Avere un partner anaffettivo
17/09/2024Gli empatici oscuri usano l’empatia per fare del male.
Chi ha questo tratto di personalità, di stampo narcisistico, può apparire una persona sensibile, altruista, generosa, ma di fatto non lo è. Usa la sua empatia per avvicinarsi alla sua preda, catturare la sua fiducia con l’unico fine di trarne un vantaggio o di poterla meglio manipolare.
Empatia come arma
L’empatia è considerata una qualità positiva dell’animo umano perché permette di conoscere l’altro, di comprendere i suoi reali sentimenti ed emozioni, di entrare in sintonia con lui. È una caratteristica che aiuta la socializzazione e la crescita nelle relazioni. L’empatia è la capacità di capire e condividere il vissuto emotivo dell’altro.
I narcisisti ed i manipolatori in genere sono persone che hanno la particolarità di non essere empatici, di non interessarsi volutamente agli altri ed al loro sentire, quindi quando agiscono lo fanno esclusivamente per soddisfare un loro bisogno personale senza considerare le conseguenze delle loro azioni.
Il narcisista di tipo Covert può apparentemente dimostrare di essere empatico, sensibile ed interessato al bene dell’altro, ma sono solo atteggiamenti apparenti messi in atto solo per meglio raggirare la sua vittima facendola fraintendere sulle sue reali caratteristiche.
Gli empatici oscuri, invece, hanno la sensibilità di comprendere le emozioni ed i sentimenti degli altri, ma usano tali capacità non per fare del bene ma con l’intento di danneggiare l’altro e di approfittarne.
L’empatia diventa quindi l’arma per gli oscuri, lo strumento per meglio carpire e raggirare l’altro sapendo ed avendo la consapevolezza del danno che fanno.
Gli empatici oscuri
Nuove ricerche scientifiche hanno rivelato un nuovo tipo di personalità più pericoloso e più insidioso del narcisismo, ed è un tratto caratteriale chiamato empatia oscura. L’empatico oscuro o dark empath è la persona più pericolosa perché unisce l’empatia a un alto livello di tossicità nelle relazioni.
Le persone con tratti oscuri della personalità sono tra le persone più manipolative al mondo, comprendono le emozioni degli altri ma utilizzano il fascino e la seduzione per ottenere ciò che vogliono.
Gli empatici oscuri sanno cosa pensano gli altri e quali sono i loro stati d’animo, ma non mostrano reale interesse per il loro benessere. Usano queste informazioni per controllare e prevedere il comportamento altrui.
Questi individui spesso si presentano come benefattori caritatevoli per avvicinarsi a chi è vulnerabile. I segnali rivelatori da tenere d’occhio includono:
- Gentilezza strumentale: usano la simpatia per ottenere vantaggi personali.
- Spietatezza: mostrano mancanza di sensibilità verso gli altri.
- Colpevolizzazione: fanno sentire in colpa le altre persone quando le cose non vanno come desiderano.
Il crescente interesse per gli empatici oscuri sui social media riflette la complessità di questa personalità: un mix di sensibilità e insensibilità che rende difficile identificarli.
Essi rappresentano una forma di male travestito da bene, persone che utilizzano la loro empatia come strumento di manipolazione. Ci si potrebbe aspettare che solo i narcisisti siano da temere, la realtà è che gli empatici oscuri possono essere ancora più insidiosi. Essere consapevoli dei loro segnali può aiutare a proteggersi da queste personalità manipolative.
Come si riconoscono
Gli empatici oscuri appaiono sempre impassibili e sono capaci di gentilezza e connessione emotiva. Il tipo di personalità dell’empatico oscuro ha i tratti della triade oscura: narcisismo, machiavellismo, e tendenze psicopatiche.
Tuttavia, gli empatici oscuri bilanciano questi tratti con l’empatia per gli altri e l’autocoscienza delle loro tendenze. Questa è una combinazione molto pericolosa con un forte potenziale di manipolazione.
Il più delle volte i tratti della triade oscura possono trarre in inganno perché ispirano fiducia. Come per esempio: la capacità di risolvere i problemi, la capacità di guidare gli altri, prendere decisioni rapide in condizioni complesse o non tirarsi indietro quando si ha un obiettivo in mente. Questi sono aspetti chiaramente vantaggiosi.
Il narcisismo, il machiavellismo e la psicopatia definiscono una personalità chiaramente maligna in cui spiccano: freddezza emotiva, aggressività subdola e falsità.
Tuttavia, il discorso diviene più complesso perché questo ampio spettro di tratti maligni prevede anche una parte più compassionevole e civica che è l’empatia e che rappresenta il lato più positivo della triade oscura.
La maggior parte degli empatici oscuri presentano un certo talento, responsabilità personale e persino gentilezza, ma nascondono una forte padronanza dell’arte della manipolazione.
D’altra parte, il meccanismo tossico e pericoloso dell’empatico oscuro in un certo senso segue una logica perversa, poiché per manipolare gli altri, per avere un vantaggio o per trarre piacere dal dolore arrecato, è necessario avere una certa capacità di empatia.
Come agiscono
Nell’empatico oscuro il contagio emotivo e la tendenza a catturare i sentimenti degli altri, è più comune di quanto si possa pensare. Questo processo si chiama contagio emotivo in quanto una persona può influenzare le emozioni e i comportamenti emotivi di un’altra persona attraverso il trasferimento consapevole o inconscio delle emozioni.
Gli empatici oscuri sono estremamente bravi a far cadere le difese della loro preda, perché si impegnano molto nel conoscerne insicurezze, punti deboli.
Proprio come i loro “cugini” narcisisti, anche gli empatici oscuri sono territoriali: tendono a escludere amici, familiari e colleghi, così da isolare la preda. “L’isolamento significa che hai più probabilità di dubitare di te stesso e l’empatico oscuro può farti ripensare e distorcere la tua realtà. Quindi è un’altra forma di gaslighting. Puoi farlo con successo solo se hai un senso estremamente buono delle vulnerabilità di un’altra persona: è qui che entra in gioco la parte empatica
L’empatico oscuro ottiene la fiducia del prossimo fingendosi un benefattore caritatevole, mossa strategica per avvicinarsi a chi è vulnerabile, debole, in difficoltà; fa credere di essere disposto ad ascoltarlo, supportarlo.
osservare bene le persone nei contesti di gruppo, perché questo tipo di personalità preferisce incontrare le persone uno a uno, dove è più facile mantenere il controllo.
Il motivo per cui c’è così tanto interesse sui social per questo tipo di persone è lo stesso che rende difficile identificarle: sono sensibilità e insensibilità insieme, sono empatia messa al servizio della manipolazione, sono lupi travestiti da agnello e rappresentano il male che convive col bene.
La differenza tra un empatico autentico e un empatico oscuro risiede nella motivazione. Gli empatici autentici sono mossi dal desiderio di connettersi, di supportare e di costruire relazioni basate sulla reciprocità.
Gli empatici oscuri, al contrario, vedono le emozioni come strumenti da manipolare, e le relazioni come un gioco di potere. Questo li rende particolarmente abili nel camuffarsi, perché è difficile immaginare che qualcuno capace di capire così profondamente i sentimenti altrui possa agire in modo così freddo e calcolatore.
La regola del 5:1
I rapporti di coppia che si costruiscono su basi solide hanno più possibilità di durare nel tempo, di non sgretolarsi sotto il peso di incomprensioni, bugie, gelosie, tradimenti, visioni differenti.
I partner devono impegnarsi equamente e quotidianamente, ciascuno deve fare la propria parte giorno dopo giorno se crede davvero in quella storia e vuole darle un futuro. Si dice che il segreto della felicità di coppia stia nella regola del 5:1.
La cronaca ci insegna quanto siano diffuse le relazioni tossiche, fondate su soprusi e forme di violenza, fisica o psicologica, sono molti gli individui che sviluppano concezioni malsane di amore. Un amore sano è fatto di rispetto, fiducia, collaborazione, complicità, piccoli gesti quotidiani. In questi gesti si può riconoscere la regola del 5:1, come l’hanno battezzata gli esperti.
Questa formula prevede che per ogni interazione negativa tra i partner (una critica sterile, un comportamento irrispettoso, una violenza verbale) ci siano cinque o più interazioni positive che devono controbilanciare (una manifestazione fisica di affetto, una domanda di interessamento, chiedere scusa, un piccolo scherzo per attenuare la tensione).
Solo con questo bilanciamento positivo si può definire “sana” una relazione. Se questo bilanciamento positivo non c’è allora è arrivato il momento di correre ai ripari e riconsiderare le modalità del vissuto relazionale.
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