5 strategie di manipolazione
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02/12/2023Si può gestire un narcisista con la contromanipolazione.
Il suggerimento più efficace per chi si trova intrappolato in una relazione con un manipolatore narcisista è sempre quello di evitare ogni contatto, ovvero No Contact, ma ci sono casi in cui non ci si può allontanare da queste persone. In questi casi, diventa importante imparare alcune tecniche di contromanipolazione narcisistica.
Scopo della contromanipolazione
La contromanipolazione può essere una modalità efficace per gestire la relazione con i narcisisti, ma richiede una certa conoscenza e pratica per essere utilizzata in modo corretto.
La prima chiave per contrastare la manipolazione è la capacità di osservare le nostre emozioni e di non reagire impulsivamente alle provocazioni dei manipolatori. L’obiettivo della contromanipolazione è quello di produrre un evitamento emotivo.
La contromanipolazione è una efficace strategia psicologica che consiste nel cercare di ridurre l’esperienza negativa delle emozioni tossiche come la paura, la rabbia, la tristezza o l’ansia, che possono scaturire dal contatto col manipolatore.
Ad esempio, se il manipolatore cerca di provocare in noi rabbia o frustrazione con commenti offensivi, è importante evitare di cadere nella trappola e di rispondere in modo aggressivo o impulsivo. Dobbiamo invece cercare di mantenere la calma e di rispondere in modo assertivo, esprimendo le nostre opinioni e i nostri bisogni in modo chiaro e deciso.
L’evitamento emotivo non deve essere confuso con la repressione delle emozioni, che implica un’inibizione involontaria delle stesse. L’evitamento emotivo, al contrario, è una strategia volontaria ed elaborata per proteggersi dalle manipolazioni e dalle sofferenze costanti che ne derivano.
Riconoscere la manipolazione
Riconoscere i tentativi del narcisista di manipolare gli altri è un altro passo importante per contrastarli. Ad esempio, i narcisisti possono cercare di colpevolizzare o di utilizzare i punti di debolezza dell’altro per ferire.
I manipolatori spesso non hanno la maturità emotiva per comprendere l’impatto delle loro azioni sulle altre persone. Sono focalizzati solo sui loro obiettivi e cercano di ottenerli a qualsiasi costo, anche se ciò significa ferire gli altri. Inoltre, spesso i manipolatori sono incapaci di accettare la responsabilità delle loro azioni e di imparare dai loro errori.
Di conseguenza, può essere difficile cercare di comunicare con i manipolatori e far loro capire il danno che stanno causando. Invece, può essere utile imparare a riconoscere i loro schemi di comportamento e a proteggere se stessi dalle loro manipolazioni. Ciò può significare evitare il confronto diretto, non cadere nelle loro trappole emotive e limitare l’accesso che hanno alle nostre vite e ai nostri pensieri.
È importante sottolineare che dire no al narcisista può essere difficile, in quanto possono reagire con rabbia, frustrazione e manipolazione per cercare di ottenere ciò che vogliono. Tuttavia, imparare a stabilire confini sani e ad affermare i propri bisogni e desideri può essere un modo per ridurre l’effetto manipolativo del narcisista sulla propria vita.
Inoltre, è importante ricordare che i manipolatori spesso evitano di affrontare le loro ombre e i loro problemi interni, perché questo richiede una grande dose di auto-riflessione e auto-conoscenza. Invece di guardarsi dentro, preferiscono proiettare i loro problemi sugli altri e cercare di controllare gli altri per compensare i loro fallimenti personali.
Ciò li porta ad avere un rapporto disfunzionale con se stessi e con gli altri, perché la loro visione distorta del mondo e delle relazioni interpersonali è basata sulla manipolazione e sulla coercizione, piuttosto che sulla fiducia e sulla sincerità. Di conseguenza, spesso non riescono a sviluppare relazioni sane e significative con gli altri e finiscono per sentirsi sempre insoddisfatti e vuoti.
Punto di partenza
Per poter attuare la contromanipolazione è necessario seguire alcuni passaggi. Come prima cosa è importante riconoscere quei comportamenti disfunzionali e manipolatori solitamente usati dal narcisista, riconoscerli in tempo è il primo passo per affrontarli e combatterli.
Riconoscere un manipolatore
Il manipolatore tipicamente mente, rigira la frittata, non ammette i propri errori, non si assume alcuna responsabilità, ma colpevolizza sempre l’altro, in modo diretto o indiretto. Critica, svaluta, umilia, per acquisire potere e sentirsi superiore. Fa spesso la vittima e si fa commiserare, o si presenta come un santo irreprensibile e inattaccabile.
Queste personalità sono molto pericolose, perché agiscono in modo subdolo. Possono essere prepotenti, oppure molto seduttivi, o nascondersi dietro la maschera della gentilezza e dell’altruismo.
Comunque ci fanno sentire a disagio, inadeguati o in colpa e ci spingono, più o meno apertamente, a dire o fare quello che non faremmo spontaneamente. Quel disagio deve diventare il nostro campanello di allarme: stiamo per essere manipolati.
La cosa importante da comprendere è che, in questo tipo di personalità, la manipolazione non è un fatto occasionale, ma l’unica modalità di rapporto con l’altro. Siamo a tutti gli effetti nel campo della psicopatologia.
Rinunciare alla speranza
Il passo successivo, dopo aver riconosciuto il manipolatore e le sue tecniche di manipolazione e il potere che esercita su di noi (cosa non banale), è accettare che non avremo mai una comunicazione “normale” con lui. Questo è estremamente difficile perché, spesso, il manipolatore è qualcuno a cui vogliamo bene, o con cui desideriamo comunque avere una buona relazione.
Quello che ci tiene “legati” al manipolatore è la speranza, più o meno consapevole, che possa finalmente cambiare, vedere le cose come le vediamo noi, capire la sofferenza che ci procura, ma questo è impossibile a causa del suo patologico egocentrismo e del suo deficit di empatia: gli manca “strutturalmente” la capacità di mettersi nei panni dell’altro.
Dobbiamo guardare in faccia la realtà: il manipolatore non cambierà mai, semplicemente perché non conosce un altro modo di mettersi in relazione con l’altro: per lui non esistono rapporti di vero rispetto, ascolto, reciprocità, ma solo di controllo e di potere.
Rifiutare la responsabilità
Il fatto che il manipolatore non possa cambiare, non dipende da voi, né da questioni legate all’affetto, all’amore, all’impegno. Non è che lui non voglia rapportarsi con voi in modo “normale”, o che voi non siate degni d’amore e di rispetto, è che non può.
La personalità manipolatrice si costruisce durante l’infanzia, si consolida in adolescenza e tende a cristallizzarsi da adulto, a meno di grandi sconvolgimenti o di un lungo percorso terapeutico, in cui il soggetto si dovrebbe realmente impegnare (cosa che raramente avviene). Dunque, un manipolatore può essere solo arginato, non può essere cambiato.
Lo scopo segreto del manipolatore, sia che agisca con aggressività oppure con lusinghe e finto “altruismo”, è destabilizzarvi emotivamente per esercitare il suo potere, e attraverso questo potere salvaguardare l’autostima e l’amor proprio, che a livello profondo sono carenti. Il manipolatore è sempre un grande insicuro, anche quando sembra l’esatto contrario.
Le armi per difendersi
L’unica possibilità per difendervi dalla manipolazione è distaccarvi emotivamente da lui, cosa che vi permetterà di diventare, piano piano, indifferenti alle sue manovre, e usare tecniche di contromanipolazione per reagire ai suoi attacchi e arginare il suo potere distruttivo.
Contromanipolare il manipolatore è l’unico modo di ottenere da lui una parvenza di “rispetto” e riportare il rapporto su un piano più civile e meno malsano.
Il potere dell’indifferenza
La prima tecnica fondamentale di contromanipolazione è mostrarsi indifferenti, anche quando, purtroppo, non lo si è affatto. Bisogna tenere al minimo l’emotività e puntare tutto sulla razionalità, per quanto il manipolatore cerchi di confondere le acque e annebbiarvi le idee.
La vostra indifferenza lo destabilizzerà profondamente. Cercherà allora di farvi sentire in colpa, accusandovi di egoismo, cattiveria, insensibilità. Per quanto possa mostrarsi sicuro di sé, e per quanto sia abile nella manipolazione, aspetterà con ansia una vostra reazione per rassicurarsi di avere ancora il suo ascendente su di voi.
Questo è il momento di tenere duro, di essere inflessibili. La cosa migliore è rispondere ad ogni sua accusa con aria di sufficienza (pensa quello che ti pare), non provare a farlo ragionare, né a convincerlo di nulla. Ci avete già provato abbastanza: è perfettamente inutile e significherebbe restituirgli lo scettro del potere. È giunto il momento di cambiare modalità.
Tagliare corto
Una tecnica fondamentale per contrastare la manipolazione è “tagliare corto”. Il manipolatore è un maestro nel deviare la conversazione, saltare da un discorso all’altro, rimanere nel vago, sostenere tutto e il contrario di tutto.
Tipicamente il manipolatore proietta fuori di sé quello che appartiene a lui: accusa gli altri di essere aggressivi, in malafede, egoisti, opportunisti. Pratica con voi la tecnica del blame shifting, lo scaricare le sue responsabilità.
Non uscirete mai “vincenti” da una discussione con lui usando l’onestà e la logica, perché per il manipolatore parlare non è confrontarsi su un piano di realtà, ma vincere ad ogni costo, negando le evidenze e usando una pseudo-logica che fila solo apparentemente. Meglio risparmiare il fiato.
Lasciate pure i discorsi e le discussioni a metà, troncate tutto: a voi darà fastidio non poter dir quello che pensate, e magari arrabbiarvi, ma in questo momento è più importante arrivare a poter contromanipolare, ricordatevi che l’ego del narcisista si alimenta anche attraverso le discussioni infruttuose.
Un pizzico di ironia
Un’altra tecnica molto efficace di contromanipolazione è l’ironia: usare un tono ironico, sarcastico, distaccato, mostrerà chiaramente al manipolatore che non vi interessa più quello che pensa, che le sue manovre non hanno più presa su di voi.
Quando il manipolatore si renderà conto di aver perso il suo potere, si distaccherà da voi, ma in segreto vi rispetterà e, a qualche livello, vi temerà, perché l’unico linguaggio che conosce nelle relazioni affettive è quello del dominio e del potere.
Zero sensi colpa
Se nelle relazioni “normali” l’autenticità, la sensibilità e l’onestà sono apprezzabili e vantaggiose, ma nella relazione con un manipolatore sono punti deboli di cui lui si approfitterà. Qualsiasi confidenza, qualsiasi dimostrazione di vulnerabilità, saranno usate contro di voi.
Meglio mostrarsi sicuri, inflessibili. È molto importante non aprire a nessuna negoziazione, dire “no” alle sue richieste, senza alcun senso di colpa. Se capirà di non avere presa su di voi, demorderà e rispetterà i limiti che avete imposto.
Di fronte alla sua insistenza, si può usare la tecnica del “disco rotto”: ripetere il vostro rifiuto, sempre con le stesse parole, senza aumentare il volume e soprattutto senza giustificarvi o mostrarvi emotivamente scossi. Renderete il vostro messaggio assertivo e inattaccabile.
Non rimpiangere il legame
La cosa più difficile da affrontare, nel momento in cui il manipolatore prenderà le distanze da voi, e voi da lui, è il senso di perdita, accettare di rinunciare ad un legame per voi importante, o a qualche livello “utile”, ma i vantaggi sono infinitamente maggiori dei presunti svantaggi.
Dovete pensare che la vostra non è una perdita, state riguadagnando la vostra vita.
L’affetto del manipolatore non è incondizionato, tutto quello che vi dà è finalizzato a un suo tornaconto, anche se non materiale, psicologico, affettivo, “sociale”. I vantaggi emotivi o pratici che credete di ricevere li pagate ad un prezzo troppo alto.
La relazione con il manipolatore, infatti, è sempre malsana, mina l’autostima, la coerenza del pensiero, il benessere psicologico e perfino la salute fisica: sono grandi gli “effetti collaterali” anche livello psicosomatico.
Per questo, se si è intrappolati in una relazione “tossica” con una personalità manipolatrice, è molto utile cercare un sostegno psicologico: più questo rapporto è importante, più sarà difficile, e necessario, scogliere i nodi del legame e prendere le giuste distanze.
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