Il silenzio punitivo
26/09/2023Il narcisista maligno
26/10/2023Le parole per il narcisista sono usate come un’arma.
Attraverso le parole prima incanta, poi illude ed infine vi fa sentire responsabili delle cose che fa lui, e vi farà sentire in colpa anche della fine della relazione quando lui avrà deciso di abbandonarvi. Non date retta a quello che dice: è tutto preordinato per scaricare su di voi la responsabilità delle sue azioni.
Le trappole del confronto
La comunicazione tipica del narcisista si basa regolarmente su alcuni elementi specifici: la negazione (di qualunque cosa lo accusiate), lo spostamento di responsabilità (attraverso la tattica del blame shifting) e la deformazione dei vissuti (dovuta alla sua falsità patologica)
Inevitabilmente, la vittima si trova coinvolta in un confronto senza senso, completamente ignara ed indifesa di fronte allo stile comunicativo del partner.
Nel momento in cui la vittima decide comunque di approfondire il confronto con il narcisista, gestendo le insidie del gaslighting, potrebbe però trovarsi di fronte ad un altro dei tipici tranelli comunicativi del narcisista: la Distrazione.
Laddove, infatti, il narcisista si trovi ad essere messo sotto accusa dalla vittima, avrà bisogno di creare uno stato di distrazione per evitare che la rabbia della vittima gli si riversi completamente addosso. Ciò che per lui è intollerabile non è tanto il fatto di essere messo sotto accusa, quanto l’assoluta inaccettabilità del fatto che la vittima possa “segnare un punto” nel tabellone del confronto.
A tal proposito deve necessariamente portare, all’interno della comunicazione, una serie di elementi per riuscire ad ottenere la distrazione di cui ha bisogno; i più tipici sono:
- il silenzio punitivo
- la fuga, intesa in senso reale e fisico: un reale allontanamento dal luogo del confronto;
- la rabbia, ossia un intenso, estremo e violento sfogo finalizzato ad annichilire e spaventare la vittima e ad annullarne le reazioni.
Analogamente, il narcisista potrà ignorare i messaggi della vittima, allontanarsi dalla discussione o sbatterle il telefono in faccia e non rispondere più per ore se non per giorni.
L’obiettivo è semplicemente uno: far sentire la vittima colpevole di aver creato quello stato di rabbia ed indurla a cercare di riparare lo strappo emotivo che si trova di fronte.
Il narcisista distrae così la vittima dal suo dolore, fa sì che dimentichi le motivazioni che l’hanno spinta al confronto, e riorienta la luce del rapporto su di sé.
È di nuovo lui il protagonista: lui con la sua furia da placare, lui con il rapporto da recuperare, lui con quel silenzio da interrompere e quelle parole di nuovo da meritare. Lui: salvo dalla critica, idealizzato ed intoccabile, mentre la vittima è di nuovo all’angolo, dimentica delle proprie ferite nell’illusione di prendersi cura delle ferite altrui.
Le parole come arma
Nel surreale mondo del narcisista persino il linguaggio diventa patologico. L’arma dialettica è lo strumento di difesa e di attacco più efficace del suo arsenale; parole e vocaboli compongono frasi attorcigliate prive di messaggi incisivi, la comunicazione si fa concitata ma rimane vaga, ambigua e diventa spesso contraddittoria.
Elaborate acrobazie oratorie raggirano il tema del discorso, quello che a voi interessa, quello di cui vorreste parlare, e portano la discussione altrove. Grammatica e sintassi sono manipolate più della vittima e danno vita a costruzioni verbali estremamente contorte.
Il narcisista non parla “con” un altro, parla “a” un altro: sale in cattedra, pontifica, camuffa intendimenti, finge di fraintendere, si arrampica sugli specchi, legge tra le righe, interpreta e, soprattutto, non ascolta e preferisce utilizzare i tempi di replica dell’altro per pensare a come riempire il successivo turno di parola.
L’abitudine a non ascoltare deriva dal bisogno primario di imporre la propria grandiosità e preparare la controffensiva; dopotutto, si chiede ironicamente Sam Vaknin in Malignant Self Love, “perché mai un narcisista dovrebbe perdere tempo prezioso ad ascoltare quando lui è onnisciente?”
La cosa ha implicazioni profonde. La comunicazione attraverso una chiara, inequivocabile e sensata combinazione di parole è parte integrante di qualsiasi agglomerato sociale sano e ben collaudato, lo stesso vale per una relazione a due.
La pochezza del contenuto linguistico del narcisista, nonché la sua ripetitività, non è la conseguenza del suo bagaglio di vita; al contrario, è la modalità utilizzata per nascondere, per difendersi, per tenere saldi privilegi sempre meno ammissibili; per dissentire senza provocare ira, criticare senza prendere posizione, convenire senza che gli altri se ne accorgano.
Un “contratto” con un narcisista è più una vaga ed elastica dichiarazione di intenti che una lista affidabile di impegni reciproci.
Quando lui parla, nell’aria si diffonde una non ben definibile sensazione di doppiezza e ambiguità. Le regole che governano la sua dialettica costituiscono enigmatici espedienti: le frasi sono lasciate appositamente incomplete e i ragionamenti si fanno spesso contraddittori.
Il linguaggio è subdolamente offensivo per irretire i nemici; per seminare confusione e panico; per lasciare gli ascoltatori in dubbio, esitazione o paralisi; per acquisire controllo, nonché per punire. Il linguaggio è una semplice arma.
I suoi sono discorsi pirotecnici in cui la sostanza viene sacrificata in nome della coreografia. L’attenzione è rivolta più alla composizione che al contenuto. Gli ascoltatori sono trascinati dalla forma, rintronati dalla perfezione, inebriati dalle mille sfaccettature di una realtà che è semplicemente univoca e, a posteriori, molto chiara.
Il linguaggio è come un processo infiammatorio: invade insidiosamente i tessuti della relazione intaccando, per prime, le cellule sane della ragione e della logica.
L’espressività è un valido indicatore della salute psicologica e istituzionale delle unità sociali come la famiglia o l’ambiente di lavoro. Il capitale sociale è spesso misurato in termini cognitivi e cioè verbali. Non ci può essere società vigorosa senza una comunicazione chiara e trasparente.
E’ il linguaggio a determinare come percepiamo il mondo; è la nostra mente e la nostra coscienza. Il narcisista, proprio per il valore del linguaggio, è una grande minaccia sociale.
Parole che illudono
Può succedere, in una relazione, che un certo grado di disaccordo conduca i partner a discutere più o meno animatamente per poi arrivare ad una risoluzione del conflitto.
Quello che caratterizza la relazione con un narcisista è l’impossibilità di discutere in maniera costruttiva. Il Narcisista è convinto della propria posizione e non accetta di scendere a compromesso, soprattutto se il litigio è stato creato ad hoc per poter continuare a recitare il suo copione relazionale.
I gesti e i comportamenti del narcisista, infatti, sono sommariamente preventivati: alle lusinghe susseguono le discussioni distruttive, seguite a loro volta dal subdolo trattamento del silenzio punitivo.
Sparire e attuare il silenzio punitivo consente al narcisista di controllare il partner che, indebolito e sofferente, è maggiormente manipolabile. In questo frattempo, è frequente che il narcisista stia già cercando una nuova vittima con cui ricominciare il ciclo.
Punire il partner con il silenzio significa lasciar intendere all’altro che non è degno di risposte, di essere preso in considerazione o di poter ricevere spiegazioni su quanto accaduto.
Discutere in maniera sana e responsabile con un narcisista è praticamente impossibile: il suo Sé grandioso non gli concede di porsi sullo stesso piano del partner e tende a monopolizzare la conversazione, costringendo tacitamente il partner ad ascoltare senza poter ribattere.
Questa modalità comunicativa e comportamentale è una vera forma di abuso psicologico (esiste una vera e propria Sindrome da abuso narcisistico).
Il partner, che viene abbandonato e a cui viene imposto il silenzio, sperimenta un profondo senso di vuoto, prova intensi sensi di colpa e angosce di abbandono (vera e propria paura dell’abbandono), si interroga sul perché sia andata così e pianifica (invano)strategie per recuperare la fiducia del partner e salvare la relazione.
Dal quadro appena descritto, risulta evidente l’asimmetria e la disuguaglianza che caratterizza la comunicazione nella relazione con un soggetto narcisista.
Tuttavia, contrariamente a quanto si possa immaginare, il narcisista nasconde delle profonde insicurezze che gli impediscono di vivere le relazioni in maniera sana ed equilibrata. Controllare e manipolare l’altro è l’unica modalità relazionale che conosce: solo così può sperimentare un apparente senso di sicurezza e appartenenza.
È altamente probabile che questi soggetti abbiano subìto le prime ferite narcisistiche all’interno delle relazioni primarie con i propri genitori. Si tratta, cioè, di relazioni caratterizzate da scarsa vicinanza emotiva, scarso rispecchiamento empatico e grande attenzione a performance e risultati.
È facile comprendere quanto sia doloroso per un bambino vivere il distacco del genitore: il bambino si sente rifiutato, non accettato e in balìa di se stesso. Perciò, per colmare questa ferita narcisista è essenziale liberarsi dalla condizione di dipendenza verso i genitori, acquisendo la consapevolezza che bastare a se stessi è possibile.
Questi tratti distintivi delle relazioni primarie significative tendono a ripresentarsi nelle successive relazioni del narcisista, nelle quali, però, i ruoli vengono invertiti: il narcisista non è più il bambino abbandonato a se stesso i cui bisogni non vengono compresi e soddisfatti, ma è colui che può dare (lusinghe e attenzioni) e togliere (silenzio punitivo) in qualsiasi momento.
Litigare con un narcisista
Avere una discussione più o meno accesa con un narcisista è una delle esperienze più irritanti che si possano avere, fatte unicamente di sotterfugi, giri di parole, inganni e bugie. Inoltre, se il narciso lo ritiene necessario, nel bel mezzo del discorso, è capace di cambiare del tutto la sua versione tentando di farti passare per bugiarda.
La prima cosa da dire è che i narcisisti sono dei veri maestri nell’arte della manipolazione: sanno cosa dire e quali atteggiamenti assumere per farti innervosire e perdere il controllo.
Inoltre, per il narciso l’unica cosa che conta è sovrastare il prossimo. Quindi, se con le sue macchinazioni ti ferisce non se ne fa una colpa: il suo unico obiettivo in una discussione è sottomettere l’altro e se ti ha ferito sono fatti tuoi. Del resto, egli è privo di ogni forma di empatia.
Come se non bastasse, il narciso ha una vera passione nel suscitare i sensi di colpa negli altri. Così facendo, sconvolge il suo interlocutore (o interlocutrice) per poi prendere il sopravvento ed affermare la sua superiorità. Se poi ci aggiungi che è un asso della menzogna, il tutto si fa ancora più difficile.
Il narcisista non si fa scrupoli ad utilizzare un linguaggio del corpo aggressivo, o nel peggiore dei casi, ricorrere a minacce più o meno velate (soprattutto quando ha che fare con le donne). Tutto questo, solo per sentirsi superiore a chi ha la sfortuna di avere a che fare con lui.
Infine, dopo aver calpestato la sensibilità dell’altro, come se nulla fosse, ritorna calmo. Non si scusa e non prova a riappacificarsi. E pazienza se per averla vinta ha toccato i tuoi punti deboli, per lui conta solo sovrastare gli altri.
Confrontarsi con un narcisista è assolutamente inutile. Non ci sarà chiarimento o crescita. Nel migliore dei casi, si uscirà da quel confronto con un profondo senso di disorientamento o di colpa. Nel caso peggiore, quello che ne deriverà sarà una erosione graduale e costante della propria identità.
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