Narcisismo grandioso e vulnerabile
20/11/2023La strategia del caos
25/11/2023Esiste un narcisismo sano ed un narcisismo patologico.
Il narcisismo è un elemento già presente e indispensabile nello sviluppo sano della personalità di ognuno di noi in quanto permette la formazione e l’espressione di un’identità unica. Del tutto diverso è il narcisismo patologico che va oltre questa condizione di sanità, ed anzi indica proprio la mancanza di uno sano sviluppo della personalità.
Narcisismo sano/patologico
Il narcisismo è un tratto della personalità che può essere considerato, entro certi limiti, uno stato assolutamente fisiologico. Per certi aspetti è anche funzionale in alcuni contesti della vita quotidiana. Tuttavia, se quest’atteggiamento psicologico interferisce seriamente con i rapporti interpersonali, gli impegni quotidiani e la qualità della vita, può assumere proporzioni tipiche del narcisismo patologico.
I soggetti che manifestano narcisismo patologico sono tendenzialmente assorbiti da fantasie di grandiosità e successo illimitato. Spesso manifestano un bisogno quasi esibizionistico di attenzione e di ammirazione da parte degli altri.
Inoltre, queste persone sono incapaci di riconoscere e percepire sia le valutazioni che i sentimenti degli altri (lettura della mente altrui e empatia). Tendono a sfruttare il prossimo per raggiungere i propri scopi, così come a disprezzare il valore dell’operato altrui.
Forse, la caratteristica peculiare del narcisismo patologico è proprio la mancanza di empatia. Da questa deriva la convinzione che le proprie esigenze vengano prima di ogni altra cosa. I narcisisti sostengono, inoltre, che il loro modo di vedere le cose sia l’unico giusto universalmente.
La maschera narcisistica
Dietro questa maschera, però, il narcisista patologico presenta solitamente una fragile autostima che lo rende vulnerabile a quelle che lui percepisce come critiche. Spesso, i narcisisti credono infatti che gli altri li invidino, ma sono ipersensibili alle critiche, ai fallimenti o alle sconfitte.
Alla dimensione rappresentata dalla tendenza alla grandiosità, unicità e superiorità, si contrappongono, quindi, sentimenti di inferiorità, fragilità, vulnerabilità e paura del confronto.
Quando si trovano di fronte all’incapacità di soddisfare l’elevata opinione che essi hanno di sé, i narcisisti possono arrabbiarsi. Talvolta sviluppano attacchi di panico, si deprimono profondamente o, addirittura, possono tentare azioni autolesive. E’ solitamente questo il momento in cui solitamente giunge all’attenzione di un clinico (vengono riportate sintomatologie legate all’ansia, alla depressione, alle preoccupazioni eccessive).
Le caratteristiche più tipiche, riportate ai clinici, sono infatti senso di vuoto e di insoddisfazione, depressione o ipomania, ideazione suicidaria, derealizzazione, disforia.
L’impatto del narcisismo patologico può essere significativo in molti settori della vita, come le relazioni, il lavoro, la scuola: è ovvio che le conseguenze dei comportamenti del narcisista possano rivestire un ruolo centrale anche nel lavoro psicoterapeutico, in cui si instaura una relazione d’attaccamento per eccellenza.
Le possibili cause
Le cause del narcisismo patologico non sono definite in maniera chiara e univoca. Spesso, questo quadro risulta dalla combinazione di più fattori, sociali e biologici che intervengono nel corso dello sviluppo dell’individuo.
In particolare, lo sviluppo del disturbo narcisistico può essere favorito dalla crescita in un ambiente familiare invalidante, caratterizzato da un’inibizione comportamentale da parte di due genitori iper-esigenti.
Il disturbo narcisistico di personalità (o l’elevato narcisismo in generale) può risultare anche dalla crescita in un ambiente familiare incapace di fornire al bambino le necessarie attenzioni emotive e le conseguenti soddisfazioni dei suoi bisogni.
Con il tempo, in risposta a tale atteggiamento, il soggetto risolverebbe la continua minaccia alla propria autostima, sviluppando una sorta di senso di superiorità che però non è reale.
Le relazioni sentimentali
La scarsa empatia del narcisista patologico diventa centrale nelle relazioni, soprattutto in quelle sentimentali. Dall’esterno la persona con elevati livelli di narcisismo sembra “la persona ideale”, quella che tutti sognano, inserita molto bene a livello sociale e professionale. Ma non è così.
Solitamente è abile nell’apparire per quello che non è, prima forma di manipolazione che mette in atto. E’ spesso molto dotato a livello intellettuale e appare molto sicuro di sé, anche se ha bisogno di nutrire costantemente la propria autostima.
In realtà, infatti, il mondo interiore del narcisista è caratterizzato da un grande vuoto, gli sono spesso mancate le gratificazioni da parte della madre.
Chi soffre di narcisismo patologico ha subito dei traumi nelle relazioni di attaccamento, non è stato protetto, né gli sono state fornite delle regole (è stato spesso un bambino che ha dovuto diventare adulto molto velocemente, almeno nel contesto familiare).
Una volta divenuto adulto, deve tenere sotto controllo gli altri e il mondo che lo circonda. Quando predomina il narcisismo patologico l’altro non esiste, e tutti i tentativi che il partner farà per cercare di cambiare la persona saranno inutili.
Il narcisista è infatti insensibile alla sofferenza altrui, non è empatico e non sa provare sentimenti, anche se fa di tutto per apparire una persona sensibile ed empatica, almeno all’inizio nel love bombing.
Le fasi della relazione
In particolare, si possono identificare quattro fasi nella relazione con il partner affetto dal disturbo narcisistico di personalità di tipo patologico:
Fase 1: Seduzione
Colui che presenta alti livelli di narcisismo patologico mostra il meglio di sé nella fase di seduzione. In questo momento, presta molta attenzione a mostrare un falso sé, mentendo, recitando una specie di ruolo come un vero attore. L’obiettivo è che l’altro si innamori e si occupi di lui in modo speciale.
Questa è la fase del love bombing.
All’inizio, pertanto, mostra un lato vulnerabile di sé, provando ad attivare il senso di accudimento nel partner. Raccontando spesso un’infanzia infelice, evoca nell’altro il desiderio di farlo felice a tutti i costi, cambiandosi, modificandosi per andare incontro alle sue aspettative, entrando così nel circuito della sfida.
Il partner è convinto di riuscire a soddisfarlo e di poterlo cambiare. Ma non sarà così.
Fase 2: Intromissione
Quando i due partner formano una coppia in breve tempo (il narcisista brucia sempre le tappe perchè non ha la pazienza di aspettare) le loro vite si incrociano a vari livelli: sentimentale, economico, sociale.
Il soggetto con narcisismo patologico agisce per isolare l’altro dalla propria famiglia, dai suoi amici, dal lavoro. A livello individuale agisce facendolo sentire sempre più fragile attraverso l’uso della critica, che dapprima usa in modo sottile, poi sempre più pesante.
Questa è la fase della svalutazione.
Socialmente il narcisista è molto apprezzato, pertanto se il partner si lamenta con la sua famiglia o con le persone che ha come punto di riferimento, queste tenderanno a sminuire le sue osservazioni perchè non le credono, lasciandola sola nel suo sconforto.
Fase 3: Distruzione dell’altro
In questa fase il narcisismo patologico emerge con tutta la sua forza e il soggetto diventa più crudele, esigente, violento, geloso e distante. Non ha nessuna pietà per la vittima che gli sta dedicando tutta se stessa.
Questa è la fase della distruzione emotiva del partner.
A questo punto della relazione, è già riuscito a far sentire l’altro una nullità, insicura di sé, piena di dubbi e di sensi di colpa, per colpe che il più delle volte nemmeno ha, e si sente spesso priva di valore. Non è insolito che il narcisista utilizzi violenza verbale e/o fisica, sicuramente quella psicologica.
A livello verbale alterna momenti di dolcezza a momenti di aggressività e sono proprio queste oscillazioni a rendere ancora più dipendente il partner, che si destabilizza e non sa più come comportarsi. In questa fase la vittima subisce quella che in gergo si chiama “Trauma Bonding“.
Esita a perdonarlo e poi lo perdona pensando che cambierà. Attraverso i maltrattamenti (psicologici, emotivi e molto più raramente fisici) il partner si paralizza, perdendo così le proprie capacità.
Fase 4: Lo scarto
Alcuni dei “sintomi” del fatto che un narcisista voglia abbandonare la sua vittima sono i tradimenti e svariate infedeltà, che nemmeno si prende la briga di nascondere: è la cosiddetta triangolazione; oltre ad un atteggiamento volubile e a meccanismi manipolatori in cui in un dato momento può dare estrema importanza al partner, per poi svalutarlo nel modo più crudele.
Ai tradimenti seguono le svalutazioni, le umiliazioni, le critiche e le osservazioni che fanno male. Questa è la fase in cui manifesta veramente se stesso e tutta la crudeltà di cui è capace: è la fase dello scarto.
Anche dopo un tradimento è possibile che il narcisista patologico non si assuma le colpe dello scarto, ma che rivolti invece la questione, buttando tutte le responsabilità sulle spalle del partner (è la tattica del Blame Shifting), mettendo in atto anche dei ricatti emotivi.
E dopo lo scarto avviene il ghosting.
Il ghosting è una strategia immatura, indiretta e aggressiva che ha lo scopo di mettere fine a una relazione attraverso una vera e propria sparizione improvvisa; chi la mette in atto, infatti, diventa un “fantasma”, scomparendo letteralmente nel nulla da un giorno all’altro.
Ma il narcisista patologico non sparisce mai del tutto: mantiene il controllo attraverso tecniche manipolatorie come l’orbiting e lo zombieing.
Se vuoi rimanere aggiornato seguimi sulla mia pagina Facebook: Conoscere il narcisismo.
2 Comments
Buongiorno dottoressa,
Non volendola tediare, sono costretta a darle un sunto molto ristretto della mia mia attuale situazione sentimentale, che, per forza di cose, sarà privato di tutto il pathos che la ha accompagnata.
Sono una donna di mezza età, molto attraente e corteggiata.
Quasi tre anni fa, iniziai, nonostante le mia reticenza iniziale, una relazione con un uomo sposato. Lui lo disse subito, e disse anche che il suo era un matrimonio solido. Accettai di chattare con lui, perché la sua nazionalità mi era familiare (il mio ex marito veniva dallo stesso paese), la sua cultura mi intrigava e le cose che mi raccontava mi facevano rivivere sensazioni simili a quelle vissute anni prima.
Non so come e perché, da lì a breve mi trovai coinvolta in una storia molto passionale. Ero evidentemente riuscita a bypassare la mia convinzione e i miei dogmi morali che mi facevano stare lontana dagli uomini sposati. Gli misi però subito dei paletti: avrebbe dovuto lasciare tutto le altre dell’harem, avrei potuto sorvolare sulla presenza della moglie, ma sulle altre assolutamente no. Non è stato facile, ma dopo diversi mesi così fece: lasciò le altre donne perché non voleva perdere me. Sì, perché lui era un seriale ed aveva avuto tantissime donne già a partire dal secondo anno del suo matrimonio, per oltre 25 anni!
Iniziammo quindi una relazione, dapprima piena di passione e coinvolgimento, soprattutto fisico e mentale, poi sempre meno fisico e sempre più mentale, fino al coinvolgimento sentimentale. E qui iniziarono i primi problemi: lui non poteva condurre parallelamente due vite sentimentali ugualmente intense. Così, pur con molta sofferenza , decise di lasciarmi, anche perché lo scoprii una sera intrattenersi in una chat erotica.
Seguirono continue riappacificazioni e altrettanti allontanamenti. Scoperto dopo due anni in un’altra chat erotica o pseudo tale. Sempre in atteggiamenti libertini su Facebook, causa primaria delle mie scenate, che mi hanno fatto definire da lui gelosa e possessiva.
Nonostante tutte le nostre litigate, i suoi blocchi sui social e successivi sblocchi, i miei pianti, i suoi pentimenti e i nostri ricongiungimenti (lui dice amarmi e che lo farà per tutta la vita), non riusciamo evidentemente a dare un taglio netto alla nostra relazione, un vero e proprio inferno. Continua a ripetermi di amare la moglie ma di pensare spesso anche a me con amore e affetto e di non poter fare a meno di me e che, se non ci fosse stata la moglie, non ci avrebbe pensato su due volte a fare i bagagli e trasferirsi da me. Ma non riusciamo a lasciarci seriamente. A me continuano a darmi fastidio i suoi like ad altre donne su FB (causa principale dei nostri litigi), a lui quella che lui definisce la mia “gelosia”.
Credo di aver a che fare con un narcisista patologico. Non so più dove sbattere la testa, sto soffrendo molto, non so come uscirne e vorrei un suo consiglio, anche se so che mi parlerà del codice del silenzio. Ci ho provato, ma non riesco a a mantenerlo.
Grazie.
Che ne dice di risolvere il suo problema con un percorso in counseling?
In casi come i suoi ha dato frutti positivi, sono sicura che avverrà altrettanto anche con lei
Le chiedo di provare e di contattarmi via mail: info@marilenacremaschini.it
Sono sicura che non si pentirà della scelta
Marilena