La triade oscura di personalità
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03/03/2024Ci si conosce solo attraverso l’analisi della propria scrittura.
Farsi fare un’analisi grafologica della propria scrittura permette un profonda conoscenza di se stessi, consente di conoscere come una persona si pone nel proprio ambiente e come si rapporta con gli altri.
L’analisi della scrittura permette di valutare non solo gli aspetti caratteriali che ci contraddistinguono, siano essi positivi o negativi, ma consente di conoscere quegli aspetti che frenano, che limitano e che influiscono negativamente nel proprio vissuto, consentendo di apportare quei miglioramenti che sono necessari per migliorare la nostra esistenza una volta che vengono compresi.
Scrittura come disegno
Il disegno, molto usato nei test cognitivi, è la trasposizione grafica eseguita su un foglio delle emozioni, dei sentimenti, dei desideri e delle paure, ma anche dei timori anche reconditi, dei desideri o aspettative inconsce, delle paure represse appartenenti al passato che in quel momento prova la persona che lo ha realizzato.
Siamo soliti pensare che il disegno riguardi solo i bambini, e che l’esame di un disegno possa essere fatto solo nell’ambito dell’infanzia, ma non è così. Tutti siamo in grado di disegnare e per tutti il disegno è lo strumento che consente una profonda conoscenza di se stessi.
Ci sono test specifici per consentire l’analisi personale, come per esempio il test della figura umana, utilizzato sugli adulti soprattutto nell’ambito della selezione o gestione del personale (in molti casi le assunzioni vengono fatte attraverso questo test), oppure il test della famiglia utilizzato soprattutto per comprendere le dinamiche relazionali all’interno della famiglia, soprattutto quando ci sono dei problemi disfunzionali nell’ambito dei ruoli genitori/figli.
Vi sono poi test specifici per la valutazione della personalità come ad esempio il test dell’albero, o il test dei 4 alberi, che consentono di capire come la persona si vede e si sente nel momento in cui lo esegue, quali sono i suoi timori, le sue paure, le sue aspirazioni e come si percepisce nella sua realtà.
Questo perché il disegno consente la trasposizione sul foglio di come l’autore si sente e si vede nel momento in cui lo esegue; infatti, se decidiamo di realizzare lo stesso disegno in due momenti diversi della nostra vita non lo eseguiremo mai identico allo stesso modo.
Anche la scrittura è un disegno. La nostra scrittura è fatta di forme, di linee ed elementi che creano lettere, un insieme di tratti che creano parole e pensieri. E proprio così come il disegno si presta ad essere interpretato, allo stesso modo si può interpretare la nostra scrittura.
Spazio, tratto, colore
Gli elementi che consentono l’esame valutativo di un disegno sono: lo spazio e come esso viene usato, il tratto, fatto di pressione e stile, e l’uso dei colori.
Come viene occupato lo spazio, in quale punto del foglio è realizzato il disegno, come si evolve in esso ed in quale direzione si espande, sono tutti elementi che vengono studiati quando si valuta un disegno.
Prima ancora del disegno stesso, l’uso dello spazio premette di vedere come la persona che lo esegue si percepisce nello spazio intorno a lei, spazio che rappresenta la sua vita, la sua famiglia, il suo lavoro, come percepisce il suo futuro ed il peso del suo passato.
La stessa valutazione dello spazio viene fatta quando si analizza una scrittura.
Importante nell’analisi di un disegno è anche come la rappresentazione grafica viene elaborata, quali forme si creano, in che modo vengono create e come vengono sviluppate o arricchite, quali sono gli elementi che vengono messi in risalto e quali no.
Allo stesso modo si procede quando si analizza una scrittura: quando formiamo una lettera o una parola non redigiamo solo un linguaggio scritto, ma mettiamo sul foglio delle forme che sono assolutamente personali e non riproducibili da altri.
Anche chi riesce a falsificare bene una scrittura appartenente ad un’altra persona non la eseguirà mai identica, questo perchè apporterà sempre degli elementi personali attraverso il tratto, la pressione, la velocità e l’inclinazione, rendendo la scrittura non riproducibile da altri.
Si può dire che la scrittura è un elemento identificativo e caratterizzante una identità al pari delle impronte digitali, non per nulla gli accertamenti peritali eseguiti in Tribunale sono validi per autenticare la paternità di uno scritto o di una firma.
Anche l’uso del colore è un elemento caratterizzante la personalità: avere la preferenza per un determinato tipo di colore o di inchiostro appartiene sempre ad una scelta, fatta il più delle volte inconsapevolmente, ma che invece denota sempre un determinato stato emotivo ed esistenziale che può anche cambiare nel tempo.
La scrittura non è altro che un disegno più evoluto di una qualsiasi altra rappresentazione grafica, ecco perché la scrittura permette di conoscere lo scrivente meglio di qualunque altro test cognitivo.
Anzi, si può dire che la scrittura è lo strumento di conoscenza della personalità per eccellenza, infatti molti psicologi e psichiatri sono anche grafologi, anche se non esercitano tale professione ma utilizzano la scrittura come strumento valutativo.
Quegli psicologi che sono anche grafologi hanno una marcia in più rispetto agli altri perché la scrittura non mente mai: a differenza delle parole usate mentre parliamo, che possono essere anche non vere, la scrittura non è mediata dalla volontà di mentire, è una cosa che non eseguiamo spontaneamente ed inconsciamente, pertanto assolutamente veritiera.
Fare un saggio grafico
La scrittura può essere esaminata attraverso un saggio grafico, cioè qualunque scritto redatto su un foglio, biglietto o quaderno è un saggio grafico che si può analizzare.
Certamente una scrittura redatta con diverse righe, con un testo ampio e magari correlato anche dalla firma (per il diverso significato che essa esprime), consente una migliore analisi rispetto ad un biglietto formato con poche righe o parole.
Ma anche poche parole esprimono sufficienti elementi per determinare le caratteristiche di una personalità che caratterizzano un determinato scrivente. Infatti, è possibile capire molto anche da come una persona si firma, e questa solitamente è composta da due parole ed a volte solo delle sigle o dei segni incomprensibili.
Questo perché anche un tratto personalizzato come un forma siglata di una firma esprime un andamento del tratto, pressione, direzione, inclinazioni, evoluzioni, a volte abbellimenti e sottolineature che parlano della personalità del firmatario.
Per procedere alla redazione di un saggio grafico completo, che consente un’analisi approfondita e meglio valutativa, occorre però seguire alcune regole.
Si deve prendere un foglio bianco intonso, che non sia in altri modi sporcato o limitato nell’uso dello spazio (l’ideale è il foglio bianco formato A4), e che non contenga elementi quali righe o quadretti.
Questo perché deve potersi valutare come la scrittura verso la destra, e questo andamento deve essere il più spontaneo possibile e non direzionato da delle linee preesistenti che possono compromettere (anche se non del tutto) la spontanea realizzazione del rigo di base immaginario.
Lo scritto poi deve essere redatto solo sulla prima pagina del foglio e mai sul retro, in modo da non deviare in un qualche modo lo sviluppo ed il procedere del tratto scritto.
Al di sotto del foglio bianco dovrebbero essere messi alcuni fogli che hanno il fine di consentire l’espansione massima della pressione usata per scrivere.
Il saggio dovrebbe consistere inoltre in più righe (meglio se si arriva in fondo al foglio) questo per permettere di valutare come la scrittura si evolve nel testo.
Quando noi scriviamo, nell’eseguire le prime righe c’è molto controllo della mente, siamo più concentrati sul come si sta scrivendo, mentre procedendo nel testo questo controllo iniziale viene via via scemando. Infatti, le righe più spontanee e più utili per l’analisi sono soprattutto quelle che vengono eseguite nella parte bassa del foglio.
Inoltre, venendo meno quel controllo mentale che solitamente fa scrivere meglio, la scrittura consente di percepire tutte le emozioni che la persona prova mentre scrive, e questo da modo al grafologo di leggere meglio quella personalità.
Infine, il saggio della scrittura non deve essere eseguito con l’intento di fare una bella scrittura (non esistono le scritture belle o brutte, ma solo scritture personali), ma col l’intento di voler raccontare di sé; infatti, il saggio grafico deve essere eseguito proprio per questo.
Se ci sono poi errori, correzioni, cancellature o sbavature, la scrittura non va rifatta, anzi tenuta e consegnata, perché ogni elemento che viene inserito sul foglio, ed in che punto viene fatto, è un elemento utile per l’analisi di quella personalità.
Se volete conoscere meglio voi stessi, o gli altri, sicuramente non ci sarà strumento migliore dell’analisi della vostra scrittura.
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