibrata e che ho incontrato solo persone di valore nella mia vita. Mio marito é una persona eccezionale e ho due figli fantastici. Il pensiero di rivederlo, probabilmente al funerale di mia madre, mi fa stare malissimo. Se fosse per me non lo vorrei rivedere né sentire mai più. Vorrei che qualcuno mi chiamasse per dirmi “tuo padre é morto”.
Le sofferenze della vita non si possono dimenticare solo perché sono cambiati i ruoli ed adesso quei genitori abusanti si trovano in condizioni di malattia e di bisogno, in fondo si raccoglie quel che si semina , ed è giusto che sia così.
Se ha bisogno del mio aiuto sono a sua disposizione, per qualunque cosa, mi contatti privatamente via mail.
Grazie della sua storia perché possa aiutare altri ad uscire da un guscio di sofferenze per comprendere che il mondo fuori è diverso e si può essere felici e soddisfatti ci ciò che si ha e delle persone valide che ci circondano.
Marilena
La ringrazio molto per la risposta e grazie anche al suo sito che permette alle persone come me di poter appurare che non siamo soli e che c’è qualcuno che ci capisce. I miei grandi problemi sono la paura e il senso di colpa. Perchè toccare i genitori è considerato abominevole mentre si passa moltissimo su quello che loro hanno fatto a noi. Insomma, mi uccide leggere e sentire ovunque “sono sempre i tuoi genitori”. Io in questo periodo non voglio dimenticare niente e desidero confrontarmi con altre persone, per dare corpo a tutto questo. A volte ho l’impressione di aver ingigantito tutto e che in fondo non esiste nessun problema, solo nella mia mente.
Non si deve sentire in colpa per quel che prova, ma imparare ad analizzarlo e comprendere l’origine per poi trovare il modo di eliminarlo o raggirarlo.
Ogni nostro disagio è un problema che dobbiamo ascoltare, indipendentemente dal’opinione degli altri che rimangono sempre degli estranei al nostro sentire.
Nel caso avesse bisogno di me le ho risposto privatamente.
In bocca al lupo per la sua rinascita come persona indipendente da tutto
Marilena
mi chiamo Isa sono figlia di padre narcisista e sono cresciuta in una famiglia disfunzionale, ho 40 anni due figli e da un paio di anni ho dato finalmente un nome ai miei problemi. Non parlo con mio padre mia sorella e mio fratello da quasi un anno, ho capito che é inutile, tanto non mi ascoltano. Io sono la cattiva, l’ingrata e la vittima che si fa solo film. Ad oggi non ho ben chiaro se mia mamma è solo vittima e succube o anche complice. La mia infanzia e adolescenza sono lastricati di proibizioni e liti e i miei problemi sono diventati enormi quando ho conosciuto l’uomo che poi ho sposato: mio padre l’ha odiato da subito e mio fratello ha contribuito a peggiorare le cose . Raccontare la mia storia é impossibile,troppo lunga, quel che so con certezza é che non ne so uscire…. Vivo all’estero da un anno ma il mio passato mi perseguita con attacchi di panico in autostrada e enormi sensi di colpa e ciò che mi fa più rabbia é la consapevolezza di essere nel giusto oltre alla certezza delle mie capacità anche lavorative. Più che una condivisione, penso sia uno sfogo perché all’estero non saprei ne a chi rivolgermi ne farmi capire alla perfezione.
Le ho risposto privatamente cara Isa, per tutelare la sua privacy e per fornirle il mio aiuto.
A presto
Marilena
Leggendo l’articolo e i commenti mi ritrovo in molti dei punti descritti. È un anno che ho dato un nome alla vera causa di molti problemi che ci sono stati nella mia famiglia.
Mio padre narcisista anaffettivo, senza empatia, perfezionista, cinico, svalutante, ipercritico, sarcastico e drogato di lavoro (per lui esiste solo quello e il cibo).
Mia madre dipendente affettiva, manipolatrice, piena di paure, ingenua e che elemosina sempre briciole di “pseudoamore” quando avrebbe la forza di pretendere molto di più e che per spirito di sopravvivenza ha sempre alimentato e soddisfatto ogni singolo capriccio di mio padre, con l’autoscusa di non aver avuto una famiglia sulle spalle.
Io il più piccolo di tre fratelli, con problemi di salute fin da piccolo, ma tanta forza di volontà che mi ha permesso di vincere molte battaglie. Io che pur di sentirmi accettato e amato ho finito per diventare come “volevano loro”, cercando di soddisfare ogni loro capriccio o aspettativa, cercando sempre di essere all’altezza, finendo per essere messo in vetrina su un piedistallo sempre più alto, da sfoggiare con parenti, amici e colleghi. Ma di tutto ciò non ero mai felice, perchè più dimostravo e meno ricevevo e più dovevo impegnarmi, ma sopratutto ero sempre meno spontaneo, non ero felice e non mi sentivo libero di esprimermi, anche oggi, per paure che oggi vedo come irrazionali ma che mi condizionano ancora.
Negli anni, ho represso me stesso sopratutto la mia rabbia, finchè un giorno dopo un brutto evento, mi sono reso conto che non ero amato per ciò che ero, ma solo per ciò che oggi definirei “rifornimento narcisistico”. Da li la rabbia è venuta fuori piano piano, finchè evento dopo evento non son finito per scoppiare e sfogarla su me stesso, finendo per autodistruggermi e facendo terra bruciata attorno a me. Il tutto grazie all’incapacità della mia famiglia e di chi mi stava vicino, di comprendere che avevo un problema più profondo di ciò che vedevano.
Mi hanno “salvato” in tempo, ma in realtà è stato proprio mio padre a darmi il colpo di grazia e portarmi fino a quel punto, perchè nel suo egocentrismo e incapacità di ascoltare e comprendere ha pensato solo e soltanto ai suoi di sacrifici, sfogando a male parole e minacce la sua rabbia di cui tutti in famiglia hanno sempre avuto timore… Ma forse sono più consapevole del fatto che se non mi avesse fermato, sarebbe crollato l’intero castello che in tutti questi decenni aveva creato insieme alla sua maschera.
Dopo un anno di psicoterapia mi sono ripreso quasi completamente, ma più che altro è stata la mia voglia di rivalsa, di non darla vinta a loro e a chi mi ha pugnalato alle spalle nel momento più buio della mia vita, riuscendo a concludere anche l’università.
Ma sopratutto ho una nuova consapevolezza, ora che ho tutti i pezzi del puzzle al loro posto, ora che ho dato un significato a tanti comportamenti distorti, mi sento sollevato in parte e meno responsabile dei loro comportamenti.
Ma la capacità di instillare sensi di colpa e di vergogna e paure da chi è affetto da narcisismo/dipendenza affettiva è davvero difficile da rimuovere e mi condizionano molto ancora. Sopratutto se come me si tende all’isolamento e a non fidarsi più di nessuno.
Ho cercato più volte di parlare con mio padre del suo problema, ma a quanto pare lui è perfettamente consapevole di ciò che è e non ha intenzioni di cambiare, e da quando ho frantumato la sua maschera cerca sempre di evitare discussioni e mi evita in generale, più che altro perchè l’ho colpito nei punti nevralgici e quindi mi tratta con il “silenzio forzato”.
Mia madre ha compreso la situazione, ma non farà nulla in ogni caso, ormai non so se considerarla vittima o complice opportunista.
E dei miei fratelli è come se non esistessi più da anni, ma non sono io a dovermi riavvicinare specie dopo il trattamento subito da parte loro. Forse è la cosa che mi fa più male e che mi condiziona molto anche dal trovare la mia indipendenza economica altrove, non mi va di voltare le spalle come hanno fatto loro. E invece hanno approfittato della mia caduta per alzare un muro anche verso di me.
Ora ho solo tanta voglia di raggiungere l’indipendenza economica, ma difficile con i tempi che corrono, e penso che sia anche un enorme problema che ha amplificato enormemente i problemi di questo genere.
A chi leggerà voglio dire di abbandonare ogni aspettativa nei confronti di queste personalità, non sperate di cambiarle, piuttosto sfruttate la rabbia in un primo momento per reagire e cambiare voi stessi e sganciarvi da queste dinamiche, andatevene se ne avete la possibilità, altrimenti circondatevi più che potete da persone dinamiche e positive, senza cedere alla voglia di restare soli e di annullarsi. E in seguito sganciatevi dalla rabbia. Il perdono invece, credo dipenda tutto da quanto uno abbia sofferto.
E a chi ha il terrore di diventare come i propri genitori narcisisti, se voi sarete presenti e darete vero affetto, amore incondizionato, comprensione e ascolto, a partire da voi stessi, sarete già persone migliori di loro e avrete spezzato le catene generazionali di queste patologie.
Grazie Stefano, per la tua storia perché possa dare la speranza a chi sta vivendo la medesima situazione a comprendere che c’è sempre una via di fuga e di salvezza e grazie anche per le tue parole di conforto.
Ti auguro di trovare presto quello che ti manca, il passo più difficile l’hai già fatto, ora quello che farai sarà soltanto per te stesso e nulla verrà più sprecato.
Marilena
Buonasera dottoressa,
grazie per il suo interessante articolo. Sono una donna separata con due bambini meravigliosi di 9 e 7 anni. Tre anni fa è stato l’anno più scioccante della mia vita perché ho scoperto che mio (ormai ex) marito e padre dei miei figli era inequivocabilmente un narcisista perverso. E’ successo tutto in poche ore, nelle quali ho scoperto che sotto la maschera di marito perfetto che tanto mi amava si nascondeva in realtà il mio peggior nemico. Nonostante la totale disperazione (mi è venuto di tutto: febbre alta, emorroidi, tremori, inappetenza totale, insonnia…) la lucidità non mi è mai venuta meno e, avendo avuto una madre con disturbo di personalità borderline, mi ci sono volute poche ore di ricerca per capire che si trattava di un disturbo di personalità, anche se leggermente diverso. Mi sono immediatamente separata e ora siamo per vie legali molto, molto brutte. Io inizialmente sono riuscita a farmi firmare un assenso per andare a vivere a due ore di distanza con i figli (non è stato difficile, mi aveva talmente manipolato per anni che era certo che sarei tornata a casa in breve tempo), ma ora il problema oltre che a me resta più grosso ai figli… Io non ho detto loro una parola sul padre, ho giustificato la separazione con un semplice “mamma e babbo sono più felici se vivono lontano”. Lui inizialmente faceva come sempre, cioè coi figli ci stava poco o niente, quindi tutto sembrava si fosse calmato. Poi quando ha saputo che avevo un nuovo compagno si è scatenato l’inferno, quindi con le sue tipiche tecniche subdole non fa altro che screditarmi agli occhi dei figli, fa fare loro una vita assurda di chilometri e chilometri, li seduce (come faceva con me) con parole dolci, frasi a effetto, attività, vacanze. Non stanno fermi un minuto e tornano stravolti. Ha smesso di lavorare ed è sempre qui per un motivo o per l’altro. Davanti al giudice fa la parte della vittima dicendo che io gli impedisco di vederli (sono stati con lui una media di 112 giorni all’anno, negli ultimi due anni!!!), quindi ha ottenuto di venire qui e due giorni a settimana e portarli a dormire in albergo e anche se loro sono contentissimi di vedere il padre, sono sempre stanchissimi e si ammalano spesso. Adesso ho chiesto una CTU al Tribunale, ma non so se verrò creduta, cercherò di non parlare di narcisismo, di farceli arrivare da soli alle conclusioni, ma non è facile. E poi mi domando se alla fine ce la farà davvero a screditarmi, come si ferma questa guerra in cui i figli sono solo armi per vendicarsi di me, come cresceranno, se si renderanno conto e avranno uno shock immane, o se non se non se ne accorgeranno mai perché riuscirà a farli diventare come lui. E certe volte la tentazione di dire loro la verità sul padre per metterli in guardia è fortissima, salvo poi rendermi conto che farei loro solo del male perché sono piccoli e non hanno la scorza per affrontare una simile assurda realtà, a malapena ce l’ho io. Perdoni lo sfogo, ma sono davvero tanto, tanto preoccupata…
Vista la sua questione delicata mi sono permessa di risponderle privatamente, dandole anche dei consigli.
Ribadisco qui che se ha bisogno di aiuto o di consigli mirati mi può contattare in qualunque momento via mail.
A presto
Marilena
Buongiorno dottoressa. Articolo molto interessante. Credo di avere un compagno, padre dei miei due figli di 8 e 5 anni che rientri nel profilo del narcisista manipolatore. Purtroppo io sono innamorata di lui e nonostante veda e capisca che non è sano quello sta facendo a me non riesco a staccarmi. Sono stata in terapia per imparare a gestire le mie reazioni ai suoi momenti di accuse o di silenzi assoluti. Ho imparato a gestire alcune situazioni ma sembra che ultimamente il suo livello di pretese si stia alzando sempre di più. Non rispondere, non parlare, non contraddire…… Non so più cosa fare. Ho la sensazione di non poter vivere senza di lui ma so che così ci faremo male tutti, bambini compresi…
Troppo spesso, inconsapevolmente per i genitori, i figli diventano lo strumento ideale per farsi la guerra, col rischio che siano loro ad uscirne più traumatizzati anche se non palesano i loro disagi per non ferire ulteriormente i genitori e non peggiorare la situazione, ma accumulare non significa risolvere, e nemmeno lei deve essere cauta perché i diritti per essere fatti valere richiedono voce grossa e decisioni ferme.
Come allo stesso modo deve bencomprendere quelle che sono le sue scelte, e non di altri, e saperle portare avanti.
Se vuole il mio aiuto, anche a condurre la situazione legale, meglio di un avvocato (io non ho interesse a dilungare le causa per procurarmi uno stpendio fisso, inoltro ho molta esperienza sia in questo che in altro campo legale, meglio di tanti avvocatucoli che nella mia vita ho incontrato proprio per aver fatto il Giudice per 15 anni!) sono a sua disposizione, mi contatti via mail, così potremo parlarne con tutta la pivacy del caso: info@marilenacremaschini.it
A presto
Marilena
Cara Marilena…3 giorni fa è stato il mio compleanno…e ho litigato con i miei….io ero tesa perche si avvicinava una prova di lavoro..Sono disoccupata da due anni. E staccarmi da mia madre ora mi diviene impossibile la forte tensione mi ha provocato un giramento di testa. Un blocco respiratorio e ho dovuto chiamare l’ambulanza. Avevo ansia e stavo per cadere a terra e ho chiesto a mio padre un passaggio in ospedale…lui mi ha detto no..ho chiamato il 118 e mi son fatta venire a prendere. Mi han solo misurato la pressione….avevo il battito cardiaco accellerato. non mi hanno prelevato sangue,mi hanno lasciata a tranquillizzarmi in sala d’attesa. I miei son venuti li…senza darmi il tempo di riprendermi.Mi hanno trascinata a casa come se io fossi un pacco. E poi mi hanno assalito a parolacce.poi mi hanno voluta punire lasciandomi sola nel giorno del mio compleanno. Ora sono distrutta e la prova…va in fumo…
Il suo Laura è stato un puro attacco di panico, ma quello che mi spaventa è la gabbia in cui i suoi genitori la costringono e la maltrattano.
Se vuole il mio aiuto sarei molto felice di poterla aiutar a liberarsi da tali catene non solo fisiche ma sopratutto mentali.
Mi scriva privatamente via mai
A presto
Marilena
Salve dottoressa,sono arrivato a questa pagina cercado su internet un confronto,per vedere se c’erano altre situazioni come la mia e ho pensato di lasciare uno sfogo …Dunque non so da dove iniziare… Io ho 31 anni e sono cresciuto con o forse sarebbe meglio dire “sotto” quel tipo di genitori che ben descrive. In particolare da quando ho messo piede a scuola la mia vita si è trasformata in un incubo: dovevo rendere,rendere, dare soddisfazioni e reggere il confronto con gli altri. Per me fu un’esperienza traumatica perchè mi ritrovai in un ambiente di “genietti” confronto ai quali io non ero all’altezza, ma per i miei genitori il rendimento scolastico e le soddisfazioni da esibire sono state sempre un chiodo fisso,una ragione di vita, e se non ce la facevo ad essere conforme ai canoni di pefezione erano guai per me! Addirittura se prendevo un brutto voto chiamavano il pediatra che li rassicurava sul fatto “che avevo un grande intelligenza e che un gorno sarei esploso dandogli soddisfazioni”…e non potevano mancare le vitamine che mi dovevano “dopare”… Un po’ me la sono sempre cavata in italiano, ma quella è stata diciamo anche una sorta di appiglio,sul quale i miei si sono fissati ed hanno deciso quale carriera dovevo fare da adulto,ma ci torno dopo magari…Per non parlare del periodo delle medie in cui ebbi un calo…è stato un peccato da espiare negli anni successivi…
In particolare mia madre è una casalinga frustrata,che ha sempre incolpato la nonna della sua situazione, poichè a suo dire non l’avrebbe fatta studiare dopo il diploma per “emanciparsi”,che la obbligava a fare le faccende domestiche e non poteva prendere oltre il 7 a scuola,ecc… dunque mi ha sempre assillato con lo studio ed il diventare qualcuno,mi ha sempre imposto di studiare per il suo personale riscatto, ed ha istigato nei miei confronti mio padre,persona rigida,autoritaria,punitiva e cocciuta.
Per quanto riguarda mio padre,posso dire che è un uomo autoritario, che “sogna per i figli”, per lui il confronto coi vari sggetti del paese è basilare,non ascolta mai,spia di nascosto tutto ciò che faccio, deve ostentare per forza “che in figli sono bravi” per farsi vanto,se ci sono problemi invece racconta a tutti che i figli “gli danno problemi” e mi sono ritrovato finanche persone estrane in strada a domandarmi dei fatti miei e farmi predicozzi…Poi lui è stato sempre molto violento a livello verbale: insulti,tante critiche, offese,rimproveri su tutto,paragoni con altri soggetti,minacce economiche,musi lunghi mantenuti per mesi,silenzi, sono state sempre lo strumento con cui mi ha piegato al volere suo e della mamma. In più mi ha sempre umiliato perchè non ho mai avuto successo con le ragazze e ha fatto forti insinuazioni addirittura sulla mia identità sessuale. Per non parlare delle tante regole stupide e coprifuochi con cui mi ha sempre isolato dai miei coetanei.
Io ho sempre pensato da piccolo di meritare certe cattiverie,che se facevano così la colpa era mia, perchè “facevo schifo” e quindi mi sono sempre districato tra tentativo di accontentarli e una situazione di impotenza ed inadeguatezza che mi ha sempre segnato tanto.
In particolare come le dicevo il fatto che andassi meglio nelle materie “umanistiche” è stato l’appiglio(tenuto conto del parere vincolante dei professori nei confronti dei quali hanno sempre nutrito una venerazione maniacale)per impormi una facoltà a loro congeniale: giurisprudenza, anche se alle superiori avevo fatto il tecnico perchè dicevano che dopo trovavi lavoro(il lavoro mi serviva per scappare dalla prigione domestica). Io volevo prendermi una pausa,guardarmi intorno,ma dovevo studiare, mai sia che il loro figlio non andava all’università, che se no poi cosa dicevano ai genitori degli altri ragazzi bravi quando li incontravano al supermercato…
Mio padre mi disse: o ti laurei o prendi l’ape di tuo nonno e vai a vendere frutta perchè non ho nulla da darti! Mia madre piangeva istericamente e diceva che se non andavo all’università “mi fossilizzavo”.
Dopo tanti anni fuoricorso e un brutto esurimento nervoso(disturbo ossessivo-compulsivo e depressione a dire dei medici dovuto ai loro atteggiamenti opprimenti)mi sono laureato come tanto loro desideravano…pensavo che sarebbe tutto finito e che comunque il pezzo di carta mi avrebbe aperto, nonostante tutto, la via dei concorsi,ma invece no… Dopo la laurea sono iniziate le punzecchiature e le spinte,”le parlate” coi paesani “per dove dovevo fare la pratica” e così ancora una volta, senza rendermene conto ho ceduto ai loro voleri,anche se apparantemente la scelta l’avrei fatta io…scelta infausta,che mi fa sentire male,progioniero,sfruttato da matina a sera senza retribuzione alcuna e tutto per la gloria di mamma e papà che possono dire che il loro figliolo(a 31 quasi 32 anni)fa una cosa importante(si ma dove?..)
Mi sento prigioniero,vorrei solo scappare da questa vita,ma non ho un lavoro vero,quello che faccio non mi permette di guadagnare alcunchè,e mi viene da piangere ora che capisco di essermi fatto sempre manipolare da loro, dai ricatti economici,dalle sceneggiate domestiche nel momento in cui dicevo un no…Mi sento davvero morire dentro e non so cosa potrei fare per iniziare finalmente a vivere e prendermi la felicità che mi è sempre stata negata dalla famiglia. Scusi se ci sono errori o tratti poco chiari,ma davvero non saprei come fare per scrivere tutto,eppure vorrei solo essere felice ed avere una vita mia lontano da questo paesino del sud che ben si presta alle loro fisse vista l’assenza di lavoro…
Grazie…
Mi dispiace Riccardo per questa tua situazione….
se vuoi parlarne, sfogarti, avere dei consigli ed un supporto anche per trovare una nuova strada da percorrere ed una vita diversa, contattami privatamente via mail, ti assicuro che una soluzione c’è sempre, non ti dico che sarà facile o indolore ma c’è, basta solo avere il coraggio e la forza di cambiare il sistema a cominciare da dentro di noi, perché se noi siamo forti dentro nulla ci può ferire e nulla ci può limitare.
Spero a presto
Marilena
La ringrazio per la sensibilità che mi ha dimostrato. Purtroppo è tutto difficile ed accorgersi ad un certo punto della tua vita che sei stato sempre il fantoccio di qualcuno,beh fa male,ti senti anche arrabbiato con te stesso. A volte penso che se fossi stato più forte ed avessi fatto scivolare addosso tutto, fregandomene delle reazioni e delle critiche dei miei tutto sarebbe stato diverso… E purtroppo non nego di sentirmi in conflitto dentro di me…di sacrifici per arrivare al pezzo di carta, anche se la cosa mi è stata imposta con tecniche degne del KGB, ne ho fatti tanti e li ho fatti tutti io, nonostante tutto fosse più grande di me ed anche se alla fine non voglio fare quella carriera da loro tanto desiderata vorrei comunque spendere quel titolo. Questo è forse anche l’elemento che arrivato a questo punto mi frena nelle mie scelte e mi porta a vivere come un quindicenne, anche se di anni ne ho più del doppio…valuterò se scriverle in privato magari. GRAZIE ANCORA
Non gettare quello che ti sei guadagnato e cerca di fare, se possibile, il lavoro che ti piace, che ti appaga.
Incomincia dalle piccole cose a conquistarti il tuo spazio, il tuo modo di essere e di vivere.
Piccoli passi sono come dei mattoncini e con quelli si costruiscono le case, per questo ti dico non arrendenrti e fai sempre qualcosa anche per te oltre a quello dovuto, alla fine qualcosa ti rimarrà.
Purtroppo la necessità delle carriere lunghe, che richiedono dopo il titolo una pratica o tirocinio, ti costringono a viveve come un eterno quindicenne, come dici tu, perché spesso sono gratuiti e questo ti impone di rimanere in quella casa, ma non mollare lo stesso, vedrai che alla fine ne sarà valsa la pena.
Se vorrai sai come raggiungermi ed in bocca al lupo qualunque sia la tua scelta di vita.
Marilena
Voglio morire!!!
Purtroppo sono stanco di tutto! E inizio a pensare che tutte le associazioni hanno solo fine di lucro! Perché nel momento in cui si trovano ad ascoltare situazioni dove, sul serio, vi è bisogno di aiuto e che quindi vi è un lavoro da fare… tutte e dico tutte si tirano indietro! Essere figli unici di queste realtà non è semplice. E purtroppo delle volte quando si matura l idea che i propri genitori non hanno un anima è troppo tardi! Scopri di essere un insetto nella tela di due ragni velenosi! Ogni tentativo di dialogo è inutile! Come secondo me anche dopo il suicidio avranno da ridere per discolparsi! Io sono stanco! E dico basta! Seguite e diffondete questi argomenti nelle scuole per salvare vittime di una realtà a mio avviso molto diffusa!
Caro Rocco,
rispondo alla tua prima affermazione: le associazioni dovrebbero fornirti aiuto gratuitamente, altrimenti verrebbero meno al loro scopo, ma come sempre i consulenti che vi lavorano non possono farlo gratuitamente, nessuno lavora gratis, ecco perché anche lì le possibilità di aiutarti sono limitate ma comunque un sostegno ti è dovuto, se non è così dovresti segnalarlo alla sede centrale.
Per quanto mi riguarda io sono una professionista, quindi il mio sostegno è necessariamente sostenuto da un compenso, altrimenti non potrei lavorare…. anche se non sono onerosa, anzi, ma non posso farlo gratuitamente, ho uno studio ed una vita da mantenere.
Condivido con te che la realtà dei figli infelici a causa di genitori inadeguati è più diffusa di quel che immaginiamo, perché rimane sommersa, e spesso chi ha bisogno non chiede aiuto o non lo fa nella maniera giusta.
I genitori non vogliono rendersi conto delle loro colpe perchè sarebbe un’ammissione di responsabilità e gli insegnati non se ne prendono carico perché hanno già troppi problemi e mancanza di strutture adeguate, in classi sempre più affollate e problematiche.
Una situazione drammatica da cui bisogna uscire non perdendo la speranza e non arrendendosi alle prime delusioni.
Se vuoi il mio aiuto mi puoi contattare via mail: info@marilenacremaschini.it, cercherò di venirti incontro come mi è possibile.
Spero di sentirti presto per aiutarti veramente
Marilena
Stessa situazione di sofferenza e dolore,mi sento senza via di uscita,anzi x di piu senza forze….sn stanco infatti sto chiedendo aiuto dallo psicologo ma ho paura,paura xche sti psicologi a volte nn comprendono le tue problematiche e fanno fare percorsi anche sbagliati…
A volte non è solo negligenza del clinico a causare un percorso che non è esaustivo, spesso occorre cambiare metodo, provare nuovi sistemi fino a quando si riesce ad entrare in contatto perfetto col cliente.
Siamo tutte persone diverse e fatte in modo speciale, questo rende particolarmente difficile trovare la terapia adatta ad ogni persona proprio perché non esiste una persona uguale all’altra.
Provi a parlarne col suo terapista ed a esprimergli le sue titubanze, può darsi che comprenda e che si adatti anche lui, se non vorrà comprendere cambi terapista, vuol dire che il suo metodo non fa per lei.
Non abbia paura a decidere per se stesso, anche oltre i consigli che vengono da uno psicologo.
Spero di esserle stata d’aiuto
Marilena
Gentile dottoressa, mi ritrovo a leggere il suo interessante articolo perchè ho da poco avuto un figlio con una donna che stavo proprio per mettermi alle spalle per via del suo narcisismo (grandioso) che, dopo due anni di sconfortante senso di smarrimento, oppressione emotiva ed erosione empatica, ero riuscito ad individuare e conoscere. Non avevo infatti mai approfondito l’argomento fino ai miei 37 anni. Ho dovuto ammettere a me stesso chi avevo davanti e soprattutto chi sono io e quali i miei tratti anch’essi narcisistici, ma di tipo complementare, o co-dipendente. Non mi dilungo troppo su tutta la vicenda ma il suo articolo mi ha fatto da guida su due preoccupazioni fondamentali e sulle quali da troppo tempo ormai rifletto.
La prima: la famiglia di origine. Nonostante lei si lamenti spesso dei suoi genitori e della sorella per via del loro sguardo giudicante e svalutante, nonostante abbia tutte le condizioni e gli strumenti per avere una vita autonoma e libera da queste strutture soffocanti, continua a non staccarsi da loro che credo l’abbiano manipolata attraverso i primi 4 tipo di controllo in elenco nel suo articolo. Loro, “facoltosi”, non le hanno mai “fatto mancare nulla” e lei, in preda immagino a fasulli spiragli di ribellione sana, o forse per punirli, ha cambiato città per svolgere gli studi universitari. Li tratta continuamente male, li denigra in pubblico, comanda e da ordini. Loro però agiscono e continuano ad accontentarla nei suoi capricci adolescenziali, fintanto che lei impersoni quello che vogliono. Ora sia lei che la sorella hanno una casa pronta e fresca proprio…di fianco alla loro. Quello che più mi scuote in questo suo intessere il rapporto familiare, è che molto probabilmente lei li tiene buoni e vicini per fini materiali ed utilitaristici. Non riuscirebbe mai a rinunciare alle comodità e agli agi che derivano da questa insana fedeltà familistica.
Anche io sono cresciuto in un ambiente incoerente e probabilmente disfunzionale, ma una volta andato via di casa non ho più accettato che la mia famiglia si sacrificasse per me o pretendesse da me un riscatto sociale troppo carico per le mie esigenze personali. Seppur con fatica e insuccessi di fila, sono riuscito ad affermarmi.
Ed ecco che quindi, al momento del distacco definitivo da parte mia, riesce ad “estorcermi” il mio ora tanto amato bambino. Lasciando stare il dolore che questa mia situazione adesso mi porta (una vita fuggendo dalla forma imposta dai miei e per finire in una vita legata a quella che dovrebbe aderire all’immagine della vita di un’altra) , e per il quale ho deciso di intraprendere un percorso terapeutico, mi vorrei soffermare sulla seconda preoccupazione: la reazione di mio figlio ad una figura narcisistica patologica e la mia responsabilità nei suoi confronti. In questo momento, in cui continuo a pensare che la cosa migliore per tutti sarebbe quella di dare una fine a questa dolorosa relazione (per svariati motivi sui quali non mi soffermo anche se avrei voglia di scrivere i dettagli di quasi tre anni di relazione a mio modo di vedere disfunzionale) , qualsiasi decisione sensata io possa prendere, devo rinunciare a qualcosa di molto importante. O la vita quotidiana con mio figlio, o il mio benessere emotivo e sentimentale.
Premesso che ho un forte senso paterno, l’idea di non poter contribuire ad un sano sviluppo di mio figlio, di dargli quella possibilità di crescere in libertà, di aiutarlo ad affermarsi e a rivendicare la sua personalità, mi fa ancora accettare di vivere una vita sentimentale inaccettabile e alla quale non credo vi sia più rimedio se non quello della pacifica coesistenza o di amore amicale. Sono convinto di meritare un amore di tipo più profondo nella mia vita, ma allo stesso tempo continuo a stare in questa non-relazione, in questo amore freddo, ancora una volta per via dei miei sensi di colpa, stavolta nei confronti del piccolo e meraviglioso bimbo.
Come si esce? siamo stati in terapia di coppia fino al parto ed è servita solo a confermare l’assenza totale di empatia e dialogo da parte di lei. Pur coinvolgendomi nella decisione di affrontare la terapia di coppia, manipolava pure quella e non parlava mai di Sè o dei VERI problemi della coppia. Io continuo la mia terapia duale ma il terapeuta, con il quale mi sento molto a mio agio, mi fa parlare ma ho bisogno di strategie vere e proprie.
Spero di poter ricevere un qualche consiglio anche da lei e grazie comunque per questo spazio.
La propongo il mio aiuto in maniera più definitiva ed ampia, non soo sono in grado di darle dei consili legali che spesso gli avvocati omettono per incompetenza o perché non ne traggono vantaggio, ma sopratutto l’aiutterei a liberarsi mentalmente dalla dipendenza di una donna che le ha fatto solo del male.
Mi contatti via mail e sono sicura che troveremo il modo per poterla aiuare: info@marilenacremaschini.it
A presto
Marilena
Gent.ma mi ritrovo perfettamente in qnt da lei scritto. Moglie di un marito narcisista legato a doppio laccio a una madre narcisista a sua volte. Il matrimonio distrutto in 10 anni di invadenze e pressioni su tutto. Anche sulla cura dei miei meravigliosi bambini.
Loro sono piccoli e per qst accetto una situazione da separati in casa.
Sono molto preoccupata per il mio figlio più grande -10 anni- che subisce qst amore totalizzante del padre e le sue manipolazioni al costo di rinunciare a ciò che vuole realmente per nn ferire il papà.
La pregherei di darmi un aiuto, testi da consultare, psicologhi da interpellare, consigli, su come difendere il bambino da una personalità così pericolosa. Aggiungo solo che anche il fratello maggiore di mio marito ha gli stessi problemi e che la totale assenza di empatia in particolare fa più paura in qst triste storia. La ringrazio per il tempo che vorrà dedicarmi.
L’aiuto volenieri cara Ornella, non solo come counselor esperta in tali tematiche, sia per la sua vicenda che della piccola, ma anche come espeta legale, e quindi posso permettermi di fornire un aiuto ad ampio raggio, la contatto privatamente per offrirle diversi preventivi, che poi valuterà, ma come avrà modo di vedere sono molto economici rispetto alla media di qualunque professionista del settore, inoltre le garantisco l’efficacia del mio intervento, ormai collaudato.
A presto
Marilena
Buona sera Dott.ssa.
Questo articolo mi fa salire una rabbia incredibile, perché assolutamente vero.
Sono stata insieme ad un narcisista per 13 anni e abbiamo avuto un figlio.Dopo12 anni e continui tradimenti e dopo un evento molto pesante ( mi ha presa a sberle davanti al bambino) io ho chiamato i carabinieri e ci siamo divisi.
Il ragazzino adesso ha 14 anni e sono passati tre anni dalla nostra separazione. Il ragazzo spesso mi dice che non vuole andare da suo padre ma quando io cerco di appoggiarlo e aiutarlo nel dire al mio ex che il figlio non vuole andare da lui, mio figlio dice che non è vero e pur di non affrontarlo, accetta qualsiasi cosa.
A settembre io e mio figlio ci trasferiremo di città ( il padre naturalmente è al corrente ed ha acconsentito) e il mio ex andrà ad abitare con la sua attuale compagna, con la quale litiga costantemente.
Il mio ex ha preteso che nostro figlio passasse con lui e la sua ex tre settimane di vacanza e in più, lo sta ricattando, dicendogli che dato che lo vedrà molto meno, sarà obbligato a passare con lui almeno tre week end al mese e tutte le feste comandate.
Tra le due città ci sono circa 250 km e mio figlio, teoricamente, dovrebbe prendere il treno al venerdì sera e tornare la domenica sera.
Vorrei che mio figlio, fosse un po’ più forte per rispondergli a tono ma ha troppa paura di una sua reazione e anche di deluderlo.
Io cerco di aiutarlo ma quando mi esprimo in modo non positivo a proposito di suo padre, lui lo difende e dice che esagero e che non è vero.
Ho intenzione di andare da un avvocato per regolamentare la situazione e tutelarci ( non siamo mai stati sposati) ma sono estremamente preoccupata per mio figlio.
Ha qualche suggerimento da darmi a tale proposito?
La ringrazio per l’attenzione.
Sì, ho diversi suggeerimenti da darle anche per la gestione del rapporto genitoriale tra di voi, ma sono questioni delicate che meritano di essere valuate in maniera discreta, quindi soltanto attraverso delle mail personali e non visibili dal pubblico, e previo accordo del preventivo che le proporrò, perché una tale situazione non si risolve con un consiglio di poche righe ma richiede un percorso di valuazione e di predisposizione di soluzioni adeguate, quindi se vuole accettare il mio aiuto, che sono disposta a darle anche sotto l’aspetto legale, mi ricontatti via mail, e vedrà che una soluzione anche molto economica riusciamo a trovarla.
A presto
Marilena
Salve, mia mamma è una narcisista purtroppo, mi ha sempre fatto sentire stupida e ha dato più importanza a mia sorella. Non perde occasione per giudicarmi e per farmi capire quanto ha fatto per me allo scopo di farmi sentire in colpa e in piùha sempre avuto degli scoppi d’ira molto violenti quando reagivo o dicevo che stava sbagliando. Adesso sono fuori casa con il mio compagno e le cose vanno meglio però mi attanaglia un pensiero: ho paura di non essere in grado di amarlo abbastanza. Se non altro sono contenta di non essere diventata anche io una narcisista. La ringrazio tanto per l’attenzione.
Perché non mi scrive così parliamo dell’argomento privatamente?
L’aspetto, la mia mail è: info@marilenacremaschini.it
A presto
Marilena
Buonasera dott.ssa, grazie per l’articolo perché è riuscito a farmi trovare delle risposte alle mie domande e mi ha fatto comprendere che non sono io la sbagliata. Sono figlia di genitori separati. Ho vissuto prevalentamente con mia madre durante l’adolescenza e la separazione con mio padre ci ha legato molto, considerato che sono figlia unica. I miei mi hanno sostenuto nelle mie scelte e mia madre mi ha sempre invogliato a realizzare i miei sogni e ad avere una posizione economicamente stabile (cosa che lei non ha potuto mai realizzare). Ho cominciato a mettere in discussione quel rapporto con mia madre,che credevo di affetto puro e privo di egoismo, da quando mi sono fidanzata e da quando mi sono trasferita nella città del mio ragazzo per continuare gli studi.Da allora mia madre (rimasta nella nostra città) è cambiata, non fa altro che dirmi che ormai mi sono dimenticata di lei, che si sente un peso. La situazione è degenerata da quando si è messa in testa che deve trasferirsi anche lei nella mia stessa città e nella mia casa, non trovando il mio consenso. Io ho espresso delle perplessità poiché abitando in un monolocale in due verrebbero meno degli spazi per me essenziali per studiare ma anche per la mia vita privata. Lei ha cominciato a dirmi che la sto abbandonando, che ormai ho trovato la mia felicità e mi sono dimenticata di lei. Ma la cosa che mi ha fatto più male è stato il ricordarmi che lei non si è rifatta una vita per colpa mia e che è ancora lei a mantenermi economicamente. Mi fa sentire inadeguata, egoista, ancorata a lei a 27 anni. Mi sento come se io non sarò mai libera di poter fare le mie scelte e di crearmi una mia famiglia, perché lei mi ribadisce che è rimasta da sola e che io l’ho abbandonata. Sono avvilita, in questi giorni mi sento vuota perché non so come comportarmi… Se le dicessi di venire mi sentirei legata in una situazione che non voglio solo per farla felice, se le dicessi di non venire lei mi farebbe sentire solo un’egoista e un’ingrata. Dopo anni, ma non per ingratitudine, sono arrivata a pensare che non può tenermi legata a lei per sempre e farmi pagare il prezzo della separazione con mio padre. Non so se lei sia una madre narcisista o sia solo paura di lasciarmi andare. La ringrazio per l’attenzione.
Non credo sia una madre narcisistica, con delle sintomatologie che sarebbero molto evidenti e che lei non mi ha descritto cara Gia, penso che abbia nei suoi confronti una vera e propria dipendenza affettiva, che è entrata in crisi ed ha mostrato tutti i sintomi della privazione dell’oggetto amato quando lei si è allontanata.
Anche le se l’allontanamento era più che giustificato dal desiderio di poter studiare, quindi ambizioso e di sicuro orgoglio per sua madre, non è riuscita a reggere la separazione ed il fatto di non averla più vicina, ogni giorno e di saperla con lei ogni momento.
Se poi considera il fatto che lei è figlia unica di genitori separati, econ tutta probabilità sua madre non è riuscita a rifarsi una vita proprio per la dipendenza che aveva con le persone che componevano la sua prima ed unica famiglia di cui probabilmente non ha mai accettato la rottura.
Il tutto si è riversato su di lei, con una concentrazione massima delle attenzioni, dell’amore ma anche della dipendenza che è fatta di catene e di limiti, che non ha visto sino a quando non ha deciso di spiccare il volo per seguire le scelte della sua vita.
Non ritorni indietro perché è giusto che lei abbia la sua indpendenza ed autonomia, consigli invece a sua madre di rivolgersi a qualcuno per avere un aiuto, potrebbe anche chiamarmi o telefonarmi, in modo tale da farle capire che come ha accettato (se realmente ha accettato) la fine del suo matrimonio e la separazione dal marito deve accettare anche quella della figlia, perché è giusto che lei abbia modo di farsi una sua vita.
Se torna indietro permette a quei meccanismi mentali che stimolano la dipendenza di avanzare con più forza e pretesa ma ora troverebbero le resistenze di una donna che non è più una bambina a non può più concederle di fare la mamma come un tempo e quindi sarebbe un rapporto sempre più conflittuale e frustrante per entrambe.
Se ha bisogno del mio aiuto mi scriva: info@marilenacremaschini.it e vedrò di consigliarla per il meglio
A presto
Marilena.
gentile dottoressa, mio marito è figlio di genitori narcisisti che rientrano in tutto e per tutto nelle dinamiche comportamentali che lei descrive. mio marito é il secondo di due fratelli, lui é il capro espiatorio mentre il fratello anche lui narcisista è il figlio d’oro. mio marito in questa famiglia è sempre stato considerato una nullità, ma la cosa che più mi colpisce avendo frequentato i miei suoceri è l’anaffettività, il continuo disprezzo per mio marito, la continua critica a tutte le sue scelte…una critica a priori e ingiustificata, una sfida per essere sempre in contraddizione con lui e una smania ossessiva al controllo. questo vissuto porta mio marito ad essere più insicuro e più portato alla frustrazione. da quando ci siamo sposati anche io sono stata oggetto di critiche e disprezzo, da parte dei miei suoceri e anche per tale motivo i rapporti si sono incrinati. ora da circa un anno io e mio marito abbiamo drasticamente ridotto la loro frequentazione e mio marito sta meglio ed ha più fiducia in se stesso. a volte però quando qualcosa nn va cm vorrebbe ( a lavoro ad es. ) cade in uno stato di eccessiva frustrazione. secondo lei avendo mio marito vissuto in questa famiglia dalle relazioni tossiche e priva di affetto, dovrebbe iniziare un percorso terapeutico? io lo vorrei perché so quanto soffre e vorrei aiutarlo a capire che lui é solo una vittima. inoltre reputo che entrando in terapia aumenterebbe la propria autostima e potrebbe affrontare con più serenità le difficoltà che la vita ci riserva, senza sentirsi sempre sbagliato. inoltre, posto che per un figlio é difficile accettare di non essere stati amati, come potrebbe conciliare i suoi sentimenti contrastanti verso i suoi genitori? qual è il modo migliore per ” neutralizzarli”? io mi sarei data una risposta, e secondo me la scelta migliore sarebbe allontanarsi definitivamente da loro, per non sentire più quel controllo e quel disprezzo che non mancano mai di fargli mancare. ma capisco che é una scelta molto dolorosa…per questo gli dico sempre di comportarsi con loro come meglio ritiene, senza influenzarlo in tal senso, e dandogli libertà di scelta. attendo un suo prezioso consiglio e la ringrazio per l’attenzione.
Maria Carmela, credo che l’esservi allontanati, ed avete fatto benissimo, non abbia eliminato i legami mentali di quelle sudditanze crudeli ed umiliazioni che suo marito subiva, e capisco come questo abbia ripercussioni sulla sua serenità, compromettendo i suoi rapporti anch edi tipo lavorativo.
Perché non suggerisce a suo marito di prendere contatto con me, scrivermi, aprlarmi, scuramente lo posso aiutare e non sarà oneroso, ma almeno mi piacerebbe aiutare quest’uomo a recuperare la fiducia e la stima in se stesso per portare avanti la sua vita con la serenità che merita.
Nel caso voglia contattarmi lascio la mail: info@marilenacremaschini.it
Spero a presto
Marilena
Come aiuto mio figlio di 7 anni ho affido condiviso cn il padre che e’ stato riconosciuto ad un percorso priva genitoriale pscologico che e” un maniaco del controllo e narcisista patologico.
Dopo anni di violenze pscologiche nei miei confronti sono riuscita ad andare via di casa sua. Ma continua ad insultarmi e danneggiare me e il mimore da anni 4 incontri in tribunale lui 10 avvocati cambiati ma nulla viene fatto x aiutarci?!
Come primo consiglio cara Valentinaa cambi avvocato: non può esistere un affido condiviso con un genitore che soffre di tali grav patologie altamente rischiose per i figli, al massimo può ottenere l’autorizzazione a fare delle visiste controllate in luoghi protetti e sotto stretta asservazione degli assistenti sociali che devono relazionare l’andamento di ogni visita e le ripercussioni degli incontri su figli.
Cambi avvocato e faccia immediata richiesta di sostituire l’affido congiunto con l’affido esclusivo a suo nome e delle visite controllate per il padre.
Tant auguri perché la sua situazione si risolva al più presto
Marilena
Buonasera,
Ho trovato interessante ed equilibrato questo articolo.
Purtroppo ho due genitori con questi problemi, Mia madre è piu accentuato e forse in forma piu grave. Estremamente negativa e pessimista, oltre che dare ordini, molto spesso lo fa in modo astuto e subdolo, prima con una lusinga e poi inizia a dare ordini fino ad avere il controllo su di me. Ho quasi 36 anni e quasi mi vergogno a raccontarlo. Sono stato lasciato da solo da tutti con questo peso. Inoltre l’alternanza dell’umore di entrambi, mi sta causando seri problemi di crisi di identità.
Al lavoro non rendo più, e non provo più entusiasmo per le cose più semplici.
Sono anni che vorrei andare via di casa ma non riesco a mettere soldi da parte.
Faccio un lavoro sottopagato dove spesso ci sono problemi e mancanza di rispetto anche nei miei confronti e spesso non riesco a reagire da un “datore di lavoro” credo anch’esso con problemi di narcisismo.
Da 6 mesi sto studiando il cinese, e forse ogni tanto mi da qualche motivazione in più per andare avanti visto che lo uso per volontariato, anche se credo che lo metterò da parte perchè non ho più le motivazioni. Sono 36 anni che non riesco a staccarmi da questa problematica familiare, non so più a chi chiedere aiuto.
Un caro saluto
Grazie per i complimenti, fanno sempre piacere.
Per quanro riguarda la sua situazione credo che sia arrivato per lei il momento di cambiare le cose e di fare qualcosa di concreto, mi scriva privatamente e vedremo di organizzare un percorso per aiutarla in modo molto economico ed efficace.
Aspetto un suo contatto alla mail:info@marilenacremaschini.it.
A presto
Marilena
Salve dottoressa mi sto separando da mia moglie che ha tutte le caratteristiche di un narcisita manipolatore volevo dei consigli su come salvaguardare le mie due figlie avuto con lei ma che inevitabilmente le verranno affidate grazie luca
I Tribunali caro Lucaora sono obbligati a valutare innanzitutto un affido congiunto, a mano che ci siano dei grossi problemi che ostacolino una decisione del genere.
Mi scriva privatamente e mi parli della sua questione vedremo come affrontarla e quali dritte legali e non suggerirle per aiutarla nall’affido.
A presto
Marilena
Salve dottoressa.
Io non so di preciso a quale categoria appartenga mio padre, probabilmente la peggiore. Ho dei ricordi legati ai miei 4-5 anni dove alzava le mani, mi umiliava in pubblico, non era mai grato di me e dei miei successi. La situazione non è mai cambiata fin quando, purtroppo, mia madre venne a mancare improvvisamente (lei lo odiava, si vedeva lontano km che aveva paura di lui e che stringeva i denti solo per noi, io e mio fratello più piccolo, tant’è che mi ricordo di quando io, bambina, gli chiedevo del perché non potesse separarsi o divorziare), comunque da quel giorno lui parse cambiato. Sembrava che davvero ci tenesse a me, fin quando non mi sono fidanzata. Non ha mai avuto un gesto di ospitalità nei confronti di questo ragazzo, che negli anni si è rivelato esser un ludopatico approfittatore della situazione (purtroppo sono stata una co-dipendente, ma era il primo amore e pensavo all’amore eterno, non so perché ma dentro di me temevo di perderlo anche perché era l’unico a poter accettare la situazione a casa) comunque mio non ha mai voluto aver niente a che fare con lui e questo mi faceva sentire sempre più diversa dal mondo, come tutto il resto. Dopo la fine della relazione suddetta (7 anni) ho sofferto molto forse troppo, mio padre mi è stato vicino per qualche giorno ma sempre sottolineando il suo magico intuito, la sua ovvia ragione preesistente. Poi di nuovo l’inferno, non posso chiedergli qualcosa senza aver timore che si arrabbi e succeda il finimondo, mi sembra sempre di camminare sulle uova. È una vita che ricevo solo insulti e botte, quando a me una carezza sola mi farebbe tornare la voglia di vivere. Ora dice che siamo incompatibili e che non mi vuole più vedere, si è stufato di me e di mio fratello e ha bisogno di farsi gli affari suoi. Ha una compagna e una miriade di amanti, non so con certezza se relazioni fisiche però è sempre al cellulare, pensa solo a quello. So che prima di essere un padre è anche un uomo, ma secondo me lui è troppo attaccato al sesso a livello mentale e fisico. Io non gli voglio bene, ci provo a volergliene, ma mi ha fatto tanto male, anche se apprezzo che mi abbia sostenuta economicamente (ovviamente cosa che sottolinea SEMPRE “se non ci fossi io” “ti ho campato pure troppo” “vattene non ti posso più vedere, né te né tuo fratello” + parolacce annesse. Ho paura di esser diventata come lui, non amo nessuno, ho perso la fiducia negli esseri umani.
Mi contatti privatamente cara Teresa e parleremo non solo del suo problema ma anche di come risolverlo, troveremo il modo, vedrà.
Questo è il mio indirizzo: info@marilenacremaschini.it, può scrivermi anche oggi non importa se è domenica io sono sempre a disposizione di chi ha bisogno di aiuto.
Marilena
Se ha bisogno di parlare, sfogarsi e di essere aiutata ad uscire da questo circolo vizioso e negativo mi contatti via mail: info@marilenacremaschini.it, sono sicura che le sarà di grande conforto e l’aiuterà anche ad uscire da queste dinamiche distorte
Marilena
Buongiorno dottoressa, grazie per il suo articolo chiaro ed esaustivo. Io appartengo alla prima categoria di figli, mi sono sempre opposto scatenando in mio padre reazioni di rabbia e violenza fisica e psicologica costante, vivendo in un ambiente di terrore e gelo per tutta l’infanzia e adolescenza. Ora, all’età di trent’anni, non avendo ottenuto praticamente nulla dalla vita, mi sto aprendo al mondo e sto realizzando profondamente, con paura e timore, che non me ne frega niente di concludere gli studi (percorso iniziato esclusivamente per suo volere), e sto mollando tutto per partire e inventarmi una vita nuova, alla ricerca di un’espressione della mia grande creatività ed estro artistico castrato e violentato. Sono veramente molto stanco, stanco dentro, profondamente, e sto puntando tutto su questa rinascita. Ora mio padre è quasi neutralizzato, sta invecchiando, è stanco, debole, e lo vedo morto dentro. Ogni tanto percepisco in lui in lontananza un vago desiderio di ascoltare e capire. Non riesco a colpevolizzarlo e odiarlo, riconosco in lui l’azione di una madre disturbata. Con lentezza e grande fatica ho acquisito una mia lieve indipendenza mentale ed emotiva e sto raccogliendo le forze per rincominciare daccapo.
Grazie ancora, un saluto
Gabriele
Grazie della tua bellissima testimonianza caro Gabriele,
sopratutto dalla speranza che dai sul fatto che c’è sempre l’occasione e la possibilità di ricominciare e rifarsi una vita, anche partendo da zero se quello che si era fatto prima non era stato fatto per se stessi ma per compiacere gli altri, anche se credo che tutte le esperienze, anche negative o non adeguate, siano sempre un bagaglio che ci rimane addosso e che, nel bene e nel male (a volte) ci insegna a sopravvivere in questo mondo che non è sempre generoso e piacevole.
Ed in fondo anche il tuo vecchio padre era il frutto di una famiglia disagiata, disfunzionale, non benevola e lui non è stato in grado di fare quel cambiamento che invece stai portando avanti tu.
Hai combattuto una vita ma hai vinto la tua battaglia, e ti assicuro che non è da tutti avere tanto coraggio e tanta resistenza e voglia di essere se stessi a qualunque costo.
Ora ti auguro di diventare al più presto l’artista che senti di essere.
Tantissimi auguri per un futuro più sereno e pieno di soddisfazione Grande Uomo.
Marilena
Gentilissima Dottoressa, ho. Letto il. Suo. Articolo sui genitori Narcisisti e credo di aver scoperto da poco di esser stato cresciuto sotto la guida di una mamma Narcisista.
Sempre screditare, svalutato. Oggi a 30 anni mi ritrovo una persona vuota. Vado da una psicologa ma questo sembra non aiutarmi. Mi sento perso, disorientato, ho fatto scelte nella. Mia vita che sono state sempre condizionate dalla famiglia e per cercare di dare soddisfazione a loro. Adesso mi ritrovo a 30nanni qui e penso di trascinarmi dei problemi. Ho iniziato una relazione dopo anni con una ragazza e tutto quello che riesco a darle è il volerla controllare in tutti, il non fidarmi di lei, il non poter essere una guida per lei ma solo un peso. Non so quello che voglio fare della mia vita. Il mio lavoro non mi piace più, non credo di aver scelto questa cosa per passione ma solo per scappare via da casa. Non ho stima in me stesso e ho solo pensieri paranoici negativi. Come potrebbe aiutarmi? Oggi continuo a litigare con mia madre. So com’è ormai l ho capita e vorrei dirle che c’è qualcosa che non va in lei ma non so come affrontarla. Forse mi abbattonanche perché so che è una situazione che non potrò cambiare mai.. Ma quello che più mi importa oggi è riuscire a ritrovare una strada retta e non dare certe ripercussioni alla gente che ho accanto perché mi rendo conto che anch’io ho un atteggiamento sbagliato.
Dovrebbe fermarsi un attimo Federico e mettere insieme le sue idee per organizzare delle priorità, sopratutto lavorando su se stesso.
Se vuole sono pronta ad aiutarla ad uscire da questo circolo vizioso da cui non riesce a notare la via d’uscita, nella pagina dei servizi, tra le promozioni di ottobre, trova tutte le modalità ed i prezzi con cui opero ed intervengo, e mi permetto di anticiparle che il couseling online oltre ad essere il più economico è anche il più efficace in quanto permette, con un percorso più intenso, di arrivare nel breve termine a dei risultati.
Se ritiene la cosa di suo gradimento mi contatti via mail per valutare insieme come procedere: info@marilenacremaschini.it
A presto
Marilena
Grazie dottoressa, il suo è un articolo davvero terapeutico.
Sono figlia di due narcisisti anche se diversi fra loro: mio padre esibizionista, presuntuoso e grande maltrattatore, mia madre apparentemente brava ma egoista e svalutatrice.
Sono entrambi incredibilmente irriconoscenti. Per loro ho sacrificato parte della mia vita.
Non sto a raccontare come sono cresciuta e in quale clima di maltrattamenti.
Leggendo il suo articolo ho appena scoperto di comportarmi esattamente come un figlio di narcisista descritto nel punto 2 e nel punto 3. Ho avuto relazioni con narcisisti e ho avuto solo amiche che mi sfruttavano.
Vivo nella solitudine, pur essendo sposata. Non so come farmi capire da mio marito e come fargli capire che anche lui è un narcisista mascherato da persona affidabile.
Ho voglia di affetto sincero.
Ho due figli meravigliosi, vivaci e intelligenti.
Le chiedo cosa potrei fare per guarire per rendere i miei figli forti e sicuri.
La ringrazio molto.
Perché non mi contatta privatamente via mail, info@marilenacremaschini.it, per capire se ha veramente bisogno di fare un percorso di “liberazione” come lo chiamo io, perché prima delle azioni concrete è la nostra mente che si deve liberare da certi legami che creano dipendenza.
A presto
Marilena
Cara Dottoressa, il suo articolo è stato proprio liberatorio. Sono figlia ormai adulta di madre narcisista – ipercontrollante. Ora è anziana e sta iniziando a mostrare segni di deterioramento cognitivo ecc. io vivo con lei per tutta una serie di circostanze e se da un lato cerco di attuare il distacco psichico dall’altro mi rendo conto che ha bisogno di me. Io sono divisa letteralmente tra il senso di colpa e il desiderio di staccarmi da lei. Sto andando anche da una psicoterapeuta che mi ha illuminato quando mi ha detto che mia madre era una narcisista da manuale e lì ho capito tutte le mie relazioni sentimentali (disastrose). La cosa più pesante è che è come se lei possedesse una parte di me che rimane sempre la figlia adolescente, come se avesse bloccato la mia maturazione. Ho per fortuna delle amicizie profonde anche se non parlo molto delle mie emozioni. tutto dentro e sotto controllo. La mia immagine esteriore è “autosufficienza” Non chiedo mai aiuto ed è più forte di me perchè a volte mi imbarco in cose, impegni senza riuscire a dire di no. Cosa posso fare per liberarmi da questa gabbia che ora è aperta ma da cui non ho il coraggio di uscire? E’ come se stessi aspettando la sua demenza per essere finalmente libera. Lo so che non è bello da dire ma non è un pensiero malvagio. e’ la verità. Grazie dottoressa per quello che fa..
Chieda l’aiuto di cui ha bisogno, lo cheda senza vergogna e sensa sentirsi in colpa.
Io le permetterei di poter sfogare tutto quello che trattiene con amici, parenti e terapeuta, mi consideri il suo specchio con cui finalmente guardarsi dentro, sono sicura che potrà liberarsi presto dalle catene e accompagnare sua madre nei suoi ultimi anni con più dignità e sicurezza, come merita lei sopratutto, anche per non avere rimorsi futuri.
Si ricordi che il suo odio di adesso verso la madre ed il suo timore nei suoi confronti le impedisce di dire quelle cose che vorrebbe dire da una vita, non si lasci sfuggire questo momento, potrebbe non avere più un’altra occasione simile e per lei sarebbe come aprire finalmente il vaso di Pandora e far uscire tutta la negatività.
Se vuole può dare un’occhiata alla pagina dei servizi per vedere le diverse modalità di counseling, ma sono sicura che pochi giorni via mail sono più che sufficienti, ed anche i più economici, e poi mi contatti: info@marilenacremaschini.it.
A presto
Marilena
Buonasera Dott.ssa,
ho letto il suo articolo e ovviamente mi pongo ulteriori dubbi. Sono figlia di una ragazza madre che ha chiesto aiuto ai suoi genitori quando sono nata. Credo che all’interno della mia famiglia ci siano svariati disturbi. Cercherò di spiegare brevemente l’ambiente in cui ho vissuto fio ai 13 anni e dopo.
Fino ai 13 anni ho vissuto con:
– mia nonna che da bambina ha subito violenze sessuali da un membro della famiglia. Matriarca autoritaria, con manie di controllo (spiare dal buco della chiave) , sottometteva il marito (mio nonno) con il silenzio, con le espressioni facciali, con i sensi di colpa e le manipolazioni (ad esempio trasformava un racconto a proprio vantaggio) con lo scopo di aizzare le persone, dividerle, farle litigare e “ricattarle” emotivamente, si autolesionava o procurava volontariamente ferite con lo scopo di infliggerci sensi di colpa e sottometterci per avere attenzioni, cure e accudimenti. Ha sempre prediletto i maschi sia tra i figli sia tra i nipoti. Aizzava mia madre contro di me e la ricattava moralmente ed economicamente per fargliela pagare di avermi avuta in quel modo, aver causato disonore e rovinato la reputazione. Con me ha attutato un sacco di privazioni fisiche per tutti i 13 anni vissuti con loro. A me è stato dato il suo nome. Si pensa possa avere la sindrome di munchausen ma non è fattibile farla diagnosticare attualmente;
– mio nonno, severo, rigido, passivo e sottomesso. Anche lui manie di controllo. Usavano con la moglie, frasi squalificanti, sprezzanti, svalutanti, minacciose, sensi di colpe, entrambi mi accusavano di inventare le cose, di sbagliarmi mi screditavano;
-mia madre…l’ ho idealizzata era tutto per me. Incapace di difendermi, stava in silenzio la maggior parte delle volte. Quando i genitori riuscivano nel loro intento la provocavano a tal punto che lei mi picchiava parecchio, urlava, puniva, mi minacciava. Lavorava tanto, faceva lavori massacranti per potermi garantire ciò di cui avevo bisogno e non dover gravare sui nonni.
Per anni ho provato a ribellarmi, a tirare fuori la peggiore delle rabbie (che comunque in seguito mi avrebbe salvata) ma a niente è servito in cambio ho ricevuto indifferenza, svalutazione e sono riusciti a convincermi che ero io il problema, che ero io troppo ribelle, che parlavo troppo, che ero troppo curiosa e quindi ero io che a causa mia e del mio brutto carattere meritavo tutto. A 13 anni, dopo tanti fatti pesanti per me ho deciso di andarmene da casa loro, mia madre mi ha seguito (ma da allora dice che “anche lei aveva già preso quella decisione”). Dai 13 ai 18 anni ho vissuto con lei solamente. E’ riuscita con fatica a pagarmi gli studi ma negli anni in cui abbiamo vissuto da sole vuole i problemi economici, vuole i suoi problemi di salute, io in preda agli ormoni adolescenziali ho vissuto, e ciò ha aggravato le convinzioni che c’erano già in me, col peso dei suoi sacrifici, col sentirmi sbagliata perché reagivo come un’adolescente incazzata, triste, sofferente, col peso di essere incapace a fare tutto, di essere la colpevole, di non sapere prendere una decisione senza richiedere l’approvazione e tanto altro.
Negli anni mia mamma è diventata abusante, provocatrice, insofferente, non accetta opinioni altrui, attua perennemente la strategia del terrore, urla e si vittimizza, crea tensione, attua ritorsioni in suo favore per non essere vittima della sua ira devi sottometterti o urlare.. tutto quello che fa lo fa per “amore” dice ma poi te la fa pagare con la rabbia o le urla perché lei è stanca, sta male (è vero che ha delle patologie serie), tutto si deve fare secondo i suoi orari, i suoi tempi, nei suoi modi. Il suo compagno è sottomesso però ogni tanto da di testa quando è pesante. Ma lei ha da dire su ogni frase, sulle scelte, se ottengo un successo è contenta altrimenti passa in sordina; mi chiede ma chiedermelo è fine a se stesso o per essere ringraziata di essersi ricordata. Le sue frasi sono accusatorie, iniziano col TU hai fatto o non hai fatto…le responsabilità e colpe sono sempre altrui perché non la capiamo, non la rispettiamo, non la ringraziamo etc.etc.etc. Io non vivo più con lei ma tutto questo mi rimane dentro, il giudice interiore davvero severo, l’autoboicotaggio perché mi sento incapace, buona a nulla, colpevole di tutto, sbagliata, non so chi sono, cosa voglio, sento un dolore al cuore quando realizzo che anche io sono un’aggressiva attiva e abusante nei confronti degli altri, del mio compagno. Ho chiesto aiuto perché voglio rompere la catena,, perché non voglio essere abusante e perseguitare le persone come hanno fatto tutti loro. Sono in cura da una psicoterapeuta. Volevo chiederle che cosa ne pensa di mia madre e mia nonna.. Vorrei capire quale potrebbe essere potenzialmente la loro patologia per potermi difendere senza dargliela vinta.. quando mi arrabbio usano i sensi di colpa.
La ringrazio e mi scuso per la lunghezza.
Un abbraccio
Se è già in cura, con terapia pagata, da un terapeuta, non capisco come mai queste domande non le faccia al medico che la sta seguendo non certo gratuitamente.
Io se vuole posso aiutarla però deve essere consapevole che non lo faccio gratuitamente ed il mio lavoro non è meno valido di quello di un terapista, anzi direi più diretto ed efficace, anche perché i miei percorsi si svolgono giorno dopo giorno e le persone sono seguite costantemente sino a quando non sono in grado di procedere da sole, avendo imparato come si fa.
Quindi per aiutarla deve essere consapevole che si mette nelle mani di un operatore del benessere altrui che opera con modalità più dirette e veloci e molto effcaci, ma deve essere consapevole anche del fatto che non sempre giova associare terapie con programmi diversi e diverse modalità di approccio.
Se però ritiene di provare anche un solo breve periodo le consiglio di visionare le varia modalità di counseling nella pagina dei servizi, in fondo tra le promozioni sicuramente troverà quella più adeguata alle sue esigenze, anche se quella che consiglio in quanto più efficace ma anche più economica è quella online fatta via mail e seguita giornalmente.
Mi faccia sapere cosa decide di fare
A presto
Marilena
Buonasera,
la ringrazio per la franchezza. Si sono già in terapia e sì a pagamento. Con la psicoterapeuta parliamo di me e delle mie difficoltà, non si è espressa su mia mamma e mia nonna. Volevo solo sapere cosa ne pensava di queste figure, tutto qui. Probabilmente ho scritto nel posto sbagliato. La ringrazio.
Cordiali saluti
No il posto era giusto, ma come capita spesso con alcune persona, già tra l’altro in terapia pagate adeguatamente (solitamente non economiche quanto i miei interventi), poi pensano di poter mescolare gli interventi chiedendomi dei consigli, e vista la lunghezza della sua mail era ben chiaro che aveva bisogno ben più di un consiglio, però ci sono due fattori da valutare:
se si è già in cura da un terapeuta è a questa persona che si dovrebbe rivolgere per ogni questione, perché altrimenti non permettere al suo terapeuta di conoscere in modo profondo e dettagliato la sua questione e tutti gli aspetti che la mettono a disagio, e questo comportamento farebbe torto ad entrambi, perché non mette il suo medico nelle condizioni di poterla aiutare al meglio, e lei di ricavarne la giusta cura.
Altra questione è che solitamente, (e questo guardacaso capita molto spesso con chi è già seguito da un clinico! ecco perché ho preso l’occasione della sua mail per affrontare l’argomento), si rivolgono a me esponendomi lunghi fatti per avere ben più di un semplice consiglio, come nel suo caso, perché dare una risposta alla sua lunga lettera vuol dire esprimere pareri ben dettaglati per ogni questione, che è il mio lavoro, e come la sua terapeuta per il mio intervento, sopratutto di un certo spessore che richiede una tempistica adeguta ed uno studio mirato del caso, richiedo un compenso, che è sempre molto più ridotto ed economico rispetto a quello di un clinico, ma la mia consulenza, a differenza delle terapie cognitivo comportamentali che durano anni, è diretto a ricercare il problema e risolverlo nel più breve tempo possibile, quindi sono due tipi di intervento necessariamente diversi.
Mi capita molte vote di dare consigli o seguire persone gratuitamente, privatamente, ma hanno sempre il buon gusto di non pretenderlo e di non darlo scontato, e quando capisco tale situazione lo faccio spontaneamente e molto generosamente, cosa che non si vedrà mai sui commenti di un sito pubblico perché ogni aiuto comporta la salvaguardia della tutela della privacy della persona.
Se però capisco che la persona se ne approfitta palesemente allora perdo ogni disponibilità ad offrirmi gratuitamente.
La sua reazione indispettita mi ha dato conferma del suo atteggiamento: lei pretendeva un consulto ma gratuito, senza spendere nulla… io mi sono data disponibile a condizione del fatto che lei fosse consapevole di assumere due esperti consulenti per valutare la sua questione, che rientra nel suo legittimo diritto di scelta e di decisione, però ovviamente non poteva essere gratuito perché la mia qualifica e la mia esperienza, non è meno valida, anzi, e quale professionista offro il mio contributo previo pagamento di un compenso, seppur ridicolo, come si può valutare nei prezzi applicati nella pagina dei servizi, ciò non toglie valore al mio operato.
Quindi non se la prenda se per farle una consulenza le ho chiesto di valutare i prezzi dei miei servizi in base alle varie modalità di erogazione, dovrebbe forse lei farsi un esame di coscienza e capire che pretendere consigli, e pretenderli gratuiti, spesso corrisponde a non ricevere nulla, avesse avuto un atteggiamento diverso ci saremmo sentite via mail, come faccio con tutti coloro che mi contattano ed avrebbe ricevuto il suo consiglio se le fosse bastato, o il mio aiuto se era quello di cui aveva bisogno, poi avremmo insieme valutato l’opportunità di seguire un percorso, cosa che faccio con tutti i clienti.
Credo che lei non abbia perso un’occasione ma ha avuto un regalo da parte mia: rivalutare il suo modo di fare un po’ troppo pretenzioso e, come spesso accade, che conduce ad un nulla di fatto, ma questo sempre per sua scelta: invece di scrivere un commento indispettito avrebbe dovuto comunicare via mail con un atteggiamento più umile e consapevolmente grato dell’aiuto ottenuto senza dare nulla in cambio.
Spero che questa occasione l’aiuti a riflettere.
Se vuole il mio aiuto sono disponibile come sempre e come faccio nei confronti di tutti, mi contatti via mail, e sarò lieta di darle il mio aiuto, poi valuteremo la necessità di proseguire o meno con un servizio a pagamento.
Se invece il suo intento era quello come sopra descritto le consiglio di rivolgersi a qualcun altro.
Marilena
Buongiorno dottoressa, io mi sono appena separata con grandissima sofferenza interiore da un marito narcisista è molto subdolo che ho scoperto avermi merito e manipolato per 9 anni approfittando in maniera scaltra della bontà e dell economia della mia famiglia. Abbiamo una figlia di 8 anni e al momento io sono terrorizzata che lei possa passare le stesse sofferenze atroci che ho passato io: al momento passa dei giorni con me e dei Giotto con lui frequentando peraltro da mesi l’amante di lui e le sue figlie.
Come lei ha specificato nell articolo sono persone che a volte non fanno del male fisicamente o materialmente ma attraverso le parole e lo fanno in maniera così ambigua che quando te ne accorgi è già troppo tardi. Io le chiedo se è possibile chiederle un consiglio siccome agire con mia figlia: la mia psicologa mi dice ” lui distrugge e tu costruisci. Rendi la tua bimba sicura di poter contare su di te”. Ma io a volte mi sento ancora smarrita e incapace di salvarla da un pericolo certo.
Grazie
Certamente Silvia, mi contatti via mail: info@marilenacremaschini.it
Prima però provi a dare un’occhiata alla pagina dei servizi, in fondo tra le promozioni troverà i vari metodi con cui io faccio counseling, tra l’altro, quello che dura alcuni giorni consecutivi, è anche il più economico ma anche molto efficace.
Le dico questo perché sicuramente dovrò conoscere meglio i particolari della sua vicenda, cosa che può fare solo in privato via mail e sono sicura che l’unico modo di aiutarla non è darle un semplice consiglio ma seguirla per qualche giorno in modo da aiutarla concretamente a risolvere la sua situazione.
A presto
Marilena
Buonasera dottoressa ho letto il suo articolo e posso dar nome a tutto ciò che ho vissuto dalla mia più tenera infanzia. Sono figlia di madre narcisista e di un padre sofferte di schizofrenia e depressione da prima che nascessi. Ad aggiungersi ed aggravare tutto ciò una nonna che mancante di tutto nella propria vita a fin di bene ha accresciuto ancor più l’ego di una madre che a 60 anni conta ancora sui propri genitori . Finché ero piccola ero immersa in un contesto di malattia dichiarata (di mio padre ) e uno velato di mia madre che riversava su di me tutte le mancanze causate da un marito malato ,sono cresciuta molto in fretta ,troppo in fretta con il fardello della malattia sempre nel cuore avevo molte inclinazioni ma sempre annietate da una madre che voleva la rivincita della propria vita su tutto e in cui rappresentavo io sempre l’ impedimento più grande e concreto. all’età di 9 anni i miei si separano subisco lo stato passivo di abbandono di mio padre malato da accudire e consolare e l’abbandono di mia madre che si distacca in tutto e per tutto da me ricominciando a fare l’adolescente con un compagno di 20 anni più grande che accondiscende ad ogni sua richiesta, mi abbandona letteralmente lasciandomi settimane intere a casa da sola, divento presto autosufficiente riverso tutto il mio dolore negli studi mi concentro sui miei obbiettivi sulle mie passioni soffro da sola in silenzio con l’appoggio economico di una nonna che ricopre il ruolo di mamma ma che allo stesso tempo è geograficamente lontana e tra le righe consente Ancor più alla mia di accrescere il suo narcisismo e fuggire a qualunque tipo di responsabilità propria e da genitore. Mi diplomo decido di fuggire dalla mia città dove continuo a proteggere mio padre da tutte le brutte realta’ che sono costretta a vivere di riflesso di mia madre e inizio l’università,li dopo tre anni mi ammalo, malattia cronica intestinale ,20 anni e una colite ulcerosa emorragica che mi annietta mi costringe a letto mi fa sentire una perdente non mi fa più raggiungere i risultati nei tempi e minacce di una nonna che riflette le mancanze della figlia su di me , sensi di colpa a non finire per tutte le spese arrecate per gli studi, quando finalmente incontro il mio compagno che mi fa uscire da una depressione innescata dalla malattia dall’importenza questa volta di contare sulle mie forze e dalla mancanza di comprensione e un appiglio, grazie a lui acquisto consapevolezza e piano piano con sacrificio e tra una cura di cortisone e l’altra riesco a concludere i miei studi a laurearmi ma tornando però ai miei doveri con mio padre rimasto nel frattempo completamente solo , i miei nonni sono mancati entrambi nel frattempo . Decido di tagliare i ponti da mia madre fino a quando due anni fa si ammala, sono una figlia senza cuore con la malattia dovrei starle vicino capirla e allora mi intenerisco lo devo a mia nonna mi sento in dovere di renderla felice per l’aiuto datomi e mi ritrovo ad oggi offesa insultata all’8 mese di gravidanza a dover capire e risolvere ogni problema senza nessuno, a parte il mio compagno che si preoccupa per me , nel frattempo mia nonna ha ricominciato ad aiutare mia madre perché rimasta da sola e a me non ha più pensato nessuno della mia famiglia . Oggi il mio unico desiderio è di avere la mia di famiglia, vera, sana serena con amore sincero e non sentirmi più l’aiuto o la colpa di niente e nessuno . Vorrei chiederle dottoressa come posso fare a non sentirmi comunque sempre in dovere verso tutti , a non vedere sempre tutti deboli e vittime ed io forte. Alle volte ho bisogno molte volte di consolarmi coccolarmi farmi del bene e non riesco mai ad aver la sensazione nonostante tutto questo di meritarlo .
Lei non sta chiedendo l’impossibile ma solo ciò che è in suo diritto, e per ottenerlo deve prima concederselo poi le saràpiù facile anche imporsi sugli altri.
Se vuole provare con un percorso di counseling, che le assicuro essere veloce ma altrettanto efficace, mi contatti via mail: info@marilenacremaschini.it , sono sicura di poterla aiutare a non sentirsi più in colpa di pretendere di avere quell’amore che le è dovuto.
Aspetto un suo contatto
Marilena
Buongiorno
non sono sola! Grazie
Dopo vent’anni di sofferenza e vita nell’ombra di una narcisista, quest’anno ho trovato forza e coraggio di separami. Adesso vivo da sola con le due figlie di 15 e 13 anni. Sono rinata. Ma mi si pone un’altro problema doloroso. Vedo con orrore in mia figlia grande gli stessi comportamento di lui. vedo chi mi sta manipolando con i sensi di colpa, come lui, mi fa sentire inadeguata in tutto, non abbastanza. Come con il mio ex-marito, lei è arrogante, insensibile e ipercritica nei mie confronti e quelli della sorella, per me una cosa devastante. Cerco di spiegarle, di farle notare i comportamenti che ha. Cerco di dimostrarle affetto malgrado tutto. Ma non riesco a entrare nel suo guscio. cosa posso fare? C’è ancora speranza? Grazie
Sono contenta Jeannine per la tua scelta, che non ti dava altra possibilità.
Per quanto riguarda tua figlia certta di avere la stessa forza e la stessa durezza che è anche coraggio per mantenere il tuo ruolo di genitore a cui una figlia deve sopratutto ripetto e non cedere alle sue manovre, le conosci bene quindi già dovresti sapere come evitarle.
Nel caso tu abbia bisogno di aiuto sono a tua disposizione.
Marilena
Buonasera, grazie per avermi dato la possibilità di dare un nome ad un mostro che perseguita mio marito da sempre. Credo che mio marito sia figlio di una madre narcisista, narcisista a livelli assolutamente abnormi e incontrollabili, e la situazione che ha vissuto e sta vivendo è un autentico incubo dalla quale sto provando con ogni mezzo ad aiutarlo ad uscire.
Premetto che porta enormi cicatrici per gli accadimenti che hanno segnato la sua vita. La mamma è una donna tanto bella quanto spasmodicamente egocentrica. Intelligente e ammaliatrice. All’età di nove anni il padre di mio marito si suicida. Lui e la sorella vengono isolati completamente da ogni altro componente esterno della famiglia che non sia la madre. Sia famiglia paterna che materna. Le scuse addotte dalla madre sono le più disparate (“volevano portarmi via i bambini” “non ho nulla da imparare dagli altri” “non mi occorre l’aiuto di nessuno”), mio marito da quel momento però ha un enorme vuoto di memoria, ha cancellato interni anni della sua vita, una specie di buco nero di cui abbiamo provato a parlare più volte ma non ricorda nulla. La sorella e lui reagiscono in modi differenti all’accaduto, ma è anche vero che vengono trattati in modi differenti. Lui si chiude in se stesso completamente, la sorella diventa ribelle. Ad entrambi comunque viene “chiesto” di crescere in fretta. La madre deve viaggiare (è una specie di santone, di sciamana, inizia una serie di viaggi in india), non ha tempo per accudire gli ormai ragazzini che si arrangiano da soli per lunghi periodi (la sorella è più grande di mio marito di cinque anni). Passa anche da un uomo all’altro, nel frattempo. Crescendo, si arcuisce il carattere narcisistico della madre. Il figlio maschio, il più sensibile è l’estensione dei desideri della madre, il prescelto per farle da completo e totale appoggio, anche per la sua completa remissività e arrendevolezza. Sviluppa un tratto caratteriale che gli impedisce (ancora oggi) di affrontare qualsiasi paura, nei confronti della quale reagisce sempre con il silenzio, o scappando, o ignorandola nella speranza non possa ferirla. Di fronte ad un qualsiasi problema che gli pone la vita, sono sempre io che devo spronarlo al dialogo (e non è facile), lui tiene tutto dentro incapace di parlarne. Mio marito comincia a farsi adulto, ha le prime storie con le ragazze che però vengono sempre boicottate dalla madre (tra l’altro nel periodo in cui ci frequentavamo io e sua madre, me lo diceva candidamente, nessuna era all’altezza di frequentarlo), la quale, poi ho capito, le vedeva come possibili rivali ma soprattutto come possibili cause di un possibile allontanamento di casa del figlio. La madre inoltre ha cominciato a mettere i fratelli l’uno contro l’altra. La femmina (che ha studiato psicologia, oggi è una terapeuta, che però affronta quasiasi dramma tranne il suo…) in maniera subdola, tanto che mio marito nemmeno se nè mai accorto se non a situazione ormai allarmante. Se nè accorta però la sorella che di fatto se nè andata di casa anni fa e ha tagliato completamente i ponti.
Veniamo ad un epoca più recente. Mio marito ormai 25enne incontra la donna che gli darà una figlia. Va a convivere e lì sua madre inscena il primo dei suoi grandi “drammi”. La convivente è ovviamente il peggior essere sul pianeta, lei (nonostante abbia un compagno stabile da qualche anno) è abbandonata dal figlio, piange sulla spalla di chiunque, arriva a comperare una casa al mare per inscenare una “fuga” (nei riguardi della quale darà sempre la stessa spiegazione al figlio….la sofferenza di vederti in mani sbagliate era troppo grande…guarda cosa hai fatto fare a tua madre) che riempie di sensi di colpa il figlio. La relazione fra mio marito e la sua ex dopo pochi anni si frantuma. Tra l’altro anche la convivente mostra tratti narcisistici aggressivi (sospetto che in realtà mio marito abbia cercato nella compagna una replica della madre, se non è così è una preoccupante coincidenza)…e la prima cosa che fa mio marito è tornare dalla madre. Poco dopo, si suicida anche il compagno della madre. E siamo a due suicidi nella vita di mio marito. Da quel momento, la situazione precipita. Premetto che io sono entrata nella vita di mio marito un paio di mesi dopo questo tragico evento (ci conoscevamo già da anni anche se non conoscevo tutti gli aspetti della sua vita), anche io mi ero separata e l’elaborazione del nostro dolore ci ha trasformati da amici in fidanzati. La madre abita in una grande casa, in un paesino di montagna, molto isolata dai servizi principali. Io vengo presentata a sua madre di lì a poco e fin da subito capisco che qualcosa non quadra. Un eccessivo affetto nei miei confronti, quasi morboso, mi accoglie. Mi dice che sono la figlia che non ha mai avuto, che la figlia naturale era un ingrata, e che io avrei dovuto essere lei. Lei ha una personalità che definirei ipnotica. Sa dirti le cose che hai bisogno di sentirti dire in un momento di fragilità. Io sono ancora molto fragile per ciò che mi è accaduto (sono rimasta sola con un bambino, mio marito aveva un altra storia), pur capendo che qualcosa non quadrava inizialmente non avevo la forza di constrastare questa “energia”che mi avviluppava. Il motivo cominciò a palesarsi presto. La prima volta che chiesi al mio fidanzato di dormire a casa mia nel weekend in cui non c’era mio figlio (cosa normale in una relazione fra più che trentenni io penso) ricevetti un “non posso” come risposta. Mi disse che sua madre non se la sentiva di dormire in casa da sola (lui abitava in un monolocale ricavato nella grande abitazione della madre) per via del recente lutto. Il che poteva anche starci, se non fosse che lui è un lavoratore notturno, già stava via di casa la notte, ogni notte… Se ci volevamo vedere doveva essere da lui. Lui non amava uscire, non frequentava spesso persone, tutta la nostra relazione doveva svilupparsi entro le mura della casa della madre di fatto. Un’altro dei campanelli d’allarme fu una domanda che mi fece lei all’inizio della relazione, ovvero se a cose consolidate avessi accettato di venire a vivere lì, visto che il secondo piano della casa con una ristrutturazione sarebbe stato abitabile. Li per li non avevo una risposta, dovevo ancora elaborare il mio nuovo assetto di vita. Ho fatto un periodo durato un anno e mezzo in cui ogni due settimane facevo le valige e andavo da lui un weekend. Era l’unico modo per vederlo, per stare insieme. Per il resto non ci vedevamo quasi mai, anche se mi chiamava ogni giorno. Lui finito di lavorare doveva correre a casa. Mi diceva sempre che era una situazione transitoria. A me tutto sommato stava bene perchè la mia priorità era, e rimane, il mio bambino e ci sarebbe stato tempo per mettere ripiego alle cose. Ma il tempo passava e non cambiava mai niente. Nel frattempo le situazioni grottesche si moltiplicavano. I grandi, sproporzionati, slanci d’affetto nei miei confronti di sua madre si evidenziavano in situazioni strane. Ai miei compleanni, per esempio lei mi regalava delle piante da giardino, le quali venivano piantate a casa sua, e non mancava di dirmi “me ne prendo cura io finchè non potrai farlo tu vivendo qui”. Dopo un anno siamo andati una settimana insieme al mare, io e lui, e lui si chiudeva in camera ogni giorno almeno un ora a parlare con sua madre. Dopo quasi due, mi era chiaro che qualsiasi cosa mi avrebbe riservato la vita non era possibile pensare di andare a convivere ristrutturando il secondo piano della casa della madre. Per una questione economica (sarebbe costato terribilmente di più che acquistare un appartamento per le nostre esigenze, parliamo di una casa grandissima) e perchè per il nostro essere famiglie separate con il resto della famiglia a valle e non in montagna, dal punto di vista della gestione logistica dei bambini era improponibile. Gli chiedo di convivere nel mio appartamento, lui mi dice si ma non ora…fra un po’. Un po’ quando non si sa. Dopo sei mesi lui non affronta neanche di striscio l’argomento, lo prendo io a bruciapelo e lui è costretto a dirmi che non se la sente, non può abbandonare sua madre, che la madre vive in uno stato di perenne bisogno (assolutamente falso, la madre è un essere assolutamente indipendente che non ha mai perso la passione per i viaggi sola, ed economicamente indipendente grazie alla reversibilità del marito morto, graduato dell’esercito. se glielo faccio notare si chiude in se stesso, rifiuta aprioristicamente qualsiasi ipotesi che non sia la spiegazione data dalla madre.). Nel frattempo sua figlia, una bambina oggi dodicenne, sviluppa tratti di aggressività incontrollata, episodi di bullismo si ripetono, la bambina è assolutamente ingestibile e lui non riesce ad affrontare la cosa se non su enormi mie pressioni. Comincio a capire che sto lottando contro i mulini a vento quando mi dice che sua madre gli ha proposto di acquistare parte della casa materna e che intende farlo. Questo avrebbe pregiudicato ogni tipo di futuro insieme, perchè se avesse affrontato un mutuo per quell’operazione finanziaria (folle tra l’altro. poi non avrebbe più avuto disponibilità finanziaria per ristrutturare e la madre lo sapeva benissimo…) ogni altra possibilità di crearci qualcosa di nostro insieme sfumava. Mi arrendo al fatto che sono finita in una situazione irrisolvibile e lo lascio. Con enorme dolore per entrambi, perchè mio marito è un uomo incredibilmente buono e onesto, la persona migliore che conosca nonostante tutte le sue zone d’ombra.
Questo evento, paradossalmente lo aiuta molto. Dopo circa nove mesi mi chiama, mi dice che ha mandato all’aria la compravendita, che ha avuto un “risveglio”, che si è reso conto che qualcosa non funziona in questa spirale, che vuole lavorarci perchè tutto quello che vuole è una famiglia con me.
Gli tendo la mano, però pretendo di vivere una storia secondo canoni di “normalità”. Così facciamo, lui è sempre da me (e non sono io ad insistere, ho deciso di stare a guardare fino a data da destinarsi per capire se mi sta “illudendo” o se davvero l’evoluzione è reale), usciamo, lui riallaccia amicizie perdute, è piu sereno. Io nei primi tempi vado ogni tanto a casa di sua madre a trovarla, ma non è nemmeno l’ombra di quella che era nei miei riguardi. Me ne accorgo la prima volta che sono tornata in quella casa, l’ho abbracciata come ormai ero abituata nei nostri saluti e lei non ha ricambiato. Non mi ha nemmeno guardato. Si è girata e se nè andata nelle sue stanze. Aveva capito che suo figlio grazie alla mia presenza stava “risvegliandosi” e la terra sotto i piedi cominciava a franarle.
Io capisco che non sono ben’accetta in casa, però comprendendo lo sforzo del mio fidanzato che nonostante questa prima fase di distacco soffriva terribilmente di questa situazione di conflittualità fra me e lei, le mando qualche pensierino, qualche messaggio, il regalo di natale. Ma vengono tutti rispediti indietro. Inizialmente tenta ancora di giustificarla (“non sta bene” “cerca di capire” “ha tanto dolore dentro”) poi non si sforza più, capisce da solo che non regge. La nostra storia diventa sempre più forte, i bambini ne traggono grande giovamento, pian piano diventiamo una famiglia e decidiamo di comperare casa. Le “drammaturgie” della madre si fanno sempre più grandi. Ogni volta che suo figlio va a trovarla sta male, piange, è sofferente, sola, abbandonata. Si rifiuta di venire a trovarci perchè “soffre troppo” ma su facebook inizia a scrivere che i figli l’hanno abbandonata, facendo una serie di proseliti che ogni giorno le asciugano le lacrime. Elimina me e suo figlio dai contatti facebook, whatzap per mettere in piedi questo palcoscenico del vittimismo. Inizialmente va a trovarla una volta a settimana, quando è quel giorno io lo capisco dal mattino perchè sta male, crisi intestinali, non parla. Diventa una sofferenza troppo grande assistere alle sue scene. Fino al giorno in cui le comunica che ci sposiamo. Lei rimane glaciale. Al matrimonio non si presenta, come pure alla comunione della nipote. Si vendica regalandole l’assenza dell’unico parente che gli rimane (la sorella quella catena l’ha spezzata qualche anno prima e non ha più contatti col fratello da anni. Nei fatti, al nostro matrimonio la famiglia di mio marito fu rappresentata dai nostri migliori amici. Nessun parente, lui non ne conosce nemmeno uno.). Si vendica anche in modi ancora peggiori. Riallaccia i rapporti con la ex di mio marito, quella della quale mi ha detto le peggiori cose, si coalizzano. Sfrutta il fatto che questa donna ha poco istinto materno e quando qualcuno le propone di tenere la bambina qualche ora (fra le poche che rimane da sua madre…nei fatti vive da noi) non dice di no. La bambina inizialmente è felice di rivedere la nonna, ma ben presto anche lei si accorge che qualcosa non quadra. La madre di mio marito comincia a fare scenate davanti alla bambina, la quale però avendo ereditato il carattere ribelle della zia, gliele fa notare e poi ce lo viene a dire.
E siamo arrivati ai giorni nostri.
Avendo a che fare con una ragazzina in preadolescenza altamente problematica, tutte le insicurezze e le paure di mio marito di fatto gli impediscono di affrontare la situazione nella maniera corretta.
Io ho provato ad affrontare la superficie delle cose (i voti a scuola, i rapporti con la ex, eccetera) ma mi sono resa conto che non puoi raddrizzare una casa partendo dal tetto, devi partire dalle fondamenta.
Il problema è questa enorme voragine nell’anima di mio marito. Ho bisogno di capire quali strumenti esistono per permettergli di affrontarla, perchè finchè non lo farà, non riuscirà nemmeno ad affrontare i problemi della figlia. So che ha fatto la cosa giusta, leggendo tutte le informazioni che ho trovato su internet a riguardo di come affrontare un genitore narcisista, a spezzare la catena….ma il bagaglio di dolore però non è elaborato ed è ancora tutto fermo lì, nel pieno della sua capacità distruttiva. Io lo amo, sento che la questione deve essere affrontata ora. Ha diritto a vivere una vita pulita il più possibile da un passato difficile.
Scusi la lungaggine, ma sono disperata.
Hai ragione Marisa a dire che una casa si raddrizza dalle fondamenta e non dal tetto, perché sta tutto lì: se le basi sono forti ci si può crescere sopra, ma se non ci sono le basi, se manca la possibilità addirittura di avere una vita propria per le grandi ripetute manipolazioni di una donna che ha il terrore di rimanere da sola e di essere abbandonata, ed allora usa i soli mezzi che conosce: il ricatto ed il senso di colpa, lo sa che fanno buona presa sul figlio.
Ed hai ancora più ragione quando dici che le catene si spezzano quando hai la forza per fare un passo del genere, propio quello che è sempre mancato a tuo marito, vittima della paura, sua e di sua madre.
L’unica cosa che mi sento di consigliarti di cuore è di chiedere a tuo marito di farti il più grande regalo che possa darti: andare in terapia per conoscere e risolvere i suoi problemi affiché diventi finalmente un uomo, libero e capace di amare e comunicare.
La terapia deve essere intensa, non quelle tipo 40 minuti 1 volta alla settimana, durerebbe anni e non risolverebbe nulla, ci vuole una terapia d’urto, come le chiamo io, intensa, dolorosa ma efficace.
Prova a cercare vicino a casa tua un terapeuta che sia famoso per aver risolto presto e bene i problemi della gente e non uno di quelli che tengono i pazienti in cura per 10 anni, creando delle dipendenze con loro che si associano a quelle che già hanno.
Non posso consigliarti un nome perché non conosco nessuno che sia in grado di fare tanto.
Se hai bisogno di altri consigli chiedili pure, magari via mail così rimane tutto in privato.
Ma se ami quall’uomo costringilo a fare il passo che da solo non è in grado di fare, e poi vedrai che il resto lo impara da sè, allora ti ritroverai con un uomo nuovo ed una suocera che tiene il broncio ma che forse avrà il modo di rivedere molte cose che ha fatto nella sua vita.
Salvandone uno dai la possibilità a molti di guardarsi dentro, vedi la sorella, e di pensare alle loro scelte e alle persone che hanno abbandonato, perché scappare non è mai risolvere i problemi è solo scappare dai suoi problemi, scaricandoli sugli altri, che ovviamente da soli si sono sentiti sommergere ed affogare.
Spero di esserti stata utile, nel caso contattami via mail.
Marilena
Mi permetta solo di esprimerle tutta la mia gratitudine per avermi letta nonostante la prolissitá, e consigliata così efficacemente. Il suo messaggio lo farò leggere a mio marito e insieme cercheremo, sperando di trovarla, la figura professionale che potrà aiutarci a uscirne. Parlo al plurale perché non lo lascio solo, poco ma sicuro.
Grazie ancora di cuore.
Di nulla Marisa, e per qualunque consiglio abbia bisogno chieda, chieda sempre senza timore, anche alla sottoscritta.
A presto e tanti auguri
Marilena
Buongiorno dottoressa, buongiorno a tutti!
Sono rimasta colpita dall’articolo sul narcisismo e ancor più dalle testimonianze di chi mi ha preceduta. Ho deciso così di lasciare anch’io un commento. Questa mattina cercavo infatti un po’ di conforto alla mia situazione personale e familiare, mia madre, che non mi dà tregua e dalla quale non riesco ad affrancarmi veramente. Una condizione che condivido con mia sorella. Ed è così che mi sono imbattuta in queste pagine sul narcisismo e nel sito di Marilena Cremaschini, che sto visitando con curiosità famelica. Vorrei essere sintetica, ma non sempre è facile. Io ho 50 anni e mia mamma ne ha 78 ed è rimasta sola nella grande casa di famiglia che dice sempre di avere edificato per noi (noi due figlie ingrate e pessime), con immensi sacrifici, per darci quel che lei non ha avuto. Solo che questa casa, mai finita, si sta trasformando nella sua tomba, dopo essere stata luogo di discordie, sofferenze, incomprensioni, dovute quasi solo al suo spirito bellicoso, sospettoso e diffidente, affetta da manie persecutorie e di controllo totale su tutto e su di noi, con una verve tirannica bisognosa di asservire qualcuno: mio padre prima e poi me che non sono sposata. Senza però che quest’ inclinazione trovasse mai tregua o soddisfazione. So di sembrare cinica, la mia analisi lucida deriva anche da anni di terapia, iniziata nel 2002 quando si sposò mia sorella, cosa che portò a una guerra familiare, perché mia madre era contraria (odiava e odia il marito) e costrinse papà a non andare al matrimonio neppure lui. Pretendeva che io facessi lo stesso e così non fu. Scelta assai sofferta e tribolata, quando una madre ti mette in una simile condizione. Stare con lei o essere sua nemica. Il peggio è che contro le nostre decisioni non condivise lei ‘si ammalava’, pressione alta e nel caso delle nozze non volute trombosi all’occhio sinistro o colpevolizzazione muta nei nostri confronti. Ha fatto tante e tante cose folli e furiose che allora ci sembravano perfino giuste, visto che dovevamo senz’altro essere noi le figlie sbagliate e incapaci di comprendere come ci si comporti. Il fatto è che dopo esserci sentite sempre in colpa per non essere ‘giuste e brave’, abbiamo anche capito che lasceremo la terra, questa terra, senza che ciò possa accadere. Mia sorella e io siamo diverse e abbiamo fatto scelte diverse per quanto possibile; eppure, entrambe abbiamo subito lo stesso accanimento contro di noi, da una madre che ha sempre detto di avere accettato questa vita infelice, con un marito mai amato e di cui ci parla male ancora oggi, solo per noi. Ma lei ha sempre avuto da ridire su tutto e su tutti. Il suo accanimento però è stato ancor più feroce proprio verso papà e verso mia sorella e me: gli unici che le siano sempre stati vicini. Io sono riuscita ad andarmene quando è morto papà, che faceva da pacificatore subendo per quieto vivere. Così, ora, al quadro preesistente si è aggiunto quello della povera anziana che dopo aver fatto tutto per le figlie è stata abbandonata. Cosa non vera, perché, malgrado mi ammali vedere e sentire mia madre (in una casa in cui ho lasciato un pezzo di me e di cui noi non abbiamo neppure le chiavi perché è tutto suo …) cerco di andare anche più volte a settimana in quel luogo cupo di dolore e di morte, dove non si può far aggiustare nulla ora che papà non può provvedere, noi non abbiamo alcun diritto e non possiamo decidere neppure a suo beneficio visto che ci abita lei. Non lascerebbe mai la sua casa anche allagata, come è accaduto, senza corrente o senza riscaldamento, vivendoci come una poveraccia, nonostante i suoi risparmi. Ci apre il cancello e il suo modo di essere e di fare è una condanna vivente che ci uccide, giorno dopo giorno, senza che nulla si possa cambiare o migliorare. Forse sono così presa e infervorata da non risultare abbastanza chiara! Io ho adorato mia madre, sono stata dipendente da lei e da un’approvazione che forse ho ricevuto fino a un certo punto, dopo il quale sono divenuta peggio di mia sorella! Che fin lì era considerata e trattata come la pecora nera senza motivo, solo per il desiderio di fare almeno in parte la sua vita. Mia madre è stata una giovane madre bella intelligente, assai più delle altre, ambiziosa per noi, perché voleva che studiassimo e fossimo indipendenti. Ma tutto questo è finito quando siamo cresciute e ha intravisto la possibilità che prendessimo la nostra strada da sole, senza bisogno delle sue indicazioni e delle sue regole stabilite. Qui è venuta fuori la patologia subdola e folle celata dietro il vittimismo. Ora abbiamo sul groppone anche una casa in cui avremmo dovuto vivere tutti insieme come nelle migliori famiglie, ma sempre dopo che lei avesse accettato i nostri mariti o fidanzati (cosa impossibile) e facendo i lavori per il nostro appartamento come diceva lei, a nostre spese ovvio, ma con i suoi modi operativi folli. E abbiamo sul groppone la sua anzianità in abbandono, una casa in cui tutto si rompe senza che lei permetta di riparare neppure a nostre spese.
Mi accorgo scrivendo della follia di tutto ciò! E che se qualcun altro mi raccontasse cose simili, gli direi di staccarsene per sempre, tanto nulla mai cambierà e potrà invece solo peggiorare, come già avvenuto fin qui. Ma il senso di colpa, forse, non abbandona né me né mia sorella che in qualche modo continuiamo a farci carico di questa lugubre e tetra condizione, per la quale non abbiamo mai davvero trovato la nostra strada né conosciuto un po’ di felicità. Stare per conto mio, per me, è stata una grande e sofferta conquista, ho fatto tutto da sola e non potrei più farne a meno. Ma dopo 5 anni e mezzo, non mi basta più e capisco che non è tutto.
La settimana scorsa ho visto un film in tv “Una mamma quasi perfetta”, parlava di una madre in apparenza esemplare, con due figlie femmine una adolescente e una piccolina. La prima si ammala e dopo un po’ muore. Poi si ammala anche la piccola che viene però salvata quando si capisce che era la madre a somministrare loro piccole dosi quotidiane di veleno. Mi sono chiesta come si possa fare questo, perché? Perché quella madre filmica era pazza, certo. Poi mi sono detta che anche nostra madre è come se ci avvelenasse ogni giorno un po’ da sempre, impedendoci così di staccarci veramente e di andare via da lei. Salvo morire come muore lei, giorno per giorno. Prima pensavo a una sorta di amore ossessivo da parte sua, malato, ma ho capito che lei ci odia e ci disprezza per non essere come pretendeva che fossimo e perché noi abbiamo opportunità che lei non ha avuto e non avrà. Sprezzante lo è sempre stata, con nostro padre e poi con noi, anche davanti ad altre persone. E questo ci ha fatto introiettare un senso perenne di inadeguatezza e disvalore. Anche se siamo laureate e molto di più con un buon posto, per lei resteremo solo delle fallite che fanno un lavoro uguale a chi ha un semplice diploma. Segno evidente che i suoi sacrifici sono stati buttati al vento. Ho pensato a una ‘sindrome di Medea’, se esiste: ci disprezza e ci distrugge perché figlie di un uomo che detestava …
Forse ha anche ragione; forse ha fatto di noi ciò di cui ci accusa, in qualche misura. Ma io non voglio darla vinta alle maledizioni che ci lancia, anche verbalmente, perché essere felici non sarebbe una colpa contro di lei. Forse potrei fuggire più lontano, ci ho anche pensato, ma questa distanza va cercata dentro e non fuori.
La casa grande fatta per voi è il carcere dove spera di relegare le sue figlie per tutta la vita, potendolo meglio controllare e gestire la loro vita.
Come tu stessa dici, se leggessi questo racconto capiresti l’assurdità dei tanti sensi di colpa, dei legami mai recisi, dei cordoni che ti tengono legata ovunque tu sia, perché ad una tal prigionia non c’è altro sistema per sopravvivere che evadere.
La sua rabbia nei vostri confronti è solo frustrazione di tante delusioni e rancori mai assopiti che si porta dentro e che ha scaricato su di voi perché nel momento stesso in cui ha deciso di mettervi al mondo vi ha sempre considerato una cosa sua a cui voi dovete la vita e quindi anche tutto il resto.
Sono situazioni complicate ma uscirne è possibile: occorre prendere consapevolezza della situazione, ed a questo cara Germana ci sei già arrivata, grande passo ma ora devi fare il prossimo: liberarti dalle catene dei sensi di colpa installati appositamente per legarti a lei e diventare una donna adulta, come ti vorresti senza sentirti in colpa di ogni passo pensando ai suoi continui giudizi, che si instaurano già nella tua testa, memorizzati con tempo, senza bisogno che lei sia lì a ricordarteli.
Non c’è bisogno della distanza per rompere questi legami, ma della convinzione che siano sbagliati e dell’atteggiamento di non accettarli più nè tantomeno assecodarli perché sono sbagliati, nocivi, dannosi.
Se avrai bisogno del mio aiuto contattami via mail, ma non rimanere a metà della strada che ti porterà verso la libertà, e magari anche tua sorella riuscirà a seguire il tuo esempio, perché spesso si tratta di fare l’apripista per la via di fuga verso la vitoria e la libertà della vostra vita.
Marilena
Grazie Marilena, anche di aver letto e considerato il mio lungo messaggio e di avermi risposto. Oggi, per me, sei un bel raggio di sole!
Mi raccomando cerca di farne spuntare tanti di raggi di sole e vedrai che la strada verso una rinascita sarà sempre più facile, il difficile è all’inizio quando si devono cambiare tante abitudini radicate e sopratutto mentali, quelle vocine che ti ripeti, che ti sminuiscono, ti avviliscono ma che ti assicuro non essere vere, sono il frutto di una manipolazione che dura da anni, quindi ben radicaa, che troppo spesso tende ad essere crudele oltre che estremamente egoistica.
Ma tu non mollare e vai per la tua strada.
In bocca al lupo
Marilena
Io ho scritto un po’ in privato
Non so se per qualche consiglio grazie
Ha fatto bene, le rispondo subito.
A presto
Marilena
Grazie dottoressa. Leggere queste testimonianze mi fa sentire una figlia meno sbagliata…
Lei Paola non è una persona sbagliata ma solo sfortunata di subire determinate situazioni.
Se ha bisogno di un aiuto, un sostegno o di un consiglio, mi contatti via mail, io offro, per chi è nella sua situazione, un percorso di pochi giorni, estremamente economico ma ancora di più efficace, per portarla a vedersi e vedere gli altri con occhi diversi in modo da affrontare ogni cosa con uno spirito ed una visione di sè diversa, più forte e vincente sui tanti sensi di colpa che esperienze lasciano sulle spalle dei più sensibili.
Spero di sentirla presto
Marilena
Anche a me sta succedendo una cosa simile e avrei bisogno di un confronto. Ho quasi 23 anni. I miei genitori hanno sempre scelto al posto mio ma non solo. Loro mi hanno proprio imposto tutto quello che devo fare, da quante ore devo dedicare allo studio a quante ore posso dedicare a chi amo (ho solo una migliore amica e un ragazzo che disprezzano profondamente per nessuna ragione apparente), a quanti soldi posso spendere, ricattandomi sempre e comunque, dicendo che tanto non studio bene (ho sempre avuto voti alti, esami in pari) , che si suicidano o che sono una persona diabolica se faccio qualcosa che non sta loro bene e spesso minacciano di chiamare le uniche due persone che ho! Insomma mi hanno in pugno. Non ho contatti con nessuno oltre quelle due persone, non conosco quasi i miei parenti, non posso fare qualcosa oltre lo studio. Tanto è che da vari anni ho depressione e ansia, che ho dovuto pure curare. Ora Ho avuto la opportunità di cambiare sede universitaria perché voglio specializzarmi in un certo ramo, e in questa città vive già la mia migliore amica e ci si sta per trasferire pure il mio ragazzo. Ovviamente i miei genitori hanno deciso di trasferirsi anche loro con me. È normale?
No Valeria, non è normale!
Hai dei genitori che vanno al di là dell’invadenza, non ti stanno facendo vivere e se non gli imponi tu dei limiti le cose andranno sempre peggio.
Hai 23 anni, sei grande abbastanza per fare da sola le tue scelte, parla chiaro con loro ed incomncia ad escluderli dalla tua vita, devono capire che tu hai diritto alla tua autonomia ed indipendenza.
Affrontali in maniera decisa, non dargli alternative e di loro che se non voglono rompere i rapporti del tutto devono imparare a tenere le distanze.
Non è una minaccia vana, invadenze del genere con più passa il tempo e con meno riuscirai a tollerarle, finché i rapporti sono ancora buoni parla con loro, ma sii decisa.
Se hai bisogno di un aiuto professionale per affrontare questo problema contattami via mail, io ti auguro che un bel discorsetto possa bastare, ma sei tu che devi mettere un freno alla loro invadenza, da parte loro certamente troverai mille scuse per non farlo, ma non farti incantare, si tratta della tua vita e della tua libertà che deve essere difesa a qualunque costo.
MArilena
scappa
Grazie Aurelio,
hai ridotto in una parola il senso di tutti i miei consigli
Ed hai ragione…. quando non si vive bene una situazione l’unico modo spesso di risolvere le cose è quallo di andarsene, di allontanarsi in modo da non essere più coinvolti, e nel caso oggetto dell’articolo l’unico modo di sopravvivere ad una condizione familiare che non ci piace è proprio quello di rendersi da essa il più autonomi ed indipendenti possibile.
Auguri e coraggio a tutti quelli che si trovano in una situazione simile
Marilena
Buongiorno vorrei confrontarmi con voi per capire davvero la gravità della mia situazione .io ho un compagno ,una bimba di quindici mesi e un altra che arriverà a giugno ….i miei vivono nella mia città d origine dalla quale ci siamo momentaneamente allontanati per seguire il lavoro del mio compagno .puntualmente,ogni nostra visita (mia e della bimba ) termina con un litigio tra me e i miei. Loro sono sempre presenti a casa mia (casa che mi hanno aiutato a comprare e puntualmente lo rinfacciano )….cercano di farmi sentire in colpa quando ad esempio decido di trascorrere il Natale con altri parenti dicendo che loro stanno male per causa mia .,che loro mi aiutano sempre (aiuto mai richiesto) e io non li sono riconoscente,non li rispetto .cercano di mettere in cattiva luce tutte le altre persone che mi sono intorno :il mio compagno (che non gli ha mai permesso di entrare nella nostra vita)i miei suoceri le mie aniche ….sono tutti cattivi e pronti a farmi del male …quando non sanno più che “pesci pigliare “ scatta la scenata isteriche …i pianti le minacce ….io non ce la faccio più ….purtroppo tra un mese ritorneremo a vivere nella stessa città e io ho già l ansia di pensare a come andrà a finire !!!
Mi dispiace per la sua situazione,
l’unico modo per affrontare genitori simili è mettere dei paletti, oltre i quali non possono andare, ma li deve stabilire lei.
Se vuole il mio aiuto, anche in questi giorni di festa, mi contatti pure, e se vuole valutare i costi vada nella pagina dei servizi, in fondo alla pagina ci sono tra l’altro delle ottime promozioni valide entro la fine del mese.
Attendo una sua decisione, nel frattempo le auguro buone feste.
Marilena
Buonasera Dott.ssa, anch’io come molti sono arrivata a questa pagina cercando una sorta di “soluzione” in internet come ormai si fa per tutto… Devo dire che sono proprio stanca! Per l’ennesima volta mia mamma è partita all’attacco con i suoi deliri privi di fondamento. E purtroppo con le festività di mezzo lei si scatena. Ormai ho una certa età, 48 anni, ma purtroppo le dinamiche da sempre sono le stesse. Figlia unica di una madre sicuramente narcisista, incoerente, inaffidabile, bugiarda e manipolatrice. Il suo articolo la descrive veramente veramente bene! Mio papà è ormai morto da 20 anni e io lavoro con lei nel negozio di famiglia…. Una situazione impossibile e che peggiora ogni anno di più. Fin da piccola ho sempre cercato di far sì che fosse felice, mi sono sempre comportata bene, educata, rispettosa, etc, mettendomi sempre in discussione , ma come si può immaginare non è mai servito a nulla. Sono andata via di casa presto per fortuna, ed è stata la mia salvezza. Naturalmente me lo rinfaccia tutt’oggi come se fossi la peggiore delle figlie. Abitiamo ad un km di distanza e lavoriamo insieme. Quando non ci vediamo al lavoro vuole che la chiamo (lei non chiama…) altrimenti vuol dire che non mi preoccupo per lei. E quando la chiamo mi dice cosa la chiamo a fare che tanto non m’interessa nulla di lei. Sono andata molti anni da una psicoterapeuta che mi ha aiutata a capire che non sono io sbagliata, a capire come non cadere nei suoi tranelli e nelle suo provocazioni. Mi sono molto fortificata, ma non è semplice e ultimamente mi toglie le forze. E’ impegnativo non controbattere alle bugie che s’inventa o stare zitta quando per l’ennesima volta mi dice di vergognarmi di essere nata…..e quindi inizia lo scontro di cui lei si “nutre” e di qui io invece farei volentieri a meno. Perche’ io vorrei solo vivere serena e tranquilla! E’ chiaro che il mio problema è proprio il lavorare con lei, ma purtroppo questo problema, nonostante quello che dice, non lo vuole risolvere! Perderebbe completamente il controllo su di me. Le ho provate tutte, ma non c’è verso, scenate “teatrali” da parte sua e silenzi accusatori anche per mesi! Se Lei Dottoressa riuscisse a darmi qualche consiglio ne sarei più che felice. Mi scuso per essere stata prolissa e la ringrazio molto per questo articolo che fa anche sentire un pò meno soli. Buone feste, Sara
Sì cara Sara, hai colto la base che alimenta il tuo problema: il fatto che lavori alle dipendenza di quella madre da cui vuoi scappare, se vuoi risolvere tale problema non hai alternative nè diverse soluzioni dal cercarti un lavoro lontano da tua madre, visto che già vivi fuori casa dovrebbe essere più facile.
Lo so che non è facile e sopratutto ti spaventa incominciare da capo da un’altra parte, ma si tratta solo di fare il primo passo e quando ti renderai conto del piacere della libertà tutta la tua vita avrà un altro sapore.
Ma fino a quando mantieni questa dipendenza, che tu stessa alimenti non trovando un lavoro diverso, non risolverai mai quella condizione che alimenta il tuo star male.
Ci sono scelte che sono inevitabili, queste èuna di quelle, fatti coraggio e vai per la tua strada.
Speri di esserti stata utile
Mailena
Gentile dottoressa,
leggendo la sua attenta analisi e riflettendo da più di un anno sulle dinamiche che caratterizzano la mia famiglia posso ad oggi affermare di avere un padre narcisista. Sono una ragazza di 22 anni, studio all’università e ho un fratello più piccolo che a sua volta è studente. L’educazione che ho ricevuto è sempre stata improntata a farmi sentire in obbligo di realizzare i desideri dei miei genitori. Su di me mio padre è sempre riuscito a far pesare un senso di colpa fortissimo che tuttora mi affligge e mi impedisce di vivere serenamente. La pressione a livello scolastico mi ha sempre portata ad ottenere risultati eccellenti anche se non mi venivano comunque risparmiate critiche. Per mio padre è sempre stato fondamentale il giudizio degli altri, ripetendo in continuazione di aver sacrificato la sua vita per fare studiare me e mio fratello. Con la crisi ha perso il lavoro che prima lo teneva occupato e da quel momento, proprio a causa della sua arroganza e sovrastima di sé, non ha voluto accettare nessun’altra occupazione (da lui considerata inferiore e umiliante). A questo è seguito lo sviluppo della dipendenza da gioco d’azzardo che ci ha voluto tenere nascosto (ma di cui io sono al corrente tramite mia madre e discorsi che ho ascoltato la notte dalla mia camera mentre lui credeva che dormissi). Mia madre lavora ma il guadagno non è sufficiente ad affrontare tutte le spese per cui, in parte, ci affidiamo al prelievo di denaro risparmiato negli anni. Il problema è che tutti questi soldi sono intestati a nome di mio padre per cui siamo economicamente dipendenti da lui. Considerando che ormai quotidianamente mio padre perde denaro a causa del vizio del gioco, la situazione ci sta facendo preoccupare moltissimo. Mia madre purtroppo non lo può affrontare perché spesso e volentieri lui ha delle reazioni esagerate, il suo narcisismo aggrava ulteriormente la sua condizione di ludopatia. Non posso parlare direttamente con lui perché questo potrebbe avere delle conseguenze negative su mia madre, al tempo stesso a volte mi sembra di scoppiare. Lui si comporta come se non ci fosse nulla ed esercitando sempre il suo ruolo di padre arrogante, con tanto di critiche a tavola e discorsi sempre incentrati sul sacrificio e il nostro dover essere riconoscenti (ho dimenticato di scrivere che lui è diabetico per cui fa leva anche su questo, presentandosi come vittima a cui non rivolgiamo le giuste attenzioni). Non entro nel merito di tutto quello che mi ha causato, tra cui una profonda insicurezza e angoscia verso il futuro, lesione della mia autostima e sensi di colpa continui per le cose più insignificanti. La stessa situazione è vissuta da mio fratello e da mia madre per cui cerchiamo di sostenerci a vicenda, rispondendo a tono quando necessario anche se ne dobbiamo affrontare le conseguenze. Voglio credere che prima o poi riusciremo a uscire da questa situazione, io e mio fratello cerchiamo di aiutare mia madre (che è la sua vittima per eccellenza) come possiamo sia attraverso lavori da affiancare allo studio e sia a livello psicologico. Cerco di essere forte e non lasciarmi sopraffare anche se inevitabilmente a volte ho dei momenti in cui crollo e vedo tutto buio.
La ringrazio per la disponibilità e per questo articolo che ho trovato davvero utile
Difficile che questa situazione si risolverà da sola, la ludopatia è una dipendenza che non molla.
Però tua madre potrebbe rivolgersi al Giudice Tutelare del vostro Tribunale per essere nominata quale Amministratore di sostegno del marito, in modo da togliergli ogni possibilità di disporre dei beni economici.
La richiesta si fa presso l’Ufficio della Volontaria Giurisdizione, certi tribunali non richiedono nemmeno l’ausilio di un avvocato su questioni molto semplici, altrimenti se avete bisogno e ci sono problemi economici potete chiedere un difensore d’ufficio all’Ordine degli avvocati che sarà interamente pagato dallo Stato, voi, mi raccomando, non gli dovete nemmeno un anticipo.
Spero di esserti stata utile
Marilena
Gentile dottoressa,
cosa posso fare con sorella narcisista patologica, padre narcisista e madre co-dipendente? Dopo quasi trent’anni me ne sono andata via da quel mondo che reputo malato e che mi ha causato molto dolore. Ora anche la beffa dell’essere additata come pazza. Le dirò invece che mai prima d’ora mi sono sentita più lucida di così.
Ha fatto bene ad andarsene e ci resti pure lontana.
Impari ad essere indifferente ai loro commenti, anzi, per non farsi venire la rabbia continuamente le consiglio di talgiare le comunicazioni il più possibile in modo da non sentire cose sgradevoli, e si rifaccia una vita finalmente da persona libera.
Purtroppo certe persone e certe loro patologie o modi di fare non si possono cambiare, sopratutto quando le persone non vogliono cambiare, quindi non speri inutilmente che avvenga il miracolo, ma lo faccia su se stessa questo miracolo, investa su se stessa, sul suo futuro e sulla sua felicità, si sentirà più appagata sicuramente.
Non si senta in colpa poi per gli errori e le colpe degli altri, scarichi su di loro quello che da loro proviene e si senta libera anche da queste catene mentali.
Prenda il volo e sia felice
Marilena
Gentile dottoressa,
Mi sono separata 12 anni fa da un marito perverso narcisistico, ho impiegato anni ad uscire dalla depressione in cui ero precipitata durante i cinque anni di matrimonio. Ho cresciuto i miei due figli da sola, lui lavorava in un’altra città e li vedeva un weekend su due. Non ha mai avuto un rapporto “normale” con loro. Andava a periodi, per qualche mese esisteva solo mia figlia e non rivolgeva la parola a mio figlio, poi invece il contrario. Le cose sono andate sempre peggio man mano che i figli crescevano. Mia figlia fortunatamente è riuscita a prendere le distanze verso i 13 anni, ora ne ha 18 e vede suo padre quando vuole e decide lei, non si lascia coinvolgere nel suo gioco perverso. Mio figlio invece ha 15 anni ed è stato totalmente preso nella ragnatela che il padre ha tessuto intorno a lui. Il padre lo aiuta molto nello studio e nello stesso tempo gli dice che lui da solo non è capace, quindi è riuscito a creare una dipendenza fatta di ricatti, promesse non mantenute, critiche e finta gentilezza improvvisa dalla quale mio figlio non riesce ad uscire, pur essendo consapevole che il rapporto con il padre lo faccia soffrire. Ovviamente mio figlio ha perso tutta la fiducia in se stesso ed è molto giù di morale. Ha provato ad allontanarsi da suo padre ma non ci riesce, dice che lo fa stare ancora più male non avere un rapporto con lui; secondo me, oltre alla paura di perdere l’amore del padre, ha anche paura delle conseguenze perché il padre è molto vendicativo.
Come posso aiutare mio figlio? Sto malissimo perché lo vedo soffrire e deprimersi, sta perdendo la sua gioia di vivere giorno dopo giorno e non riesco a farci nulla.
Una situazione davvero complicata quandoa rimetterci poi sono i figli.
Mi contatti prvatamente, via mail,e deciderremo insieme il percorso da fare per aiutare entrambi.
info@marilenacremaschini.it
L’aspetto…
Marilena
Cosa si può fare quando i genitori non vedono il problema e non si riesce a comunicare?
Di mio a quasi 30 anni ho fatto l’errore grande di annullare me stessa (cadendo in depressione) di rifiutare categoricamente e oppormi con l’unico modo che conoscevo ai miei genitori (tu mi dici di fare una cosa, io non la faccio, non importa se era un mio sogno o altro). Ora mi ritrovo con una mente molto rigida, poco incline a portare avanti la mia vita. Da una parte non so come si fa a crescere senza una guida, dall’altra non voglio darla vinta ai miei genitori.
Cosa posso fare?
Grazie
Mi è veramente difficile risponderti con poche righe perché qui va ricostruita la tua stima ed il valore che hai di te stessa, tutto il resto verrà da sè, comprenderai spontaneamente cosa devi fare perché non avrai più il timore che sia solo ribellione, rabbia o vera passione tua personale.
Se vuoi il mio aiuto contattami privatamente via mail, sono sicura che una soluzione al tuo problema la troveremo.
A presto
Marilena
Salve, sono una donna di 36 anni e mezzo, figlia di un padre narcisista ed una madre succube che solo in età adulta ha capito chi era il marito ed e’ riuscita a lasciarlo. Non la tedio con tutte le umiliazioni, mancanza di affetto e privazioni della mia infanzia e adolescenza, le dico solo che fin da piccolissima non sono mai andata d’accordo con lui, i suoi comportamenti a me sono sempre sembrato evidenti e chiari e di conseguenza l’ho sempre contrastato diventando per lui il nemico.
Ad oggi ho un compagno e una mia vita, anche se con vari problemi, e mi chiedo come mai io non senta il bisogno di avere figli, sento dentro di me una correlazione a lui e al mio passato, ma non riesco a spiegarmela. Grazie
Cara Gulia, ha talmente sofferto da piccola che non vuole esporre suo figlio alla possibilità di dover subire altrettanto.
Quando i ricordi rappresentano paure, umiliazioni e frustrazioni non si dimenticano facilmente, nemmeno da adulti, e la nostra vita viene segnata da delle scelte fatte in conformità, è normale che lei non voglia sentirsi responsabile di non dare a suo figlio tutto quello che merita, temendo di ripetere anche involontariamente gli errori dei suoi genitori.
Può darsi che riesca a superare tale paura oppure no, ma in tal caso ora, in questo momento, non si sente di essere madre e sta facendo una scelta molto consapevole in base ai suoi timori ed a tutto ciò che ha vissuto e che non ha mai dimenticato.
Fare figli non è un obbligo, fare figli consapevolmente sapendo di dare tutto l’amore di cui hanno bisogno sì.
Pertanto segua il suo cuore, vedrà che saprà sempre indicarle la scelta giusta.
Marilena
Gent.ssima Dott.ssa Cremaschini,
ho letto con interesse il suo articolo e anche tutti i commenti che mi hanno fatto venire voglia di scriverle.
Ho 41 anni. Mia madre è una narcisista. Mio fratello il suo Golden boy. Mio padre un pupazzo.
Ho due bambini. E le gravidanze (la genitorialità in particolare) mi hanno rimestato dentro, rivoltandomi come un calzino. Mi hanno dato la dimensione di quello che ho subìto a livello di controllo e manipolazione e di quello che non volevo assolutamente subissero i miei cuccioli.
Più mi sono allontanata dalla mia famiglia di origine (che comunque è sempre presente, perchè a modo loro vogliono bene ai bambini e io non voglio privarli della figura dei nonni) più ho avuto il quadro chiaro, grazie anche a mio marito che non mi ha lasciata sola. Grazie al suo appoggio ho smesso di sentirmi una visionaria fatta male.
Lo scorso anno un paio di episodi di furibonde litigate sono stati uno strappo fortissimo. È come se, da quegli episodi, avessi iniziato a elaborare un lutto. In passato non so cosa avrei dato per un abbraccio di mia madre, per una carezza. Oggi quando lo fa mi infastidisce. È come se fosse una totale estranea.
Il quadro, come dicevo, ora è chiaro. I meccanismi tutti intellegibili oramai. Riesco a salvarmi il più delle volte dalle trappole di mia madre. Eppure niente è “gratis”. Il più delle volte, quando ho a che fare con loro, ho delle reazioni psicosomatiche. Dermatite. Bruciore di stomaco. Orticaria.
Da qualche anno ho abbandonato il sogno di una vita e ho intrapreso una strada diametralmente opposta.
Una piccola vocina continua a ripetermi che sono inadeguata, che sono sbagliata.
Che non riuscirò mai ad essere niente.
Sono ragionevolmente sicura che il “sogno di una vita” non era il mio. Ma ero quello che mia madre voleva per me.
Fatto sta che non l’ho raggiunto. E ogni tanto mi chiedo se non stia solo trovano un alibi al mio fallimento.
Ma il punto vero è un altro.
Ho paura. Paura di portarmi dietro le conseguenze della mia infanzia come delle zavorre.
Mi ripeto che non ce la farò mai a concretizzare la strada che ho intrapreso. Poi mi dico che mi sto autosabotando. E allora alimento rancore contro mia madre. Poi però mi colpevolizzo, dicendomi che mi sto solo creando alibi per la mia incapacità.
Il risultato è che io mi immobilizzo. E il tempo passa. E il circolo vizioso si autoalimenta.
Non mi aspetto una risposta dirimente. So che esistono dei percorsi specifici. Anche se non ne ho mai intrapreso uno.
Ma mi andava ugualmente di esternare la mia esperienza.
Grazie mille per lo spazio.
Buon lavoro
Cara Flora hai fatto un lavoro di recupero della tua personalità e della tua stima non da poco, anzi lodevole ed ammirevole, e le tue scelte, ti assicuro, sono assolutamente giuste, anche quelle più drastiche, perché non avevi scelta, non te l’hanno mai data….
Segui il tuo istinto e quello che ti suggerisce il cuore, sino ad ora non hai sbagliato e non sentirti in colpa per le colpe degli altri, che siano gli altri a prendersi le loro responsabilità, e non aver paura, va avanti sicura di fare quello che desideri.
Non è facile perdere l’abitudne di autocriticarsi o di autoincolparsi, però ripetiti più volte che la strada che stai percorrendo è quella giusta, se un giorno cambierai idea, ciò che è legittimo fare sempre, avrai solo cambiato idea ma non sbagliato sul percorso intrapreso, a volte sono gli eventi esterni a suggerirci di cambiare strada, questo non significa aver sempre sbagliato in passato, anzi…
In bocca al lupo per tutto
Marilena
Ho un padre narcisista…Che soddisfazione scoprirlo e scriverlo per l a prima volta.
Ho lavorato sempre con lui già da quando frequentavo la scuola,saltuariamente e con sempre con una paga misera,fino a quando ho deciso di fare sul serio a 30 anni;mi sono sposato,Ho compratocon i miei soldi attrezzatura nuova per l azienda ed ho iniziato a lavorare nella sua azienda,qui sono nati i problemi
Mi sono creato un giro di clienti miei senza mai incidere su quelli di mio padre,lungi da me il fatto da togliere il pane dal suo piatto…
Comunque nel frattempo ho continuato a lavorare ed ho avuto una bellissima bambina,ed il mio lavoro ha superato di grand lunga quello di mio padre,praticamente i’azienda andava avanti grazie a me ed al mio lavoro…Apriti cielo!!!
Mio padre Ha iniziato ad offendermi a minacciarmi fisicamente ad incolparmi del suo fallimento fino a cambiare i lucchetti dell azienda….(questo una settimana fa)
Ora lei nn mi conosce ma nn sono uno che si arrende facilmente l,ma leggendo i suoi interventi e le altre testimonianze ho capito che è meglio stare lontani da queste persone anche perchè lavorando insieme non ero mai contento per tutti quei sguardi,parole dette,tante di quelle piccole cose che è impossibile ricordare tutte…Che a fine giornata mi rendevano sempre nervoso…ora io mi chiedo,con la consapevolezza che nn voglio più avere a che fare con lui,come è possibile provare tanto odio per un proprio figlio?lasciandolo per strada con una bimba piccola con soli 6 mesi????io questa domanda l ho fatta a lui..proprio così
:Ho una bimba piccola dammi tempo di trovare un altro lavoro e ti lascio anche tutta l attrezzatura che ho comprato,se nn lo vuoi fare per me pensa alla piccola….sa cosa mi ha risposto:
Perché tu hai pensato a me???
Mah accetti questo mio sfogo e buona domenica
Purtroppo è così Jonny: non si può discutere con loro, comandano e basta, si impongono senza tener conto delle esigenze degli altri e non ammettono errori, inoltre per prevalere sempre, il figlio non deve essere mai più bravo del padre, altrimenti lo metterebbe in cattiva luce….
Ecco perché è inutile tentare di trovare un punto di comunicazione o condivisione, sono dei despoti e basta, l’unicoodo per farsi una vita serena è separarsi e ridurre al minimo i contatti, in modo da non dar loro modo di offenderla ed umiliarla continuamente.
Solo quando saranno malati e vecchi si renderanno conto della solitudine che hanno creato intorno a loro, ma non è detto che anche allora siano meno cattivi, arroganti e crudeli.
Non si senta in colpa di giudicare male suo padre perché è quello che merita e lei merita di essere trattato con rispetto e di parlare o pensare apertamente e con sincerità.
Non percorra strade che non la porteranno mai da nessuna parte, come le ho detto è inutile discutere con loro, non ascoltano e sanno solo accusare, prenda consapevolezza che le cose stanno in tal modo e che non si potrano cambiare e pensi alla sua famiglia, che sicuramente le darà tutto l’amore e la considerazione che non ha mai ricevuto prima.
In bocca al lupo, anzi crepi
Marilena
Salve dottoressa,
ho letto il suo articolo e credo proprio di essere figlia di una madre narcisista (mio padre è sempre stato totalmente assente invece). Credo che mi abbia rovinato la vita perché mi ha sempre sminuita, denigrata (a causa di problemi di tiroide ho iniziato ad ingrassare notevolmente all’età di 6 anni e mi prendeva in giro anche lei), si è sempre vantata con tutti di capirmi alla perfezione e invece è sempre stata poco empatica nei miei confronti. Da piccola, per farmi o non farmi far qualcosa, minacciava sempre di botte. Sono diventata chiusa, senza autostima, poco empatica anch’io, soffro di dipendenza affettiva ma al contempo tengo lontano tutti… Se qualcuno si affeziona troppo a me, lo allontano e non riesco a capirne il motivo (forse paura dell’abbandono) mentre col mio ultimo ex, da cui ho avuto una figlia, sono stata dipendente in tutto per tutto… Credo fosse narcisista anche lui perché, come mia madre, mi ha sottomessa, umiliata, denigrata, raccontato tante bugie… Ora, purtroppo, essendo disoccupata (credo che lavorativamente parlando mi sono sempre auto sabotata per “incapacità”, come sempre mi ha ripetuto mia madre) sono costretta a vivere con lei con mia figlia. Il più delle volte, mi sento apatica e vuota e basta una parola di mia madre per farmi mettere ansia o farmi uscire tutta la rabbia che covo dentro nei suoi confronti. Lei pensa di non avere nulla di cui scusarsi quando tento di spiegale il mio profondo dolore, il disagio e il mio stato d’animo in generale, anzi, mi risponde che sono matta e che devo farmi curare (io?!). Tutto ciò mi fa ancora soffrire terribilmente, anche se ho 29 anni. Col mondo esterno, cerco sempre di adattarmi agli altri, ricerco sempre la perfezione e così faccio solo più danno a me stessa perché non mi distinguo ma, anzi, probabilmente passo solo per noiosa. Tendo sempre a stare zitta per paura di sbagliare a dire qualcosa e tutti mi hanno sempre fatto notare che sono lenta nel fare le cose (probabilmente questo è dovuto alla depressione di cui soffro). Andavo dalla psicologa qualche anno fa, poi ho interrotto non vedendo risultati, specie perché mi faceva parlare molto ma senza aiutarmi nel concreto. Però disse un paio di cose che mi sono rimaste: dopo un anno che andavo da lei, mi confessò che, all’inizio della terapia, credeva che non avessi niente e che avrei smesso di andare in poco tempo; a un anno e mezzo dalla terapia, invece, aggiunse che secondo lei non c’era solo una depressione da curare… Non ho avuto il coraggio di chiederle cos’altro c’era e lei non me lo disse mai. So solo che ora sono spaventata: non so che tipo di madre posso diventare per mia figlia… Voglio essere una buona madre ma ho una paura tremenda di diventare come lei, se non peggio. Covo così tanta rabbia che, a volte, sfocia in aggressività verbale e fisica (quasi come mi fossi adattata allo stile di mia madre). L’ultima volta che mi ha percossa fisicamente, è stata 2 anni fa, quando volevo andarmene di casa… Penso che abbia paura di restare da sola e così fa di tutto per tenermi qui con lei ma io mi sento soffocare qui, mi sento in gabbia e lei non lo capisce… Se esco, mi chiama per sapere dove sono e con chi… Non penso abbia il diritto di farlo anche se vivo con lei… E con mia figlia mi dà sempre ordini: “mettile il pigiama”, “dalle da mangiare”, “ha sonno”. Sa sempre tutto lei a quanto pare! A me fa rabbia e ora sto cercando lavoro per andarmene di qui. Avevo fatto anche richiesta per le case ATER ma mi hanno dato solo 7 punti. Ce la dovrò fare da sola e questo mi sconforta ancora di più.
Non è da sola e chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma anzi di forza e coraggio nel voler affrontare e risolvere una volta per tutte questo rapporto sbagliato e disfunzionale che non la fa vivere serenamente.
Mi contatti via mail e provi a fare un breve percorso con me che l’aiuterà sicuramente a cambiare la sua vita.
Marilena
E quando è il figlio, ormai 29enne, che dopo vari tentativi non si stacca da casa perché con il proprio stipendio non può permettersi la qualità di vita che ha in famiglia e non investe su di sé per migliorare la qualità lavoro al fine di guadagnare di più, é giusto che la madre, dopo averlo cresciuto da sola, venda casa per staccarlo da sé , o deve aspettare ancora che egli trovi la sua via con i suoi tempi lunghi?
L’articolo cara Rosanna si riferisce ai legami che creano certi genitori non dovuti da eventi esterni ma dalla mania di controllo e manipolazione della vita del figlio.
Comprendo molto bene che questo è un periodo difficilissimo, dove il lavoro è la cosa più ricercata e più facile a perdersi, e non è facile spesso adattarsi a lavoretti che non sono all’altezza delle capacità di una persona, lo si fa per sopravvivere e per avere almeno qualche soldino, spero che il futuro offra diverse opportunità per tutti perché altrimenti la crisi diventerà più devastante e tutti ne subiremo le conseguenze.
Detto questo non deve assolutamente vendere la sua casa, avere un tetto sulla testa per entrambi è una cosa impagabile e un aspetto positivo da non sottovalutare, un vantaggio da custodire il più possibile.
Suo figlio è giovane, ha ancora una vita davanti per trovare il lavoro giusto ma è anche doveroso che nel frattempo partecipi e contribuisca alle spese di famiglia come può e con lavoretti che trova anche se non gli piacciono o non sono la sua massima aspirazione, saranno poco gratificanti ma almeno gli daranno la soddisfazione di contribuire in un qualche modo alle spese della famiglia e non essere soltanto un mantenuto.
E poi i cosiddetti lavoretti insegnano molta umiltà e generosità, insegnano la vita e stare al mondo, quindi li ritengo sempre esperienze che possono arricchire, poi un giorno arriverà sicuramente l’occasione per fare il salto di qualità.
Ma due sono le condizioni che non devono mancare per l’educazione da dare ai figli: ogni lavoro, anche il più umile è un dovere morale quando si aiuta la famiglia piuttosto che passare la giornata sul divano; secondo l’occasione per migliorare la posizione lavorativa capita sempre, basta coglierla, ma per coglierla deve già essere inserito nel mondo del lavoro, stando a casa a far nulla non vedrà mai nessuna occasione nè avrà modo di coglierla.
Quindi consigli suo figlio a fare il possibile se per ora non ha altre possibilità e gli faccia capire che solo mantenendosi attivo nel mondo del lavoro imparerà un mestiere, imparerà a stare con gli altri, imparerà a cogliere le occasioni giuste.
Spero di averla aiutata
Marilena
Sono perfettamente d’accordo. Brava!
Grazie mille
Marilena
Salve dottoressa,
ho vent’anni e sono figlia di una madre narcisista. La mia vita è un incubo. Leggendo il suo articolo mi è venuto da piangere perchè credo che non avrò mai la forza di costruirmi una mia vita. Ogni mattina mi sveglio con addosso un peso enorme che mi porto fino alla fine della giornata, mi sveglio sempre con le solite domande: come andrà oggi? di che umore è?
Quand’ero più piccola ero molto brava a separare quello che succedeva dentro casa da quello che accadeva fuori, per il semplice fatto che essendo “piccola” ed essendo più piccoli anche gli altri riuscivo a fare (bene o male) quello che facevano tutti. Ora che sono cresciuta, vivo con solo due amiche contate, gli altri si sono stancati di me. Mia madre mi minaccia sempre, quando le chiedo il permesso di uscire lei mi dice quasi sempre di “no” perchè devo pensare a costruirmi un futuro e non ad avere degli amici. Un giorno lo fece apposta a fare finta di lasciarmi andare al mare con i miei amici, salvo dirmi due minuti prima: “sei proprio ingenua, io te l’avevo detto solo per farti stare zitta.”
Ogni giorno è una battaglia, lei controlla qualsiasi cosa in casa: lava, stira, pulisce, cucina ecc e non perchè questo sia il suo “ruolo” ma perchè così ha la situazione sotto controllo. Non mi ha mai lasciato fare una lavatrice così in questo modo dipendo totalmente da lei.
Voglio uscire? “Ah sì, tu esci così ti fai la bella vita e io rimango qui a farti da schiava.” (quindi poi non esco)
A lei queste sembreranno cose frivole e non so nemmeno come fare a spiegarmi, io vivo una vita chiusa in casa. Una volta non sono uscita di casa per un mese (con le mie amiche, esco solo per andare all’università) e mia mamma non mi ha mai chiesto nulla.
Una volta le dissi che mi sentivo molto male e che avevo (ho) un assoluto bisogno di andare in terapia perchè passo tutto il giorno a piangere, lei mi ha risposto: “e tu come credi che io stia? secondo te io sto bene? questa vita l’ho sacrificata per te e questo è il ringraziamento. i tuoi problemi sono delle stupidaggini (detto in termini molto più coloriti) che non esistono e di cui non me ne frega niente.” Più volte mi sgrida quando parlo perchè “parlo troppo” o quando rido perchè sono una persona sciocca e frivola.
Per vivere ho dovuto costruirmi una maschera: devo far finta che non mi piaccia andare a ballare così non devo dire che è mia mamma che non mi lascia, fingo di essere una persona super impegnata così non devo usare scuse per uscire al pomeriggio.
Ogni giorno vengo riempita di insulti: sono un’egoista, una capra, una stronza, un peso, “nella vita ti auguro il peggio” e così via. L’unica cosa che mi spinge a non farmi del male è la speranza, la speranza per un futuro migliore, ricco di affetto, magari con una mia famiglia. Ma è difficile andare avanti dottoressa, mi creda. E poi che cosa aspetto dal futuro se non sono capace a mettere le basi di niente.
Ogni volta che mi sto per innamorare di qualcuno tendo ad autosabotarmi e ad allontanare la persona in questione da me perchè ho paura che mia madre rovini tutto e io non voglio rovinare la vita di nessuno. La mia fa già abbastanza schifo così e non voglio essere la causa della sofferenza altrui.
Non capisco più nemmeno chi sono, io non so chi sono. Non ho carattere, non ho personalità, sono anonima. Ho paura di vivere rinchiusa qui dentro per sempre. Sono una persona mediocre e non sarò mai in grado di costruirmi un futuro, nemmeno economicamente perchè faccio una facoltà che non mi porterà a nulla. Non conoscerò mai l’amore e non me lo merito nemmeno, mi sento uno schifo. Anche a scuola più volte mi chiamavano “sfigata” ed è esattamente così che mi sento.
Mi scuso per il disturbo, non so nemmeno se sono io che tendo ad avere reazioni troppo gravi e non so nemmeno io che cosa voglia dire questo sfogo. Sicuramente non metto in dubbio che esistano persone con problemi molto più gravi dei miei.
Credo proprio che la sua situazione vada analizzata ed affrontata una volta per tutte, in modo da restituirle quella serenità di cui ha bisogno, ma un consiglio non basta, come non possono bastare poche righe, solo unpercorso conoscitivo può permettermi di darle l’aiuto di cui ha bisogno.
Solitamente opero con un counseling online comunque estremamente efficace, provi a visionare la pagina dei servizi, in fondo tra le promozioni troverà i vati metodi coi relativi prezzi, faccia le sue valutazioni e poi mi ricontatti via mail. Vedrà che una soluzione la troviamo.
Marilena
buongiorno, sono Sara, ho 28 anni e una madre elicottero (e con parecchi altri problemi, secondo me).
da sempre lei guida più o meno apertamente le mie scelte e io, da brava bambina consapevole che gli adulti ne devono sapere più di me, mi sono lasciata guidare. spesso non serve nemmeno che dica qualcosa, già la sua espressione o microespressione mi dice cosa vuole e come lo vuole.
mi sono laureata nel 2016 e sono fuggita in australia per cercare di ricavarmi i miei spazi. nel mentre che ero là la cara mammina mi ha trovato lavoro presso un cliente dell’azienda in cui lavora.
di un lavoro avevo comunque bisogno, il ricatto morale (“ci ho messo la faccia” etc) non era nemmeno necessario farlo, l’aveva già fatto in passato, quindi sono tornata e sono andata a lavorare, grazie al cielo a 200 km da casa quindi mi sono dovuta prendere in affitto un appartamento e arrangiarmi in toto (i miei conti li ho presi in mano io e lei non ci entra, dopo varie scenate da parte mia perchè lei non voleva/sapeva rinunciare alla supervisione sulle spese del mio conto). è venuta in visita qualche volta a casa mia, poche volte perchè sa che non è molto gradita e perchè le fa schifo come vivo e non riesce a fare a meno di dirlo ogni volta (la pulizia non è il centro della mia vita e ho due cani).
dopo un anno circa ha iniziato che secondo lei ero sacrificata per quel lavoro e non ero felice, nonostante le mie rassicurazioni su quanto il lavoro mi soddisfacesse. stress a mille.
a ottobre scorso ha fatto l’Errore: ha trascurato la mia volontà su una cosa, le avevo detto di non dire a mio padre una cosa (non entro nel merito se avesse ragione o meno a farlo, se ho detto di no, giusto o sbagliato, è una mia decisione), una mancanza di rispetto su cui non sono disposta a passare sopra, ed è da allora che non le parlo.
non riesco a perdonarla e non ho nemmeno voglia di farlo, perchè sono sicura lo prenderebbe come un’autorizzazione a continuare a fare quello che vuole.
senza lei attorno io sto benissimo: soffro da anni di alopecia da stress, eppure avendo perso il lavoro in questi mesi non ne ho sofferto minimamente!
la famiglia insiste perchè ci riappacifichiamo, io non lo voglio.
aiuto 🙁
Stress da lavoro e da una madretroppo invadente, l’unico rimedio è abitare lontano e darle poco spazio, vada lei a trovarlo ma non la faccia pù venire a casa così si sentirà meno in colpa per non avere una casa perfetta come la sua ma senza amore, e dispetto del suo piccolo nido con due bestiole che le compenseranno tutto l’affetto che le manca.
Tagli il cordone ombelicale che la tiene ancora legata alla sua famiglia e si faccia una vita sua, evitando intrusioni…
è l’unico modo quando gli altri non capiscono e di cui non ci si può didare nemmeno raccontando segreti, che d’ora in avanti le conviene tenere per sè.
In bocca al lupo per tutto
Marilena
Salve Dottoressa, mi è piaciuto molto il suo articolo e l’ho trovato molto interessante.
Mio padre è narcisista. Fin quando ero piccola mi è stato difficile notarlo perché ero la figlia prediletta con mio fratello di cui vantarsi fuori, anche se a casa non c’è mai stata considerazione dei nostri bisogni, mentre mia madre e mia sorella erano capro espiatorio. Venendo a mancare mia madre e trasferendomi per studi (cosa che non ha mai accettato) mi sono staccata: ora sono io il nemico. La situazione è insostenibile, tutto ciò che non ruota attorno a lui, a ciò che lo può rispecchiare, diventa contro di lui, pronto a aspettare un mio sbaglio per ritorcermelo e ricordarmi che lui avrebbe fatto di meglio col suo metodo è infallibile, dichiarare vera e propria guerra che si tratti verso una figlia com’era per mia sorella o com’è stato per mia madre. Non mi sento mai apprezzata qualsiasi cosa faccio (di quelle poche cose che sa di me), insultata per banalità, frecciatine e dispetti costanti e un rapporto dalla freddezza sempre più indescrivibile. Fuori casa la bella faccia a cattivo gioco, la realtà è che in casa non merito nemmeno il suo saluto, gli parlo e non ascolta, al massimo le nostre conversazioni sono sempre riguardo cose sue, che ha fatto lui. È così ossessionato a ‘farmela pagare’ che mi sto autogestendo, pagando studi e affitto perché “Mi sta bene per non aver ascoltato il mio papà” però fuori va a raccontare che è lui che me li paga e se ne vanta!
Non voglio fare il suo gioco e doverlo glorificare per farmi pagare l’uni e poter terminare gli studi. Allo stesso tempo ho forte mancanza di autostima, mi sento abbandonata, non apprezzata e credo di avere inizi di depressione perché ho pensieri molto brutti. Cosa dovrei fare?
Credo che sia il caso di affronare il probelam privatamente, mi scriva via mail: info@marlenacremaschni.it
L’aspetto
Marilena
Grazie Dottoressa,
ho 42 anni ed ho capito da poco più di un anno di essere stato vittima tutta la vita di un padre narcisista che, oltre a sminuire sempre i miei buoni risultati al di fuori delle sue competenze e conoscenze, ha fatto di tutto per sabotare ogni mio progetto di cui era a conoscenza arrivando ad apporre firme false in mio nome causandomi continuamente problemi di organizzazione, di tempo, denaro e soprattutto minando continuamente la mia serenità.
Ho un fratello maggiore di tre anni che rispecchia esattamente il profilo narcisista di mio padre, essendone un’estensione, che infatti lavora con lui da sempre e niente altro ha fatto nella vita se non essere il suo segretario con qualche qualifica professionale, quando mio padre glielo concede.
Nostra madre è morta venti anni fa ed era il mio unico alleato, l’unica persona che rispettava la mia sensibilità e la mia intelligenza. Da quando non c’è più lei non ho fatto altro che essere il capro espiatorio di mio padre e mio fratello tanto da farmi manifestare volontà latenti di suicidio.
Ho avuto la sanissima idea di allontanarmi da loro ma anche questo mi viene ritorto contro come egoismo ed egocentrismo. Mio fratello ha avuto pesanti problemi di droga ed alcool e si è sposato con una donna che ne aveva più grandi di lui (un’altra personalità ultra-narcisista borderline), hanno avuto un figlio (fortunatamente sano e bellissimo) ed adesso mio padre è completamente distaccato da me emotivamente tanto da portarmi per i capelli, dicendomi la bellissima frase:”se non vieni con me dallo psicologo non sei più mio figlio”, ad un CIM dove pretendeva che quel povero psicologo con cui parlammo tirasse fuori una bacchetta magica ed oplà io tornassi buono, muto e servizievole col capo chino reo dell’essere me stesso.
Il bello è che, sbagliando mi resi conto poi, gli avevo comunicato in confidenza dei miei pensieri e lui ha sentito solo la parola “psicologo”. E’ stato un colpo per me anche capire quanto fosse ignorante in materia con le arie da grande uomo acculturato che si è dato tutta la vita.
L’unico lato positivo è stata la presa di coscienza che questi anni di oppressione mi avevano reso forte tanto da trovare in me le motivazioni a vivere anche senza affetto dei miei familiari.
Dopo aver venduto la casa dove sono cresciuto mio padre ha comprato una casa dove vive con mio fratello, scelta da mio fratello, e la sua famiglia.
Io avevo un piccolo studio in un ripostiglio della sua casa precedente dove ho imparato un mestiere che ancora a sprazzi riesco a svolgere da freelance ed anche pagato piuttosto bene, da un minimo di 100 a 400 euro al giorno, e che ora ovviamente non ho più.
Ora vivo in affitto in un monolocale, dove entro a malapena con tutta la strumentazione acquisita negli anni, mentre loro vivono in una casa di proprietà di 230 mq. Il giorno che ho capito che anche mio fratello era deleterio per la mia serenità è stato quando mi ha chiesto, visto che per un minimo di equità chiesi loro di pagarmi un affitto, di cercare magari una stanza in affitto perché sarei stato “una spesa morta” non utile al menage familiare. Cercando di salvare capra e cavoli ho risposto che potevo vivere in una stanza ma che avrei avuto bisogno di un nuovo studiolo creando una reazione che mi ha fatto passare una delle 2-3 peggiori giornate della mia vita e che chiamo: “il processo”. Eh si, essendo la moglie di mio fratello avvocato mi hanno fatto sedere ad un tavolo dove loro tre avevano poggiate le braccia incrociate e mi chiedevano, freddi senza un sorriso o uno sguardo in faccia, spiegazioni da agenzie delle entrate. Io ricordo di aver anche mostrato delle fatture in questa occasione ai miei familiari.
C’è da premettere che in quei giorni ero infortunato ad un ginocchio per un incidente in moto ed anche per quello non potevo trovarmi un “lavoretto”, come dicevano loro marcando la mancanza di rispetto nei miei confronti, al volo che è una cosa che ho sempre fatto da quando a 16 anni ho iniziato a fare il cameriere d’estate e non sdegnavo di fare nei periodi di bassa economia. Anche i miei dolori al ginocchio, che poi ho dovuto operare per rimuovere il menisco, venivano visti come egocentrismo. Dichiaratamente.
Mi accorgo che potrei andare avanti per ore, anzi giorni e dipanare i particolari che hanno minato direttamente la mia emancipazione mandandomi in depressione da bassa autostima, tutti gli “sgambetti” e le infamità operate da mio fratello nei mei confronti che diceva io facessi “la bella vita” perché ho vissuto in affitto nella una camera di una bella villa dai 23 anni ai 31, cosa che mio padre prese più che sul personale offendendosi molto, quando ho avuto il mio primo buon contratto di lavoro.
Sono conscio ormai che loro, soprattutto mio padre ottuagenario, non cambieranno mai. Io ho deciso che non avrò figli per non far passare, inevitabilmente, ad una povera anima inncoente quello che ho passato io per arrivare ad oggi e che forse è meglio io rimanga scapolo per sempre perché purtroppo il dna non mente
La scelta di mettere al mondo dei figli è sopratutto una scelta di responsabilità, ma credo che tutto quello che hai passato e che hai compreso dalle situazioni peggiori chehai vissuto ti renderebbero un buon padre, perché conosci gli errori che fanno male e che ti segnano per la vita e quindi farai di tutto per evitarli e rendere tuo figlio un bambino felice, e questo fa di te già ora un buon padre.
Mi dispiace per il tuo lavoro in cui eri bavo e che hai dovuto abbandonare, sei sicuro di non poterlo riprendere?
sai per molti lavori spesso basta avere un computer, anche soltanto funzionale, e buttarsi avendo il coraggio di rimettersi in gioco e la gratificazione di riuscirci ti ripagherà di tante cose perse.
Marilena
Gentile Marilena,
sono anche io vittima di una madre appiccicosa, praticamente mi fa sentire in colpa se vado poco, mi scrive tutti i giorni più volte al giorno su WhatsApp ecc. Io per tutta la vita mi sono sentita poco indipendente e autosufficiente, ora sto meglio e abito qui vicino (appena si è liberato un appartamento dove vivevamo prima ha speso un mucchio di soldi per acquistarne uno nel mio stesso paese in modo da avermi vicina). Ciononostante ho ritagliato i miei spazi tipo non vederci tutti i giorni non pretendere di sentirci ogni giorno al telefono. Ma tramite Facebook e WhatsApp le invasioni tornano. Tipo commentare ogni foto che metto ecc scrivermi su WhatsApp più volte al giorno… Purtroppo ora per questioni economiche avevo pensato di trasferirmi con il mio compagno a casa di mia nonna ma temo invadenze… Non foss’altro che avremmo bisogno di soldi per ristrutturare. Insomma mi sento in ansia e mi sento anche giù per non essere mai riuscita ad allontanarmi per costruirmi miei spazi. Spiace perché il tempo passato con lei spesso è bello. Ma l’attaccamento morboso mi asfissia. Quando ero piccola invece non c’era mai… Sta ripetendo gli errori di sua madre
Direi che è arrivato per te cara Lally di mettere più distanza tra te e tua madre, non solo una distanza chilometrica che ti permette di vivere senza l’ossessione dell’invadenza e del controllo, ma anche una distanza mentale che ti rende libera e che di permette di conoscerti ed ascoltarti in modo da usare il tuo tempo per valorizzarti e seguire i tuoi desideri e i tuoi sogni.
Nel caso avessi bisogno di un aiuto puoi contattarmi: info@marilenacremaschini.it
Nel frattempo ti auguro di fare quei piccoli passi che ti porteranno verso una vera autonomia.
Marilena
Buongiorno Dottoressa,
mi riconosco ahimè dopo tanti anni, quale figlio di genitore narcisista. Io ho ricoperto il ruolo del prescelto ( che disgrazia) mio fratello purtroppo il ruolo della vittima sacrificale ( o meglio visto che lui è riuscito ad affrontare ciò che ha capito essere un problema di relazione).
Ho rivissuto esattamente tutte le situazioni che ha descritto dal punto di vista professionale ( lavoro preconfezionato indovini da chi già prima che ci diplomassimo) ritrovandomi a fare un lavoro non desiderato. Oggi il mio problema più grande è la bassa l’autostima e senza il mio precedente impiego ho la sensazione di non riuscire ad emergere.
Purtroppo mi ci riconosco anche in ambito sentimentale e delle relazioni, per tanto tempo infatti ho assecondato bisogni e volontà pur di essere accettato, da lui e dal prossimo. Matrimonio andato a rotoli e attuale relazione sbilanciata.
Leggere il suo articolo ha dato un nome ad un malessere che ho covato per tanti anni..
Che ne dice Giulio di fare una chiaccherata in privata e magari privare anche un percorso che la possa aiutare da questi suoi blocchi mentali che si costruisce da solo, acquisendo quella libertà di testa e di cuore d cui ha bisogno.
Se vuole provare a visistare la pagina dei servizi in fondo tra le promozioni troverà tutte le modalità di counseling che offro ed i relativi prezzi, così, nel caso dovesse decidersidi avere il mio sostegno, ha già la possibilità di scegliere.
Mi contatti privatamente: info@marilenacremaschini.it
Spero a presto
Marilena
Cara Marilena, posso avere la sua email per scriverle in privato?
Certamente: info@marilenacremaschini.it
la si trova alla fine di ogni pagina del sito…
mi scriva pure anche oggi, le risponderò nel pomeriggio.
A presto
Marilena
sono spinta a scriverle la mia storia come utile sfogo per me ma anche per tutti quelli che hanno piena consapevolezza del motivo per cui si trovano a googlare “madri narcisistiche come gestirle”.
Ho svolto un percorso terapeutico che sta per giungere al termine in cui ho capito e compreso i limiti di una madre con totale assenza di empatia e alcuna dote relazionale nè con i figli nè con l’esterno. Ammetto che ho ancora difficoltà a non cadere nei suoi tranelli di colpevolizzarti o di incutere sensi di colpa, mi faccio spesso condizionare dal suo pessimo modo di fare sia nei miei confronti ma anche nei confronti di terzi con i quali si trova a relazionarsi prendendola sempre sul personale e faticando a scindere la sua figura psicologica da quella di “mia madre”.
Mai un “ti voglio bene” sentito dal cuore in tutta la mia infanzia, mai un consiglio o un supporto sulle prime delusioni adolescenziali, solo traumi trasmessi sotto ogni punto di vista ( se avevo il desiderio di utilizzare i primi trucchi ero una put***, se facevo le prime marachelle con le amiche venivo giudicata, senza spiegarmi il perchè era errato fare cose ma giungendo sempre a conclusioni identitarie: tradotto a “sei una tr***”, i brutti voti in pagella erano solo una conferma di quanto io non fossi brava quanto mia sorella – “specchiati tua sorella, piegata sui libri tutti i giorni, si ammazza a studiare tu invece farai una brutta fine, finirai per pulire i cessi” ecc ecc ) sono stata definita sempre come quella da controllare perchè altrimenti avrei preso la strada sbagliata, giudicata per le persone che ho scelto di farmi amiche, manipolata e soggiogata per ogni mia scelta che avevo solo intenzione di mettere in atto (figuriamoci ad atto compiuto).
Situazioni ribaltate, continue contraddizioni e bugie, ladra di meriti che non le sono mai spettati soprattutto dal momento in cui ho concretamente ottenuto la mia libertà economica e identitaria.
Tutto questo mi ha fatto sempre crescere col terrore di essere giudicata dal prossimo non per quello che sono ma per quello da cui provengo, come se non fossi una persona a sè ma un tutt’uno con la situazione disastrosa della mia famiglia dal quale invece ho lottato per separarmene. 4 anni fa mi sono trasferita ad 800 km da casa, ho trovato un lavoro e mi sono resa indipendente sfruttando a pieno le mie potenzialità. Seppur la mia vita è radicalmente cambiata in meglio, toccando con mano che lontana da quel contesto le persone mi hanno apprezzato e amato per quello che realmente sono, ho sempre l’esigenza di dover dimostrare di meritare quello che ho ottenuto ma soprattutto di dover dimostrare che merito affetto e amore, di dimostrare con fatti che so essere concretamente buona come persona e in gamba nel lavoro. Sono fidanzata da 2 anni, e lui lo definisco la persona con cui ho intenzione di passare il resto della mia vita e creare una famiglia, ma prima di ciò voglio risolvere questo continuo senso di inadeguatezza e smetterla di assillare il mio partner con continue richieste di certezze e conferme ( gli chiedo se mi ama tutti i giorni a tutte le ore del giorno fino a quando si va a dormire ) che temo possano solo allontanarlo da me. So di essere insicura seppur ho raggiunti obiettivi importanti da sola, ma ho la perenne sensazione che qualcosa nella mia vita devo ancora risolverla e si tratta indubbiamente della gestione del rapporto con mia madre. come un tarlo perenne in testa secondo cui tutto si blocca. prendere le distanze è una buona soluzione, ma lei se ne accorge e quindi non fa altro che provocarmi nell’attesa che io esploda e passi dalla parte del torto.
Per non parlare delle terribili figuracce che mi fa fare dal momento in cui si “impossessa” delle persone che si relazionano con me per forza di cose ( tipo i miei suoceri ) e debba a tutti i costi intromettersi promettendo inviti a casa sua che poi non mantiene risultando inopportuna e soprattutto cafona agli occhi di chi non conosce il suo disturbo.
Continua a dare colpe al prossimo, non ponendosi mai il problema che è la fautrice di situazioni spiacevoli e umilianti per lei stessa ma soprattutto per chi le sta intorno.
Mia sorella maggiore è teoricamente cosciente del fatto che vada “educata” ma lo fa sempre assecondandola e annientando la propria esistenza ( non ha amici, non ha molte relazioni in generale se non con i suoi fidanzati – non è mai stata single in tutta la sua vita – , vacanze e qualsiasi svago al di fuori del suo lavoro o della quotidianità comprendono sempre mia madre anche solo il farsi fare compagnia al telefono nel tragitto mattutino di casa-lavoro); mio padre ( ex malato leucemico ) è in perenne frustrazione, colpevolizzandosi di un qualcosa che gli è capitato nella vita tra testa e collo, colpevolizzandosi della condizione economica vacillante dopo aver scoperto il malore. Amo mio padre ma non posso dimostrarlo, ogni segno di amorevolezza che ci scambiamo lo facciamo sempre di nascosto a tal punto che ho raffreddato inconsciamente i rapporti anche con lui che ritengo solo vittima.
Mio fratello, ultimo dei 3 figli, è il figlio maschio tanto atteso e desiderato da mia madre: non serve specificare che sta venendo su immaturo per l’età che ha, timido, introverso e a completa disposizione della madre che lo usa come “sostituto” di figura maschile visto che quella di mio padre ormai è bella che esaurita da un bel pò di tempo.
vorrei convincere mio padre, mia sorella e mio fratello a prendere lo stesso distacco emotivo con lei che sto tentando di adottare io, e a smettere di assecondarla. Ma non capiscono, anzi mi chiedono sempre di essere comprensiva e di portarle pietà. ma é difficile rispondere con la compassione ad un concentrato di odio, aggressività e cattiveria.
Capisco il suo tentativo di avere una famiglia più normale, ma non si cambino le persone cattive e non si cambia la testa di persone che non vogliono comprendere; io le auguro invece di smetterla di lottare contro questi mulini a vento e di rifarsi una vita voltanto altrove il suo sguardo in modo da avere delle possibilità di soddisfazione e di serenità.
Marilena
Gentile Dottoressa, ho vissuto per 7 dolorosi anni con un narcisista patologico dal quale ho avuto 2 splendidi bimbi.
Sono andata via di casa portando i bambini con me, perché la nostra vita era diventata impossibile. Io subivo di tutto, dopo avermi catturato nella sua rete mostrandosi come la mia anima gemella in tutto e per tutto è iniziato il periodo della svalutazione, dei tradimenti e dei ricatti psicologici. Con due bimbi era inaccettabile ma era inaccettabile soprattutto per me. Ora sono rinata, sono passati due anni ed ho acquisito la consapevolezza di tutto. Lui tenta ogni tanto di darmi “fastidio” perché ho “osato” ribellarmi ed uscire dalla sua sfera, lo fa attraverso messaggi, provoca, mi scredita davanti ad altri, persino nelle chat di classe. Ma non rispondo più alle sue provocazioni. Il problema grande sono i bambini, la prima bimba di 5 anni ha crisi abbandoniche fortissime vuole stare solo con me ed è molto introversa, ha una bassa autostima, piange spesso perché non si sente all’altezza di fare le cose, a volte anche solo un semplice disegno. Stamattina tragedia per non essere riuscita a mettersi le scarpe da sola. Il papà lo vedono una volta a settimana e da buon narcisista “usa” i bambini per i propri tornaconti mostrando loro zero empatia, zero affetto, zero tutto. Vorrei un suo consiglio su come pormi per poterla aiutare a superare le paure e le insicurezze che purtroppo ha. La ringrazio moltissimo.
Sicuramente cara Clara, ma l’unico modo per analizzare dei bambini è studiare i loro disegni facendo fare dei disegni specifici, i piccoli spesso non eprimono a parole i loro disagi ma li disegnano.
Mi contatti privatamente via mail (info@marilenacremaschini.it) per capire cosa fare e con che modalità, e vedrà che le farò un preventivo accettabile.
Marilena
Buongiorno Dottoressa,
la ringrazio per questo articolo in cui ritrovo perfettamente la mia situazione. Ho 39 anni e sono vittima di una madre narcisista. Il mio papà è mancato quando avevo solo 8 anni ed io fino ai 19 anni ho vissuto sola con lei. La mia infanzia e adolescenza sono stati vissuti nel terrore e nella solitudine. Terrore di mia madre che in preda alla depressione minacciava costantemente il suicidio e mi diceva che questo dipendeva dal mio comportamento. Inoltre non faceva altro che dirmi che ero grassa e mi paragonava alle mie compagne di scuola che a detta sua erano tutte migliori di me in ogni senso. E poi non mi abbracciava mai, non mi diceva mai che mi amava, se ne stava chiusa nella sua solitudine e nel suo sgomento. Nell’adolescenza criticava i miei amici e il mio ragazzino tanto che è riuscita a farmelo lasciare a 18 anni perchè a lei non piaceva. A 19 anni dopo il diploma sono andata all’università a 100 km di distanza dalla mia città e da lei ma la sua influenza è sempre viva , ci sentiamo telefonicamente 5/6 volte al giorno e ogni 15 giorni vado a trovarla. Questo da 20 anni. Cosa ho fatto in questi 20 anni? Nulla. Sono stata fidanzata per 10 anni con un bravo ragazzo che non amavo solo per farla stare più tranquilla, non ho finito l’università, ho sempre lavorato ma il mio lavoro non mi piace e vorrei cambiare ma non ho grinta ne fiducia in me stessa. Non ho voluto figli, non ho amici. Adesso convivo con un uomo da 6 anni che è la mia unica gioia. Lo amo ma mia mamma lo odia perchè ha 10 anni più di me e perchè ha problemi economici. Ieri ha fatto l’ennesima sfuriata al telefono in cui mi ha detto parole orribili, tra cui che non vuole più sentirmi , che la faccio morire, che non mi importa di lei, che sono una m…a eccetera eccetera. Questo solo perchè sto con questo uomo. Venti giorni fa sono andata a trovarla per festeggiare il suo compleanno, le ho comprato un regalo e volevo portarla fuori a pranzo e lei invece di essere felice di avermi li mi ha massacrato verbalmente sempre per il solito motivo. Lui. Mi può aiutare dottoressa? Io vorrei solo vivere pienamente la mia vita. Cambiare lavoro ed essere serena con il mio compagno. Ma il senso di vuoto da questo rapporto con mia madre mi devasta. E’ l’unico famigliare che ho, ormai sta diventando anziana e inizia anche a farmi pena, ho paura che muoia, che non sarò mai compresa da lei. Sto malissimo. Non so come uscirne. Mi aiuti perfavore…
A volte è inevitabile prendere delle posizioni e formulare dei giudizi negativi anche nei confronti dei genitori quando non solo non sono dei buoni genitori ma sono anche distruttivi della nostra serenità e della nostra vita.
Non abbia paura nè sensi di colpa a vedere come realmente è sua madre, a giudicarla per il suo comportamento e per tutto quello che le ha fatto, l’aiuterà a liberarsi dal peso che si porta dentro, un peso non dovuto ad alcuna sua colpa ma solo alle colpe del genitore.
Pertanto si sfoghi, si lamenti, anche da sola, inutile aspettarsi di essere ascoltata e compresa, ma lo faccia per se stessa e con se stessa, l’aiuterà a liberarsi da quelle catene che la vincolano a delle responsabilità che non ha e l’aiuteranno a liberarsi da quelle colpe che non sono mai state sue.
Se dovesse aver bisogno di un aiuto più concreto mi contatti privatamente via mail: info@marilenacremaschini.it.
Marilena
Grazie per il commento dottoressa. Quindi secondo lei la soluzione è solo quella di tagliare i ponti con lei? Non sentirla al telefono e non andare a trovarla?
Non non è soltanto questo, non risolverebbe il suo problema personale di insicurezza che la perseguiterebbe ovunque, anche da lontano, per quello le ho proposto un percorso per aitarla a capire qual’è la fonte del suo disagio e di paure ed affrontarle una volta per tutte.
é quello il suo nemico principale, tutto il resto è soltanto una conseguenza.
Marilena
Grazie Dottoressa, le scriverò questo pomeriggio all’indirizzo mail che mi ha cortesemente fornito
Credo che il punto d rottura, nel mio caso, si sia creato senza ancora intervenire: la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato quello psicopatico di mio padre che si è incazzato con mia madre perché, stando alla sua mente malata, io in viaggio seri dovuta andare con lei e non da sola (tengo a specificare che è un viaggio guidato di gruppo=.
Arrivati a questo punto, non disponendo di mezzi per staccarmi da persone così tossiche (perché mia madre che tace per quieto vivere non è che sia tanto meglio) ammesso e non concesso si risolva qualcosa andandosene a vivere per conto proprio, o lo faccio internare o mi uccido, visto che lui è convinto che i pazzi siano gli altri.
Come avevo già anticipato forse è il caso di discutere di queste tematiche privatamente e trovare il modo o di risolverle o per lo meno di attenuarle, per tale motivo ti consiglio di fare un percorso, anche breve, per comprendere tutte le dimaniche ed impostare delle risposte reattive adeguate alla situazione, tutte cose che si possono fare solo con un approfondimento garantito da un percorso serio ed affidabile
Ti confermo la mia disponibilità ad un aiuto concreto, contattami via mail: info@marilenacremaschini.it
Marilena
salve io ne ho avuti due di genitori narcisi concentrati solo su loro stessi,adorano il suono della loro voce, e sono sempre loro al primo posto, i loro bisogni,ora sono novantenni e ahimè vivono in casa con me, una tortura che si è riproposta difficilissima da gestire perchè loro non hanno avuto un cenno di cambiamento, anzi la malattia e le necessità li hanno peggiorati.mi sento scoppiare affogare ,vorrei urlare e a dire il vero ci sono scontri fortissimi anche ora,,,,,,,,,faccio tutto li seguo li curo li amo,ma loro non ci riescono e guardando indietro ho compreso che non sanno amare, ho due figlie ma sono certissima di non essere come loro, l’unica nota positivia della mia vita
Non posso che mettere in evidenza il tuo grande spirito di sacrificio nell’aver dedicato la tua vita a genitori che sicuramente non meritavano quanto hai fatto, con la tua vita dedicata interamente agli altri incondizionatamente e senza mai ricevere soddisfazioni lo dimostrano, sicuramente non sei come loro, tu lo dimostri ogni giorno e le tue figlie sono fortunate ad avere una madre così.
Unico consiglio: dedica un po’ del tuo tempo e delle tue energie soltanto a te stessa, te lo meriti e te lo devi imporre, perché non sei abituata a metterti al primo posto ma sempre dopo gli altri, ma non finire i tuoi anni col rimorso di non aver fatto qualcosa che ti piaceva o di non aver vissuto come vorresti per la tua incapacità di non riuscire a non essere tanto generosa…. se gli altri non ti ringraziano abbastanza fallo tu, togliendoti anche dei capricci o facendo qualcosa solo per te, almeno una volta ogni tanto.
Con l’augurio che tu ci riesca.
Marilena
Buona sera, io sono una donna di 30 anni ho già una figlia dal mio primo matrimonio di 5 anni. Ora mi sono risposata con il mio attuale marito aspettiamo una bimba. Il problema è mia suocera che già adesso manca poco al parto e molto invadente. Lei vorrebbe vedere me e mio marito tutti i giorni, mangiare con noi sempre poi se per una settimana c’è ne stiamo per i fatti nostri lei si arrabbia moltissimo, noi praticamente DOBBIAMO esserci sempre per lei è con lei. Ora ho una paura terribile per la nascita della bimba che le cose non possono che peggiorare.. non riesce a capire che noi siamo una coppia e come tale abbiamo bisogno di stare tranquilli. Poi io dopo il parto vorrei godermi la mia piccola stare tranquilla ma mi sa che saranno casini con la mia suocera. Mi potete dare un consiglio come posso fare a spiegargli che deve farsi una sua vita che noi avremo una bimba e si non invadere i nostri spazi?
Grazie mille
Semplicemente dicendoglielo e senza lasciarle spazio di divagare come meglio crede nella sua famiglia.
Se ha bisogno di una consulenza più mirata sono a sua disposizione, ma mi scriva privatamente via mail: in modo che si possa parlare con tutta serenità e privacy: info@marilenacremaschini.it
MArilena
Buongiorno Dottoressa , dopo 11 anni che conosco mia moglie ho aperto gli occhi ed ho scoperto che lei è narcisista patologica. L’ho conosciuta che aveva una figlia di 3 anni ed era separata ma non sposata, e poi in questi 11 anni sono arrivati 2 figli che ora hanno 3 anni e mezzo e 10 anni . Praticamente questo ultimi mesi ha cominciato ad uscire la sera in discoteca con una nuova amica di quest’anno( lei ha 43 anni ed io 41) e questa cosa non mi è andata proprio quindi c’è stato scontro totale e minaccia di separazione. A questo punto cercando di capire cosa succedesse mi sono trovato a leggere degli articoli di psicologia sui narcisisti ed allora ho capito che sono stato manipolato fa sempre anche se i segnali più eclatanti me li ha dati 5 anni fa prima che nascesse il piccolo. Quando conobbe un barman in un locale dove si fermava spesso e dopo 2 mesi lo invitò a cena senza che io l avessi mai visto. Da lì in poi cominciò a flertare con vari uomini inneggiano al fatto che Non Faceva Niente di Male dicendolo a me alla sorella e alla madre come se fosse tutto normale. Intanto arrivo l adolescenza per la figlia e ci fú il botto a casa nostra perché cominciò lo scontro aperto con lei. Io mia moglie e il papà della bambina ci vedemmo per capire cosa succedesse e venne fuori che la bambina era arrabbiata con la mamma. A due anni di distanza la situazione è peggiorata e la bambina ormai ragazza è egocentrica opportunista furba e crea incomprensioni tra i loro genitori, mancando ti rispetto anche a me da quando ha notato che io e sua mamma non andiamo più d’accordo. Dopo aver letto vari articoli sul narcisismo e analizzando cosa stesse succedendo con sua figlia e cosa stesse succedendo con me e tutte le manipolazioni degli anni scorsi , i tira e molla, la triangolazione continua da circa 5 anni, l atteggiamento denigrazione verso me e i miei genitori, l atteggiamento verso i nostri figli, ho capito che sono succube di lei da sempre. Ci tengo a specificare che mia moglie incarna esteriormente la.narcisista, bella, si cura sempre, attraente, intraprendente, ammiccante, ed sfrutta da sempre con me il premio sessuale per ottenere quello che vuole con me, esibendomi sempre per casa il suo lato b che dall’inizio sapeva che io adoravo. Pensavo lo facesse per amore invece era per soddisfare il suo ego! Ora sto attuando la tecnica del No Contact e funziona e mi accorgo che il suo comportamento è la risposta esatta alla tecnica adottata. Ho deciso di andarmene di casa e lei lo sa e non batte ciglio. Prima però mi farò aiutare da una associazione chiamata Alfid. Voglio crescere i nostri figli in un ambiente sereno e spero che lei si faccia aiutare da qualcuno. Consigli Dottoressa? La ringrazio buon lavoro
E’ già sulla buona strada, ha fatto le cose che doveva fare e ha preso le decisioni giuste, è una persona molto valutativa e giusta, cerchi solo di avere pazienza perché i risutltati positivi non si ottengono nel breve periodo, pensi a se stesso e cerchi di rifarsi una vita, quella vita che merita da tempo.
In bocca al lupo
Marilena
Buongiorno Dottoressa, una cosa in particolare non ho chiara, secondo lei per i bambini sarebbe meglio essere genitori separati oppure continuare a stare insieme però con me ormai consapevole del disturbo di mia moglie? Il mio dubbio nasce dal fatto che in quelle giornate in cui io non ci sarei lei potrebbe manipolare i bambini e far sviluppare dei disturbi anche a loro. Grazie
I bambini ed i genitori stanno meglio in un ambiente sereno, dove c’è tranquillità, serenità e quiete, se questo significa prendere atto che il matrimonio o la convivenza non può più proseguire sarà sicuramente traumatico per tutti, ma penso che sia più penoso trascinare una situazione che trasuda astio, disagio, problemi, discussioni e rabbia che sciogliere il rapporto ed incominciare con persone nuove, creando quella che viene definita non per nulla “famiglia Allargata”.
Non si faccia quindi scrupoli se ha già fatto di tutto ed è chiaro che il suo matrimonio è alla fine, respirare aria di astio, rinfacciamenti, contestazioni e discussioni è dannoso per tutti, riprendetevi la vostra vita ed anche i figli ne avranno giovamento.
Loro hanno solo bisogno di essere amati e di non essere tirati in mezzo per essere usati l’uno contro l’altro, lasciateli vivere sereni il più possibile e vivranno bene anche la separazione
Marilena
Salve Dott.ssa,
Grazie per l’articolo ben scritto. Mi ha fatto molto riflettere sulla situazione attuale che sto vivendo, credo di aver avuto una madre narcisista che non mi ha mai vista come un individuo ma come il prolungamento dei suoi bisogni.
In 40 anni non avevo mai riflettuto sulle origini del mio malessere, che non mi ha permesso realmente di costruirmi un’identita’ e affermarmi come persona, provando sempre un profondo senso di inadeguatezza e poca autostima, fino a quando 1 anno fa ho avuto una forte crisi depressiva, che ha dato come uno scossone alla mia vita.
Leggere altre esperienze mi ha fatto sentire meno sola, in quanto non credo di essere capita da nessuno della mia famiglia, che etichettano le mie discussioni su queste tematiche come “aria fritta”.
Il fatto di essere maggiormente consapevole credo sia molto importante, pero’ la mia incapacita’ di guardarmi dentro e decifrare le mie emozioni per tanto tempo mi impedisce di fare il prossimo passo verso un cammino indipendente e sereno.
La ringrazio nuovamente
Un cordiale saluto,
Benedetta
Se lo desidera quel cammino che tanto vorrebbe fare lo possiamo fare insieme, io opero il counseling online, cioè via mail o telefonicamente, pertanto sono raggiungibilissima e con dei costi veramente contenuti, provi a visitare la pagina dei servizi, in fondo tra le promozioni troverà tutte le informazioni che le servono, e se poi è ancora decisa ad incominciare a fare i primi passi doverosi mi contatti via mail: info@marilenacremaschini.it.
Spero a presto
Marilena
Buonasera , ho trovato questa pagina per caso, cercavo delle ragioni al comportamento di Mio figlio. Oggi lui ha 40 anni, si è sposato 15 anni fa con una donna venezoelana di 5 anni più grande, abbiamo avuto dei conflitti ( onestamente li ha avuti lui ) allora quando conobbe questa ragazza, andava all’università di lingue ed a pieni voti, poi al secondo anno conobbe la sua attuale moglie, venne a casa, dicendomi; Papà lascio l’università e vado a vivere con lei. In quel momento mi crollo il mondo addosso, ma subito dopo pochi secondi di silenzio, gli dissi, bene è una tua scelta ed io la rispetto, fatti le valigie e vai, Lei dottoressa, può immaginare lo scompiglio di quella mia risposta, , vidi mio figlio travisarsi in viso, pensava di portarla a casa mia, ma quando il diavolo fa le pentole, mia suocera ha messo il coperchio, è intervenuta ( scavalcandomi ) dicendo a mio figlio, non preoccuparti Vieni da me. e così è stato, li al momento persi un figlio, vedevo nei suoi occhi una rabbia crescente, e comunque andò così . dopo pochi mesi , un giorno viene mia suocera a casa, dicendo imperativamente , io non lo voglio più a casa mia, ci sono quei ragazzi che non li sopporto ( da questo scoprii, che lei aveva due figli di altri, una ragazza di 10 anni ed un ragazzo di 14, ). Io risposi a mia Suocera, mi dispiace, lei lo ha voluto e lei se lo tiene, se non vuole, cambi casa lei . comunque mi scusi se mi son prolungato, adesso mio figlio vive in Irlanda e è affermato nel suo lavoro, ha un figlio oggi 11 enne, per i primi suoi 4 anni lo cresciuto io e mia moglie, e so quanto ci ama, ma il problema è un altro, mio figlio gli impedisce di parlar con noi senza la sua presenza, prima in estate, quando terminava la scuola lo portava qui per tre mesi a farsi le vacanze, oggi non più. Premetto faccio un passo indietro, mio figlio è un amante dell’Hiphop, con buoni risultati, ma gli ho sempre detto, che non sarà mai il suo sostentamento di vita, adesso lo trasmette a bambino, Mio figlio da qualche anno è diventato Ateo, ( non è che prima fosse stato un frequentatore di chiesa o salesiani, per quanto io abbia provato, ed adesso lui cosa fa, inculca al bambino la non esistenza di Dio , Un altro aspetto è contrario alla installazione della TV per quanto io abbia provato, ma con scarsissimi risultati. Ecco il Tutto , spero di esser stato chiaro . la Ringrazio per le sue risposte Distinti Saluti un vecchio padre ultra settantenne disperato .
Caro Lorenzo, giusta o sbagliata che sia, i figli hanno il diritto di scelgiere la loro strada, di sbagliare, di avere idee diverse, certo lei li può sempre consigliare ma non li può obbligare ad essere come lei e pensarla come lei, così otterrebbe proprio l’opposto: ostinazione ed allontanamento.
Come padre ha fatto del suo meglio, ora tocca a suo figlio prendersi le sue responsabilità per le sue scelte, lei glielo conceda.
L’amore di un padre sta anche in questo: lasciare che i figli seguano il loro percorso senza ostacolarli troppo.
Spero di averla aiutata
Marilena
Gentile Dottoressa
anche io come tanti suoi ” pazienti virtuali” minpassi il termine, sono rimasta fortemente colpita dal suo articolo. Voglio subito dirle con vergogna che ho 52 anni e sono una donna distrutta. La mia disgrazia più grande è quella di essere figlia di un padre narcisista che ha disintegrato la mia famiglia accanendosi prima su mia madre e poi facendo spettatori impotenti della sua vita me e mia sorella. Sarebbe impossibile raccontare la vita di soprusi mentali che ci sono stati inflitti. Ho tentato fin da adolescente di lottare contro questa follia e di spingere mia madre a portarci in salvo. Tutto inutile. Ho sofferto da sempre di depressione vedendo mio padre sdraiato sui divani per anni mentre facevamo la fame e ci portavano via i mobili da casa. Poi sono cominciate le gastriti gravi , le abbuffate i pianti che infastidivano. Nessuno si è accorto di me…poi è arrivata l’adolescenza rubata completamente…dovevo assistere alle loro folli litigate con botte e urla…ef io dovevo convincere mia madre a cedere pena interi giorni di pressioni psicologiche, irla e violenza…più volte mi sono fatta la pipi addosso dalla paura…ma anche lì non importavz niente a nessuno. Mia sorella si rifugiava in un letargo per non affrontare quella infame realtà. Mio padre mi ha impedito di fare le scuole superiori e con grande sforzo di volontà ho fatto il Conservatorio con grandi sofferenze…avevo già 24 anni….completamente rubati…il mio primo amore a quell’età prima impossibile parlare di amori adolescenziali…mentre lui aveva delle amanti (povere vittime) di cui venivamo messe al corrente. E via drammi e botte con mia madre ed io a dover zittire mia madre dietro le sue minacce…verso i 29 ho iniziato una psicoterapia erano solo incontri fatti di lacrime roventi che mi segnavano il viso. Finalmente vado via di casa ma abito in una casa sua…ogni tanto veniva mi minacciava faceva volre tavoli e se ne andava perche me ne ero andata. Finalmente un’occasione di lavoro parto per un’altra città…anche lì non sapevo che cosa mi aspettava…anni di dolore personale ma intanto ero lontana da lui…interrompo la mia psicoterapia grande dolore…non doveva avvenire in quel momento ma dovevo scappare. Passo quasi 20 anni della mia vita lì senza che nessuno della mia famiglia venisse mai a trovarmi…poco male…quando tornavo per le feste di Natale Pasqua erano sempre tragedie, imposizioni…quanti Natali a cena con una fettina secca cotta all’ultimo minuto guardandosi in cagnesco e con nessuna possibilità di dire….volevo trascorrere un semplice Natale…ho imparato a ‘fare senza’ tutta la mia vita..giurai a me stessa che non avrei fatto la fine di mia madre…niente matrimonio ne’ figli…e cosi è stato…ho sperato di morire più volte…ho avuto un sero esaurimento nervoso…ho distrutto la mia vita…e dire che mi sono sempre sentita dire dagli altri che sono una persona speciale…mi sono sempre considerata una nullità perche cosi sono cresciuta…qualunque cosa facessi o avessi fatto non mi è stata mai riconosciuta ma anzi sminuita…ho vissuto nel senso di colpa per aver pensato non voglio più vederli solo il minimo necessario…poi ha iniziato mia sorella a farmi ricadere la colpa del mio ‘menefreghismo’…dovunque vado sono braccata…da qualche tempo ho ripreso l’analisi ma la mia Dottoressa dice che devo lasciarmi alle spalle e riprendere la mia vita….già….ma quale vita? Quali sogni? Quali speranze? A volte mi sembra di avere mille anni sulle spalle e altre di essere una bambina che si affaccia alla vita..sono stata privata del bene più prezioso la fiducia e l’amore per la propria vita e quella altrui…ho tralasciato la mia vita sentimentale una scigura inflittami da me stessa…vivo sosoesa in un non tempo ma soffro ogni giorno per non trovare una via d’uscita…spero non arrivi troppo tardi quando sarò talmente vecchia da non farmene nulla…si solo ler non.morire dannata…vorrei solo aggiungere che non provengo da un’ambiente deorivato culturalmente…sono figlia di un noto professionista ed ho tentato per anni di fare la cantante lirica…ho scritte tentato ma ho avuto tutti i bastoni fra le ruote…incitata e poi distrutta l’attimo dopo…ringrazio la mia forza intrinseca per non avergliela data vinta del tutto…in tempi di coronavirus mia mafre col suo solito pietismo mi ha chiesto di venirla a trovare..sono prigioniera qui da 15 giorni…sarebbe stato meglio e meno doloroso ammalarmi…..mi scuso per lo sfogo…grazie
Non è mai troppo tardi cara Raffaella, lo diventa quando ci si arrende.
Ho la sua stessa età e le assicuro che siamo ancora nel fiore della nostra vita per ricominciare di nuovo ogni cosa e per inventarci il modo di realizzarci.
Ha perso i suoi primi 52, non perda anche il resto.
Provi a darsi l’opportunità di ricominciare veramente una nuova vita che le permetta di essere se stessa, serena e soddisfatta, mi dia la possibilità di aiutarla, non ci vuole molto, forse le basta una spinta, in fondo ha già avuto il coraggio di andarsene, non le mancherà certo il coraggio di fare un altro passo: quello di liberarsi da quelle catene che le hanno imposto e che lei mantiene con la sua mente e disistima per poter essere finalmente libera.
Mi contatti, ci conto: info@marilenacremaschini.it
Marilena
Buonasera Marilena…complimenti per il supporto che da alle persone. Ho appena compiuto 40 anni, ho solo mia madre (come genitore intendo) e al momento abito (da 10 anni, quando è venuto a mancare mio padre) in un appartamento confinante il suo. Da quando è rimasta sola ho fatto la scelta di esserle vicino, per farle superare il trauma del lutto e per essere disponibile e appoggiarla sia psicologicamente che, spesso, economicamente. Ho anche un fratello maggiore, che però ha saputo ben decidere di andare a vivere lontano e crearsi quindi l’indipendenza necessaria. Finora sono riuscito ad avere un ottimo rapporto con lei, a cui voglio un gran bene. Sento però da qualche anno crescere un sentimento diverso, acuitosi da quando sono entrato negli “anta”. Una sorta di frustrazione nel dover essere sempre disponibile e guardato a vista dalle pur amorevoli necessità di una persona anziana e sola, a cui voglio comunque bene. Mi sento troppo spesso trattato come un bambino che non sono più da un pezzo. Questo mi porta spesso a comportamenti in cui cerco di mantenere il distacco in modo drastico, e sento che ciò la fa soffrire. E fa soffrire anche me, mi fa sentire in colpa. Ma è l’unico modo che ho di cercare di crearmi una vita indipendente. Da un anno ho una compagna che vive in Germania, e con cui sto molto bene, volo da lei due volte al mese. Vorrei andare a vivere con lei, non importa dove, perlomeno provare una convivenza. Ma mi trovo però in difficoltà, mi fa molta paura il fatto di lasciare sola mia mamma, ha 72 anni…non ha gran vita sociale, sebbene io l’abbia esortata spesso a crearsi degli amici…da quando è sola ed in pensione passa la vita a casa, a fare la spesa, chiesa e una volta alla settimana un ora di palestra per la terza età…
Non so come fare. So che al giorno d’oggi ci sono problemi molto più gravi. Ma un Suo consiglio sarebbe molto prezioso. Grazie infinite, a prescindere se mi risponderà. Un abbraccio virtuale.
Simone, 40 anni, Vicenza
Le ho già risposto privatamente via mail caro Simone.
Marilena
Salve Dottoressa Cremaschini,
Le faccio i complimenti per questo articolo: un faro per chi, nella riscoperta di sè, necessita delle giuste indicazioni e conferme.
Ho vissuto anche io un’infanzia ed un’adolescenza in una famiglia disfunzionale (madre depressa/ manipolatrice e padre narcisista passivo-aggressivo e controllante) e devo dire che prendere coscienza delle dinamiche è come una boccata d’aria fresca dopo anni di prigionia.
Ho messo definitivamente uno stop ai rapporti affettivi con i miei e specialmente mio padre dopo un’ultimo episodio nel quale mi sono reso finalmente conto che il padre che mi voleva bene ed era preoccupato per me, in realtà, era solo un’invenzione per non vedere la reale situazione (Mi ha urlato contro spropositi quando sono andato a confrontarlo per i suoi modi di trattarmi ingiuriosi e giudicanti e da allora è peggiorato nei modi – ovviamente si è fatto trovare a letto invece di parlare da uomo e risolvere , quindi si è sottratto come ha spesso fatto al confronto. ).Adesso soffro però di strani sintomi fisici, come tonsille sempre gonfie, una costante stanchezza e non appena comincio a fare sport iniziano sintomi influenzali e calo improvviso di forze con brividi. Ho fatto tante analisi ma nulla, credo sia qualcosa di psicosomatico e da qui la domanda: Essendo figlio di un genitore che ha instillato in me ogni tipo di insicurezza e fatto ogni tipo di abuso emotivo, è possibile che io stia reprimendo ancora della rabbia che mi causa questi sintomi fisici? Oppure sono solo arrabbiato con me stesso e somatizzo? Possibile Al momento specifico che la mia unica relazione con mio padre è il follow up medico di controllo post operatorio( ho avuto una neoplasia facilmente risolvibile e dato che questa è una terra dove la sanità non funziona le sue conoscenze si sono rivelate fondamentali).
La ringrazio anticipatamente per il suo tempo e le mando un caloroso saluto.
Alessio
Possibilissimo, anche perché già il fatto che ne dubita è un buon sintomo che abbia ragione.
Due sono le soluzioni che le consiglio: o fare un percorso di counseling anche breve oppure farsi analizzare la sua scrittura.
Tra i due metodi c’è una grande differenza, il counseling si basa su quello che dice, che può essere veritiero a livello coscente ma non a livello incoscio, mentre con la scrittura tale differenziazione non esiste in quanto rileva quello che caratterizza la persona senza filtri e senza condizionamenti mentali.
Se è curioso mi contatti via mail: info@marilenacremaschini.it
Marilena
Salve Dottoressa, le scrivo perché l’articolo da lei scritto mi ha dato spiegazioni ad eventi a me mai del tutto chiari. Sono vittima di abusi psicologici da parte dei parenti del mio compagno e questo mi procura diversi problemi e disturbi. Lui purtroppo non è capace di reagire e io mi rendo conto di essere impotente, perché per loro non conto granché. La cosa che adesso mi preoccupa maggiormente è che ho un bambino che cercano di strumentalizzare per continuare l’atteggiamento di disprezzo nei miei confronti. Se non avessi avuto questo bambino, che amo follemente, avrei già lasciato il mio compagno, perché ho capito che non avrò mai vita felice con lui. Resisto solo per il bene del bambino, legatissimo ad entrambi e che ci vuole sempre assieme. Visti i forti malesseri che ho provato in passato e tutt’ora, mi sono rivolta ad un consultorio della città in cui vivo, dove dopo due colloqui conoscitivi hanno riconosciuto l’esigenza di iniziare un percorso terapeutico con la psicologa della struttura. La situazione ovviamente è rimasta bloccata a causa del COVID19, quindi oltre alle conseguenze negative della quarantena, combatto quotidianamente con i miei sentimenti negativi. Credo mi farebbe bene parlarne con qualcuno.. perché è quasi un tormento e reggo ancora solo per l’amore di mio figlio..
Farsi aiutare le gioverà di certo e l’aiuterà ad avere più stima in se stessa ed imparare a suberare qualunque problema.
Provi a visitare la pagina dei servizi a questo link: https://www.marilenacremaschini.it/servizi/
in fondo, tra le promozioni, ci sono tutte le modalità di counseling, via mail o telefonico, tempi e relativi costi e poi mi contatti via mail: info@marilenacremaschini.it
Quando qualcosa non va lo si deve risolvere, attendere, sperare che le cose cambino da sole non sempre sono delle tattiche efficaci, anzi più che altro deleterie, perché più passa il tempo e più si radicano nella nostra mente condizionandoci anche quando non ci sono i fattori influenti negativamente.
Marilena
Ho letto con attenzione questo articolo , due volte, ed in alcune fasi ho letto e riletto dei passaggi nei quali mi ci sono rivisto. Non da genitore , ma nel rapporto di coppia
Credo che le caratteristiche manifestate dal genitore narcisista, sia condizione anche nel rapporto di coppia di un lei o un lui.
Certamente il narcisimo si inserisce prima nella coppia e poi in famiglia, se questa viene a crearsi, ma non cambia, semplicemente si estende sui nuovi arrivati nello stesso identico modo, a volte sembra diverso per il diverso carattere dei figli ma è una diversità solo manipolatoria, il fine rimane sempre uguale, quello del controllo assoluto e dell’egocentrismo iper valorizzato.
Marilena
Buongiorno,
La ringrazio di cuore per l’articolo esaustivo e chiaro.
Sono una ragazza di 20 anni, da quando ne avevo 17 sono in cura continua per attacchi di panico e disturbo ossessivo compulsivo.
Nel suo articolo ho trovato una risposta: da sempre mi sono dovuta confrontare con una madre egocentrica, che maschera la sua volontà di controllo sulla mia vita personale, chiamando il suo atteggiamento “affetto”. La cosa peggiore è che mi rinfaccia costantemente come io senza al suo aiuto (che consisterebbe nell’aver trovato uno psichiatra) non starei meglio dal punto di vista emotivo.
Parlo di una madre sempre attenta alle apparenze, che mai ha parlato male di me in pubblico, ma che in privato non ha esitato a denigrarmi.
La situazione è peggiorata dallo scoppio della pandemia da Coronavirus. Lei è infermiera in un reparto di pediatria; so benissimo che è esposta, ma vorrei che non lo ripetesse in ogni istante.
La quarantena che costringe a una convivenza forzata non aiuta: nell’anno passato avevo trovato un equilibrio, stando molto spesso a casa del mio ragazzo e vedendola il meno possibile.
Anche questo era motivo di lotta: frasi come “dovete stare anche qui” o “cos’è casa tua ti fa schifo?” erano all’ordine del giorno.
Mi scusi per lo sfogo, ma sento finalmente di aver dato una risposta alle mie domande.
La ringrazio per l’attenzione
Sono contente di averla aiutata, cerchi di resistere ancora un po’e la convivenza forzata potrebbe avere ben presto fine.
Complimenti per il percorso che sta facendo ed i risultati ottenuti (si percepiscono dalle sue parole) non si arrenda e vedrà che arriverà alla fne ritrovando finalmente la luce e se stessa.
Le auguro questo prima di tutto oltre ad una felice PAsqua.
Marilena
Gentile Dottoressa Cremaschini, cercavo una risposta alle mie domande e mi sono imbattuta nel suo blog. Leggo i suoi interventi e mi sorprendo piacevolmente per la generosità e professionalità con cui risponde a chi si rivolge a lei per un parere, un aiuto. Le sarei grata se potessi parlarle in privato.
Certamente, mi contatti via mail: info@marilenacremaschini.it, anche oggi, tanto a causa della quarantena mi è impossibile scappare :), appena posso le rispondo
A presto
Marilena
Buongiorno, finalmente un articolo completo. Ma adesso mi piacerebbe sapere come aiutare un figlio a non entrare in questo circolo vizioso.
Ho un ex marito perverso narcisista manipolatore e mi piacerebbe aiutare mio figlio ( che ritrovo in quasi tutta la sua descrizione di questo amore malato) che ha bisogno di me per non diventare un essere orribile come il padre. Mi aiuti dottoressa
Per aiutarla dovrei conoscere meglio la sua storia e poterle dare dei consigli mirati, perciò avremmo bisogno di più tempo e diponibilità ad approfondire l’argomento.
Oppure riuscire a convincere il figlio a contattarmi per poter risolvere con lui direttamente il problema, che sarebbe anche la soluzione migliore.
Provi a parlarne con suo figlio, se fosse lui a farsi aiutare l’aiuto andrebbe dritto all’interessato e non al mediatore che può anche non conoscere i pensieri più reconditi e segreti del ragazzo, senza nulla togliere alla sua capacità di essere una buona madre.
Ci provi e poi mi faccia sapere com’è andata, e mi contatti via mail così potremo parlare privatamente: info@marilenacremaschini.it
Marilena
Io credo che il problema vada oltre.Nn credo si possa parlare solo di narcisismo.Se una persona recita e reagisce a suoni che nn ci sono in teoria sarebbe Gaslighting.Questi mostri riducono le persone uno straccio.Nella Psicoterapia io ne ho conosciuti tre su Tre.Il quarto era una persona sana e mi ha aiutato.Per intenderci io nn conosco la persona che ha scritto questo testo.La logica mi porta a pensare che sia ok ma se fossi una psicopatica questo testo sarebbe love bombing per attirare persone fragili e inizia l’aggressione.Si diventa contenitori dell’aggressivita’di un punto morto su cui insiste una immagine Grandiosa.La persona ne esce distrutta dalla Terapia sperando di non impazzire.Un narcisista vede l’Altro come un Contenitore nel quale inserire qualcosa che non ha piu’nulla di ideale.La Vita E’una esperienza ideale vivente se la distruggi cosi’beh..vai in depressione o sviluppi una depressione maniacale.Per esperienza io vedo con molto sospetto i Terapeuti che sono pecorelle o Buon Pastori che nascondono Lupi pronti a divorarri.La mia testimonianza con approcci come la Cognitiva,la Transazionale,la Gestalt sono stati faĺlimentari.Bene molto bene la Fenomenologica e malissimo la PNL.Ritengo che sia sbagliato voler demolire le strutture psichiche della Persona.La Psicoterapia ha degli assunti sul piano etico e deontologico assurdi.Se nn si decide di dire chi sono i Cattivi e di condannarli e chi sono i Buoni e di valorizzarli insegnando loro a difendersi questa storia nn finira’mai.Io ho registrato una simbiosi tra terapeuti e psicopatico e la persona buona e di sani principi veniva distrutta.E’successo sistematicamente questo in Terapia.Per avere una diagnosi della Mammina di Bipolare 1 ci ho messo 17anni.Quel mostro fuori sembrava un agnellino e in casa si trasformava.Caregiver Padre?Sicuramente ancora peggio.L’unica soluzione e’il no Contact e la convivenza probabilmente per tutta la vita con occasionali stati di ansia,derealizzazione e depersonalizzazione.La persona sa che nn sta impazzendo e impara a gestire senza andare nelle mani di terapeuti che sinceramente credo siano piu’disturbati dei miei genitori.Oggi la Psicoterapia ci ha ridotto a dei coping o ad un Contenitore nel quale insiste un punto su cui decade l’idealizzazione Genitoriale.Le conseguenze sono drammatiche e demolitive perche’il genitore di se stesso non esiste.Esisto solo Io ed esiste il mio Me.E se sono in difficoltà e l’Asl ti abbandona,lo Stato si scorda completamente di Noi figli di Bipolari,gli Psichiatri confondono il dolore con una sorta di iniziazione massonica posticcia,beh…nn sono mica Io il problema.Il problema e` l’ambiente che e’meccanizzato e standardizzato in modo narcisistico.Se sei come quei pazzi che ci hanno fatto andare in Terapia,funzioni.Se sei normale ti ammali.
Caro Giuseppe, io non sono una terapista ma una counselor, ed aiuto le persone a risolvere i loro problemi, non certo a crearne.
Se vuoi una dimostrazione potresti provare un percorso con me che ti porti a smaltire tutta quella rabbia che ti tieni dentro e che ti avvelena.
Quando deciderai a provare un percorso di counseling, che ti assicuro essere molto efficace, da qui l’invidia e la rabbia degli psicologi, ne possiamo parlare.
Nel frattempo ti faccio i miei migliori auguri che la tua vita sia il più positiva possibile e che tu riesca a vedererla veramente così.
Marilena
Buongiorno Dottoressa,
ho letto con grande interesse il suo articolo. E’ capitata una cosa insolita: un giorno di qualche mese fa, qualcuno mi ha detto che “no, non è colpa tua, non sei tu sbagliata. E’ una narcisista, nasconde dentro di sè molti problemi”. E non ho ascoltato, abituata come sono ad addossarmi le colpe di qualsiasi cosa che mi succeda e a sentirmi sempre sbagliata e fuori luogo, non ho assolutamente dato peso a questo commento. Poi spinta dalla curiosità, ho cercato cosa significa “narcisista” e ho messo in file alcuni eventi della mia vita. Poi mi sono imbattuta nel suo articolo, che ho trovato bello. E liberatorio. Mia madre mi ha sempre convinto a fare quello che voleva con quello che definivo un ” ricatto morale”, mio padre non si è mai opposto, mettendo anche lui in campo talvolta questo tipo di comportamento. Sono cresciuta dentro una bolla di sensi di colpa, mi sento in colpa per qualsiasi cosa, per me stessa, per gli altri, per il lavoro, se gli amici si allontanano, se le persone si avvicinano, se qualcuno mi aiuta, se qualcuno mi critica. Mi sento sbagliata, sbagliata nel senso che faccio sempre la cosa sbagliata, commetto errori che provocano conseguenze dolorose per gli altri di cui io sono responsabile. Poi ho trovato un compagno di vita che mi sta accanto, con un rapporto equo, aperto, paritario, di condivisione. Sono felice di avere lui vicino, che ogni tanto mi prende per una caviglia e mi riporta con i piedi per terra e legge le situazioni in modo diverso da me. Nel tempo ho fatto un grande lavoro su me stessa, sui pensieri positivi, sulla auto-consapevolezza, sull’autostima. Sono ancora lontana dall’essere serena dentro la mia pelle, ma mi sembrava di stare meglio. Poi siamo andati a vivere vicino alla sua famiglia, in particolare alla cognata, che è la persona oggetto della prima frase di questo mio messaggio. Per me è un estranea, mi evita e nelle poche occasioni in cui ci incontriamo mi fa sentire inferiore, sbagliata e di nuovo fuori posto. Ogni volta che mi avvicino ai suoi figli, mette in campo dei comportamenti assurdi, li punisce o gli vieta di frequentarmi. Gli permette di stare con le miei figlie unicamente se io non ci sono. Mi ha accusato apertamente di aver logorato il rapporto tra fratelli e quando ho cercato di parlarne con lei apertamente, mi ha accusato di essere paranoica. Mi ha fatto andare in corto circuito, e mi ha fatto perdere quel minimo di serenità che avevo costruito nel tempo. Mi sono totalmente annullata nelle aspettative dei miei genitori durante l’infanzia, ribellata ai nella mia adolescenza, ma senza realmente trovare le mia via o staccarmi completamente. E ora mi trovo in questa situazione in cui non so bene come difendermi. Mi piacerebbe avere un libretto di istruzioni per capire come sciogliere questo nodo….
Grazie per il suo testo, e il suo tempo. E’ stato d’aiuto.
Cara Daniela, devi solo rimettere in atto quella tecnica di respingimento di accuse e di manipolazione che ti era stata rivolta dai tuoi genitori e che avevi in parte superato, o per lo meno attenuato, aiutata dal tuo ragazzo: non sei tu quella sbagliata, sono loro le persone sbagliate che si comportano in maniera sleale scaricandosti addosso le loro colpe. Cosa molto più semplice che farsi un esame di coscienza e ragionarci sù, meglio accusare gli altri è più liberatorio.
Ora cerca di fare la stessa con tua cognata e vedi se funziona, diversamente mi puoi contattare e vedremo come risolvere il tuo problema, che ti assicuro ti innesti da sola a causa di quel negativo lavaggio del cervello che tutte le persone che ti hanno manipolato hanno fatto su di te, sapendo che ti avrebbero messa in crisi.
Ed è proprio questo che devi imparare a non andare in crisi e saperti valutare come meriti, quello che pensano gli altri è tutto in più e nella maggior parte dei casi addirittura superfluo.
In bocca al lupo per ora, e se hai bisogno la mia mail è questa: info@marilenacremaschini.it
Marilena
Gentile Marilena, le scrivo perché sto affrontando un periodo complicato in famiglia, spero che lei possa aiutarmi, se posso le scrivo alla mail che ha indicato nei messaggi precedenti, la ringrazio molto!
Ti ho già risposto privatamente via mail, se avrai altre cose da chiedere fallo sempre sulla linea privata.
In bocca al lupo
Marilena
Ciao,ho 29 anni e da quando ho dovuto assecondare i miei genitori nonostante gli sforzi, molto faticosi,per avere delle libertà che loro non comprendono, cado in stati depressivi assurdi,prendo serotonina, ho attacchi di ansia per le loro forti pretese. Praticamente ho abbandonato la mia strada,essendo stata illusa per anni di poter essere aiutata ma niente,mi ci sono aggrappata pur avendo difficoltà a seguirla finché quando mi hanno privato di ogni aiuto ho gettato via tutto e cercato altre strade.Ma non mi piacciono,non sono le mie.Adesso non li tollero proprio,mi sento dentro ad una vita più che precostituita,diciamo piuttosto “arrangiata” ,accontentati che non puoi fare ciò che ti piace.Quello che mi piaceva mi rendeva più ottimista,ora mi arrende e lotta una persona che non sono io. Non ho problemi psichici,ma la mia scontentezza è vista come una follia, ho bisogno di isolarmi un pochino per stare bene,cerco le riserve,i libri, gli spazi da sola…ho bisogno di me…la mia interioritá non è mai stata considerata perché banalizzata
Cara Angela, è giunta l’ora per te che tu prenda il volo verso la vita che desideri e le scelte che senti essere tue.
So che l’indipendenza non è facile, soprattutto in questo periodo, però con impegno e qualche sacrificio la si può conquistare.
Tirati su le maniche e tira fuori tutto il coraggio e la forza di cui sei capace, e prova a cercare fuori dalla tua famiglia chi sei veramente e cosa vuoi dalla vita.
Nel caso avessi bisogno di un aiuto concreto puoi contattarmi via mail, nel frettempo ti auguro di farcela da sola, diversamente sai dove trovarmi.
In bocca al lupo
Marilena
Gentile dottoressa,
Reduce da una notte insonne (ennesima) mi trovo a scriverle.
Gli ultimi due anni della mia vita sono stati molto intensi. Da una relazione già problematica e costellata di alti e bassi è nata una figlia meravigliosa, ma dalla nascita il mio ora ex compagno è cambiato in peggio, mostrando in maniera esagerata quei suoi lati manipolatori e crudeli già visti, senza ritegno, perche forse come lui stesso mi ha fatto capire, ero secondo lui in trappola.
Ha cercato di distruggermi nel momento più delicato della mia vita, subito dopo il parto e per i primi mesi di mia figlia, mettendo in pericolo così anche lei… ma io ho trovato la forza di andare via. Ho chiesto aiuto a molte persone ma sembra che non ci sia consapevolezza del disturbo narcisista e credo che solo chi ci è passato possa capire davvero… Sono molto preoccupata per la bambina.
Complimenti per il gesto coraggioso, non deve esssere stato facile, nel momento in cui più aveva bisogno di essere sostenuta da un compagno, abbandonarlo perché era una persona detestabile che le ha soltanto rovinato la vita, solo una parte però, vedrà che lontana da lui riuscirà a dimenticare e ricominciare.
I bambini possono crescere felici anche con un solo genitore o in una nuova famiglia, l’importante è che l’ambiente sia sereno e non pregno di tensione e nervosismo, sensazioni negative che anche da neonati percepiscono in modo incredibile.
Si faccia forza, è stata sfortunata, ma vedrà che lasciandosi tutto alle spalle avrà l’occasione di trovare un vero uomo che le dia tutto quello che merita.
Marilena
CIao, ho 28 anni e vivo all’estero. Da un po’ di tempo sono in un periodo di fluttuazioni emozionali, di svipullo ed evoluzion per capire che direzione sta prendendo la mia vita, soprtutto dopo una rottura di una relazione di circa 8 anni. Ho fatto molta terpia e sono nell’ultima fase di “accettazione” nonostante questo pero’ ho ancora molti sbalzi emotivi e a volte non so cosa fare. A questo si aggiungono i miei genitori che reputo invadenti in questo periodo particolare. Non biasimo la loro apprensione nei miei confromti, visto che in due anni all’estero ho sofferto di ansia e attacchi di panico ( molti dovuti alla fine della relazione ) ma mi sono resa conto riflettendo che da quando ero piccola sono sempre stati molto apprensivi nei miei confronti e ultimamente ( all’eta’ di 28 anni ) inizio a non tollerare piu’ la loro eccessiva preoccupazione per il mio benessere psico emotivo in toto. ( messagi chiamate video chiamate gruppi whatsapp e il buongiorno fisso la amttina ). Temo che questo loro comportamento negli anni possa aver instaurato in me insicurezze ed ansia per il “perfetto stato psico fisico” cosi da non dargli pensiero se sono i fuori del nido familiare. Voglio il mio spazio e non so come dirlo.
Hai tutte le ragioni di voler gestire la tua vita, il modo son sicura lo troverai prendedo coraggio e fidarti di quella donna forte che è riuscita a sopravvivere all’invadenza dei suoi ed all’amore devastante con un uomo che ti ha fatto soffrire.
Ma non arrenderti ora, se hai bisogno di aiuto contattami via mail: info@marilenacremaschini.it
Marilena
Buongiorno Dottoressa,
leggo solo ora il suo articolo interessante.
Sono divorziata da un uomo che rientra perfettamente nella sua descrizione.
Putroppo pero’ ha una influenza negativa sulla figlia (17 anni) e sta iniziando a manipolare il figlio piccolo.
Come posso difenderla prima che sia troppo tardi ?
Grazie
Il suo problema, cara Valeria, va affrontato solo attraverso un percorso in counseling.
Con queste poche nozioni faccio fatica a comprendere la realtà della situazione che lei e i suoi figli stanno vivendo
Può trovare tutti i dettagli della modalità in counseling a questo indirizzo, andando a visionare tra le promozioni in fondo alla pagina:
https://www.marilenacremaschini.it/servizi/
Dopo aver fatto la sua scelta mi ricontatti al mio indirizzo: info@marilenacremaschini.it
Buona giornata
Marilena
Buonasera dottoressa, mi è di aiuto il suo interessante articolo, le scrivo la mia situazione.
Da due anni ho una relazione amorosa con una donna separata con una figlia adolescente, ma recentemente ho maturato la convinzione di avere a che fare con una persona narcisa, sia per il modo che ha di comportarsi con me che con sua figlia. Diciamo che con me deve ancora dare il meglio, siamo ancora nella fase di conquista, ma con lei è un “carrarmato” come ama definirsi. Assisto continuamente a litigi, anche per futilità, e sostanzialmente quello che mi fa più specie che in quei momenti vedo odio nei suoi occhi e mancanza di sensibilità ed empatia, non raramente conclude con la frase “come ti ho fatto ti distruggo”. I miei interventi in proposito diventano per lei motivo di ulteriore aggressività, in quanto non richiesti, se non a suo favore. La figlia nel tempo ha imparato a difendersi assumendo un comportamento menefreghista e rifugiandosi quando può a casa del padre, ma sta lasciando segni indelebili sul suo carattere. Sono rammaricato e confuso per quanto sto vivendo, in particolare per la rassegnazione che dimostra la ragazza e soprattutto per la decisione che a breve dovrò prendere. Vorrei non aver buttato via questi due anni di vita ed essere stato almeno di aiuto alla figlia.
Che ne dice di contattarmi via mail ed intraprendere anche un breve percorso in counseling?
le farebbe sicuramente del bene
Questa è la mia amil: info@marilenacremaschini.it
A presto spero
Marilena
È incredibile, io ho un padre narcisista.Il problema è che tutti vedono che è una persona non equilibrata ma mia madre non riesce a lasciarlo perché dice che se no da solo non ce la fa. Ho messo mia sorella di fronte al fatto di quello che è nostro padre e del fatto che a lui di noi non frega nulla e che siamo succubi. Ma lei dice che si lui è strano ma bisogna farsi la propria vita fregandosene di come è lui, essendo se stessi. Non capisce che io nel non essere stato amato non posso essere come gli altri perché la svalutazione continua della madre per un figlio sensibile come me porta a come se le offese le avessi ricevute io, perché voglio il bene di mia madre. Mia sorella non capisce come possa lui volere il nostro male. È possibile che non voglia vederlo? È assurdo che nessuno capisca quello che provo. E mio fratello si sta immedesimando nel padre e rischia di diventare lo stesso. È possibile che non si voglia capire tutto ciò? L’ unica che mi capisce è mia madre che è sensibile come me ma che però è succube perché se dovesse dirli di voler lasciarlo lui renderebbe la nostra vita un inferno. E quindi in tutto questo ciò che si rischia è che io perda la mia salute mentale per colpa di un pazzo che non merita nulla. Come posso farmi la mia vita se sono stato costantemente sotto pressione psicologica da quando sono nato e se non ho mai avuto una figura che mi mostrasse quello che dovevo essere ma che al contrario mi ha fatto sentire non all’ altezza, offendendo anche me se non eseguivo quello che mi diceva. E quello che mi sento dire è che il carattere bisogna tirarlo fuori e che dipende da me l’ essere sicuro di me o meno e l’ aumentare l’ autostima e che dipenda da me il poter avere relazioni buone con gli altri. Il problema è che il blocco che ho non posso toglierlo con la forza di volontà no? La ringrazio se mi risponderà e mi scusi per lo sfogo
Contattami privatamente in modo da poterti aiutare concretamente ad arrivare dove vuoi
via mail: info@marilenacremaschini.it
sono sicura che la possibilità di aiutarti a raggiungere i tuoi scopi è dietro l’angolo, devi solo ritrovare la fiducia nelle tue possibilità.
Marilena
Anche il rapporto tra madre e figlio può essere devastante. La mia esperienza è ben lunga per descriverla tutta ma oggi mi ritrovo con una relazione sentimentale quasi distrutta da mia madre, di cui non riesco a liberarmi in nessun modo. L’unico pensiero che io e la mia compagna abbiamo e quello di attendere la sua naturale scomparsa per poter finalmente vivere una vita semplice e serena. Mi rendo conto che questo pensiero potrebbe sembrare terribile ma abbiamo provato in tutti i modi ad arginare la Sua ossessione nei miei confronti prima, nei confronti della mia compagna poi e nei confronti dei nostri figli.. Abbiamo provato con il dialogo, con la collaborazione, con lallontanamento, con le liti, ma ci ritroviamo sempre con la Presenza ingombrante e manipolatori di mia madre.siamo allo stremo, io ma soprattutto la mia compagna che giustamente viole allontanarsi da me.
Fossi in te proverei a risolvere i tuoi problemi facendoti aiutare da me.
Che ne dici di fare un percorso risolutivo in counseling? sono sicura che ti aiuterà moltissimo.
Vai alla pagina dei servizi e falla scorrere fino alle promozioni, lì troverai le modalità online che consistono in colloqui via mail o per telefono, fai la tua scelta e poi ricontattami via mail.
https://www.marilenacremaschini.it/servizi/
la mia mail è info@marilenacremaschini.it
Marilena
Mio padre ha avuto un padre cattivo nei confrinti della mamma e dei fratelli lui era diciamo il piccolo il meglio trattato e quello dispettoso che di aporofittava.. Cio nonostante ha sempre fatto casini in casa con noi figli e mamma.. Cose che mi porto tutt oggi che ho 20 anni problemi di ansia stress.. Lui continua a vedere tutto nero noi figli cresciamo e ci dimentichiamo di lui tanti non ce ne fregherà nulla di loro inculca ora a mia madre… Mia madre da un po gli sta dietro xk evita di fare a lite con lui da quando lo sostiene ci sono meno liti tra loro ma sono contro noi.. Tutti hanno problemi in famiglia ma credo loro x egoismo facciano lavaggi spicologicci dove non hanno ragione e vogkiono faryi senture in colpa uno schifo! X ko più viviamo in una casa piccolissima dove si sta in stretti contatto bon abbiamo i nistri soazi lui se ne frega pensa dolo alle proprie priorità parlarci non serve a nulla! Tante volte tante privazioni ogni giorno cose così semplici come andare in bagno mi vengono evitate x i loro capricci continui.. Io ho cercato di capire anche il loro disagio di vivere qui.. Ma se ne sono approfittati cosi tanto.. Io vedo lo schifo di carattere che ha xk so che parte da mio padre e mi chiudo sempre più mi raffreddo e sto male.. Xk devo avere un padre a cuoi non frega nulla.. Hovavuto diverse occasioni x dimostrarlo è disoettoso x lo più sr sta che stai male non vede ciò che ha fatto lui x farti stare male ma ti accusa sei fredda sa solo accusare essere dispettoso e oensare solo a se essendi menefreghista… Ho avuto le placche stavo facendo siringhe x guarirle lui se ne frega basta che sta lui con mamma la siringa l’ho ritardata a 6 ore dopo la sono andata a chiamare x disperazione a mamma di farmela e il giorno prima stavo von la febbre a 39.. Non ho parole in tutto ciò sfotteva quandi mamma non cera.. Non do più cge fare aiutatemi
Nonostante tutto sento ancora bene nei loro confronti ma mi fanmo sentire specialmente mio padre una buona a nulla.. Qusndo gli ho sempre aiutsti anche x farli fare qualche wwek end xk gli serviva o con i bambini ho passato l’infanzia tenendomeli quando divevano fare dei servizi tante vokte uscivo con loro e i miei amici mi insultavano ma tutti cio a quale scopo in fine???
Situazione veramente complicata la sua, forse sfogarsi con una persona che potrebbe aiutarla le farebbe bene, in tal caso se decidesse di procedere in tal senso mi può ricontattare via mail: info@marilenacremaschini.it
Marilena
Ho 27 anni e provengo anche io da una famiglia invadente. Sin da piccola ho ricevuto tante, troppe attenzioni, in primis dai nonni che oggi ricordo con affetto. Mi hanno sempre messa, quindi, in una bolla di vetro . I miei nonni col tempo sono peggiorati di salute, in primis la mia nonna paterna con la quale vivevamo io mio babbo e mia madre. Ho capito ben presto che la vita riservava brutti scherzi (problemi di alzaimer e tutto ciò che ne conseguiva che si riversavano ovviamente su di noi ). Mio babbo purtroppo è non vedente (ho sempre sofferto un pó anche da piccola per questo) ma nonostante questo è riuscito ad affermarsi nella vita. Lui ha un carattere amorevole ma nello stesso tempo molto autoritario. Mia mamma pende dalle sue labbra per qualsiasi decisione, scelta. Lei non lavora, è sempre stata screditata, ha accettato di andare a vivere dai suoceri. Le mie dinamiche familiari sono quindi queste :due genitori non giovincelli, soli poiché ipercritici con amici, parenti, e quindi tanti Natali e festività n 3, e che riversano tutti i loro sogni e frustrazioni in me. Ho una madre che purtroppo mi è stata assente emotivamente soprattutto in adolescenza, ed un padre troppo ingombrante, in ogni senso. Tant è che spesso, e di questo me ne vergogno e mi sento davvero in colpa , mi vergogno e sto male per sua condizione agli occhi degli altri. Lui essendo autoritario e proveniente da una buona famiglia ha sempre voluto con mia madre la figlia perfetta. Voti perfetti, amici perfetti, carattere della figlia perfetto.. Purtroppo ben presto sono venute fuori le divergenze, specialmente con la scuola, già alle elementari ero timida ed insicura, mia madre che mi ha sempre seguita con i compiti badava a dire che non capivo niente, che ero indietro rispetto agli altri di crescita, che gli altri erano meglio (cosa non vera),che mi schieravo sempre con le sfigate o amicizie per lei di seconda serie. In effetti mi sentivo a mio agio con persone simili a me, gli esuberanti non mi sono mai andati a genio. Tutto così alternato da momenti di pace. Questo per tutti gli anni della scuola dell’obbligo in cui fondamentalmente non mi sono mai legata profondamente a qualche amicizia perché avevano sempre da ridire ed avevano la paura infondata mi portassero fuori strada, ed io ho sempre acconsentito . Il sabato da adolescente lo passavo a casa. Con le superiori (scelta scolastica condizionata da loro) ho iniziato a frequentarmi con i ragazzi, e tutto sommato svolgevo il mio compito da studentessa – casa – qualche uscita, abbastanza serenamente,le estati passate sempre con i genitori nella casa al mare (sempre assillata dai voti). Ho conosciuto poi il mio amore in quegli anni, con il quale sono poi cresciuta. Con lui ho scoperto i viaggi, le amicizie, le serate a ballare, la serenità, le notti tarde, tutte cose che mai avevo fatto . Per lui ho litigato con i miei genitori,ho preso una posizione, è stata una lotta per mandarmi a dormire fuori una notte che se ci ripenso mi vengono i brividi . Ero felice ma nello stesso tempo mi sentivo in colpa e qui è iniziata lei:l’ansia. Ed è lei il motivo per cui scrivo questi pensieri ora, mi sale l’ansia perché capisco che senza di me sono persi, vorrei scappare e riniziare tutto da capo ma non ho la forza per farlo. Con il tempo poi sono continuati giudizi su di lui, sul suo lavoro che a loro non piaceva,mi iscrivo ad una facoltà che non mi piace per loro volere, sono infatti fuori corso perché per me gli esami rappresentano ostacoli non da poco che mi creano ansia, seguono quindi screditamenti in famiglia dove tutti giustamente chiedono quando mi laureeró! Insomma sul piano personale a 27 anni mi trovo impreparata a gestire le difficoltà, con un grande senso di ansia e frustrazione e senso di colpa verso di me e verso di loro. Non vanno in vacanza per paura che mi possa succedere qualcosa in casa da sola a 27 anni (va avanti da diverso tempo) o che mi finisca il pane nella dispensa , questo ne è un esempio. Sebbene io da brava figlia li abbia sempre tranquillizzati ed assecondati mi sento in colpa, non mi lasciano agire, sbagliare, in pace. Con il mio ragazzo parliamo di convivenza. Mio padre vorrebbe comprarci casa ma io so che mi /ci verrà poi rinfacciata al primo segno di problemi. Insomma un gran casino perché interpreta il rifiuto e il volere provare a farcela da soli con le nostre forze, come una mancanza di rispetto e non apprezzamento . Mi trovo anche qui burattinata sulla scelta, sulla scelta del mio lavoro uguale hanno da ridire su dove mando i Cv (perché ovviamente era vietato studiare e lavorare insieme e quindi mi trovo ora a 27 anni senza una esperienza lavorativa alle spalle e con l’università da finire). Io li amo perché é così, il solo pensiero di andarmene di casa mi crea un grande entusiasmo e so che sarà la mia rinascita ma allo stesso tempo so che sarà doloroso ed ho paura proprio di questo distacco perché mi crea un grande senso di colpa verso di loro . Hanno investito tutto in Me e sono la loro ancora di salvezza. Io però sento di non avere una corazza abbastanza forte per proteggermi dal mondo, dalle difficoltà, mi butto spesso giù per ogni cosa che va storta, ho paura insomma di non farcela mai da sola . Il mio ragazzo mi sostiene certo, però più tempo passa e piu non vedo cose positive in questo momento, io ho bisogno di un cambiamento, loro mi sembrano invecchiare sempre più, più fragili e con più bisogno di me.
come ne esco?
Una situazione così complessa va analizzata nei suoi dettagli ed in modo non superficiale
le sarebbe sicuramente d’aiuto un percorso in counselin, mi ricontatti via mail che le spiegherò i dettagli
info@marilenacremaschini.it
Marilena
Ciao, mi chiamo jessica, sono una ragazza di 27 anni, scrivo per chiedere un consiglio. Convivo con il mio ragazzo da 4 anni. Sono andata via da casa dei miei genitori, perché non riuscivo più a vivere con loro. Il problema che sono molto invadenti e insistenti in tutto. Hanno credo una mania di controllo nei miei confronti, il fatto che io ho messo dei paletti con loro non lo accettano. Andavo al lavoro e vedevo dalla telecamera dell ufficio che passavano davanti alle finestre del mio luogo di lavoro per guardare, appena vedono che sono online su WhatsApp mi scrivono o chiamano. Mi hanno rubato anche il cellulare più volete quando vivevo con loro, nonostante con un lavoro e maggiorenne, per tenere addirittura i tabulati dei messaggi che mi scambiavo con il mio fidanzato. Usano ricatti per tenermi in pugno, dicono che loro hanno fatto tanti sacrifici per me e io devo ricambiare. Ho avuto molte discussioni per farli capire che sbagliano che sono insistenti ma soprattutto che non si comportano da genitori, ma loro negano ogni cosa e buttano ogni colpa su di me. Quando sono andata via di casa a 23 anni, i genitori del mio fidanzato mi sono stati molto vicino, e mi hanno aiutata economicamente, mentre loro che fannobtante sceneggiate se ne sono infischiati di ogni cosa. Però perché mi hanno messo al modo devo essere devota. Adesso che abito a 30 km, nonostante tutto e nonostante avere tentanto di distruggere il mio rapporto di coppia, loro passano davanti casa apposta, pretendono che io abbia un rapporto morboso con loro. Sono persone che ritengo tossiche. Ce da dire che sono persone di apparenza e soffrono se non li aiuto ad apparire perfetti davanti agli occhi dei parenti. Addirittura alle feste io e il mio ragazzo abbiamo deciso di andare sempre via per non rischiare che ci stiano addosso. Non so perché siano così ma so che sono persone subdole e fanno do tutto per crearmi dei disagi. Vorrei chiedere come posso difendermi da persone così. Perche non so più come comportarmi . Grazie dottoressa
Che ne dice di provare un breve percorso in counseling per risolvere tutti qusti dubbi e vedere la realtà con occhi più razionali
se concorda mi scriva via mail: info@marilenacremaschini.it per poterne parlare privatamente
Marilena
Buonasera dottoressa, la ringrazio molto per l’articolo.
Non saprei dire se mia mamma è narcisista, sinceramente mi spaventa dare un’etichetta così forte anche perché mi sento in colpa e sento che lei sta soffrendo. Eppure la dinamica è molto simile. Lei ha sempre avuto come figlio “preferito” mio fratello, a me non ha mai dimostrato particolarmente affetto. Fin da piccolo invece lui era attaccatissimo a lei. (e lei mi ha sempre detto che non mi ha mai abbracciata perché io ero una bambina fredda mentre mio fratello andava da lei a chiederle gli abbracci…). All’inizio per lei ero poco importante nel senso che si vantava con le amiche di lasciarmi molto libera e di non essere una di quelle mamme apprensive. Quando ho iniziato a crescere ho notato in lei degli strani atteggiamenti, quasi come se mi invidiasse. Mi prendeva in giro davanti alle altre persone dicendo che ero vecchia dentro mentre lei si manteneva giovanile. Vedendo che io ero disponibile (mentre mio fratello divenuto adolescente da mammone è diventato ribelle) ha iniziato ad andare al cinema, a teatro ecc sempre con me. Ora (a 31 anni) se vado con amiche o ragazzi si offende tantissimo e mi lancia continuamente frecciatine. Per ogni ragazzo che ho avuto, ha cercato di sabotarmi. Uno di loro mi mandava delle letterine romantiche a casa e io ho saputo dopo che le leggeva lei e le buttava senza dirmelo. Stessa cosa col ragazzo dopo, lei leggeva le mie mail e poi si arrabbiava con me come se avere un ragazzo fosse una mia colpa. Dopo che ho avuto una storia distruttiva durata 7 anni con uno che definirei quasi psicopatico (nel frattempo io ero quasi in depressione, si vedeva da fuori perché ero ingrassata, non mi curavo più ecc… Lei mi prendeva in giro per questo ma non mi ha mai chiesto se stessi male per qualcosa, mi diceva solo “non ti curi, sei vecchia! Io al tuo posto uscirei sempre”) sono riuscita a lasciare questo ragazzo e sono “rinata”… Ho voluto riprendere a vedermi bella, a curarmi ecc… Lei è impazzita a questo punto. Ha iniziato a dire che volevo fare la stupida 15enne, che ero patetica… Ora vivo ancora coi miei, per ragioni economiche e perché comunque alla fine io voglio loro bene e mi sento anche in colpa a scrivere queste cose… Eppure il rapporto con mia mamma è questo. Se sto col cellulare in mano, mi critica. Se voglio passare la serata a leggere in camera mia, si offende perché non guardo la tv con lei. Ripeto, ho 31 anni. In tutto questo ho continui dubbi e ogni tanto ho paura di essere io stessa una narcisista covert. Eppure sento una grande empatia per gli animali, I bambini e le persone sofferenti… Vado anche in terapia, spero che serva a cambiare dei miei meccanismi interni visto che sono irrimediabilmente attratta dagli uomini maltrattanti. È una situazione molto pesante per me perché voglio bene ai miei genitori e mi sento in colpa anche solo a scrivere queste cose… Eppure ho bisogno di sfogarmi
Si sfoghi pure, qui non la giudicherà nessuno
MArilena
Buon pomeriggio dottoressa,
ho letto solo oggi il suo articolo, sto cercando di informarmi perchè un anno fa, con un bambino di 8 mesi, ho scelto di separarmi dal padre che ha questo tipo di problema e non lo riconosce ne vuole farsi aiutare, nonostante gli sia stato consigliato in varie situazioni e da diversi professionisti che hanno seguito il nostro percorso di separazione.
E’ stato un anno molto difficile, e tuttora la situazione è abbastanza pesante. Sto cercando di dare a mio figlio le basi per essere una persona indipendente, autonoma e con un proprio pensiero, ma ho molta paura, se devo essere sincera. Mi chiedo che futuro avrà, se le basi che sto cercando di dargli io saranno sufficienti, mi sto facendo aiutare da una psicologa infantile che mi da molti consigli, ma vivo ma quelle paure sono sempre dietro l’angolo.
La ringrazio per le informazioni contenute in questo articolo, sicuramente è stato e sarà utile a tante persone che vivono situazioni difficili.
Alice
Comprendo le sue paure cara Alice sopratutto in un momento così difficile e pieno di dubbi,
la separazione è sempre una fase di transizione difficile, ma la sua tenacia saprà farle prendere le scelte più appropriate, ne sono sicura.
Se avesse bisogno di consultarsi con me per qualunque motivo mi contatti privatamente via mail, farò quanto mi è possibile per sostenerla ed aiutarla,
mi scriva a info@marilenacremaschini.it, per qualunque suo dubbio le risponderò in tempi brevissimi
Marilena
Buonasera Dott.ssa Cremaschini,
sono una ragazza di 30 anni, voglio bene ai miei genitori ma purtroppo entrambi, specialmente mio padre, sono stati estremamente invadenti con me per tutta la vita, pretendendo di controllarmi in ogni modo a livello di quanto studiare, quante ore e quando uscire, come passere il mio tempo libero, commentando le mie amicizie e pretendendo di interferire con il mio percorso di studi e di lavoro. Sono consapevole ormai di tutto ciò, e di quanto mi abbia irreparabilmente danneggiato nella mia adolescenza e giovinezza, portandomi spesso a non fare scelte mie, a chiudermi nell’apatia e tuttora ad essere insicura su molte delle mie scelte. Mi rendo conto solo ora che questo suo comportamento mi abbia generato in passato profondi stati di ansia e manifestazioni della stessa a livello fisico (ho sofferto per anni di dermatite atopica, ora miracolosamente scomparsa del tutto). 3 anni fa, dopo un Erasmus di 6 mesi all’estero ho preso la decisione definitiva di staccarmi e di andare ad abitare da sola, decisione dalla quale non sono più tornata indietro, sono successivamente andata ad abitare con il mio compagno e ora aspettiamo felicemente un bambino. Da anni ormai ho smesso di condividere con loro i miei problemi e preoccupazioni, per dargli meno terreno possibile.
La mia preoccupazione torna ora in qualità di futura mamma…
già ho notato delle avvisaglie pericolose da parte loro, ad esempio il fatto che non vogliono andare al mare questa estate perché io avrò un bambino (e quindi??) o il continuo riferirsi a mio figlio da parte di mio padre come a “mio nipote” (no, prima di essere suo nipote, è mio figlio, e ancora prima di essere mio figlio, è una persona a sé, non è una protuberanza di nessuno). Io so per certo che io ho imparato dai loro errori e non rifarò mai – mai – gli stessi con mio figlio, non mi permetterò mai di intromettermi cosi a fondo nella sua libertà di scelta, ma so bene che loro non si rendono conto dei loro errori.
Io non voglio che loro influenzino il mio bambino (perché a volte, per necessità o per piacere, dovrà pur passare del tempo con loro) generando in lui gli stessi stati d’ansia che hanno provocato in me, e in questo momento io voglio dedicare il mio tempo e i miei pensieri a mio figlio e al mio compagno (alla mia nuova famiglia), e non avere l’ansia della loro invadenza in casa, inoltre ho paura che possa litigare con il mio compagno, il quale a differenza mia, è una persona a cui non è mai stata negata l’indipendenza e che non sopporta certi atteggiamenti, e io lo appoggio in pieno.
Non ho paura di discutere con i miei, anche a suon di “non risponderò al campanello né al telefono” ma sinceramente, anche in vista dello stress del parto e dei primi tempi con il bambino, vorrei vivere tranquilla ed vitare situazioni di conflitto di questo tipo. So che devo parlarci per chiarire tutto questo, ma so anche che loro non ci sentono proprio, se non mi hanno ascoltato fin ora, perché dovrebbero cambiare adesso?
Le sarei molto grata del Suo consiglio, grazie per la disponibilità
Gestire dei genitori invadenti non è facile, soprattutto se si dipende da loro in un qualche modo.
L’unico modo che ha di liberarsi della loro intrusione nella sua vita è quella di rendersi il più possibile indipendente ed autonoma da loro, perderanno in tal modo la prerogativa ed il diritto di vantare delle pretese nei suoi confronti.
Se questo non dovesse bastare occorre correre ai ripari in un qualche modo, ma per consigliarle di più dovrei conoscere le vostre dinamiche familiari in maniera più dettagliata.
Per qualunque necessità più mirata resto a sua disposizione, mi contatti eventualmente via mail: info@marilenacremaschini.it
Marilena
Gentile Dottoressa,
in seguito all’ennesimo pianto causato da mia madre narcisista, ho deciso di fare ricerche approfondite su internet e ho trovato il suo articolo. Mi sono rispecchiata in ogni singola parola. Leggendo le testimonianze e le esperienze delle altre persone, mi sono resa conto che si tratta di una patologia abbastanza frequente nelle famiglie e questa cosa mi fa sentire meno sola. Sono una studentessa di 20 anni e sto affrontando un periodo non molto bello a causa di svariate cose. Circa due anni fa, i miei genitori hanno deciso di separarsi. Le dinamiche sono state molto particolari: mio padre si è sempre sentito inadeguato affianco a mia madre ma non è mai riuscito a capirne il motivo, è sempre rimasto vicino me e mia sorella per crescerci e proteggerci, ma nel momento in cui siamo entrate entrambe nell’età adulta, non è riuscito più a sopportarne la pesantezza. E’ stato allora che mia madre ha iniziato a cacciare fuori la sua vera personalità, cercando di dare la colpa dei suoi atteggiamenti a chiunque e mai a lei stessa. Adesso io e mia sorella ci spostiamo in continuazione tra due case diverse, cercando di essere presenti per entrambi i nostri genitori. Ma non è questo il motivo per cui le sto scrivendo questo commento. Dopo aver compreso la causa dei comportamenti aggressivo – passivi di mia madre nei miei confronti, ho smesso di darmi la colpa per ogni cosa che diceva. Per me si tratta di una conquista, ma questi sui comportamenti prevalgono tutt’ora e mi fanno ancora star male. Non ho ancora ben capito come affrontarli per sentirmi in pace con me stessa. Sento che nessuno riesce a capirmi, non faccio altro che pensare a come potrei risolvere tutto ma non riesco mai a trovare risposta. Necessito di tranquillità e comprensione e sono lieta di aver trovato il suo blog.
Ilenia
Che ne dice di parlarne con me in un percorso in counseling?
le sarebbe di grande giovamento
mi contatti privatamente via mail a questo indirizzo: info@marilenacremaschini.it
spero a presto
Marilena
Salve, davvero non comprendo come mutare la situazione senza rotture. Dubito che mia suocera possa trasformarsi in un’altra persona (il suocero è semplicemente il suo “schiavo”). Mi pare che l’unica alternativa sia continuare a fare quanto già facciamo: rispondere di no alle assurde insistenze della suocera, ribadirle ogni volta che “non sono cose che la riguardano” e ripetere ogni volta lo stesso teatrino, fino alla sua dipartita. Racconto qualche aneddoto per spiegare un po’ la situazione:
– Conviviamo da diversi anni. Durante i primi 4-5 mesi, la suocera ha chiamato ogni giorno il mio compagno all’ora di pranzo, chiedendogli se in pausa pranzo tornasse a casa a mangiare e lui, puntualmente, a risponderle che era già a casa a mangiare (la propria casa!);
– Durante l’ultima vacanza, la suocera ha telefonato ogni giorno insistendo sempre di più per convincerci a rientrare un giorno prima. Le è stato risposto, ogni volta, di no e che sono decisioni esclusivamente nostre.
– Decide, senza alcun motivo, che il mio compagno debba fare un controllo medico (oculistico, dermatologico, quello che la sua fantasia stabilisce al momento) e insiste ogni giorno, anche per mesi, telefonicamente o presentandosi “per caso” sul posto di lavoro. Insiste, che quella cosa vada fatta altrimenti LEI si preoccupa.
– Se non le si risponde al telefono, chiama l’altro figlio, l’altra nuora, chiunque, per dire anche a loro di rintracciarci (i nostri cognati la pensano come noi, anzi peggio, e la lasciano blaterare senza disturbare);
– Le viene lasciato il nipote (nato da una precedente relazione del mio compagno) e le si chiede di non dargli un determinato cibo. Se ne frega e poi dice che tanto “per una volta non fa niente”.
– Abbiamo ringraziato le restrizioni covid, almeno ci siamo risparmiati le insistenze per i pranzi domenicali e qualsiasi festa o pseudo-tale esistente sul calendario.
Vorrebbe impicciarsi in tutto, gestire tutto e tutti, è un incubo!
Se ha bisogno di consigli su come gestire queste invadenze non richieste ed essere meno appesantita mi contatti privatamente via mail per un breve percorso in counseling, sono sicura che le sarà di grande giovamento
info@marilenacremaschini.it
Marilena
Gentile D.ssa,
Sono un figlio di un padre narcisista mancato dopo lunga malattia e, durante la quale, mi sono comportato più io da padre rispetto a lui. Che ci fosse qualcosa che non andava nella sua persona si era capito, tuttavia la psicologa delle cure palliative diede finalmente un nome a questo “qualcosa”, aprendomi davvero un mondo, e dandomi modo di realizzare quanto il problema non fossi io.
Tralasciando tutta la mia storia famigliare passata, che penso non si discosti molto da quella “tipica” di un narcisista (io figlio unico messo su un piedistallo, madre succube ecc…), volevo gentilmente chiedere se potesse consigliare qualche lettura su effetti a medio-lungo termine, o pattern ricorrenti, che si incontrano in persone che sono state vittime di tali abusi per molto tempo. O anche quali letture si sente di consigliare per capire meglio questo disturbo ed i potenziali effetti, da un punto di vista critico o anche clinico. Lo chiedo semplicemente per curiosità e crescita personale: “fortunatamente” (anche se non è socialmente accettabile dirlo) da un po’ di tempo ne sono fuori e la mia vita è migliorata di molto.
Cordiali saluti,
Andrea
Che ne dice caro Andrea di poterne parlare di persona in counseling?
mi contatti privatamente via mail, vedrà che troverà molto più sollievo
info@marilenacremaschini.it
saluti
Marilena
Sono entrata in questo sito per caso, ho letto sommariamente qualche commento, e sono davvero scioccata nell’apprendere di quanti genitori patologici ci sono in giro compreso i miei.
A volte cerco di giustificarli pensando ai retaggi storico-culturali, agli errori commessi dai loro stessi genitori a loro volta, ma poi capisco che in realtà sono solo STRONZI E BASTA, perchè capiscono l’errore ma perseverano.
In breve la mia storia: secondogenita di fratello MASCHIO PREDILETTO.
Mia madre bugiarda patologica, narcisista all’ennesima potenza, innamoratissima..issima. e super super adorante del figlio maschio. Padre succube della moglie, alla quale riconosce ogni potere e decisione, che non si accorge minimamente delle angherie che subisce la povera figlia femmina. Ho 52 anni e oggi ho deciso di tagliare la une velenosa che mi teneva legata alla VIPERA. Mio padre è morto 5 anni fa, ma mia madre ancora non demorde, ogni cosa negativa tocca a me e ogni cosa positiva, compresi i soldi dati di nascosto, tocca al figlio maschio e lla sua famigli.
MA OGGI SENZA RIMORSO FAR’ IL GRANDE PASSO: NON RICERERA’ MAI PIU’ UNA BRICIOLA DEL MIO TEMPO, DELLA MIA CONSIDERAZIONE, DELLA MIA PIETA’ E RIMARRA’ SOLA COME UN CANE perchè certamente l’adorato figlio maschio non ha tempo per le. OGGIMUORE LA MIA DIPENDENZA DAL DIAVOLO FATTO PERSONA
La separazione in certi casi è l’unica soluzione per salvarsi ed avere una vita degna di essere vissuta
in bocca al lupo cara Nunzia
Marilena
Buongiorno dottoressa, grazie per il suo articolo. Mi trovo nella spiacevole situazione di spettatrice inerme ai danni di mio marito, il cui padre è evidentemente un Narcisista.il doppio problema è che ora il nostro primo figlio rischia di cadere nella trappola del nonno e la serenità in casa è sparita.
Mio marito cerca sempre di accontentare suo padre. Prende decisioni con lui riguardanti casa nostra senza consultarmi, ha lasciato che nostro figlio (6 anni) passasse una settimana da lui questa estate, perché il nonno voleva così ed è tornato insofferente ed aggressivo.
Mio marito ha sempre accettato aiuti economici dai suoi genitori salvo vederseli rinfacciare, insieme a tutti gli altri aiuti non richiesti. Hanno preteso che cambiassimo il nome di due dei nostri tre figli perché a loro non piaceva, coprendoci di insulti e dandoci degli ingrati. Questi sono solo alcuni esempi. Quando si sono accorti che non facevano quello che pensavano loro hanno chiamato mio marito e gli hanno detto che non lo avrebbero più aiutato (per me ovviamente è stata una liberazione perché abbiamo due lavori stabili) e mio marito è entrato quasi nel panico. La situazione è molto più complicata di così. Ma sto avendo conferme dei miei presentimenti e ora sono preoccupata perché mio marito sta reagendo al nervosismo dei miei figli con la rabbia e questo non giova a nessuno.. da dove iniziamo ? Grazie della sua attenzione
Che ne dice se ne parliamo privatamente in consulto?
si metta in contatto con me via mail: info@marilenacremaschini.it
sarò ben felice di aiutarla
Marilena
Buonasera Dottoressa,
Ho letto il suo articolo dopo l’ennesima lite furente con mio padre e la ringrazio per averlo scritto.
Non mi rendo perfettamente conto se mio padre sia affetto da disturbo narcisista o meno, leggendo il suo articolo credo di sì. Una vita di ricatti, liti, commedie consumate a tutte le ore del giorno, recriminazioni di ogni genere fino all’ultima: siccome non dorme la notte è in cura da uno psichiatra e accusa tutta la famiglia di questa condizione, dicendo che è colpa nostra se è costretto ad andarci e prendere dei farmaci. Io non credo di avere questa colpa, ho 30 anni, dopo gli studi universitari conclusi senza ritardi, me ne sono subito andata via di casa, immediatamente indipendente economicamente, ma non ho mai tagliato i ponti, anzi sono tornata piuttosto spesso a trovarli anche perché ho una sorella più piccola che vive ancora con loro e poi voglio bene alla mia famiglia e il pensiero di non vederli mi fa male. Però sta diventando sempre più pesante e difficile, soprattutto per via di mio padre. Non ho mai subito violenze fisiche ma psicologiche… Credo di si.
Premetto che mia madre è una persona estremamente accondiscendente con lui e né io né mia sorella siamo mai state due persone problematiche o aggressive. Abbiamo avuto sempre buoni risultati a scuola, le nostre richieste sono sempre state limitate, io personalmente ricordo di aver soffocato tanti desideri e bisogni specialmente durante l’adolescenza, durante la quale sono stata del tutto ignorata da entrambi i genitori. Nonostante mi ignorassero su molti aspetti, erano particolarmente ligi nell’impedire a me qualsiasi contatto con i miei coetanei tanto è che se dopo scuola dovevo andare da una amica, mia madre si faceva trovare davanti a scuola per venirmi a prendere e impedirmi di andare con lei (quando normalmente io andavo e tornavo a piedi da sola). Se passavo un pomeriggio (raro accadesse, forse 4 volte l’anno in totale) con amici, quando tornavo a casa scoppiavano liti incredibili (ovviamente su altri argomenti ma non riuscivo a far a meno di notare che accadeva puntualmente tutte le volte),se mi dovevano venire a prendere da qualche parte me lo facevano pesare ma allo stesso tempo non volevano che prendessi i mezzi pubblici perché avevano paura, le mie amicizie venivano sminuite come passeggere e i miei genitori non si sono mai interessati a conoscere nessuna delle poche persone che frequentavo (a casa mia non è mai entrato nessuno). L’unico aspetto degno di attenzione erano i miei risultati scolastici, che dovevano essere superiori a quelli di tutti gli altri compagni, (ricordo che una volta per l’unica insufficienza della mia vita, mio padre mi minacciò di togliermi dal liceo e mandarmi a lavorare. E la mia famiglia non soffriva economicamente per cui non era per avere un’entrata in più a casa). Andavo in giro con dei vestiti che facevano pena e pietà (tranne ai matrimoni o cerimonie di famiglia dove inspiegabilmente la mia presentabilità e quella di mia sorella diventavano interesse di prim’ordine) per il resto trascurata in maniera imbarazzante e nessuno a casa mia si è mai preso cura di chiedermi come stessi, se qualcosa o qualcuno mi facesse soffrire al punto che ho iniziato e chiuso relazioni durante l’università senza che loro sapessero nulla, spesso dolorosamente e nel silenzio (Mi chiamavano però ogni 5 minuti se tardavo a rientrare a casa dopo la mezzanotte). Solo recentemente mia madre ha cominciato a chiedermi delle mie relazioni perché non sto facendo il percorso di vita che si aspettava (sposarmi e fare figli), mio padre penso sia stato quasi sollevato nell’apprendere due anni fa che mi sono lasciata con un ragazzo con cui stavo da tre anni.
Ho dei ricordi molto amari della mia adolescenza e anni di vita universitari. Continue liti su ogni piccolo argomento, uno stato di allerta costante per ogni cosa che veniva detta o fatta intendere, la dipendenza economica recriminata come una colpa (per mangiare, pagare le tasse universitarie, e comprare qualche capo di abbigliamento, mai fatto un viaggio o preteso soldi per altri lussi), l’assenza totale di serenità anche nei confronti dei membri meno stretti della famiglia, gli insulti, le urla e quando l’atmosfera sembrava essersi calmata, mio padre ricominciava, come una mitraglietta….(sospetto con l’intento di annientare completamente l’altro).
Oggi, all’età di 30 anni vivo sola, da due anni non ho alcuna relazione sentimentale, vivo soffocata da profondi momenti di ansia e disturbi del sonno, non motivata al lavoro nonostante abbia studiato tanto per ottenerlo. Desiderosa (almeno credo) di condividere la vita con qualcuno e costruire una famiglia, ma incapace di costruire qualsiasi tipo di relazione (faccio fatica anche a tenere i pochi amici che ho).
Ho paura di rimanere sola, nonostante non stia facendo nulla per impedirmi di isolarmi da tutti. Sono divorata dai sensi di colpa se non vado a trovare la mia famiglia ma quando avviene puntualmente mi ritrovo a piangere fiumi di lacrime e a contare le ore che mi separano dalla mia partenza.
Sono molto provata, immotivatamente stanca e profondamente frustrata: le mie coetanee si sposano, hanno bambini, comprano casa con i loro compagni e io non riesco a costruire nulla. Non voglio incolpare di tutto la mia famiglia ma sono sicura che parte della responsabilità è anche loro.
Penso che sia arrivato il momento di fare qualcosa, per me, per provare a salvare qualcosa di quello che resta della mia vita.
Grazie di nuovo per il suo articolo, mi ha aiutato a capire che la colpa di questo non è solo mia.
Mi dispiace per la sua situazione
Se ha bisogno di un aiuto più concreto cara Luisa mi contatti privatamente via mail:
info@marilenacremaschini.it
saluti
Marilena
Buon giorno Dottoressa, sono arrivata al suo articolo dopo anni di “studi” sul narcisismo. Io sono una donna alla soglia dei 50 anni e, dopo una vita con due genitori narcisisti, che mi hanno fatto ogni genere di angheria come nei commenti letti sopra, ho trovato il modo di metterli al loro posto e mi sono fatta una famiglia lontano. Il bello arriva ora: subito dopo il matrimonio mi sono accorta che mio marito è il “capro espiatorio” dei tre fratelli e che mentre agli altri vengono riservati privilegi e trattamenti di favore… noi (inteso come nucleo familiare) veniamo messi in crisi dalle continue ingerenze dei suoi, richieste di attenzione spropositate, richieste di aiuto per ogni sciocchezza e via dicendo. Mio marito è letteralmente succube di ciò, non si cura di trascurare me e i gigli pur di accondiscendere le richieste più stupide dei suoi che entrano con prepotenza nella nostra vita. Io sono una persona poco diplomatica: tanto porto pazienza e tanto non ho mezze misure a dire come la penso quando la pazienza finisce. Non vorrei creare rotture e liti inutili, ma non ho ancora capito come comportarmi né con mio marito, né con i suoi genitori. Potrebbe suggerirmi qualcosa?
Mantenga la sua posizione cara Loretta, anche se è scomoda ci vuole qualcuno che faccia notare l’altra metà della verità delle cose, e forse un giorno anche suo marito l’ascolterà, perchè penso che dentro di sè le abbia già dato ragione.
Poi se avrà bisogno di un sostegno più mirato può sempre contattarmi, io ci sono per lei.
in bocca al lupo
Marilena
Grazie Dottoressa. Ho 30 anni e finalmente sono andata via di casa, grazie al lavoro e alla stabilità economica. Mi sento libera e leggera, ma spesso ho dei forti momenti di ansia e pianto perché sono preoccupata per mio fratello, autistico disabile, che vive ancora per ovvi motivi con i miei genitori. Lui è indifeso e ho paura possa sentirsi solo adesso dentro casa. È stata una scelta molto dolorosa, purtroppo non potevo portarlo via con me, ma se avessi avuto i mezzi per garantirgli tutto quello di cui ha bisogno lo avrei fatto. Soffro tantissimo questo distacco e mi sento in colpa. Mia sorella è con gli anni diventata la golden child, il riflesso allo specchio dei miei genitori. Io e lui invece abbiamo da sempre un rapporto speciale, lui ha capito le mie ragioni, ha detto che mi vuole bene e lo vedo sereno. È in attesa di trasferirsi in casa famiglia con operatori e altri ragazzi autistici. Per ora non hanno fatto sapere nulla sull’inserimento e io prego che avvenga presto in modo che possa andare sempre a trovarlo (al momento tornare a casa e vedere i miei genitori e mia sorella mi destabilizza ancora troppo). Ho paura perché spesso mio padre è stato violento verbalmente e fisicamente con lui, nei momenti di maggiore crisi, quando mio fratello è ingestibile per il suo handicap. Ci sono sempre stata io per consolarlo e fargli un sorriso, rassicurarlo, coccolarlo, accoglierlo. Adesso ho paura e piango tanto, pur sapendo che devo salvare me stessa adesso, dopo 30 anni di abusi di ogni tipo.
Cosa mi consiglia di fare? Sporgere una denuncia per tenerlo a riparo e accelerare l’entrata in un centro specifico?
Grazie di cuore.
Tutte le scelte imposte per necessità del caso sono dolorose e lasciano srascichi di ansia e di sensi di colpa, cara Carmen.
Ma tu hai fatto la scelta giusta, te l’assicuro, non pentirtene.
Per quanto riguarda tuo fratello lo puoi tutelare rivolgendoti ai servizi sociali del tuo comune e raccontando la tua storia, vedrai ti aiuteranno.
e se avrai bisogno di un sostegno più specifico per te io ci sono.
in bocca al lupo
Marilena
Gentile dottoressa, le scrivo perché vivo una situazione al limite dell’inverosimile.
Sono purtroppo la compagna di un figlio di una narcisista .
Il mio compagno tuttavia non e’ consapevole e non vede del patologico negli atteggiamenti di sua mamma, purtroppo però la condotta della mamma si ripercuote sulla nostra sfera familiare creando disagi e litigi che ormai sono all’ordine del giorno.
Sua madre mi odia , ha cominciato ad avere atteggiamenti di ostilità non appena saputo che fossi incinta, inizialmente la sua condotta dispregiativa bei miei confronti era celata agli occhi del figlio , poi con p avanzare della gravidanza e con il trasferimento del figlio a casa mia, i suoi atteggiamenti sono stati sempre più espliciti finché non ha dovuto prenderne atto anche il mio compagno, il quale prima non mi credeva e trovava mille scuse quando raccontavo ciò che faceva sua mamma.
Il primo compleanno di nostro figlio , lei non ha partecipato alla festa ne’ tantomeno fatto gli auguri , questo ha provocato una sorta di depressione nel mio compagno , rovinando così la giornata di tutti noi.
Questo e’ un esempio per spiegarle come la nostra vita dipenda dai comportamenti di sua mamma .
Ad oggi nonostante lui abbia preso coscienza del fatto che ciò che raccontavo non erano storie di fantascienza, lui continua a cercare di giustificare sua mamma , nonostante lei continui ad umiliarlo e maltrattarlo ripetutamente.
Per me e’ diventata una situazione pesante ed ammetto che sto trascinando avanti questa storia tra noi soltanto per nostro figlio.
Ho proposto al mio compagno una terapia di coppia , ma non credo possa funzionare se lui e’ il primo a non riconoscere la situazione .
Più che una terapia di coppia io vi consiglierei di condurre una vita il più separata ed indipendente possibile da una suocera così invadente
se sarà meno nella vostra vita finirà per essere meno invadente anche nei vostri pensieri
se avesse bisogno di un aiuto più concreto mi contatti via mail: info@marilenacremaschini.it
saluti e tanti auguri di buone feste
Marilena
Ho cercato di conoscere questo argomento perché credo di avere una suocera narcisista, ma temo che a ben vedere anche la mia infanzia sia stata segnata da persone come lei.
Sto da 20 anni col mio compagno, abbiamo 3 figli. I suoi genitori, seppur benestanti, hanno quasi scientemente fatto in modo che lui non fosse autonomo, e quando ha annunciato che sarebbe venuto a convivere, hanno minacciato di diseredarlo.
Io avrei voluto andarmene e chiudere ogni rapporto con delle persone che pensavano di poter comprare l’amore di qualcuno, ma ho ceduto alle mediazioni del mio compagno. Poco dopo mio suocero è morto, e mia suocera è perfino peggiorata. Ci tratta come servi, a lei tutto è dovuto e noi dobbiamo sempre arrangiarci, sento che non c’è amore né affetto verso nessuno, nemmeno verso i nipoti. È bugiarda, impone a tutti la sua volontà, sfrutta tutti e non si fa problemi a fare osservazioni nche agli estranei totalmente prive di tatto. Me ne ha fatte passare tantissime, ciononostante ho sempre cercato di sorvolare ed essere gentile. Il mio compagno non ha mai preso chiaramente posizione, anche di fronte all’evidenza cerca di minimizzare e si infastidisce se gli parlo del disagio, del dolore che mi creano i comportamenti della madre.
Il suo articolo è stato illuminante: io ero l’ultima di 4 fratelli, trascurata da un padre totalmente assente, che pensava solo alla sua vita e al suo divertimento, e una madre perennemente depressa e inconsolabile. In questo contesto si aggiungevano due fratelli maggiori che, da soli o in sintonia, mi denigravano, svilivano, mi umiliavano continuamente, nella sistematica indifferenza dei nostri genitori. Sono stata soffocata, mai nessuno mi ha sostenuta, aiutata, appoggiata, e la mia autostima è andata sotto ai piedi. Non dimenticherò mai come mia sorella, quasi quotidianamente, mi tormentasse col disco rotto che ero brutta, svogliata, incapace, ero una parassita. Nonostante loro sono riuscita a studiare, e a trovare un buon lavoro. Alla fine ho chiuso con quella famiglia disfunzionale, che mi ha riservato solo sofferenza e mai pace, mai armonia, che non ha mai saputo- o provato- ad accettarmi per quello che sono.
Ma ora sento di essermi infilata in questa nuova trappola, dove mia suocera ci manovra a distanza, e il mio compagno non si rende conto del potenziale pericolo che siamo noi per i piccoli. Lui è gentile e sensibile, ma non è un vero riferimento. Pensa solo ai suoi bisogni e a volte mi sembra anaffettivo, incapace di provare emozioni. Non è cattivo ma non è nemmeno un riferimento: spessissimo mi sento sola, anche nella gestione del quotidiano. Sembra che poche cose lo interessino. Non abbiamo nessun amico, la sola persona che frequentiamo è sua madre quasi novantenne.
Io faccio del mio meglio, ma penso che anche la famiglia che ho costruito sia un fallimento. Sembra che siamo tutti contro tutti, sempre a rimproverarci l’un l’altrodi qualcosa, e la serenità, la leggerezza che desideravo tanto, qui non esistono.
Mi spiace per i miei piccoli, perché sento che non sono felici, anche per causa mia. Vorrei intraprendere una terapia con il mio compagno, ma lui pensa che siano sciocchezze.
Perchè intanto cara Anna non incomincia lei, anche con un percorso fatto di 2 o poco più telefonate, tanto per vedere come si sente e come le può cambiare la vita.
Se è interessata mi contatti via mail: info@marilenacremaschini.it
Spero di sentirla presto
saluti
Marilena
Buongiorno Dottoressa,
grazie per l’articolo che ha sicuramente aiutato molte persone come me a fare chiarezza ed iniziare a sentirsi un o’ meglio.
Solo una cosa vorrei chiedere, non riesco a trovare informazioni riguardo i vari scenari che si prospettano quando un’intera famiglia con dinamiche narcisiste invecchia.
Ad esempio Attualmente ho dovuto optare per allontanarmi dalla mia famiglia, non abbiamo contatti da qualche anno perchè tutti loro hanno deciso di non accettare o comprendere questa mia scelta alla quale hanno deciso di rispondere con l’ennesimo ricatto emotivo. Adesso i miei genitori sono molto anziani e mi piacerebbe sapere cosa potrei aspettarmi, anche nei riguardi di mio fratello e sorella più grandi.
Un saluto.
Giovanni
Perchè caro giovanni non prova ad a chiederlo chiaramente, una risposta definitiva toglie ogni dubbio
nel caso poi abbia bisogno di qualche consiglio su come gestire la faccenda mi contatti
saluti
Marilena
Buongiorno dottoressa,
Mi sto separando da un compagno narcisista e abbiamo un figlio di 5 anni.
Solo ora ho aperto gli occhi.. accorgendomi della sua patologia. Cio che sto vivendo è un inferno. Il Bambino è completamente co-dipendente dal padre. Ogni cosa che gli dice il padre fa e fa molta resistenza a stare con me. Il padre mi ha sempre svalutata agli occhi di nostro Figlio ma adesso che ci stiamo separando la situazione è davvero più pesante. Siamo vittime di violenze psicologhe. Andremo in giudizialE con udienza fissata a ottobre.. ma nel mentre io vivo I’ll inferno perche lui abita ancora a casa cn me e il figlio nonostante abbia un altra casa.. lui dice che non se andrà finche non avrà un accordo come dice lui . Il mio avvocato ha detto che non è cosa buona fare un accordo temporaneo x affidamento del figlio perché l ho denunciato x violenza psicologica. Nel ricorso in tribunale ho chiesto l affido esclusivo finche non c saranno accertamenti cn ctu per tutti e 3.
Intanto però sn in un limbo perché l allontanamento per denuncia non ha avuto risposta. Io mi ritrovo senza accordi in qsta dinamica nn sana e con litigi su gestione del figlio.. non so come proteggere il bimbo da qsta situaizone dato che lui ha molto potere sul bambino e quindi scatta la dinamica che il figlio vuole stare con lui e se io organizzo qlcsa faccio fatica a portarlo con me.. insomma una situazione straziante.. mi puo aiutare? Grazie mille
Provi a rivolgersi al SERT della sua zona ed alle assistenti sociali che vi lavorano, è probabile che dall’interno possano fare qualcosa
in bocca al lupo
Marilena
Sono figlia di un padre narcisista. Mia madre forse lo è diventata frequentandolo. Sono sempre stata la figlia ribelle e ho ricevuto molto spesso il trattamento del silenzio fino a tempi recenti (ho 50 anni). C’è sempre un motivo per non parlare con me, qualcosa che ho fatto o che ho detto e che non so e che non mi viene detto perché “Tu lo devi sapere”. Da fuori, un padre dedito al lavoro con appartamenti, figli educati e sempre al top a scuola, laureati col massimo dei voti. Vissuta dall’interno, una famiglia in cui vivi con l’angoscia di fare errori e venire rimproverata per ogni cosa, e ti chiedi, con sollievo, se sei proprio la vera figlia, se magari non sei stata adottata, perchè è l’unico motivo che ti viene in mente per spiegare il trattamento rabbioso e le svalutazioni che subisci tanto spesso. Ho vinto delle borse di studio all’università e ho dovuto chiedere aiuto a mio zio per aprire un conto di nascosto da Mio padre, perché lui non voleva: i miei guadagni avrebbero dovuto essere versati sul suo conto. Il rifiuto della casa che lui aveva pensato per me ha comportato silenzi decennali, accuse e cattiverie che non si possono immaginare. Mio padre è stato licenziato e ha avuto un tumore e io mi sono sentita in colpa. Alla morte di mia madre, lui ha chiesto a me e a mio fratello la rinuncia all’eredità. Solo quando mi sono sposata e sono andata a vivere a 1000 km di distanza mi sono sentita libera dal peso che mi opprimeva il petto. Adesso lui è un vecchio solo (prima o poi litiga con i suoi “grandi” amici che si rivelano tutti “falsi e opportunisti”), io ho costruito una vita e una famiglia che mi rappresentano e in cui mi sento serena. Ma il senso di inadeguatezza e di oppressione a cicli alterni ritornano.
Mi dispiace per la sua situazione Giovanna,
ha fatto molto bene a mettere tanta distanza da un genitore così controllante, ma ora avrebbe bisogno di più serenità.
Mi contatti via mail a: info@marilenacremaschini.it o WhatsApp al numero 329 3043027, le risponderò appena mi è possibile.
Saluti
Marilena