Genitori manipolatori
29/11/2017La vittima del manipolatore
03/12/2017La manipolazione affettiva è una violenza psicologica.
La manipolazione affettiva è una forma di coartazione, di violenza psicologica e mentale di cui la vittima non sempre se ne rende conto, e quando ciò avviene è spesso troppo tardi perché ormai si è caduti in una rete che imbriglia anche la libertà di avere delle opinioni e dei pensieri.
Manipolazione e controllo
La manipolazione affettiva è un fenomeno complesso che coinvolge la sfera emotiva e relazionale delle persone. Si tratta di una forma di controllo psicologico subdolo, in cui una persona cerca di influenzare e modellare il comportamento e le emozioni dell’altra a proprio vantaggio.
La manipolazione affettiva può manifestarsi in diverse forme, ma tutte hanno l’obiettivo comune di sottomettere l’altra persona e ottenere il controllo su di lei. Può essere esercitata da un partner intimo, un amico, un familiare o persino da un capo sul posto di lavoro. Le tattiche utilizzate possono variare da minacce velate o pressioni psicologiche più evidenti fino ad arrivare all’isolamento sociale e all’umiliazione pubblica.
Le vittime della manipolazione affettiva spesso si trovano intrappolate in una relazione tossica in cui si sentono incapaci di agire o di liberarsi. La manipolazione può essere così sottile che la vittima può non rendersi conto di essere oggetto di abuso emotivo.
Gli effetti della manipolazione affettiva possono essere devastanti per la salute mentale ed emotiva delle persone coinvolte. Le vittime possono sviluppare bassa autostima, ansia, depressione e problemi relazionali. Sono spesso soggette a un costante senso di colpa e dubbio su se stesse.
Manipolatore e Vittima
Il manipolatore ha dei tratti di narcisismo patologico o maligno. Nella sua personalità si condensano con grandiosità e spropositato egocentrismo, proprietà tipiche della patologia narcisistica, caratteristiche sadiche e antisociali.
Può essere un leader carismatico, o un apparente insicuro introverso (narcisismo covert), un lupo travestito da agnello. Il suo fascino colpisce non solo la sua preda, ma anche amici e parenti. Con i suoi modi cortesi e gentili conquista la loro fiducia.
Le vittime sono sempre persone ricche emotivamente ed empaticamente. Ciò che lo spinge a scalfire l’autostima e la fiducia in sé della vittima è l’invidia per le sue qualità, empatia e integrità morale soprattutto.
Ha fame di queste qualità ma non può permettersele. Per innalzarsi deve sminuire, annientare l’altro che le ha. Per il suo egocentrismo, il manipolatore non interpreta correttamente le emozioni altrui. Si nutre di queste però. Travisa appositamente anche comportamenti autentici e limpidi.
Isola la sua vittima dal mondo esterno per controllarla più facilmente. Dando affetto a piccole dosi e attenzioni alla sua vittima, crea terreno fertile per un senso di fiducia e protezione. I periodi di silenzio e distacco si alternano a questo bombardamento intermittente.
Nel frattempo, crescono nella vittima il desiderio, il senso di instabilità e la paura dell’abbandono. Il silenzio consente al manipolatore di uscire e rientrare nella relazione in base alle sue esigenze. Riceve amore e ricambia con l’assenza.
Quando ritorna all’improvviso, dopo periodi di sparizione, pretende di riprendere con la relazione esattamente da dove ha lasciato. Si sente in diritto di fare qualsiasi cosa all’interno della coppia, di non dare nessuna spiegazione. Spiegazione che probabilmente neanche la vittima cercherà, passata la paura e rincuorata per aver ritrovato l’altro.
La vittima assume a volte atteggiamenti di gelosia ossessiva. Può chiedere conferme per avvallare il proprio valore. Può non ascoltare il capo, i figli o l’amica perchè pensa solo al partner e a tutti timori da lui prodotti.
Il manipolatore finge di tollerare i controlli. Poi si lamenta di essere messo sotto pressione, esasperando i suoi malesseri. Stravolge la realtà e accusa la sua vittima di sfiducia. Le fa credere che sia tutto frutto della sua immaginazione.
Piuttosto bravo a parole, che sono potente strumento di manipolazione, si crogiola nei suoi stessi monologhi. Con lunghe arringhe impedisce all’altra persona di esprimere la sua opinione. Il manipolatore ha così il controllo della conversazione oltre che della relazione. Potrebbe anche servirsi di espressioni grammaticali o parole di uso poco comune nella lingua italiana per dire che la terra gira intorno al sole.
Tecniche di manipolazione
La manipolazione affettiva è una forma di abuso psicologico che si verifica quando una persona cerca di controllare, influenzare o manipolare le emozioni, i pensieri o il comportamento di un’altra persona. Il manipolatore affettivo usa varie tecniche, come:
- la colpevolizzazione: il manipolatore fa sentire la vittima responsabile di tutto ciò che va male nella relazione o nella sua vita;
- il ricatto emotivo: il manipolatore minaccia di lasciare, di far del male a se stesso o ad altri, o di rivelare dei segreti della vittima se questa non fa ciò che lui vuole;
- la menzogna: il manipolatore inventa o distorce la verità per confondere, ingannare o sminuire la vittima;
- la minaccia: il manipolatore usa la violenza fisica o verbale, o la paura, per intimidire e costringere la vittima a sottomettersi;
- la lusinga: il manipolatore elogia o seduce la vittima per farle abbassare le difese e renderla più vulnerabile;
- il gaslighting: il manipolatore nega o altera i fatti per far dubitare la vittima della sua memoria, della sua percezione e della sua sanità mentale.
Per riconoscere la manipolazione affettiva, è importante prestare attenzione a alcuni segnali che possono indicare una relazione tossica. Alcuni di questi segnali sono:
- Il manipolatore usa la colpa, il ricatto, le minacce o le lamentele per ottenere ciò che vuole dalla vittima, facendola sentire in debito o responsabile.
- Il manipolatore isola la vittima dagli amici, dalla famiglia o dalle altre fonti di sostegno, creando una dipendenza emotiva e limitando la sua autonomia.
- Il manipolatore critica, svaluta, umilia o deride la vittima, mettendo in dubbio la sua autostima, le sue capacità o le sue scelte.
- Il manipolatore alterna momenti di dolcezza e affetto con momenti di rabbia e aggressività, creando una confusione emotiva nella vittima e rendendola insicura e vulnerabile.
- Il manipolatore nega o minimizza i suoi comportamenti nocivi, accusando la vittima di essere troppo sensibile, paranoica o esagerata.
- Il manipolatore mente, nasconde o distorce la verità, creando una realtà falsa nella quale la vittima si sente persa o impazzita.
Sintomi della manipolazione
La manipolazione affettiva è una forma insidiosa di abuso emotivo che può danneggiare profondamente una persona. Spesso, le vittime non si rendono conto di essere coinvolte in una relazione manipolativa fino a quando non è troppo tardi.
È importante riconoscere i sintomi della manipolazione affettiva per poter intervenire tempestivamente e proteggere la propria salute mentale e il proprio benessere.
Uno dei principali sintomi della manipolazione affettiva è la costante critica e svalutazione della vittima da parte del manipolatore. Questo può manifestarsi attraverso commenti negativi sul proprio aspetto fisico, sulla propria intelligenza o sulle proprie capacità. Il manipolatore cercherà in tutti i modi di minare l’autostima della vittima, facendola sentire inadeguata e dipendente da lui.
Un altro segnale di manipolazione affettiva è il controllo eccessivo delle azioni e delle relazioni della vittima. Il manipolatore cercherà di isolare la vittima dai propri amici e familiari, limitando il suo accesso al mondo esterno. Inoltre, cercherà di controllare ogni aspetto della vita della vittima, imponendo regole rigide e punizioni per qualsiasi comportamento considerato “sbagliato”.
La manipolazione affettiva spesso implica anche forme di coercizione emotiva, come minacce o ricatti emotivi. Il manipolatore farà leva sui sentimenti più profondi della vittima per ottenere ciò che vuole, utilizzando il senso di colpa o la paura di perdere l’affetto e l’approvazione del manipolatore.
Un altro sintomo della manipolazione affettiva è il ciclo di tensione e riconciliazione. Il manipolatore alternerà momenti di intenso amore e affetto con periodi di freddo distacco o punizioni emotive, creando confusione nella vittima e facendola sentire dipendente dalle sue attenzioni.
Infine, la manipolazione affettiva può manifestarsi attraverso l’uso sistematico della menzogna e della manipolazione delle informazioni. Il manipolatore cercherà di controllare la narrazione degli eventi, distorcendo la realtà e facendo sembrare che la vittima sia la sola responsabile dei problemi nella relazione.
Come intervenire
Riconoscere questi sintomi è il primo passo per proteggersi dalla manipolazione affettiva e per cercare aiuto. Se si sospetta di essere coinvolte in una relazione manipolativa, è importante parlare con qualcuno di fiducia, come un amico o un familiare, o cercare supporto da un professionista.
Inoltre, è fondamentale comprendere che la manipolazione affettiva non è mai colpa della vittima. Il manipolatore è responsabile delle proprie azioni e della sofferenza causata alla vittima. La consapevolezza dei sintomi e l’intervento tempestivo possono aiutare a proteggersi e a porre fine a una relazione dannosa.
È importante anche creare una rete di sostegno sociale, cercando di riallacciare i rapporti con amici e familiari che sono stati allontanati dal manipolatore. Condividere le proprie esperienze con altre persone che hanno vissuto situazioni simili può essere un modo efficace per ottenere supporto e comprensione.
Infine, è fondamentale imparare a mettere dei limiti e a stabilire confini chiari nelle relazioni. Imparare ad identificare i comportamenti manipolativi e a rispondere in modo assertivo può contribuire a proteggersi dalla manipolazione affettiva.
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16 Comments
Molto interessanti gli articoli sulla manipolazione affettiva, interessanti ed efficaci mi hanno aperto uno spiraglio a nuove prospettive. Grazie
Grazie a te del commento e felice di esserti stata utile.
Marilena
Quindi in un rapporto di amicizia frasi come: “se sei davvero mia amica come dici, fai così”, “se mi vuoi bene, fai così/torna la persona che mi piace tanto”, “mi stai deludendo,pensavo mi volessi più bene di così” e simili…possono essere considerate così?
Cara Alessandra, ha colto in pieno l’essenza della manipolazione mentale e subdola, che non è mai diretta e semplice, ma cerca di ottenere da lei comportamenti ed atteggiamenti facendo leva sull’amicizia o sul rapporto amorose ed i sensi di colpa che ne conseguono per non averli assecondati che fanno sentire la “vittima” non una vera amica e non una vera compagna se non si presta ed esegue come da richiesta….
ma se le perosne avessero bisogno del suo aiuto perché non essere chiare e trasparenti e chiederlo semplicemente? cose che magari lei farebbe anche più volentieri visto che non sono intrise di menzogna e di manipolazione.
Marilena
E una frase come “hai libero arbitrio, ma ricorda che tutto questo ha una conseguenza” la posso reputare manipolatoria?
Non solo manipolatoria, cara Alessandra, ma è pure minacciosa e suona come: “stai attenta a come ti muovi perché altrimenti subirai le conseguenze” e scommetto che lei è in grado di immaginare quali siano queste conseguenze….
Marilena
Salve Marilena, grazie per questo post. Volevo porle una domanda dettata dalla mia situazione personale. Le riassumo brevemente.
Sono uscita da poco da una lunga relazione con il mio compagno, psicologo anche lui, e a questo devo aggiungere che nella mia famiglia c’è una situazione difficile di violenza di genere. Il mio ex mi ha inizialmente lasciata quando mi ero decisa ad affrontare la situazione in casa, per poi promettermi di ripensare seriamente al nostro rapporto. Passati alcuni mesi, ho scoperto la realtà: c’era un altra. E il suo comportamento passivo aggressivo, nel corso di questi anni, mi è finalmente diventato chiaro. Lui sostiene di non avermi raccontato dell’altra persona per non “aggiungere sofferenze”, e che il “ci ripenso” era ovviamente stato detto per lo stesso motivo. L’altra persona, una ventenne, sarebbe stata sempre al corrente di tutto, consenziente su tutto, pure delle sue strategie per “rendere la transizione meno dolorosa”.
Adesso che siamo lontani, e ho il sostegno di una psicologa di fiducia, vedo il pericolo scampato e i suoi grandi limiti come persona.
Mi chiedo semplicemente chi sia la persona che possa accettare di iniziare una relazione accettando e sostenendo una menzogna di questo livello. È un’altra vittima? È un’altra manipolatrice? Perché dubito che lui possa aver risolto tutte le sue insicurezze e sia “finalmente felice” come sostiene. Per quanto diversa possa essere la relazione, non credo abbia cambiato il suo modo di fare. Cosa ne pensa? La ringrazio per l’ascolto.
E’ un’altra vittima sicuramente come te Ada di tutte le sue menzogne e del fatto di essere incapace a prendersi delle responsablità, è un uomo immaturo e sarà sempre immaturo ed incapace di affrontare le difficoltà che impone la coppia quando matura e si evolve, e saràun immaturo sempre.
Tra l’altro psicologo incapace anche di autoanalizzarsi e superare i suoi stessi limiti, pensa ai suoi poveri clienti a chi si affidano, e pensa alle sue donne che fine faranno con un uomo che non è mai cresciuto ed è rimasto un bambino che credeancora che la vita sia un gioco.
Ti auguro di ritrovare te stessa al più presto perché non sei tu quella sbagliata o che ha sbagliato.
Marilena
La ringrazio per la sua riflessione. È dura ma credo di essere sulla buona strada. Grazie, Ada.
L’importante è non mollare o credere di essere sbaglaita, perché non è vero, hai avuto solo la sfortuna di incontrareun apersona sbagliata, vedi l’unico lato positivo di questa vicenda che ti ha permesso anche di intraprendere una terapia in cui sicuramente ritroverai te stessa ed imparerai a darti valore e a pretenderlo anche dagli altri, allora sì che sarai una donna forte e piena di te pronta per il tuo futuro
Marilena
Buonasera,
non riesco ad essere più sicura di nulla, nemmeno del fatto che mi stia manipolando.
io e lui abbiamo deciso di chiudere la nostra relazione e restare “amici” ma non appena la mia vita ha cambiamenti per me positivi (mi sposo, progetto di avere una famiglia) mi punisce con il silenzio che può arrivare a durare anche diversi mesi.
se gli chiedo spiegazioni o non risponde o mi da tutta la colpa: “non sono più interessato al rapporto con te perché tu sei…” oppure “tu ti sei comportata così ed io non voglio avere a che fare con persone come te”
io mi ammazzo per dargli spiegazioni, per fargli capire che non ho fatto (oggettivamente) nulla di male né a lui né ad altri, ma non serve a niente.
lui mi ha già giudicata e condannata.
grazie se vorrà rispondere
E’ veramente difficile fare deduzioni con poche righe, se il suo timore è quello di essere manipolata forse dovrebbe raccontarmi la storia nei particolari e raccontarmi anche le vicende che la fanno sospettare di questa manipolazione.
E’ una cosa lunga e complicata, non possibile con due righe di un commento e nemmeno di una mail, se vuole mi contatti privatamente via mail ma per avere delle rispote certe e capire il suo dilemma servira un consulto che non è gratuito.
Se decide di andare fino in fondo mi scriva e mi dettagli esattamente le domande a cui vuole avere una risposta ed io le preparerò un preventivo del costo del servizio, che le assicuro essere assolutamente economico.
Se vorrà a presto
Marilena
Buona sera, le rivolgo una domanda che mi sta particolarmente a cuore:?può una figlia di manipolatore diventare a sua volta manipolatrice? è una semplice combinazione o invece certi schemi vengono per così dire appresi attraverso le modalità vissute in famiglia specie dove il padre manipola tutti i componenti al suo volere attraverso anche deliri di onnipotenza?
I figli di manipolaori hanno la possibilità di seguire due strade: o diventano manipolatori essi stessi o vittime di altri manipolatori.
Solo in età matura, alcuni di essi, cioè coloro che ntendono ribellarsi a detto sistema e a non essere come i loro genitori per essere dei genitori migliori per i loro figli, riescono a comprendere certe dimaniche ed avere il coraggio di affrontare certi giudizi negativi rivolti ai genitori, che hanno impostato un comportamento sbagliato e distruttivo nel crescere i loro figli, e magari rompere quella trasmissione di comportamenti deleteri che viene tramandata da generazione in generazione e diventare essi stessi persone diverse e genitori più amorevoli e diversi, ma tutto questo comporta un percorso di sofferenza e di lavoro su se stessi non di poco conto e difficile, ma non impossibile.
Spero di averla aiutata, la speranza di uscire da questo meccanismo che è un vortice che travolge e che spesso non da alternative è possibile, e quando non si riesce da soli un consiglio o un aiuto da un esperto può essere determinante e risolutivo.
Marilena
vorrei condividere la mia esperienza da ragazzo di 27 anni che ha (forse) trovato il coraggio di chiudere una storia d’amore con una sua coetanea: sono ancora molto confuso ma sono piuttosto certo di essere stato manipolato per 6 mesi e nel modo più subdolo esistente.
Sapete qual è la cosa peggiore? Quando lei ha un disturbo di personalità diagnosticato fin da piccola, ne prende coscienza alla perfezione e lo usa come “arma” dietro cui nascondersi con un classico “ma io sono fatta così, non posso farci niente…” detto in modo molto triste.
Lei all’inizio ha fatto sembrare tutto stupendo: si era subito creata una affinità incredibile, a tal punto da arrivare quasi a leggergli nella mente. Sembrava così innamorata: lo cercava sempre, passavano ore al telefono e chiaramente lui si sentiva amato come nessuno al mondo.
Ad un certo punto però queste cose iniziarono a diventare piuttosto strane, lei mi disse
– “io sono molto chiara, dico sempre tutto con schiettezza e fornisco subito il mio manuale di istruzioni”.
– “quando sento una persona molto vicina a me, tendo ad allontanarla per paura di restare ferita”.
– “all’inizio si mettono sempre in mostra solo le cose belle, poi però con il tempo emergono quelle brutte”.
Solo ora inizio a realizzare che dire cose simili non è normalissimo all’inizio di una relazione: manuale delle istruzioni?? cosa sei, una lavatrice?! Ma non solo, perchè alternava fasi dolcissime a quelli che sembravano veri e propri tentativi di allontanarmi:
– mi parlava delle esperienze sessuali avute con gli ex partner con tanto di descrizioni precise su dimensioni e posizioni quasi con nostalgia, nascondendosi poi dietro un “ma siamo adulti e disinibiti ormai!”
– mi rigirava contro qualsiasi cosa le chiedessi: pensavo, “beh dato che ho il manuale di istruzioni, chiediamoglielo direttamente come mai la sento così distante”. Apriti cielo, mi videochiama piangendo e dicendo cose come “mi dispiace io non voglio essere così, lo so che sono fredda e distante a volte ma ci tengo davvero a te”. Qui però emergeva uno dei punti di questo articolo, perchè faccio fatica a ricordare con precisione quanto mi disse durante queste discussioni… cosa molto strana per uno come me, un ingegnere informatico che ricorda sempre i dettagli di tutto. Ricordo solo una cosa: che mi sentivo malissimo per averle arrecato un dispiacere. Pensate che dopo alcuni giorni trascorsi dal chiarimento usò questa mia domanda per scatenare un’altra discussione.
– dopo ogni discussione (io volevo solo dialogare in maniera civile!) puntualmente seguiva il suo silenzio, pur sapendo che ci stessi veramente malissimo (glielo dissi esplicitamente!) e si aspettava che io le andassi sempre incontro, nonostante avesse torto marcio
– non si era mai cancellata dalla app di incontri su cui ci eravamo conosciuti: anzi, a volte addirittura sfogliava i diversi “mi piace” che riceveva mentre era con me, per guardarmi con aria di sfida e dirmi “cos’è, sei geloso?” oppure “beh ma io sono qui con te, fra i 1730 mi piace io ho scelto te che sei stato l’unico a prendermi”.
– non ha mai voluto fare una foto con me nè tantomeno pubblicarla sul suo instagram: “non voglio far sapere i fatti miei agli altri”. Sì, peccato che quasi ogni giorno pubblicasse sue foto dell’outfit del giorno e dei suoi workout. Pensate che addirittura durante i suoi silenzi da discussione, faceva apposta (credo?) a pubblicare come se nulla fosse foto di lei felice a correre.
Potrei davvero andare avanti ancora per tanto ma non voglio tediarvi, sta di fatto che sia la mia famiglia che i miei amici mi avevano detto subito “guarda che lei non fa per te, ti ha annebbiato totalmente, sembri un cagnolino che le sbava dietro”.
Dopo aver chiuso il rapporto per mia decisione non sopportando più il suo ennesimo “silenzio punitivo intermittente” (seppure ancora l’amassi immensamente), dopo ben 2 settimane ha avuto la grande idea di venirmi ad implorare via messaggini whatsapp di tornare da lei, che io ero l’unico per lei, che sarebbe stata mia per sempre e cose simili. Il colmo è che nel mentre si era preoccupata di cambiare la sua foto profilo mettendosi lei in costume e pubblicando anche la stessa sul suo Instagram: una chiara provocazione per suscitare una mia reazione, sapeva che io ero geloso di lei e che la desideravo solo mia. Ma credete che una persona che ci tiene davvero e che dice di soffrirci si preoccupa delle sue foto profilo? Cavolo, io ero in lacrime!
Chiedete appoggio ad amici e parenti, fatevi aiutare a fronteggiare il carnefice. Io sono ancora in “No-Contact” difensivo, ma da questa esperienza sono uscito veramente a pezzi: mi ha portato dal sentirmi alle stelle al sentirmi come un soprammobile. Non rispondete alle provocazioni e rendetevi conto di dover amare prima di tutto voi stessi, perchè un rapporto sano non è certamente una partita a scacchi fatta di giochetti psicologici. Vi prego davvero di non cascarci, ascoltate sempre i vostri amici e la vostra famiglia che possono fornirvi un punto di vista esterno alla faccenda. Vi dirò una cosa:
Il manipolatore vi conosce alla perfezione. Sa benissimo come siete perchè prima vi ha studiato approfonditamente senza manco rendervene conto! Magari vi faceva tante domande, magari no se come me siete una persona molto limpida, come detto dalla dottoressa nell’articolo “invade” i vostri spazi per capire come siete e come vi comportate. E’ quanto è successo a me. Ma una persona che dice di amarvi e che vi conosce così bene, perchè mai dovrebbe farvi soffrire facendo esattamente ciò che a voi fa più male? Questo non è amore e non è tenere ad una persona. Ed il peggio è che non è affatto involontario, anzi è perfettamente calcolato: non ci sono disturbi della personalità di mezzo, io all’inizio credevo la mia (ormai) ex fosse una borderline-narcisista. Qui è tutto maledettamente calcolato, nel mio caso per diventare un trofeo (il classico ragazzo timido studioso intelligente e con già una posizione vagamente decente nella società) fra i “tanti” che lei aveva collezionato.
Perdonate il messaggio particolarmente lungo, è solo che so cosa significa essere vittima di questo complesso e malsano meccanismo e vorrei veramente dire a tutti di non fare la mia stessa “fine”: quando mi ero rotto una costola cadendo in moto ho sentito meno dolore di tutto questo. Ancora adesso a volte tendo a trovare giustificazioni assurde per il suo comportamento perchè succede che ci aggrappiamo ai “bei momenti” trascorsi con il carnefice, altre volte tendo ancora ad incolparmi perchè forse avrei semplicemente dovuto dirglielo piuttosto che incassare. La verità però è che lei mi ha letto così bene (pensate, riusciva a capire come mi sentissi anche senza guardarmi, dal tono della mia voce) che non ci sarebbe dovuto nemmeno essere bisogno di dirle nulla.
Condivido volentieri la tua esperienza caro Luca.
e se avessi bisogno di fare due parole con me io ci sono
contattami via mail privatamente: info@marilenacremaschini.it
in bocca al lupo per il tuo futuro
Marilena