Il riccio del materialismo
16/10/2017Il riccio del nascondimento
17/10/2017In grafologia le “code di volpe” sono un segno molto particolare.
Si presentano alla fine del rigo quando il tratto non regge più la tenuta della linea immaginaria della riga e cade, cede verso il basso discendendo. Se prima di questo momento il rigo era ben tenuto quando si evidenzia questo segno la linea dello scritto sembra cadere verso il basso come se incontrasse un baratro.
Significato delle code di volpe
Questa immagine mostra un esempio tipico di questo segno in una scrittura che apparentemente sembra procedere con una certa rigidità, lo scritto procede creando una perfetta aderenza con una riga di base immaginaria, ma alla fine del rigo accade un qualcosa: la scrittura non regge più e cade rovinosamente verso il basso. L’immagine che si ha è proprio quella di una volpe che per proteggersi avvolge la cosa sotto di sé, così come avviene per questo segno.
Come nel riccio del nascondimento in cui il gesto del tratto crea un uncino nella parte bassa sotto la gambetta della lettera, anche in questo caso abbiamo un gesto che discende nella parte sottostante, solo che nel caso del riccio era sono la prosecuzione del tratto a cedere, mentre nel caso delle code è proprio la parola intera ed il rigo stesso a non reggere più la linearità dello scritto.
Le code di volpe sono un segno che rimanda ad uno stato depressivo, una fragilità umorale, un affaticamento mentale che crea depressione (la coda è infatti il segno tipico della depressione), pensieri negativi, scompensi umorali che sono tipici delle persone depresse o facilmente deprimibili e che a volte hanno anche dei pensieri suicidari.
Come tutti i segni grafologici non vanno letti singolarmente, ma ma comparati con gli altri segni che segni che sono dominanti nella scrittura: la tendenza depressiva deve essere contestualizzata con altre particolarità del carattere che manifestano una certa debolezza caratteriale ed una tendenza alla facile depressione o sbalzi di umore invalidanti: la rigidità della scrittura che presenta delle code di volpe è proprio uno di questi elementi indicatori.
Quando indica uno stato depressivo piuttosto grave il segno rimanda ad un pensiero negativo costante e persistente, di totale disinteresse alla vita, disinteresse ad altre attrattive, passioni e attività, molto spesso rimanda anche al pensiero suicidario o di resa agli interessi della vita.
Se è presente con altri segni grafologici, che non rimandano ad una condizione di depressione ma di mancata gestione e controllo dei propri impulsi, con aspetti di aggressività, come si può trovare nelle scritture rigide sia nella forma angolosa delle lettere, la coda di volpe implica la tendenza all’invadenza e dominanza sugli altri, a non saper moderare il proprio temperamento (in questo caso sanguigno) e contenere le proprie reazioni emotive.
Altri segni rilevatori
Ma vi sono anche altri segni grafologici oltre alle code di volpe sintomatici degli stati depressivi. In “Phsychopathologie et ‘Ecriture'” Forence Witkoswski (2005) riassume alcune caratteristiche grafologiche presenti nelle grafie di persone suicidatesi:
- spazio ampliamente decentrato,
- assenza o massiccia presenza di angoli,
- tratto grafico decentrato,
- collegamenti tra le lettere globalmente difficoltosi,
- forme incomplete, lettere malformate, illeggibili,
- pressione grafica senza differenziazione nel gioco dei pieni e dei filetti, spesso molto leggera,
- eclatanti disomogeneità: nel calibro, nella forma, nella direzione del tracciato, ecc…,
- tratti fortemente ripassati, correzioni, ritocchi,
- zona media malformata, spesso ridotta a tratti orizzontali, oscillazioni a destra e a sinistra,
- frequente il calibro fortemente rimpicciolito.
Io aggiungerei anche:
- rigidità nella scrittura,
- forte aderenza al rigo,
- scrittura Pendente
- scrittura con allunghi inferiori e superiori eccessivi rispetto al calibro.
Molti grafologi sono concordi nel ritenere che la scrittura stentata, disarmonica, disomogenea, e soprattutto con andamento discendente sia un chiaro sintomo di un forte disagio emotivo, invalidante del suo vivere quotidiano, una insofferenza di tipo non temporanea o passeggera, ma un pensiero negativo e pessimistico persistente.
Nel caso della coda di volpe però non è un malessere generalizzato, presente ad esempio nelle scritture discendenti, ma un pensiero nascosto da una apparente positività (data da una scrittura rigida), da un controllo ben organizzato ma che a tratti cede alla reale condizione negativa creando nella scrittura quella rottura (grafica) presente nella mente.
L’esistenza di determinati segni, quali ad esempio la pendente, la discendenza di grado elevato, la presenza di contratture, di cancellature, possono esprimere disagio ed angoscia. Allo stesso modo anche la scrittura estremamente rigida ed impostata più esprimere delle difficoltà personale, caratteriale ed emotivo.
La coesistenza di determinati segni e la loro intensità esprime le difficoltà personali. I segni e gli elementi che parlano di disagio interiore possono esprimere una condizione di patimento, di depressione del soggetto che spesso è la condizione del suicidio, ma non è necessariamente il presupposto del gesto.
I grafologi sono concordi nel ritenere che la sussistenza di determinati segni, oltre alla coda di volpe, quali una grafia stentata, lenta, addossata, minuta, discendente, possono corrispondere ad uno stato depressivo grave, preludio al gesto del suicidio, in quanto la malattia si esprime proprio attraverso l’incapacità a vivere e vedere un futuro senza angoscia e pena.
L’essere depressi o avere dei momenti di sconforto non presuppone l’esistenza di un pensiero suicidario, ma rilevano comunque una condizione di insofferenza e di disagio interiore che possono avvelenare l’esistenza anche se in forma temporanea.
I segni grafologici che rilevano l’esistenza del pensiero suicidario sarebbero:
- oscura, ingorghi nel tratto che può essere anche sporco, piccola, titubante (visione della realtà non chiara)
- intozzata II modo, aste assottigliate, sovrapposta, discendente (ipersensibilità e crollo dell’IO)
- confusa, disturbi dell’organizzazione spaziale, stretta di lettere (senso dell’IO non stabile)
- largo tra parole, minuziosa, ricci del soggettivismo, angolosa, intozzata II modo, aste assottigliate (ipercritica e autocritica)
- rovesciata, largo tra parole, aste ritorte, ricci della fissazione, disomogeneità pressorie (lotta interiore con tormento).
La sussistenza di più segni o costellazioni di segni devono avere una certa incidenza non solo in termini quantitativi ma anche qualitativi nella grafia, per esempio essere molto vistosi, per poter essere il sintomo di una situazione a rischio.
Pizzi identifica il pensiero autolesionista nel segno degli occhielli intra-ferenti, cioè quelli che si formano con una chiusura all’interno spesso realizzando delle croci o delle “x”, e lo definisce come: “espressione di istanze inconsce auto-aggressive o di esigenze autopunitive ed agiscono come sabotatore interno“… “soprattutto in presenza di snervatezza, cedimenti ed assenza di tratto, qualche taglio delle “t” discendente. “
Il segno che comunque rivela maggiormente una condizione di depressione e forte disagio interiore, tanto da essere il segno principe per le valutazioni di casi di esaurimento energetico, resta comunque la coda di volpe.
Esempi di scritture
Qui di seguito alcuni esempi di scritture di persone note che si sono suicidate e che presentano proprio il segno code di volpe nelle loro grafie che apparentemente non mostrano altri segni rilevatori.
L’autrice britannica Virginia Wolf è diventata un mito della letteratura e del femminismo. Ma la vita della Woolf fu segnata dall’instabilità emotiva, forti crisi depressive e da diversi tentativi di suicidio. Il 28 marzo del 1941 la scrittrice inglese Virginia Woolf, durante l’ultima delle sue frequenti crisi depressive, si riempì le tasche di sassi e si lasciò annegare nel fiume Ouse, non lontano da casa.
Qui la sua scrittura nella sua ultima lettera di addio lasciata al marito che mostra le tante code di volpe evidenziate con un cerchietto rosso.
Nella scrittura della Woolf le code di volpe vengono celate dall’andamento verso l’alto della scrittura, che solitamente denota ottimismo, ma che nel nostro caso potrebbe essere l’esaltazione data dalla decisione di procedere con un gesto suicidario che di lì a breve avrebbe commesso.
Anche la vita di Cesare Pavese è stata costellata dalla depressione e dai pensieri suicidari fino a quando decise veramente di togliersi la vita. Il 27 agosto del 1950 Pavese viene trovato morto nell’albergo Roma a Torino dopo che aveva ingerito a dismisura 20 bustine di sonniferi.
La tenuta del rigo dello scrittore è piuttosto rigida ma alla fine del rigo si notano i cedimenti tipici della coda di volpe.
Fortemente depresso e con pensieri suicidari era anche il famoso giovane scrittore David Foster Wallace. Il 12 settembre 2008, a 46 anni, Wallace scrisse un messaggio di addio di due pagine, corresse parte del manoscritto di Il re pallido e si impiccò ad una trave di casa sua, a Claremont, in California. Qui cerchiate in verde le code di volpe.
Una tipica scrittura rigida ma con presenti delle evidenti code di volpe è quella di Adolf Hitler che riuscì a trascinare nel suo folle gesto suicidario anche i suoi seguaci che lo avevano seguito nel bunker dove si era nascosto.
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4 Comments
Gent.ma Marilena
Ho trovato molto interessante questo articolo, simile a ciò che sto cercando di capire.
Inizio con una domanda. Potrebbe essere possibile che la coda di volpe sia a causa del fatto che non si vogliano dividere le parole?
Mi spiego meglio.
Da molto tempo quando scrivo ho notato che non ho nessuna intenzione di spezzare le parole mandando a capo le ultime sillabe. Piuttosto lascio spazio bianco (più o meno grande non mi importa) alla fine del rigo e vado a capo.
Mi sa aiutare nel trovare una spiegazione?
Grazie mille in anticipo e complimenti per il sito pieno di contenuti molto interessanti.
Loredana
Certo Loredana,
una sola coda di volpe può avere anche altri significati, ecco perché la scrittura va sempre studiata nell’insieme ed in tutto il suo contesto.
Se è interessata a farsi analizzare la sua scrittura mi contatti privatamente via mail, in modo da poterle fare anche un preventivo:
info@marilenacremaschini.it
saluti
Marilena
Scrivere la lettere ‘e’ d ‘a’ con il gambo allungato (non verso il basso) in ascesa, cosa puo’ significa/ Grazie.
Caro Mino
per darle una risposta dovrei vedere lo scritto e come vengono realizzate le lettere a cui si riferisce
se vuole farsi analizzare la scrittura mi contatti su questa mail: info@marilenacremaschini.it
saluti
Marilena