Specializzazione grafologia peritale
20/07/2018Narcisismo e social media
29/08/2018I narcisisti creano sul posto di lavoro tensione, ansia e scarsa produttività.
Occorre distinguere se il narcisista è un collega o è il capo: i due i ruoli danno origine a dinamiche diverse e vanno gestiti in maniera diversa proprio per il diversa natura del rapporto collaborativo. Tutti i narcisisti hanno una particolarità indipendente dal tipo di lavoro svolto: hanno il costante bisogno di ricevere elogi e attenzioni, hanno, in un certo senso, la necessità di nutrire il loro ego smisurato: per questo sono sempre alla ricerca di determinate persone, affinché riescano a soddisfare questi loro bisogni.
Al contempo tendono a sminuire gli altri, minimizzando i loro successi: un collega narcisista a lavoro può dunque arrivare a sminuire quello che fate, per elogiare quello che invece fa lui/lei. Lavorare quindi con un narcisista non è per nulla facile.
Il collega narcisista
I narcisisti colleghi di lavoro tendono ad accusare gli altri di tutte le cose che non vanno. I narcisisti sono pronti a puntare il dito contro gli altri, arrivando a proiettare sugli stessi anche le loro debolezze, le stesse che non riconoscono e non gradiscono: questo perché i narcisisti respingono l’idea di poter essere sbagliati o non perfetti.
I colleghi hanno atteggiamenti svalutanti soprattutto con quelli migliori di loro, non riescono a non essere invidiosi. Quando un narcisista ha di fronte qualcuno che reputa più abile in qualcosa, tende a avvilirlo, maltrattarlo o lo ignora completamente.
I narcisisti possono anche arrivare a ferire gli altri con delle battute sottili e per niente carine. Possono arrivare a far confondere chi hanno di fronte con il solo intento di farli dubitare di se stessi, fino a far abbassare la loro autostima.
Può capitare, infatti, di avere a che fare con un collega che, reputandosi migliore degli altri in qualcosa, arriva a trattarli male, anche con del sarcasmo o delle critiche che hanno un unico obiettivo: quello di svalutare i colleghi. I narcisisti sul lavoro sono ipersensibilità alle critiche ed alle osservazioni pensando di essere bravi e perfetti in tutto.
Anche se le fanno agli altri, i narcisisti però non tollerano le critiche: criticano, ma non amano essere criticati. Anzi, ogni critica viene considerata come un affronto personale, questo perché non accettano l’idea che qualcuno possa arrivare a mettere in discussione il loro valore.
I narcisisti, d’altronde, sono persone fragili e sono bravissimi a fare le vittime: spesso è proprio recitando questa parte che riescono ad ottenere quello che vogliono. Hanno degli atteggiamenti di sfruttamento verso gli altri.
I narcisisti non sono empatici, dunque non riescono a mettersi nei panni altrui. Le emozioni degli altri non sembrano essere un loro problema, per questo possono arrivare anche a sfruttare gli altri e la loro gentilezza, per trarre un loro vantaggio.
In tutto questo, non sentono il bisogno di giustificarsi, perché si reputano speciali e, in un certo senso, credono di potersi permettere tutto.
Come comportarsi
Partendo dal presupposto che un narcisista non si può cambiare, così come spesso non si può nemmeno cambiare lavoro, e che per discutere con lui occorre seguire determinate dinamiche, si possono però tenere determinati comportamenti che argineranno il collega narcisista.
Evita lo scontro
Come detto, un collega narcisista tenderà ad abbattervi, sminuirvi e proverà a farvi le scarpe, in questo sanno essere subdoli fuori misura, questo perché loro sono bravi a trovare il punto debole degli altri e lo sfruttano al momento giusto senza alcun rimorso.
La prima cosa da fare è quindi evitare di reagire alle loro provocazioni: se tende a toccare degli argomenti che potrebbero farti scattare, conta fino a dieci ed evita di dar vita ad uno scontro, perché è proprio questo quello che cerca: lo scontro.
Le discussioni, le ripicche, le contestazioni sono il loro pane quotidiano; inoltre, non essendo empatici, non proveranno nemmeno il senso della vergogna, anzi veder soffrire gli altri è per loro stimolante: la sofferenza ed il disagio delle persone intorno a loro sono la conferma del loro potere. Con più tu soffri e con più loro si gratificano.
Se non otterranno quello scontro desiderato è molto probabile che desistano con voi per rivolgersi ad un’altra vittima più facile da gestire. L’unico modo di sopravvivere ad un collega simile e non dargliela vinta.
Evita di prendertela
Se sei il bersaglio principale del tuo collega è perché probabilmente ti reputa migliore in qualcosa, a lavoro o nei rapporti con gli altri colleghi. E questa dovrebbe già essere una lusinga per te.
Non prendertela sul personale: questo loro comportamento che non ha a che fare con te, dipende tutto dal carattere del narcisista e dalla sua insicurezza. E questo è un punto a loro sfavore. Inoltre non sanno adattarsi, quindi non cambieranno atteggiamento, né con te né con gli altri.
Pensa a questo: il suo comportamento, più che un attacco personale, è la chiara dimostrazione di quanto siano insicuri, ti temono e pensano che l’unico modo che hanno per rapportarsi, visto che temono il confronto, è quello di distruggerti a priori.
Nel caso ci fossero delle discussioni, con molta calma gli potrai rinfacciare le sue condizioni: cioè il fatto di essere un narcisista che teme il sano confronto con gli altri.
Non dare confidenza
Avere a che fare con un narcisista è davvero complicato: per questo sarebbe un bene evitare di dargli troppo confidenza. Inoltre, ha la brutta abitudine di usare tutte le informazioni acquisite su una persona per danneggiarla al momento giusto. E non pensare che abbia bisogno di un motivo: danneggiano e basta perchè questo è il loro unico modo di rapportarsi con gli altri.
Non esprimerti con lui circa l’operato di un altro collega, per esempio, perché il narcisista potrebbe cambiare il senso delle parole e raccontare tutto al collega in questione, mettendoti in cattiva luce. Amano vedere gli altri entrare in competizione o conflitto a causa loro: se riesce a far litigare due persone vuol dire che ha potere.
Il capo narcisista
Avere a che fare con un capo narcisista è una delle peggiori condizioni in cui ci si può trovare. Il narcisista che raggiunge un ruolo di potere solitamente non l’ha ottenuto legittimamente, quindi è una persona estremamente pericolosa perchè non si fa remore a schiacciare chiunque.
Riconoscere i tratti narcisistici è importante per evitare di legarsi ad un capo narcisista, così da ridurre il rischio di intossicarsi sul piano relazionale. Il capo narcisista sul lavoro oltre a presentare tutti gli aspetti del narcisismo ha la consapevolezza di avere maggiore potere e controllo, quindi non perderà occasione nell’abusarne.
Il narcisista ha bisogno di stare al centro dell’attenzione e di ricevere apprezzamenti continui da chi sta loro intorno. Un capo narcisista vuole essere adulato e temuto, e punta ad ottenere gratificazioni e riconoscimenti dai suoi superiori. Per questo motivo si comporta spesso in un modo da ottenere lodi e approvazioni anche se non ha meriti.
Un capo narcisista punta ad avere il controllo su tutto, spesso occupandosi di più cose insieme ed evitando di delegare. Ciò gli serve per tenere tutti i meriti per sé. Di contro, scarica gli insuccessi agli altri o attribuisce la responsabilità dei sui fallimenti a fattori esterni.
La fase di seduzione
Se da un lato legarsi ad un capo narcisista può portare a dei vantaggi, almeno inizialmente, dall’altro, nel tempo, può dimostrarsi controproducente. Ciò che crea maggiori difficoltà, infatti, è il cambiamento non giustificato che avviene a livello comportamentale.
All’inizio può risultare molto gentile, adulare chi gli sta accanto, elogiandolo di continuo o utilizzando tecniche di manipolazione quali il love bombing. Anche nell’ambiente lavorativo il narcisista si comporta come un seduttore: seduce prima e abbandona poi come farebbe con un’amante.
Questa fase, però, di breve durata, giusto il tempo di avere la vostra fiducia, viene presto soppiantata da una dittatura disfunzionale e soffocante nei confronti del dipendente: può manifestare attacchi di ira incontrollata di fronte ad errori futili o atteggiamenti svalutanti verso il suo lavoro. Ogni occasione sarà buona per darvi contro o sminuirvi.
Legarsi ad un capo narcisista significa anche dover sottostare alla credenza che tutti possano stare ai suoi “comodi” o seguire le sue regole. Ciò lo spinge ad avanzare richieste assurde e irrealizzabili come turni di lavoro massacranti o progetti da concludere in tempi eccessivamente brevi.
Segnali di love bombing
É utile capire quali possano essere i segnali di una fase di love bombing sul lavoro così da prepararsi alla successiva fase di destabilizzazione. Partiamo col dire che il love bombing è una vera e propria forma di manipolazione che il narcisista attua verso il dipendente: lo vuole illudere di aver trovato il miglior posto di lavoro o il miglior capo, ma non è così.
Tra i comportamenti manipolativi attuati da un capo narcisista potrebbe ro esserci:
- mostrare delle attenzioni “particolari” verso il dipendente così da farlo sentire speciale;
- fare dei favoritismi (es. uscire a pranzo con alcuni, senza invitare altri o affidare dei lavori interessanti solo ad alcuni, dando quelli più pesanti ad altri);
- elogiare il dipendente per azioni del tutto ovvie;
- complimentarsi in presenza di altra persone che faranno da spettatori e che potranno un domani testimoniare sulla sua presunta falsa bontà con voi.
Perché il capo narcisista dovrebbe essere seduttore sul lavoro? La risposta è semplice: il capo narcisista attua questa forma di manipolazione perché vuole diventare un punto di riferimento e creare un legame di dipendenza degli altri verso la sua persona. Più gli altri diventano dipendenti più lui acquista potere.
Il potere a cui mi riferisco non è quello della funzione o ruolo sul lavoro: è il potere derivante dal controllo emotivo e psichico degli altri. Il suo intento è quello di manipolare per soggiogare e dominare le persone non le competenze.
In tal senso cerca di creare una relazione forte che possa essere la base di un rapporto di lavoro lungo e duraturo, affinché l’altro rimanga vincolato da un legame che nel tempo si rivelerà inevitabilmente “tossico”. Sa benissimo che i dipendenti infelici sono dipendenti in fuga, ed un nuovo dipendente è qualcuno che deve essere nuovamente sedotto e manipolato, meglio tenersi quelli che ci sono.
3 cose da fare col capo
Parto subito col dirvi che un narcisista non cambia, non migliora col tempo, ha bisogno della sua manipolazione perchè è l’unico modo che conosce nel relazionarsi con gli altri. Accantonate la speranza di poterlo rivedere come un tempo: lui non è quello gentile di allora, è quello che vedete oggi senza maschera.
Come possiamo difenderci da tutto questo? Di seguito qualche consiglio pratico per superare il periodo in cui il narciso è il vostro capo.
Adula il tuo capo
La prima regola da attuare sul lavoro è quella di adulare il proprio capo narcisista. So che qualcuno storcerà il naso (ne avete tutte le ragioni), ma se volete mantenere il vostro posto di lavoro dovete adottare delle strategie. Consideratela una strategia per la vostra sopravvivenza.
Il narcisista ama ricevere apprezzamenti quindi, ove possibile, fornire apprezzamenti e feedback positivi servirà a metterlo al centro dell’attenzione e a fare in modo che venga rivalutata la vostra figura professionale.
Oltre a rimanere nelle sue grazie questo vi aiuterà a non essere preso di mira, soprattutto ritarderà il più possibile la fase di svalutazione: ma se dovesse sopraggiungere questa fase di svilimento non perdetevi d’animo e non cedete ai suoi ricatti emotivi.
Lavora bene
Un capo narcisista pretenderà quanto più possibile e forse anche di più. Dato che è estremamente importante evitare i conflitti con un narcisista, è utile, per quanto possibile, cercare di reggere i ritmi e soprattutto evitare di creare situazioni spiacevoli.
La cosa importante è proporre modifiche ragionevoli cercando sempre di coinvolgerlo affinché percepisca che le modifiche siano farina del suo sacco. Non fornite idee ma spunti affinché possa prendersene il merito, confermate questo merito anche se è vostro: anche questo lo state facendo per la vostra sopravvivenza.
Cerca una via d’uscita
Reggere ritmi impossibili e un contesto di lavoro così malsano non è semplice. Ecco perché è importante crearsi una via d’uscita da percorrere prima che la situazione degeneri. Ma cercatela in sordina: se il narciso sospettasse una vostra fuga farebbe di tutto per minarla.
Questo perché il narcisista al lavoro difficilmente lascerà andare le sue prede. Cercherà invece di approfittare e di “succhiare” tutte le energie dei suoi dipendenti. Cerca, quindi, il sistema di avere un posto di lavoro di riserva in modo da poter cambiare facilmente quando la situazione sarà diventata critica.
Se poi trovi un posto di lavoro dignitoso, anche se non rientra nelle tue massime aspirazioni, lascia tutto e scappa lontano, la tua serenità interiore e psichica vale molto di più del posto di lavoro ottimale.
Se vuoi rimanere aggiornato seguimi sulla mia pagina Facebook: Conoscere il narcisismo.
44 Comments
Tutto vero. Corrisponde alla descrizione del mio socio. Mi ha distrutta professionalmente e psicologicamente. Ora sono senza lavoro, in terapia dalla psicanalista e senza quota societaria. Mi devo ricostruire una carriera e una vita. Ho deciso di farlo in un’altra città. Io e mio figlio dobbiamo essergli il più lontano possibile.
Ti capisco, e ti confermo che la lontananza aiuta, ma se tu avessi bisogno di un aiuto più specifico contattami pure.
In bocca al lupo
Marilena
Ciao,buonasera. Credo un narcisista covert, tendenzialmente vive di gloria, non chiede mai soldi, ha bisogno di conferme continue. Vive degli incassi degli altri soci, prende soldi senza permesso nascondendosi dietro nn so cm fare. Un vero idiota non si sa guadagnare 1 euro……..Ha perso tt continua imperterrito ..
Certe persone non cambiano mai, meglio non aspettarsi nulla di buono per non rimanerne deluse….
Marilena
Ho avuto questa esperienza con un uomo separato con 2 figlie con un lavoro nell’arma. Diceva che le persone separate spesso si tolgono la vita perchè non superano il trauma emotivo-economico. Non chiedeva soldi in maniera esplicita, ma ti manipolava abusando dei tuoi sentimenti e tutti i mesi con la frase, le mie bambine, devo pagare il proprietario di casa e ho l’assicurazione della macchina che scade, oppure : devo restituire dei soldi a degli amici, oppure : va bene per te se ti restituisco i soldi il mese prossimo ? Oppure quasi in lacrime: avevo promesso a mia figlia di comprarle la piscina gonfiabile per il compleanno, come faccio ? soffre già per la separazione.. e puntualmente a metà mese quando riceveva lo stipendio , chiudeva la comunicazione, diceva di stare male e ” non so come fare” perchè mi servono soldi. E così facendo siamo arrivati a 2.000 €. Appena arrivava il bonifico stava subito bene. Non rifaceva gli occhiali e non ci vedeva da un’occhio, si è rotto il legamento crociato giocando con le figlie al parco e ha fatto la scena di esserselo rotto in caserma. Guidava la macchina con i colleghi a bordo e con le figlie a bordo con 1,50 diottrie ad un’occhio. Cosa sarebbe successo se un moscerino gli fosse entrato nell’occhio sano ? L’accenno al suicidio era costante e così ho contattato la caserma dove lavora e ho segnalato la sua intenzione, e raccontato tutta la storia di come ci siamo conosciuti in modo non proprio lecito e i castelli di bugie che ha costruito questa era forse, solo la meno ovvia.
Tutti i mesi appena prendeva lo stipendio ne giocava circa la metà on line nel gioco d’azzardo. Adesso è seguito da un terapista, non facendolo di sua spontanea volontà, è estremamente difficile guarisca. Ho fatto del mio meglio e ho segnalato la possibile patologia narcisista che innesca il gioco d’azzardo e di non escludere questa possibilità. A volte sono anche persone valide, ma consumate dalla loro ferita o più di una, diventano pericolosi per il prossimo
Hai proprio ragione cara Maria Teresa, sono persone malate e non vanno giustificate perchè sanno distruggere tutto ciò che toccano
lascia che si curi e che guarisca veramente, solo dopo dagli la possibilità di ascoltarlo, ma non farti fregare, non cadere nella sua trappola sino a quando non sei sicura che sia veramente uscito dalla dipendenza del gioco
tanti auguri
Marilena
Tutto verissimo!!!! Sono la nuora di un narcisista, ci lavoro e ci vivo nella stessa casa , sono al limite ! Non so come farmi aiutare ? Spero che scrivendolo qui riesco a sfogarmi un attimo, perché ogni volta che lo racconto alle mie amiche non lo capiscono !!!! Magari esagero io !
Nel 2018 vado a convivere con mio marito ( al epoca fidanzati ) tutto abbastanza tranquillo anche perché avevo il mil lavoro ,la mia vita PERSONALE. 2019 scoppia la pandemia , perdo il lavoro , ci chiudono in casa ( da qui il mio incubo inizia in pieno ) era novembre 2018 quando il padre del mio ragazzo ci comunica che avrebbe piacere di iniziare in attività insieme a noi , aprire un bar più precisamente! E così ci mettiamo un po’ alla ricerca , visitiamo dei locali, ne parliamo ecct ma quello che non sapevamo e che il padre del mio ragazzo avevo già visto e quasi comprato un locale a nostra insaputa…… a dicembre ci fa vedere questo locale , a me e suo figlio ci sembra troppo grande per essere gestito da solo ( io e il mio compagno avevamo l’idea di prendere un localino piccolo così da poter anche vivere non solo lavorare ) però mio suocero ci ha tranquillizzato dicendo che ci avrebbe aiutato lui dandoci una “mano” e TADA il locale preso . Tralasciando che il locale era tutto da rifare e da mettere apposto ( ha voluto fare tutto lui a modo suo !!! ) e finalmente il 3 dicembre apriamo e da lì iniziando tutte le liti tutte le notti passate a piangere tutte le festività passate con attacchi di panico ( perché se qualcosa non andava come voleva lui era colpa nostra ) tengo a precisare che sia io che mio martirò abbiamo finito l’alberghiero e mio suocero per tutta la sua vita ha fatto il progettista quindi non c’entra tanto con questo mondo . Tuttora siamo aperti ma io sono al limite ho tanta paura della depressione, ho paura di lasciare tutto anche perché io amo mio marito e non vorrei lasciarlo a lui però d’altra parte capisco mio martirò che non vuole lasciare suo padre semplicemente perché lo lascerebbe da solo
Mi dispiace Gabriella per la sua situazione,
per poterle dare qualche consiglio ho bisogno di conoscere meglio la sua vicenda, il suo rapporto personale col narcisista ed anche il rapporto lavorativo.
Se vuole il mio aiuto sono a sua disposizione, mi contatti pure in modo da parlarne.
Saluti
Marilena
Mi dispiace Gabriella per la sua situazione,
per poterle dare qualche consiglio ho bisogno di conoscere meglio la sua vicenda, il rapporto personale e lavorativo che la lega al narcisista.
Se vuole il mio aiuto mi contatti pure, sarò lieta di ascoltarla
Saluti
Marilena
Io ho un collega che si identifica in tutto il profilo.
Cosa fare?
G4azie mille?
Difficile risponderle senza conoscere la storia e le modalità del vostro rapporto lavorativo
mi contatti privatamente per chiarirmi meglio il caso
Marilena
La mia titolare si raffigura in toto in questa descrizione. Sono stata assunta con molto entusiasmo e soddisfazione da parte sua e in tempi limitati la situazione si è rovesciata, divenendo un misto di complimenti e critiche, molti alti e bassi, fin quando sono stata assunta a tempo indeterminato. Da li mi ha tolto la confidenza, e si è trasformata completamente, trovando continuamente pretesti per criticarmi, e nonostante i miei sforzi ignorati, ha continuato fino a quando ho deciso di dire basta e andarmene. Starò li ancora un mese ma sta parlando male di me con tutti, e mi sta facendo passare per la persona poco adatta per quel posto e che sono ingrata. Non augurerei a nessuno di incontrare persone di questo tipo, sono psicologicamente devastanti, se fossi rimasta forse sarei andata in depressione.
Ti capisco, sia io che molti che ti leggono, prima o poi hanno incotrato nelle loro vita un essere simile, non oso nemmeno chiamarla persona, e ne vuoi parlare privatamente scivimi via mail, che leggo soltanto io: info@marilenacremaschni.it
chissa che non si trovi il modo di sopravvivere a tali mostri di crudeltà..
Marilena
Il mio socio, narcisista patologico e titolare, ti avrebbe trattato esattamente così. Come ha trattato me e come tratta le collaboratrici ignare che accettano il posto di lavoro. Mi ha rovinata. Per fortuna ora ho trovato un’altra occupazione. Devi fare lo stesso. L’insicurezza e la scarsa stima di me sul lavoro che mi ha causato purtroppo mi è rimasta.
Mi associo al consiglio di Agnese…
purtroppo quando si lavora alle dpendenze di una persona brutale, invidiosa e cattiva, per salvare la propria serenità e salute non resta altro modo di andarsene e di trovarsi un altro lavoro.
Ne comprendo le difficoltà, visti i tempi duri per le assunzioni, e mai lasciare un lavoro se non si è sicuri di quello nuovo, ma cambiare ambiente in certi casi diventa vitale.
Pertanto prendete coraggio e non scoraggiatevi dalle difficoltà che incontrerete nella ricerca, il lavoro è importante e gratifica la persona se è quello giusto, inoltre occupa buona parte della giornata, se non si torna a casa soddisfatte ma piene di frustrazioni si finisce veramente con l’ammalarsi e diventare una persona infelice.
Quindi osate e cambiate sempre quando c’è qualcosa che non va.
Marilena
Sbrigati a cambiare lavoro prima che mini troppo la tua autostima
Scusate ma se il narcisista è ex fidanzato e responsabile di un laboratorio didattico?
Se io volessi, proseguire la mia formazione perché ne ho diritto?
È giusto ammazzarsi per trovare alternative? È giusto dargliela vinta?
In qualche modo ho vinto, perché sono rimasta per me nonostante tutto quello che ha fatto per screditarmi sia sul piano personale sia su quello didattico e ce l’ho fatta: ho imparato e ho mantenuto i rapporti che volevo. Ora voglio continuare.
Che mi consigliate?
E’ sicura di aver veramente vinto o invece di essere stata usata per dei comportamenti meschini di cui questo bell’imbusto si è poi gratificato?
A volte rinunciare e mandare a quel paese persone e situazioni di contesto non è una perderita è darsi la possibilità di essere sereni lontano da persone negative e malefiche.
Marilena
Anche a me è capitato di avere a che fare con un soggetto del genere al lavoro: quando ho avuto la certezza assoluta che questa persona avesse nei miei confronti una invidia infinita, perché è quello il momento in cui gli si scioglie la maschera di cera che hanno ed appaiono quello che sono, l’ho folgorato come un fulmine. Davanti a tutti i colleghi gli ho detto quello che pensavo, ovvero che nel mio panorama mentale non contava assolutamente nulla. Come se gli avessi dato una coltellata…poco male. ricordo , tanti anni fa quel giorno, e ne vado fiero… Cambiai lavoro e lo lasciai rontolare in se stesso, come fosse un indemoniato vittima di se stesso, come fosse un verme che si rigira nella terra….non avevo tempo da perdere con uno psicopatico e mi si aprirono 100 portoni… se uno ha le potenzialità e le capacità non ci sono psicopatici che reggano: la vita è piena di belle sorprese ed è bello viverle lontane dagli psicopatici.
Grazie Francesco per la tua testimonianza, che possa essere il timone ed il punto di svolta di tutti coloro che non vedono via d’uscita.
Il modo di liberarsi da tali persone mostruose c’è, costa fatica e dolore, comporta dei cambiamenti ma mi associo a Francesco nell’assicurarvi che sarà per una vita migliore e per situazioni evolutive e più soddisfacenti.
Tanti auguri a tutti voi che dovete prendere una decisione difficile
Marilena
Purtroppo, dopo 18 anni di lavoro, mi ritrovo a vivere una.situazione analoga, lavoro in una grande azienda.dove da qualche anno mi hanno dato un nuovo incarico e spostato in un open space dove c’e l’ufficio commerciale, nonostante io non faccia parte di questo gruppo, la capo ufficio, una narcisista che si crede un genio, si intromette di continuo nel mio lavoro, addirittura ero arrivata a pensare che potesse aiutarmi dato che sto attraversando un momento molto difficile sul lavoro, e invece ha fatto il doppio gioco mettendomi in cattiva luce con la Direzione, avendo lei un gran potere. Purtroppo non posso permettermi di licenziarmi, altrimenti l’avrei già fatto, sto cercando un altro lavoro, un lavoro anche umile e semplice che mi permetta però di essere più serena. Tutti mi dicono che devo stare tranquilla e che devo essere io a reagire in modo diverso davanti a queste cose, ma non ho più tolleranza verso queste persone.
Impossibile combattere contro i capo-ufficio, non li si può cambiare in nessun modo quanto sono patologicamente dei repressi psicopatici, non farebbe che renderli più cattivi e crudeli, peggiorando ogni giorno sempre di più la sua posizione.
Resista fin che può, fino a quando non trova un altro lavoro per lei adeguato in modo da rifarsi realmente la sua vita.
Le auguro di trovarlo presto
Marilena
Accidenti…leggere tutto ciò mi ha fatto venire la pelle d’oca… corrisponde in tutto e per tutto al mio capo ufficio con il quale la situazione è molto più complessa da gestire perchè abbiamo anche avuto una relazione per quasi 4 anni. Sono stata vittima di questo essere meschino e senza scrupoli per molto tempo e ne sono uscita con le ossa rotte. Mi sono umiliata, presa colpe che non avevo, sottomessa e giocato le carte più sporche pur di non perderlo in un’assurda dipendenza emotiva. Non riesco a trovare un altro lavoro al momento. Sto adottando la tecnica del NO CONTACT, nel limite del possibile perchè per forza di cosa, dobbiamo collaborare e ho bisogno di lui sul lavoro. Spero e desidero fortemente di uscire da questa situazione tossica anche perchè ne ha risentito molto la mia salute, la mia famiglia e il mio matrimonio.
Un abbraccio
Anna
Ti auguro, cara Anna, di trovare presto un nuovo lavoro.
Cambiare ambiente e non avere più occasioni di contatto sono l’unico modo di evitare situazioni sgradevoli e che procurano sofferenza, inoltre la lontananza aiuta a dimenticare le umiliazioni subite e a ripartire con nuovo spirito e una nuova considerazione di sè.
Non mollare, prima o poi un nuovo lavoro lo trovi, ti consiglio addirittura, visto le conseguenze di una così sgradevole convivenza forzata, di optare anche per un lavoro non adeguato ai tuoi desideri, almeno inizialmente, per ora la cosa più inportante è la tua sanità mentale ed emotiva e quella la raggiungerai solo quando sarai lontana, poi potrai pensare a lavori più qualificati e di tuo interesse.
In bocca al lupo, anzi crepi
Marilena
Agli inizi della mia carriera di medico ospedaliero ebbi a che fare con un soggetto del genere. Dopo anni di vessazioni, un bel giorno lo mandai aff…, da allora mi stette alla larga ma visto il tipo che era sono sicuro che alla prima occasione si sarebbe vendicato. Cambiai sede di lavoro e mai decisione fu più opportuna, fu una grande esperienza di arricchimento umano e professionale ( non tutti i mali vengono per nuocere) . Purtroppo però non per tutti é possibile cambiare lavoro. Purtroppo il problema di queste leadership che creano malessere nei dipendenti e abbassano la produttività non ha la sufficiente risonanza nei media e nell’opinione pubblica, questi soggetti andrebbero banditi dal consesso civile e messi in condizione di non nuocere, ben più dei classici ” malati di mente” che a ben vedere fanno ben meno danni di loro ( anche se creano molto più allarme sociale).
Sacrosanta verità caro Dr. Tony,
non sempre si ha la possibilità di agire, ma c’è sempre una soluzione pratica il tutto sta nel capire quale sia.
In bocca al lupo per il suo futuro
Marilena
Io sono in questa situazione: credo un mio collaboratore sia un narcisista patologico covert. Nonostante io sia il suo superiore, finisco per permettergli di ctiticarmi, di rivoltare la frittata, di insinuare dei sensi di colpa in me.
Credo di dare il giusto peso ai complimenti per il lavoro svolto e alle indicazioni su come invece migliorare, quando necessario. E ciò mi viene anche riconosciuto dagli altri collaboratori. Lì invece sembra sempre io manchi in qualcosa: in empatia, in riconoscimento nri suoi confronti, in comprensione, in pazienza. E dire che era molto diverso, poi invece è cambiato: il mio cruccio è capire da dove sia scattato questo cambiamento.
So che dovrei allontanarmi ma non ci riesco. Appena mi allontano e metto dei paletti, torna lui alla carica con bisogno di attenzioni, di consigli, di supporto.
Perchè lui non vuol perdere il suo giocattolo, in tali casi deve essere lei a non permettere agli altri di trattarla come tale.
Se dovesse aver bisogno di un aiuto in concreto attraverso un percorso anche breve in counseling sono a sua disposizione, mi contatti privatamente via mail: info@marilenacremaschini.it
Marilena
Buongiorno,
lavoro con una collega narcisista covert, (l’ho capito grazie all’aiuto di un‘amica psicologa).
Dopo il primo periodo, dove si è presentata come volenterosa, umile e piena di voglia di imparare, successivamente piano piano ha allontanato, stancato, eliminato tutta la “vecchia guardia”, cioè tutte le quelle persone che potevano metterla in difficoltà.
Questo perché, nonostante il numero di ore di lavoro, è inconcludente, caotica e disorganizzata.
Io sono l’unica che non ha eliminato.
Caratterialmente sono molto forte, ho una buona autostima e i colleghi spesso si rivolgono a me per avere risposte che lei non sa dare.
Ora stanca dei suoi comportamenti ho cominciato a dire in modo educato ma fermo e con testimoni, quello che penso di lei, sottolineando le sue mancanze, i suoi errori e l’ho fatto in più occasioni.
Inoltre adotto con lei il no contact. Non le parlo per giorni, rispondo a monosillabi ma mi dimostro solare e loquace con tutti gli altri, quando si avvicina per chiedermi qualcosa mi diverto a dirle “adesso non posso”, poi quando mi va l’ascolto, ma sempre senza grande entusiasmo, e faccio in modo che lo noti.
Questo l’infastidisce perché non è lei a condurre il gioco ma io, usando però un’arma che lei conosce benissimo.
Tutto ciò per lei è destabilizzante.
Il soggetto in questione ha pure un grosso problema con il cibo, è bulimica e ormai al lavoro se ne sono accorti tutti ma credo che lei sappia che, se lei mi facesse del male, io lo comunicherei ai suoi superiori senza remore.
Mi sono dilungata e mi scuso ma è una delle poche volte in cui si può parlare di narcisismo sul luogo di lavoro e non all’interno della coppia.
Leggo sempre di cercare di cambiare lavoro ma non è facile, e lo sappiamo tutti, ci sono persone che non possono cambiare posto di lavoro!
Non posso pensare che questo sia il solo e unico consiglio da dare.
Mi sono chiesta se, nel momento in cui verrà smascherata del tutto, e quindi verranno a galla le sue incompetenze, e il sapere di non essere considerata un punto di riferimento (cosa per lei inaccettabile), potrebbe mollare tutto.
Vivo con questa speranza.
Concludo dicendo che non vado assolutamente fiera del mio comportamento che è lontanissimo dal mio modo di essere però le alternative le ho provate tutte.
Grazie ancora
La tua posizione è comprensibile, mantenere la distanza con le persone negative è vitale, soprattutto quando si vive la vicenda al lavoro ed a stretto contatto.
Ti auguro che tale situazione si risolva al più presto, se avrai bisogno del mio aiuto contattami via mail.
Marilena
La mia capa corrisponde a grandi linee alla descrizione fatta nell’articolo, con la precisazione che sebbene umili gratuitamente e platealmente i meno dotati, cioè quelli che ai suoi occhi rischiano di rovinarle l’immagine, esalta oltremisura e adula i più bravi (chiaramente solo fino a quando questi rimangono sotto il suo controllo). Dato che da un punto di vista lavorativo le sono molto utile, ha sempre spinto affinché potessi fare carriera in modo che lei potesse acquisire sempre più potere di riflesso e allo stesso tempo io non fossi tentato da altre proposte lavorative. Il problema è stato che quando ho raggiunto una posizione che mi garantiva una certa autonomia e visibilità lei ha cominciato a scoppiare in scenate di gelosia per l’evidente paura di perdere il controllo che esercitava su di me e quindi non potersi più appropriare dei meriti del mio lavoro. Inoltre, è palesemente invidiosa. Di me, degli altri, di traguardi lavorativi e di stati d’animo che lei non riesce a provare, proprio come descritto nell’articolo. E’ ossessionata dall’idea che chiunque agisca per invidia. Riccore quasi sempre a questa spiegazione, probabilmente anche perché non è in grado di immedesimarsi da un punto di vista emotivo negli altri. Altra ossessione è che tutti complottino alle sue spalle e agiscano in modo da sminuire i suoi meriti e metterle i bastoni fra le ruote. Avendomi eletto a suo confidente mi ha spesso illustrato in dettaglio teorie strampalate di complotto nei suoi confronti che mescolano fatti reali a ipotesi azzardate che presto nella sua testa si tramutano in certezze incontrovertibili.
Un collega che è crollato ed ha cambiato lavoro mi ha chiesto una volta come facessi a rimanere impassibile di fronte alle sue reazioni infantili e a quegli scatti d’ira che riducono in pianti o tremori i sottoposti. Scrollai le spalle ma dentro di me avevo ben chiaro quale fosse la risposta. Semplice, mio padre è come lei. Per cui mi viene automatico usare tutte le armi di difesa che mi sono costruito nel corso della vita.
A un certo punto sono comunque arrivato vicino al punto di rottura: scontro o crollo psicofisico. Poi il fato ha voluto che lei si ammalasse seriamente. Ora è confinata fra le mura di casa sua in smart working e con la distanza per me è tutto più semplice. All’orizzonte per me c’è un salto di carriera, speriamo. In questo modo, finalmente, riuscirei a liberarmi di un altro tiranno.
Ti faccio i miei migliori auguri di riuscirci Mario, e di liberarti dall’orco cattivo che lavora con te, per la tua serenità e per la tua carriera.
Marilena
A me è capitato spessissimo ho avuto la fortuna di lavorare a distanza da loro per cui bastava non rispondere al cellulare ,alle riunioni davo poco spazio al loro pavoneggiarsi adducendo come scusa che il tempo era tiranno.Quando mi telefonavano spesso non li ascoltavo continuando a fare quello che stavo facendo .Le ritorsioni c’erano non mi davano i documenti necessari al mio lavoro ,ho imparato a comunicare i dati con parsimonia in modo da avere ogni mese produzione in positivo. La racconto con leggerezza ma ho cambiato cinque banche .Alla fine i clienti ti seguono perchè lavori seriamente non per gli effetti speciali della tua filiale ,anzi!
Ottimo metodo di distanziamento…. meglio stare lontani e condividere poco con persone negative e che non danno nulla al prossimo.
Marilena
E se il tuo capo è un narcisista e ti dice anche che sei la donna della sua vita e non accetta un tuo no e che tu non sia un suo possesso né fisico, né mentale? Riverserà su di te tutte le frustrazioni di uomo e professionista (perché alla fin fine la sua autostima è pari a O).6 anni di inferno. Poi ho preso il coraggio e mi sono dimessa. da due mesi ho un nuovo lavoro, trovato subito, dopo solo 8 giorni di disoccupazione. infatti non ho mai creduto alle sue parole di svalutazione e denigrazione continua come “fai schifo” o “non sei all’altezza delle aspettative” o “il lavoro che fai non serve a niente” o “sei peggio di questo e di quello”. Praticamente il peggio di tutti a suo parere. Nonostante le cose siano andate positivamente, rimettere a posto il proprio “io” profondo è un lavoro lungo. Mi sento destrutturata. Non ho concentrazione, umore che sale e scende. Non riesco a volte a strutturare i pensieri, nessuna empatia, mi sento vuota. Ma almeno sono fiera del mio coraggio e di me stessa. Ora devo ricominciare da capo. Ma spero di comprendere il lato positivo: ricominciare è un foglio bianco tutto da riscrivere.
Sì Laura, deve essere fiera del suo coraggio e del passo che ha fatto e sono sicura che la vita saprà ricompensarla, deve essere solo più clemente con se stessa e credere nelle sue potenzialità.
Se ha bisogno di aiuto in questo mi contatti privatamente via mail: info@marilenacremaschini.it
sarò lieta di aiutarla ed ascoltarla
Marilena
Buongiorno, grazie in ritardo di anni per questo articolo, che non è il solito victim blaming che si trova altrove in rete quando si leggono articoli sul narcisismo a lavoro.
Sono arrivato su questa pagina cercando la correlazione tra narcisisti in ruoli di responsabilità (tipo appunto responsabili di negozio, caporeparto, ecc) e recruitment, in quanto, spulciando tra decine e centinaia di recensioni su Indeed di varie realtà, questa correlazione tra narcisismo e umiliazioni pubbliche, mancanza di empatia, ecc di persone con ruolo di responsabilità sembra essere un cliché in molte aziende (soprattutto nella GDO).
Poi il fatto che i dipendenti di altre aziende non riportino gli stessi problemi (in maniera prevalente come i primi) mi ha fatto chiedere come mai alcuni luoghi di lavoro siano meno toccati da un problema sociale come il narcisismo patologico.
Da qui cercavo di capire se in fase di recruitment ci fosse una tendenza per alcune aziende nel preferire soggetti narcisisti in ruoli di responsabilità e gestione del personale in modo da anteporre il bene dell’azienda, proprio grazie alla carenza d’empatia. Riversando gli svantaggi (noti a tutti, soprattutto a chi si occupa del personale) solo sui dipendenti, sottoposti a queste figure tossiche.
Mi pare che questo tipo di selezione sia stata utilizzata da secoli ma non posso credere sia così ben integrata e eticamente ammissibile in un contesto di mercato del lavoro contemporaneo.
Sarò incapace nella ricerca, sto sbagliando tutto oppure è una zona grigia… ma non sto trovando nulla a riguardo.
Lei cosa ne pensa?
Quando certe aziende mettono ai loro vertici determinate persone con specifiche qualità lo fanno con piena consapevolezza
molti pensano che in tal modo si possa esercitare un certo tipo di controllo
certe dinamiche medioevali non si sono mai estinte, purtroppo.
saluti
Marilena
Grazie per la risposta.
E’ molto triste e doloroso
Saluti
Tutte le situazioni che creano disagio e dolore comportanto dolore anche nella loro risoluzione
in bocca al lupo
Marilena
Riconosco nella descrizione del personaggio narciso tipico i tratti del mio mentore da ricercatore. Con lui ho attraversato tutte le fasi. Inizialmente mi ha trattato quasi come un padre affettuoso, mi ha lusingato e lodato. Poi appena ho acquisito un minimo di indipendenza mentale ha cominciato molto lentamente a denigrare il mio lavoro, a raccontare bugie ai miei colleghi, ad insinuarsi in rapporti lavorativi sani, a mettere zizzania e negli ulltimi tempi ha alzato sempre più il tiro fino a che mi ha colpito su un punto debole che ovviamente lui conosceva. A me piace il lavoro che faccio, è una cosa che ho cercato e anche se a volte è stancante è fonte di soddisfazioni, che mi piace condividere. Lui voleva l’esclusività ed era disturbato dai miei passi indipendenti. Molte volte in precedenza avevo lasciato una porta aperta, ma sono bastate due parole per far crollare tutto il castello. So che ha detto che lui non dimentica e non perdona, ma sono riuscito a mettere una sana distanza tra me e lui, pagando anche nel breve tempo in termini professionali/economici, ma ad un anno di distanza reputo che ne sia valsa la pena. Il difetto mio era il senso di gratitudine che aveva instillato in me nella prima fase e sul quale continuava a fare leva. Il consiglio che posso dare a chi si trova in queste situazioni e ha la fortuna che non sia un capo diretto dal quale dipende lo stipendio a fine mese è quello di allontanarsi il prima possibile e non guardarsi indietro. Alle prime può essere fonte di stress e di sofferenza, perchè il narciso costruisce esternamente una rappresentazione di se completamente distorta, ma dopo un poco si respira. Continuo a lavorare nello stesso luogo. Mi da fastidio sentirlo ma ci si saluta quando ci si incontra e poi assolutamente niente altro. L’allontanamento è il modo sano di tenerli a bada e di non farsi manipolare. Se lo avessi capito qualche anno prima mi sarei risparmiato stress e depressione dopo. Io esternamente posso sembrare fragile e lui di quello si nutriva a suo uso e consumo. Non era empatico. Anzi fingeva una empatia artefatta che però era solo funzionale allo scopo. Mi sfruttava. Appena ha capito che non ero tanto fragile ha provato a distruggermi psicologicamente e per poco ci riusciva. Non bisogna farsi fregare ed avere pietà. Se proprio ci si rendesse conto che hanno capito e affrontato il loro problema/disagio (ma proprio se se ne è sicuri) forse un minimo di avvicinamento umano ci può pure essere, altrimenti statevene lontani e osservate che fa. Dall’esterno i rapporti e le manovre coercitive risulteranno chiarissime.
Grazie della tua testimonianza caro Antonio
ed hai perfettamente ragione: la lontananza rimane l’unico modo per troncare i rapporti che ci fanno star male
tanti auguri per la tua nuova vita
saluti
Marilena
Ho letto l’articolo e in esso ho trovato la descrizione del mio superiore. Premetto che il mio lavoro è su turni e non sempre sono con lei, direi grazie a dio!! Però nell’ultimo anno ho avuto problemi di salute e mi è capitato di stare a casa, anche ora lo sono. Di essi nè ho parlato con Direttore e il vice direttore chiedendo di essere messa in postazioni meno invalidanti per il mio problema. Loro hanno accettato ma, poi evidentemente “sottomessi” da lei, non le hanno comunicato, ciò che avevamo concordato o forse lei non lo ha recepito come avrebbe dovuto e ha continuato a mettermi nella postazione dove io avevo problemi. Dopo che io le ho fatto presente la situazione e il concordato con i suoi superiori, lei mi ha risposto che per me non era disposta a farmi questa “cortesia”(non riferisco le reali parole) e se volevo non essere messa lì dovevo portare il certificato. Lo ha detto in modo risoluto, freddo e davanti a tutti i dipendenti presenti in turno e pure al Direttore che anzichè farsi avanti e dire ciò che avevamo concordato se n’è stato zitto.
Sono 22 anni che lavoro in questa azienda e sono rimasta destabilizzata impietrita davanti a una persona cosa fredda priva di empatia e aggiungerei “senso materno” nè “dovrebbe” avere perchè ha un figlio…ha una madre che le è morta da poco e che non l’ha ostacolata nell’avere segni di cedimento emotivo, a livello lavorativo magari avendo meno “attenzioni negative” verso le persone che lei bersaglia.
Allora mi sono chiesta se una come lei è così fredda nei confronti del figlio, non nè parla mai, alle sue colleghe brillano gli occhi quando nè parlano…la madre a un mese dalla sua morte, lei sembrava priva di emozione riguardo alla madre ed era il “Giullare” del posto di lavoro mettendosi al centro dell’attenzione di tutti facendo battute e ridendo di niente e nessuno rideva con lei…
Mi viene da riflettere su questi avvenimenti e mi dico se è stata così fredda e distaccata con le persone della sua famiglia come può essere con chi bersaglia? Ho provato a assecondarla, niente, a farle moderati complimenti, infine ho provato eclissarmi ovvero a diventare inesistente e distaccata a ignorarla è andata un pò meglio…ma purtroppo dopo un pò si ricordava di me….
Ero una persona solare un punto di riferimento sia come battute divertenti che come punto di contatto per eventuali problemi di tipo lavorativo dei miei colleghi…lei è riuscita a spezzare questo mio modo empatico con cui comunicavo con le persone e farmi sentire vuota e inesistente agli occhi dei miei colleghi…tanto che nessuno mi chiede più niente e in molti se ne sono andati proprio per evitare di starci a contatto.
Penso anche che sia stata messa lì, solo perchè gli attuali e precedenti suoi colleghi sono stati accusati di fare troppo da mamme balie nei confronti dei dipendenti…mentre lei essendo così riesce bene a spezzare tutti….il problema è che senza dipendenti forse neppure lei esisterebbe!!!
Sto meditando di andarmene perchè mi sento male solo al pensiero che dovrò rientrare a lavoro e vederla…mia madre mi dice che questo non è un sano modo di vivere il lavoro che andrà sempre peggio, specialmente se riesce a salire di livello, e che devo prendere il coraggio di licenziarmi e vivere di un lavoro più sano…lavorare si..ma non morire psicologicamente.
Lei che mi consiglia???
Gli altri non si possono cambiare, solo noi stessi possiamo essere artefici della nostra vita nelle parti che ci competono, quelle che riguardano gli altri purtroppo no
provi a cambiare lavoro e a farsi una vita diversa, sicuramente le cose andranno in una maniera diversa
in bocca al lupo
Marilena