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03/10/2017Il Riccio del soggettivismo rappresenta il bisogno di avere spazio per sè.
In grafologia, il Riccio del soggettivismo corrisponde ad un prolungamento della finale di lettera che avanza in senso orizzontale in maniera più o meno aderente al rigo di base (anche ideale). La finale di lettera in tal caso viene trascinata verso destra come se fosse una lancia.
Di seguito le due diverse scritture, una veloce, intuitiva ed una più lenta, più concentrata sul pensiero, mostrano entrambe il segno di cui stiamo parlando evidenziato dalle frecce.
Lo Spazio Tra Parole, nel simbolismo spaziale, rappresenta lo spazio che si concede all’altro, la disponibilità verso di esso e la sua tolleranza.
Con il riccio del nascondimento lo scrivente dimostra il bisogno di riservare tale spazio a se stesso, la sua necessità di sentirsi presente, di marcare la sua individualità e soggettività affinché venga ascoltato, udito e tenuto in considerazione.
Il soggetto si ritaglia in tal modo uno spazio in più per sé diretto alla sua valorizzazione.
Significato psicologico del riccio
La denominazione di “soggettivismo” nasce proprio dall’esigenza che il soggetto avverte di costruire una barriera tra sé e gli altri e di avere uno spazio intorno a sè più soggettivo, più rivolto a se stesso.
Rappresenta la necessità del soggetto di limitare lo spazio tra sé e gli altri per motivi che possono riguardare il bisogno di riservatezza o discrezione, oppure può essere una diffidenza verso chi ancora non si conosce e di cui non si sente di potersi fidare del tutto, oppure può essere una forma di diffidenza verso gli altri e l’esterno che viene per tanto allontanato.
Può rappresentare la necessità di essere ascoltato con maggiore attenzione, di ricevere maggiore attenzione, lo spazio in più che richiede lo scritto è infatti una richiesta di maggiore considerazione.
Può infine essere il timore della critica esterna che si teme possa essere eccessiva od offensiva, e verso cui si è poco tolleranti, in tal modo la persona non concede lo spazio agli altri evitando di dover sentire delle considerazioni che possono ferire l’amor proprio, inclinando la stima e la valutazione di se stesso.
Sono forme di insicurezza interiore che necessitano di spazio e di tempo per poter essere spianate, questa remora è rappresentato nella scrittura attraverso un segmento lineare che occupa parte del rigo e che viene chiamato riccio del soggettivismo.
Qualunque sia la motivazione scatenante il risultato è sempre quello di mantenere delle distanze nette tra Sè e tutto ciò che riguarda gli Altri.
Questo riccio esprime il bisogno inconscio di mettere una barriera emozionale, spaziale, un limite definito da una privacy ristretta e protetta, che gli altri non devono superare, pena delle reazioni che possono essere soltanto di manifesta antipatia, respingimento, allontanamento, ma possono esprimersi anche in forme di aggressività verbale o fisica se il soggetto scrivente si sente realmente minacciato da una invadenza non richiesta, non consentita e quindi non desiderata né tollerata.
I soggetti che realizzano il riccio del soggettivismo amano la solitudine come il regno del loro essere, il luogo ove non dovranno difendersi ma esprimersi liberamente, e quindi saranno, per contro, poco propensi alla socializzazione e piuttosto diffidenti con tutti.
Se il segno con cui viene realizzato il Riccio del soggettivismo è un tratto lieve ed evanescente, che cioè tende a spegnersi durante il suo tracciato, vuol dire che il bisogno dello spazio per sè è percepito come bisogno quasi latente, che si esprime delicatamente, e con modalità comunque contenute e riguardose.
L’esigenze della riservatezza corrisponde ad un carattere delicato e timido, che ha bisogno di conoscere e misurare l’altro prima di entrare in contatto con lui.
Se, invece, il tratto è marcato, la linea del prolungamento è grossa e termina con un tratto netto, quasi a disegnare un punto, allora vuol dire che l’esigenza è una necessità primordiale difesa anche con mezzi estremi e poco diplomatici.
La persona potrebbe essere anche scostante, nervosa, irritabile, maleducata e rude nei modi di fare, con azioni ostili spesso inconsulte ed impulsive, in tali casi lo spazio per sè è difeso con tutte le armi disponibili, aggressività compresa.
Esempi di soggettivismo
Qui sotto una scrittura in cui il riccio del soggettivismo è molto invadente lo spazio tra una parola e l’altra.
Tale scrittura mostra due particolarità. La prima è che il riccio del soggettivismo è realizzato con un tratto molto lungo, tanto da toccare l’iniziale della parola successiva. La seconda è che il tratto del riccio corrisponde, come modalità esecutiva, alla realizzazione delle else della “T”, i tratti superiori ed orizzontali della lettera.
Entrambi questi due elementi riportano all’esigenze dello scrivente di auto promuoversi nel suo spazio vitale, che difende gelosamente nei confronti di chiunque e per qualunque cosa, non concedendo spazio alcuno agli altri, per tale motivo il riccio si prende tutto lo spazio esistente tra una parola e l’altra.
Inoltre, il trattino della “T”, anch’esso eccessivo ed invadente lo spazio, rappresenta un segno di pedanteria, di ostinazione, di auto-considerazione, nel bisogno di rimarcare se stesso. Un bisogno che per essere soddisfatto non concede, anch’esso, spazio all’altro.
La scrittura che segue evidenzia un riccio del soggettivismo più ridotto come dimensione ma molto più marcato nel tratto, che finisce netto quasi a formare un punto.
Tale scrittura, meno aggressiva della precedente (lo si evince dalle forme più arrotondate della grafia, mette in evidenza un riccio del soggettivismo che palesa una necessità di spazio gestita in maniera più equilibrata, nel senso che la persona sa quando è il momento di accogliere l’altro (infatti tra le parole c’è ampio spazio) e quando invece l’altro deve essere mantenuto a distanza.
Comunque, il fatto che il riccio del soggettivismo viene eseguito con una certa intensità denota il carattere schivo e generalmente diffidente della persona scrivente.
In quest’ultima scrittura il riccio è ben evidente ma non eccessivo.
La scrittura molto arrotondata parla di una persona molto generosa, disponibile, buona, accogliente; il fatto che abbia bisogno di rimarcare lo spazio per sè con tutta probabilità nasce proprio dall’eccessivo dare che spesso non trova altrettante corrispondenza nel ricevere.
Quando si dà molto agli altri, infatti, spesso si rimane con la sensazione di svuotamento, come se il fare molto per gli altri rubasse, di contro, il tempo e l’energia da dedicare a se stessi.
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2 Comments
Buonasera,
guardando una scrittura ho individuato un riccio del soggettivismo all’interno della parola. Il contesto positivo, ma schiacciato sulla zona media.
Molti i segni di attesa e di cessione
C
Quale significato potrebbe avere?
Per capire di cosa sta parlando e poterle rispondere dovrei vedere la scrittura
difficile dare una risposta senza vedere di cosa si tratta.
Saluti
Marilena